Continua a non andare proprio come vorrei.

Prima la serata molto bella di San Lorenzo, con i fuochi, l'emozione di vedere qualcosa di mai visto in un contesto come la nostra spiaggia. L'ho tenuta sulle spalle per le caviglie magre fasciate da delle vecchie Converse rosse, mentre esplodevano le luminarie e la morosa di Mick ululava come una bambina la mattina di Natale.

Poi è arrivata la sera di Ferragosto che non è stata certo una meraviglia. Ho pensato di portarla al Wave perchè dovevo iniziare all'una a fare controllo dalla parte della spiaggia, ma dei due io sembravo l'adolescente alle prese con l'iperattività estiva, e lei il genitore che all'estate chiede solo riposo, silenzio, tranquillità.

Il bagno era ballonato di gente, e se qualche cliente storico si aggirava per lo stabilimento un po' spaesato, il resto dei presenti era under-25 compresa una masnada di ragazzini che, con la scusa dell'essere amici di chi aveva l'ombrellone allo stabilimento, scorrazzava come le antilopi nella savana.

Tranne una.

«Mi dispiace che tu non ti stia divertendo» le ho detto facendola sedere su un lettino, ha iniziato a giocare con un dito sulla sabbia «Ti senti forse fuori contesto, o non so che altro».

«No tranquillo, è un posto bellissimo».

«Dovresti zompare in pista, è ferragosto».

Passo tutte le sere a bloccare quattordicenni e quindicenni che cercano di entrare nel locale, i maschi li vedi subito quando sono troppo under, le ragazze fai molta più fatica, si truccano, si vestono, si fanno i capelli, si fanno esplodere le tette con reggiseni progettati dalla NASA, sono irriconoscibili e una quindicenne può sembrare una diciottenne, con tutti i problemi che ci vanno dietro. Entrano nei locali, vanno in pista, al bar, nei bagni, flirtano, limonano sui lettini, escono felici, mezze ubriache, tristi, arrabbiate, deluse, eccitate.

Questo per me, da anni, era il rapporto con l'età adolescente che aveva Brenda, un nugolo di ragazzini e ragazzine con gli ormoni impazziti, da tenere a bada nella loro esuberanza e nella loro ignoranza, a volta con il buon senso, a volte con la forza. Mentre lei mi sembra spenta.

«Non sono brava a ballare».

«Credi che ci siano molti grandi ballerini? Guarda quella, sembra che ha preso la due-e-venti, e quella sembra un peluche in una lavatrice», lei sorride, poi torna seria.

«Pensi sia sfigata?».

«In che senso? Intendi sfortunata?».

«No, l'altro senso».

Messo alla strette cerco una risposta sensata, che non la urti. Come dicevo prima: buon senso.

«Sono anni che lavoro nei locali notturni come sicurezza, semplicemente sono abituato a vedere gli adolescenti della tua età buttare fuori tutta la loro carica di energia, ma anche la loro stupidità, o ingenuità, la loro ignoranza».

«Non mi va di essere così».

«Non sentirti obbligata, si fa quello che sentiamo di voler fare. E non sentirti sfigata».

Il fatto che abbia tirato fuori lei questo argomento mi fa capire che si rende conto molto chiaramente di come è. Io posso solo aspettare e vedere, tra un mese inizia la scuola.

A proposito, come cazzo faccio a iscriverla qua? E poi, qua dove? Cesena, Ravenna, Cesenatico? So già che passerò la sera a pensare a quello.