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Capitolo 24

Continuo a camminare, sperando che Ian mi raggiunga.
 Macchè, dopo tutto questo tempo ancora mi illudo... Mi picchietto la fronte con le dita.
Scorgo Sheyla dietro lo sportello del suo armadietto, e non appena lo richiude sorride, accorgendosi della mia presenza."Stai meglio?", domanda, e all'inizio non capisco cosa intende.
Poi mi rendo conto di non averle raccontato ancora nulla riguardo alla mia "fuga" di ieri, e decido di rimediare...
«Sono sempre stata bene. Ieri... beh...», inizio, ma lei mi interrompe con un sorriso malizioso.
«Ti sei data alla fuga con il tuo bello?», mi canzona con un cenno del gomito.
E' convinta che io abbia saltato le lezioni per passare del tempo con Ethan. 
Vengo pervasa dalla malinconia. Ancora non ci credo, non voglio credere a quello che le mie orecchie hanno dovuto sentire. Non me ne capacito. 
Sono pronta a perdere tutto quello che ho costruito in questi mesi con Ethan? Non so bene spiegare di cosa si trattasse, questo è certo, ma pensare di non poter più parlare con lui, scherzare con lui, mi fa star male. 
Che sia necessario, forse? Per il mio bene, si intende. L'ultima cosa che voglio è quella di perdere qualcuno a me caro, ma di certo non sono la tipa che si fa prendere in giro, non quando ci sono di mezzo delle emozioni importanti, reali. 
Mi accorgo di stare osservando nel vuoto, mentre Sheyla mi scuote prendendomi per le spalle, riportandomi alla realtà. 
Cerco di riprendermi. 
«No, Ethan...», comincio, ma non credo di essere pronta a parlarne, non ancora. «Io... sono stata con Ian.»
Mi guarda con aria interrogativa?«Ian?! Ian Parker?», l'espressione incredula. «Non sapevo foste in buoni rapporti...».
Beh, se è per questo nemmeno io, penso tra me e me. Faccio spallucce, cercando di deviare l'argomento, andando a prelevare i libri che mi occorrono dal mio armadietto arruginito. 
Percorriamo il corridoio chiacchierando del più e del meno, quando una macchiolina nera si tramuta in una calamita per i miei occhi. Non può che essere quello stronzo di Ian, e non ho intenzione di cedere, stavolta. 
Non lo degno di uno sguardo mentre mi passa accanto, e probabilmente lui fa lo stesso. E pensare che fino a ieri mi sorrideva come un idiota. Sì, idiota è l'appellativo che più gli si addice. IDIOTA. 

Il resto della mattinata scorre senza rilevanti intoppi, tra lezioni noiose e insegnanti lunatici.
All'ora della pausa pranzo, mi ritrovo sola ad aspettare Sheyla, come suo solito in ritardo, fuori dall'entrata della mensa, mentre scruto fra la folla sperando di trovarla al più presto. Muoio di fame. 

Purtroppo però, un ciuffo biondissimo spicca nell'ammasso di persone, e per un attimo valuto l'idea di nascondermi all'interno del bidone dell'immondizia, di fianco a me. 
Ethan cammina a testa bassa, verso l'entrata, e non appena si accorge di me, o meglio, del fascio di nervi che sono diventata, sobbalza. 
«C... ciao», balbetta. 
«Ciao», ribatto secca. Non ho idea di come devo comportarmi. Dovrei essere arrabbiata nera per quello che ha fatto, per il semplice fatto di avermi nascosto per tutto questo tempo un dettaglio così importante, così delicato. Mi chiedo perchè non si sia aperto con me, nonostante le innumerevoli occasioni... e di nuovo mi balena nella mente l'idea che io fossi coinvolta in uno dei giochetti del vecchio Ethan... Non ci voglio nemmeno pensare. Non lo credo possibile.
Mi oltrepassa, con uno sguardo che mi trafigge il cuore, dritto nel centro. Inutile negarlo, tengo davvero a questo ragazzo, gli voglio bene, e vederlo in quello stato, che finga oppure no, non mi piace. 
Ma forse dovrei iniziare a pensare a me stessa, al mio bene, a proteggermi da qualsiasi eventuale minaccia, concreta o meno. 

Sono tentata di inseguirlo, di dirgliene quattro per non aver detto niente, ma mi chiedo anche se sia la cosa giusta da fare. Penso alla sorella di Ian, al suo sconcerto dopo avere scoperto che una famiglia è andata distrutta, penso ai suoi sensi di colpa; ad Ian, che ha visto scomparire per sempre una sorella spensierata, pronta a fargli capire i suoi errori, a spronarlo a diventare una persona migliore. Poi penso ad Ethan, la sera della festa di Travis, con il sorriso stampato sul volto e le guance arrossate dall'alcol. 
Sono pronta a perdonare tutto questo? Di certo, non ora. La rabbia mi ribolle dentro. 
Finalmente Sheyla si fa viva, quando ormai la mia fame è scomparsa del tutto. Non riesco nemmeno a farle un sorriso, e mi dispiace davvero. Per oggi non sarò di buona compagnia. 

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