Capitolo 2
Mi metto a correre divincolandomi nella folla nel tentativo di raggiungere quella stramaledetta porta il più rapidamente possibile, quando mi accorgo di essere andata a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
Alzo gli occhi e mi trovo davanti un ragazzo, quel ragazzo... Quello della finestra, che mi guarda con aria seria, quasi disturbata e afferma in maniera pacata ma al tempo stesso leggermente arrogante: «Stai attenta».
Riesco solo a scusarmi, scossa da un imbarazzante brivido lungo la schiena, e a sgattaiolare dentro la porticina vetrata.
Mi siedo in un posto a caso e mi torna alla mente il sorrisino di quel ragazzo durante la mia presentazione. Odioso, sbuffo.
Odioso sì, ma altrettanto bello, mi ricorda la mia coscienza, ricordando il sobbalzo che ho provato quando sono andata a sbattere contro lui. Che imbarazzo.
Capelli scurissimi, arruffati e in disordine, ma perfettamente in tono coi suoi grandi occhi verdi.
Mi sto lasciando distrarre troppo. Torna in te, Anthea.
Mi guardo attorno e mi accorgo che questa classe è completamente l'opposto della precedente: molto più silenziosa,si sente solo qualche bisbiglio qua e là, e la cosa mi rassicura non poco.
Mi sono seduta di fianco a un ragazzo dai capelli lisci e castano chiaro, quasi biondo. Indossa una camicia sui toni dell'azzurro. Non riesco a vederlo in volto poichè impegnato a scrivere qualcosa su una piccola agenda in pelle.
Improvvisamente un dubbio mi assale. «Scusa, era per caso occupato?»
Si volta e rimango esterrefatta. Ma dove li progettano qui i ragazzi?
Ha gli occhi più blu che io abbia mai visto. Mi sorride, e che sorriso. Ho come l'impressione che potrebbe addirittura lavorare come uno di quegli sponsor per la marca di dentifricio più gettonata, dal biancore dei suoi denti perfettamente allineati.
«No, è libero. Non ti preoccupare»
Entra la professoressa, una donna sulla trentina, vestita di tutto punto, con un tailleur sui toni del bianco ed il petto ornato da una sottile collanina in pelle. Le labbra sottili tinteggiate di un opaco rosso scuro, e i capelli castano scuri raccolti in un impeccabile chignon.
Strizzo gli occhi per riuscire a leggere il nome dalla targhetta sulla cattedra, ma purtroppo ho scelto un posto piuttosto distaccato, e ciò non mi è possibile.
Il mio compagno probabilmente se ne accorge, perchè mi informa: «Lei è la George, ti troverai bene, fidati... è stata la mia insegnante per quattro anni, questo è il quinto.»
Annusco, interessata.
La lezione passa in fretta, molto più in fretta della precedente, e la mia coscienza mi stuzzica, ricordandomi che probabilmente ciò sia dovuto alla presenza del belloccio.
La prof. elenca gli argomenti del corso di lettere, e una volta giunta al termine, ci invita a dirigerci verso la sala della pausa pranzo.
Esco velocemente e mi sento chiamare.
«Anthea!», esclama qualcuno. «Anthea, giusto?»
Mi volto. E' il biondino, che ho scoperto chiamarsi Ethan... sorrido.
«Sì, sono io.»
Si porta una mano dietro la nuca, e io osservo il pavimento in marmo, a disagio quanto lui.
«Beh, sei appena arrivata, a quanto ho capito, e mi chiedevo se tu sapessi dove si trova la mensa. Se ti va, ti ci accompagno.»
Mi sento le guance arrossire.
«Volent...»
Sto per rispondere, quando un urletto isterico proveniente da dietro di me mi interrompe.
«Iiiiiian, ciao, come va?»
Mi volto di scatto per capire da dove provenga la voce più fastidiosa che io abbia mai sentito.
Capelli rossi boccolosi, due labbra rosso fuoco, ciglia da cerbiatta e un ombretto sugli occhi pesantissimo, che tuttavia mette in risalto gli occhioni azzurri.
E' accompagnata da due biondine altrettanto belle, ma tra le tre, quella che spicca di più è senza dubbio Miss-Cornacchia.
Non comprendo chi stia salutando, e intenta a volerlo scoprire, mi volto verso la direzione del suo sguardo.
Ma certo... Il ragazzo "enigmatico", ti pareva... Ian, ha detto che si chiama.
Fingo di ignorare il temendo fastidio che la sua voce mi provoca, tornando così a concentrarmi sul bel faccino di Ethan, che sta contemplando la scena con un'espressione piuttosto disgustata.
«Non farci caso... tutti gli anni la stessa storia: Non si riesce a capire se i due si frequentino di nuovo o meno. In ogni caso, ti consiglio di starci alla larga.»
Oh, dunque i due stavano insieme, chissà perchè, ma la cosa non mi stupisce affatto, avendo già inquadrato le due tipologie di temperamento dei due. Seguo Ethan.
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