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Capitolo 9

Canzoni per questo capitolo sono :

Jimmy eat world - disintegration.

Gotye - somebody that i used to Know.

* Philipp's pov *

Bevo un sorso di liquore. Dannazione. Ho setacciato questo campo del cazzo, da cima a fondo. Sono andato persino fino ad Auschwitz III: Monovitz. Anche nei sotto campi. Niente. Nessuna traccia di lei.

Non può essersi volatilizzata nell'aria.

Mi scappa un sorriso, per il gioco di parole. Può anche darsi che lo sia... scacco immediatamente, quel pensiero. No! Deve essere viva! Voglio ucciderla con le mie stesse mani.

Non potevo escludere, l'ipotesi che potevano averla trasferita in un altro campo. Forse in Germania: A Buchewald, a Belsen, a Theresienstadt, o a Dachau.

Se veramente, si trova in uno di questi campi, non potrò fare niente.

Serro i pugni. Conosco benissimo i comandati di quei campi, avrei potuto traferirmi lì, ma non posso pensare cosa accadrebbe se mio padre lo venisse a sapere. Anche lui, era in contatto con i comandanti di quei campi. Non appena avrei messo piede lì dentro, in meno di mezzo secondo, mio padre ne sarebbe subito informato.
E avrebbe incominciato a fare domande.

No. Non me la posso rischiare. Era meglio lasciar perdere.

Decido di non pensarci e beverci su. Mentre allungo un braccio verso la bottiglia di liquore, Gustav mi viene addosso.

« Razza di imbecille! » ruggisco.

« È stato Hans a spingermi! » lo accusa. Prendo un fazzoletto e inzio a strofinarlo sopra la macchia. Merda! La giubba dell'uniforme era macchiata.

« Ehy amico che ti prende? » Friedrich mette un braccio attorno alle mie spalle.

« Siete delle teste di cazzo. »

« Sai, Philipp, non sai più come ci si diverte. » il mio amico mi riempie di nuovo il bicchiere di liquore. « Sai, dopo, io e i ragazzi, abbiamo intenzione di andarci a divertire. Andiamo nel campo, dove ci sono gli zingari e bruciaremo una loro baracca mentre dormono. Non è divertente? Ti unisci a noi? »

« Mi piacerebbe molto, ma ho già un impegno. » Prendo il bicchiere che mi ha offerto, e bevo tutto d'un sorso.

Friedrich non sghignazza più. « Mi spieghi che ti prende? Eri sempre tu che organizzavi questo tipo di divertimento. Ricordi quando abbiamo appeso un ebreo su una trave e gli abbiamo legato mani e piedi? »

« Sì, me lo ricordo. Per quanti calci gli abbiamo inferto, i coglioni erano diventati blu. »

« Ed è stata una tua idea. » Mi elogia.

« Modesti a parte. »

« E ora ci pianti, per cosa? »

Prendo il capotto di pelle, non avevo mai nascosto nulla a Friedrich. Era il mio migliore amico, ed era un fratello per me. Ma, certe volte, non mi andava di dirgli tutto quello che avevo in mente di fare, per filo e per segno.

« Andrò in città. »

« A fare cosa? »

Abbozzo un sorriso. « Farò quello che farete voi. Mi divertiro. »

***

Avevo salutato Friedrich e gli altri prima di salire in macchina. Avevo voglia di fare altro questa sera.
Oświęcim non era tanto lontana dal campo.
A quest'ora di notte, non c'è anima viva per le strade.

Do un occhiata veloce all'orologio che avevo al polso. Le undici e mezza. I locali sono pieni, ma non era quella la mia destinazione.
Parcheggio l'auto davanti ad un condominio malandato.
Prendo una bustina trasparente che tengo dentro al cruscotto e la metto in tasca, e una bottiglia di champagne che avevo messo sui sedili anteriori.

Scendo e attraverso il portico condominiale. Questo posto è uno schifo. Era vecchio e sembrava abbandonato. I muri erano consumati. Non ci abiterei neanche sotto tortura.
Mentre cammino, di fianco a me, vedo la portinaia. Quando mi vede, abbassa subito lo sguardo e torna a pulire.

Entro in uno dei portoni, e salgo le scale. L'interno del palazzo, faceva ancora più schifo, di come si presentasse all'esterno.
Arrivato al terzo piano, busso alla porta.

Non aspetto molto, prima che Magdalena, mi venisse ad aprire. I suoi capelli castani lisci come la seta le coprivano metà viso. Mi sorride e sfoggia un sorriso:

« Ma guarda. È da un bel pezzo che non ci si vede. Come mai da queste parti? » mi chiede, spostandosi una ciocca dietro l'orecchio.

« Mi mancavi e ti ho portato questo. » le passo, la bottiglia di Champagne ed entro.

« Wow. Una bottiglia di Champagne. Un mazzo di fiori sarebbe stato più gradito. » chiude il portone.

« Sai che non sono un tipo romantico. » lancio il capotto di pelle sulla sedia e mi sdraio sul divano.

Il suo appartamento, era disordinato. Non avevo mai conosciuto una persona più disordinata di lei. E il disordine non lo potevo sopportare.

« Pensavo che, nel frattempo, avessi sistemato questa topaia. » le dico.

« Sai, che lavoro tutto il giorno. » la sua voce proviene dalla cucina. Che più che un cucina era un piccolo angolo cottura.

« Sì, lo so che fai l'attrice in quel teatro da quattro soldi. E ti pagano una miseria. »

Magdalena si siede vicino a me. « Sì, ma sei mesi fa, tu e i tuoi amici, ci siete entrati in quel teatro da quattro soldi. Mi chiedevo che cosa ci facevano delle SS dentro un teatro. »

Me lo ricordo benissimo. « Pensavamo che fosse una birreria. Ma, quella volta, non mi sono pentito. » faccio un mezzo sorriso.

« E il tuo amico Friedrich, perché non l'hai portato? »

« Perchè aveva da fare e... » mi avvicino a lei, abbracciandola da dietro e le sussurro: «.... ti voglio tutta per me. »

Le abbasso le bretelline della camicia da notte, facendola rimanere nuda. Aveva un corpo stupendo. I suoi seni era perfetti e sodi.

Prendo la bottiglia di champagne e la stappo. Mi siedo di nuovo sul divano. Prima di inziare a scoparla, volevo bere.

« Dimmi che hai combinato oggi? » le chiedo.

« Beh, la stagione scorsa è stata... non diciamo un successo, ma neanche un fiasco. Quindi abbiamo deciso di rinnovare il cast e oggi ci sono state le audizioni.... »

Mentre lei mi racconta tutto per filo e per segno, chiudo gli occhi e russo, facendo finta di dormire.
Magdalena mi da una botta sul braccio e fa la finta offesa. Io rido divertito e cerco i rimandare.

« Guarda cosa ti ho portato. » dalla tasca dell'uniforme tiro fuori la bustina di plastica trasparente.

Prende la bustina e la esamina. « È proprio quello che penso che sia. » Magdalena la scuote. La polverina bianca si espande all'interno.

« Sì. »

Lei mi sorride, apre la bustina e svuota il contenuto. Prendo una banconota da cinquecento Reichsmark, la rotolo e la do a Magdalena.
Nel frattempo mi tolgo la giubba. Vendendo qui mi sono dimenticato di cambiarla, ma ora non aveva più importanza.

« Dio... com'è buona. » afferma. Magdalena da una seconda sniffata.

« Vedi di non sniffata tutta. » le comunico, mentre mi sfilo i boxer.

« Se non ti sbrighi, credo che non rimarrà più neanche una briciola. » Ride. Era già fatta.

Le tolgo la banconota e la infilo nella narice destra, tampando la sinistra con il dito e tiro forte. Cazzo. Non mi sono mai sentito così bene, e avevo fatto solo una sniffata.
Magdalena mi toglie dalle mani la banconota. Se continua così, davvero non mi lascerà niente.

Rotolo un'altra banconota e tiro su di nuovo. Mi butto con la schiena all'indietro. Chiudo gli occhi. Era una sensazione magnifica. Non avevo più la lucidità mentale. Chiunque abbia inventato questa roba, è un genio.

Sento un respiro caldo sul collo. Era Magdalena. Aveva voglia. Lo sento e io non sono da meno. Mi lascia una scia di baci. Non provavo un'eccitazione così intensa da molto tempo. Forse sarà la cocaina o forse l'alcool. Ma di sicuro era meraviglioso.

Magdalena era seduta sopra di me. Mi morde le labbra. Mi tira i capelli. Era eccitata. Voleva che la portassi in camera da letto. Me lo stava facendo capire in mille modi possibili.

Senza farla scendere da sopra di me, mi alzo. Le stringe le gambe attorno al mio corpo. Continua a baciarla. Quando arriviamo in camera da letto, la lascio senza ritegno sul materasso e mi sdraio sopra di lei.

Il mio amichetto, era pronto. Magdalena prende l'iniziativa e lo infila dentro. Inzio a spingere. I colpi era sempre più forti. Magdalena gemeva insieme a me.

« Non fermarti! »

Non ne avevo la minima intenzione. Sono rinato. Ero di nuovo me stesso. Posso fare tutto ciò che voglio. Nessuno può darmi ordini. Magdalena mi respinge e sento la schiena appoggiata sul materasso. Adesso sento la sue labbra sul mio cazzo. Quel modo di fare, di prendere l'iniziativa mi eccitava.

La mia mente mi porta a qualche mese fa, quando era stata lei: La mia Jüdin, a farlo. Apro immediatamente gli occhi. Mi alzo di soprassalto, Magdalena si stacca non capendo che cosa sia successo.

« Che cosa c'è? Ti ho fatto male? »

« N-no non è per questo. » le dico, nervoso. Merda! Ma che cazzo mi prende?! Perché mi sono fermato?

« Vuoi un minuto per... »

« Sì. »

Appoggio la testa fra le mani. Ora mi è tuo chiaro. No. Non posso aver pensato a lei. Non in questo momento. Io la odio, eppure continuo a pensare a lei, anche in queste situazioni.

« Va tutto bene? » mi chiede.

« Magdalena. » mi giro verso di lei. « Non posso. Mi dispiace, ma non posso. »

« Va tutto bene. Sai, sei strano. Non ti vedo da mesi, ma non sei più lo stesso. »

« Che intendi dire? »

« Il Philipp di un tempo, non avrebbe interrotto mai una scopata. E poi il modo in cui mi hai baciata... »

Le ultime parole mi lasciano di sasso: « Che vorresti dire? »

« Beh lo hai fatto dolcemente. Prima non lo avevi mai fatto. Che cosa ti è successo? »

Non volevo dirle quello che avevo dentro, ma forse parlare mi avrebbe fatto, sicuramente, sentire meglio.

« La verità è che mi sono innamorato di una persona che credevo che tenesse a me. »

Porca troia. Come ho fatto ad arrivare a tanto? Confidarmi con una donna.... è ridicolo.

« Be, forse avrai frainteso. Hai provato a parlarci e chiedere la motivazione? »

Sghignazzo. « Ho capito solo che è una bugiarda e manipolatrice. Fine della questione. »

« È per lei allora che sei così cambiato. Wow non lo credevo possibile. Una ragazza è riuscita a cambiarti. »

Mi giro di scatto verso di lei. « Io non sono cambiato. » le dico, con tono minaccioso.

« Menti solo a te stesso. Chi è questa ragazza? »

« Se te lo dicessi, dovrei ucciderti. » le dico, seriamente.

« Sul serio? Allora è un segreto. Almeno puoi parlarmi di lei? »

Tutte queste domande inziavano a darmi sui nervi, ma se bastava per farmi sentire meglio.

« Era dolce, gentile e altruista. Troppo altruista. Se sono diventato così debole, è colpa sua. »

Magdalena si sdraia sospirando. « Voi uomini. Pensate di essere forti, invece basta farvi perdere la testa, per mettervi nella giusta direzione. Philipp tu non sei debole. Ti sei innamorato e sei ancora innamorato di lei. »

« Questo non è vero. » Stringo le dita, talmente forte che le nocche diventano bianche.

« Lo sei. Altrimenti non avresti interrotto così bruscamente il rapporto. »

« Sei troppo orgoglioso. Ma se quello che mi hai detto, sul conto di questa ragazza, non credo che ti avrebbe fatto soffrire di proposito. Una motivazione ci sarà. Prova a parlare con lei. Forse, voleva tenerti al sicuro. »

In quel momento, mi crolla il mondo addosso. Certo. Forse Miriam mi stava nascondendo qualcosa. Perchè avrebbe dovuto lasciarmi. Lei non era capace di far del male a qualcuno.

Devo parlare con lei.

« Senti. » mi rivolgo a Magdalena. « Posso rimanere qui, per questa notte? »

« Certo. » mi dice, comprensiva.

Mi infilo sotto le coperte. Magdalena spegne la luce. Forse avevo sbagliato tutto. Domani mattina, mi schiariro le idee.

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Spero che vi piaccia :) ditemelo scrivendo un commento 💓
Ringrazio chi : vota, commenta o legge ❤
Scusate per il ritardo 💓
La prossima volta Aggiornerò prestissimo ❤
Un megabacione
Noemi 💜



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