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Capitolo 85


Canzoni per il capitolo:

• Numb - Linkin Park

• Hero - Skillet

*Philipp's pov*

Sono qui ad osservare il cielo notturno. Questa notte è molto tranquilla, o quasi. Non si sentono urla e nessun pianto, o almeno per ora. Sono uscito di casa con un peso sullo stomaco. Non mi era mai capitato prima. Miriam mi ha salutato sull'uscio di casa dicendomi:

"Philipp, sappi che non ti giudicherò, se deciderai diversamente."

Dovrei sentirmi meglio, ma non lo sono. Mi accendo una sigaretta per sciogliermi i nervi. In quanto ufficiali ci siamo : Io, Gustav, Friedrich e Hans e altri quattro. Invece, Mark aveva da fare in infermeria. Avrei dato qualunque cosa per essere lì con lui. Oltre a noi, ci sono i capo block e le guardie. Stanno arrivando i camion. Mi ricordo, quando, in una situazione simile ero euforico. Non vedevo l'ora che iniziasse per poter dare il meglio di me stesso. E quale sarebbe stato il mio meglio, poi?
Nulla. Era una scusa per scaricare la mia rabbia e il mio odio.

Guardo l'orologio che ho al polso. Le due di notte. Il tempo non passa mai. Cerco di distrarmi, andando vicino agli altri. Scherzano su quanti zingari uccideranno. Friedrich nota la mia preoccupazione:

« Philipp, tutto bene? » mi chiede, mettendomi una mano sulla spalla.

« Sì, sto bene. » sorrido, cercando di mascherare il mio umore.

« Amico, non è da te, essere così in ansia. Vedrai quando sarà finito ci andremo a bere una birra. » mi propone, Hans.

« Mi piacerebbe, ma vorrei tornare da mia moglie. » Non voglio lasciarla da sola. Devo esserle vicino per tutta la durata della gravidanza. Anche se so, che Miriam non avrebbe obbiettato, se fossi andato con loro. Lei, vuole che anch'io sia felice. Ma la mia unica felicità ora sono lei e nostro figlio.

« Ecco come va a finire: Quando un amico si fidanza o si sposa, preferisce la propria donna agli amici. Non me lo sarei mai aspettato da Philipp. » commenta, Hans, gettando la sigaretta a terra.

« Quando anche voi, avrete una donna che non sia una puttana, allora ne riparleremo. »gli rispondo, a tono.

I camion arrivano e le guardie scendo con i fucili. È ora. Sanno già cosa fare. E io e gli altri ci avviciniamo a loro e senza timore e con un tono di comando, in tedesco, ordino loro di prendere tutti. Donne, uomini e bambini e di caricarli sui camion. Nessun escluso.

Le guardie entrano nelle varie baracche urlando e sbraitando. È inutile dire che in meno di pochi minuti si crea il panico. Prevedibile. I bambini scappano impauriti. Le guardie corrono per riprenderli. Le urla sono agghiaccianti. Ma non mi faccio sopraffare dalle emozioni. Vedo una donna fuggire con i propri bambini verso l'oscurità. Mi guardo intorno non si è accorto nessuno della loro fuga. Prendo la pistola carica e vado verso di loro con tutta calma. So che non hanno via di fuga. Quando li raggiungo, e lei si accorge della mia presenza inizia a scappare.

Non andrai molto lontano.

Inizio a correre anche io. Lurida puttana ma dove crede di andare?!

Cerco di raggiungerla, ma la sua fuga finisce quando arriva in un vicolo senza via di uscita. Con le spalle al muro, si accascia a terra piangendo tenendo stretta i suoi bambini. Mi avvicino a loro. Punto la pistola verso di loro. È finita, quando nella mia mente sento riecheggiare le parole di Miriam:

" Nel bene o nel male. C'è sempre una scelta."

Miriam... posso scegliere? Credi che io sia una brava persona? Posso scegliere, decidere, se ucciderli oppure no? Tu hai sempre creduto in me. Mi ami, nonostante tutto, io sia un ufficiale delle SS. Un assassino.

Rimango a osservarli. I bambini abbracciano la loro madre, piangendo. Non avranno più di otto anni. Immagino, Miriam e il nostro bambino appena nato fra le sue braccia, al loro posto. Stringo i denti, dalla rabbia. È inaccettabile anche solo pensarlo. No. Io sono una brava persona. Io ho una scelta. Farò ciò che devo. Ripongo la pistola nella fondina. Mi guardo attorno per vedere se siamo soli. Mi avvicino a loro e prendo i bambini. La madre grida piangendo:

« Prego, non miei figli! » esclama, in lacrime.

« Zitta, brutta idiota! Sto cercando di salvarvi. Se ci tieni alla tua vita, non emettere un fiato! » le tappo la bocca, sperando che abbia capito.

Devo pensare a come agire. Poi penso alla botola dove portavo Miriam per condurla nella radura. Non è molto lontana da qui. Perfetto. Faccio loro segno di seguirmi. All'inizio sono un po' scettici, ma, alla fine non so come, mi seguono. Devo sbrigarmi. Le guardie sono ancora intente a rastrellare il campo. La nostra presenza deve passare inosservata. Arrivati alla baracca, sposto lo scaffale e alzo la botola faccio loro segno di scendere. I bambini stringono la madre, non sapendo se fidarsi o meno. Cerco di farmi capire con i gesti. Che scendendo giù saranno al sicuro.

Non so come, ma mi danno retta. Perfetto. Chiudo la botola e rimetto a posto lo scaffale. Mi prendo un momento di respiro.

Ho salvato delle vite. Io. Proprio io. Ha ragione, Miriam. Ho il potere di farlo. Posso salvare delle persone innocenti. Bambini innocenti. Ma se lo facessi, e mi scoprissero? Che ne sarà della mia famiglia? Stringo i pugni.

Miriam, per una volta voglio essere un uomo migliore. Salverò delle vite. Posso farlo.

Esco dalla baracca e torno al campo rom. La situazione non è cambiata. Le guardie uccidono gli zingari, prima ancora di caricarli sui camion. C'è il panico. E di questo ne approfitto. Devo essere il più rapido possibile. Prendo quattro bambini e li trascino con me nell'oscurità. Oppongono resistenza. Ma gli faccio segno di stare zitti e di seguirmi, ma soprattutto di fidarsi di me. Raggiunta la botola, anche loro scendono giù.

Ancora di più.

Torno indietro. Questa volta prendo due uomini e tre donne. Stessa prassi. Sto rischiando il tutto e per tutto. Ma non mi sono mai sentito bene con me stesso. Anche se questo non significa rimediare agli errori che ho fatto.

Tornato al campo. Non mi rendo conto del tempo passato. Prendo le persone a caso che siano donne, uomini e bambini e le porto nella baracca. Nella botola. È come se non riuscissi a fermarmi. Questa volta prendo tre uomini e una donna. Arrivato di nuovo alla botola, faccio anche a loro il segno di scendere. Quando la richiudo, sento qualcuno poggiare la mano sulla mia spalla. Mi giro di scatto, prendendo la pistola alla svelta. Mi accorgo che dietro di me c'era Friedrich con una faccia sconvolta:

« Ma che diavolo, stai facendo?! »

« C'è mancato poco che non ti sparassi. » ripongo la pistola nella fondina.

« Philipp, stai cercando veramente di salvare queste persone? Non è da te. E poi, sai il rischio che stai correndo? Non pensi alle conseguenze? Sei per caso impazzito? »

Tutte queste domande mi irritano. « No, Friedrich. Non sono impazzito. Voglio cambiare. Per una cazzo di volta nella vita. Io posso scegliere. Posso decidere cosa fare. Ci è sempre stato detto che noi delle SS, non apparteniamo a noi stessi. Ma appartiamo alla patria. Noi siamo la patria. Io sono io. E voglio scegliere. Noi possiamo salvare queste persone. Ed è ciò che voglio fare salvarne il più possibile. Non meritano tutto questo. » se me lo avessero detto tempo addietro non ci avrei creduto.

« Non credo alle mie orecchie. Ma, hai ragione. Ma non pensare che tu sia una persona maligna, Philipp. Sei sempre stato un uomo d'onore e ligio al dovere. Hai eseguito gli ordini. Come tutti noi. Siamo stati ciechi. Ma ora fermati. O rischierai veramente che qualcuno ti scopra. Non pensi a Miriam? »

« Ci penso. E penso anche al bambino che nascerà. » lo dico, sorridendo.

Friedrich sentendo queste parole, rimane a bocca aperta:

« Philipp, non dirmi che... oh merda... stai per diventare padre! Ma come? Quando? »

Sono incredulo anche io. Ed emozionato. « Beh da quanto mi ha detto Miriam siamo all'inizio del terzo mese. Non si vede ancora la pancia, ma i vestiti non le stanno entrando più, quindi, ci stiamo organizzando. Dobbiamo comprare la culla, i vestiti per il bambino... o bambina. Per Miriam è un percorso tutto nuovo ed è emozionata, ma allo stesso tempo è spaventata. Le sto sempre vicino. E voglio che si goda questo momento in pace e in tranquillità. Lei sa della liquidazione del campo rom. È lei che mi ha aperto gli occhi. Di di salvare vite umane. Voglio che Miriam sia orgogliosa di me. Ma soprattutto io sono orgoglioso di me. Per questo, ho salvato queste persone. Almeno tornerò a casa, con la consapevolezza di aver fatto del bene. »

Sì. Sono cambiato. E questo nuovo me, mi piace.

« Sarai un padre eccezionale, Philipp.» mi dice, Friedrich, abbracciandomi.

« Lo pensi davvero? » gli rispondo, mettendomi una mano fra i cappelli. Lo spero. Voglio essere un esempio per lui o per lei. Non voglio essere come mio padre. Non voglio essere più come lui. Tutto quello che desidero è essere più come me e meno come lui.

« Ad occhi chiusi. Ora vediamo di tornare, ma a quest'ora le guardie dovrebbero già aver... finito. »

Ed era così. Io campo rom è stato liquidato. Dove prima si sentivano le urla e i pianti ora si sente il rumore del vento e un silenzio agghiacciante da mettere i brividi. Voglio tornare a casa. Ho fatto il mio dovere.

Quando parcheggio la macchina davanti casa, sono quasi le sei del mattino. Fuori è ancora buio. Entro in casa ed entro in camera. Miriam dorme. Avvolta dalle coperte si vede la sua chioma, come la chiama lei: riccia e cespugliosa. Mi far star male, ogni volta lasciarla sola. Ma sa che non posso sottrarmi ai miei doveri.
Mi levo la mia uniforme, senza fare il minimo rumore. Metto i pantaloni e la giubba sulla sedia e mi sfilo i boxer.
Scosto le coperte e mi sdraio vicino a Miriam. La sua pelle è profumata di vaniglia. Sorrido al pensiero di lei, che si è fatta un bagno caldo prima di andare a dormire. Ed è una bella visione che ho di lei. Chiudo gli occhi. Sono molto stanco. Domani sarà un altro giorno e voglio riposare. Per lo meno, mi addormento con il cuore leggero.

Note d'autrice:

Dio santo sono mancata 4 mesi! Chiedo perdono 😣 in questi ultimi mesi mi è successo di tutto. Avevo il blocco. Oggi sentendo una canzone dei linkin park Numb mi sono rimessa a scrivere di getto e lungo concludo in un pomeriggio. Anzi, una frase della canzone l'ho scritta anche nel capitolo. Adoro questa band. E quasi tutte le loro canzoni mi hanno aiutata a scrivere il carattere di Philipp e la persona tormentata qual'è.
Spero che l'attesa sia stata ripagata.
Vi ringrazio ancora di tutto.
Ringrazio a chi legge, scrive commenta.
Manca ancora poco alla fine... del secondo. 🤣
Un megabacione
Noemi

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