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Capitolo 83

Canzone del capitolo:

• Willow - Taylor Swift

• The Roads - Jonah Kagen

*Miriam's pov*

« Philipp, aspettiamo un bambino »

Non appena pronuncio queste parole, Philipp non dice nulla. Anzi, rimane a fissarmi. Inizio a pensare che, forse non fosse il caso ma poi:

« Cosa? Ne sei sicura? Da quanto tempo? » mi chiede, finalmente, con tono misto di stupore e gioia.

Sorrido. « Beh una donna, le capisce certe cose e sono in attesa da un mese. Quasi due. » lo abbraccio, appoggiando la guancia sul suo petto.

« Un mese? Lo sa qualcun altro? » ora è preoccupato. Cerco di tranquillizzarlo. So che ancora sta metabolizzando il tutto.

« Mia madre, mia sorella e Jacob. Ovviamente, lui mi ha visitata.  »

« Cazzo! Ecco perché gli sbalzi di umore e i tuoi gusti alimentare orribili. » esclama, stupefatto, distogliendo lo sguardo da me. Ora è piuttosto turbato.

Io sono preoccupata. Non era questa la reazione che mi aspettavo. Forse, mi ripeto che è solo un po' stupito.

« Sei felice? » glie lo chiedo, con tristezza.

Philipp, mi guarda come se fossi impazzita di aver detto una simile assurdità.

« Come? Miriam, mi chiedi se sono...» mi prende il viso fra le sue mani e mi dà un bacio a stampo. Poi ancora un altro. A ripetizione. « Amore mio, certo che sono felice! » continua a baciarmi con gioia. « certo che sono felice! Mi hai dato una splendida notizia. È solo che non me lo aspettavo. Ecco... io pensavo che tu non volessi... Non sai quanto ti amo, Miriam. » sento la sua mano accarezzarmi il ventre. Mi manca il respiro. « È il frutto del nostro amore. »

« Ti amo, anche io, Philipp. E sono felice. Non appena l'ho saputo io sono stata sorpresa e confusa. Non sapevo cosa fare. Non era previsto. Ma, poi ho capito che, ho sempre messo avanti i miei doveri. I miei sogni. Sì, è vero, il mio sogno è viaggiare e vedere il mondo. Andare all'università e diventare una maestra... ma è anche questo: avere una famiglia. » quando ero piccola, non mi passava neanche per la mente di avere un marito e dei figli. Volevo essere forte e indipendente. Ma ora tutto è cambiato. Sento le lacrime scivolare lungo le mie guance e continuo con voce commossa: « So che hai pensato che non volessi diventare madre. Ma io voglio essere madre. Io amo già questo piccolino. Non vedo l'ora di poterlo sentire scalciare. Amo te, per avermelo donato ma... » la voce mi si spegne in gola. Non riesco a continuare. Ogni cellula del mio corpo, trema solo al pensiero di quello avrei voluto dire.

« Ma, cosa? » mi chiede, Philipp, ansioso, sollevandomi il mento, in modo da poterlo guardare.

« Philipp, non lo nasconderò, ma, io ho paura. Paura che potrebbero scoprirci. Ho paura che possa accaderci qualcosa di terribile. Ma non ho tanto timore per me. Non mi importa nulla di me. Ma, ho paura, per il nostro piccolo. Non è neanche venuto al mondo, e sono terrorizzata che possa morire dentro di me. Perché ha la colpa di essere ebreo.
Philipp, io non voglio crescere mio figlio qui! Non voglio che mio figlio cresca in un posto dove c'è: odio, morte e disperazione. Ogni giorno, a casa, vedo il fumo nero uscire dai cammini. Anche se si trova a chilometri di distanza. Lo vedo. Ieri stavo pensando che sarebbe bello poter rimanere qui. Però, mi ripeto che non è possibile... »

È terribile pensare, che non avremmo potuto dargli un futuro. Piango a singhiozzi. Philipp non dice nulla. Ha lo sguardo rivolto verso il basso ed è triste. In cuor suo, sa che ho ragione. Che le parole da me pronunciate sono verità. Sono una bomba a orologeria. Che a momenti, potrebbe esplodere. Distruggendo tutto. Compresa la nostra felicità.

« Non morirà nessuno... » sussurra appena, ancora con lo sguardo rivolto altrove. « Perché io vi proteggerò. »

« Cosa? » commento, sconvolta. « Tu vuoi proteggerci? Ma, Philipp! È un follia. »

Philipp, non ammette obiezioni. Questo mi preoccupa.

« Nostro figlio, non morirà! Ha sangue ariano nelle vene. Ha il mio sangue. Il mio! E poi, dovranno solo provarci. Gli altri non sanno, quanto io possa essere crudele!  » sorride, sadicamente.

« Philipp, non basterebbe... » lui mi blocca la frase sul nascere.

« Io vi proteggerò! Non permetterò che vi facciano del male. Ne a te, ne a nostro figlio! Miriam, ci sta capitando qualcosa che non si può spiegare a parole. Non permetterò, a nessuno di loro di distruggere la nostra felicità. » mormora, fra i denti.

Lo abbraccio. So le sue buone intenzioni. Cerco di convincermi che andrà tutto bene. « Stiamo per diventare genitori... » gli dico, serenamente.

« Per me non è una novità, sono già diventato padre. Sono felice, perché tu mi stai rendendo padre per la seconda volta. Sopratutto, lui o lei, è nostro. Nostro. Ma per te, Miriam, sentire queste emozioni, te lo meriti. Sarai la mamma più buona del mondo e ti prometto che nostro figlio non crescerà in un mondo come questo. Lo terremo lontano da tutto questo. Se la guerra non dovesse finire, o almeno che se fosse la Germania a vincere, troveremo un posto dove potremo stare insieme. Dove noi tre, potremo vivere felici. Te lo prometto, amore mio. » mi sussurra, fra le labbra.

Lo bacio premendo forte le labbra contro le sue. Ho fiducia nelle sue parole. Me le ha ripetute tante volte. Ci stendiamo sul letto, abbracciati. Philipp mi accarezza la schiena con le dita, procurandomi dei brividi piacevoli. La mia guancia è appoggiata al suo petto. Sento il suo cuore. Ha un suono bellissimo. Come la prima volta che lo sentii.

Ha ragione. Stiamo per diventare genitori. I nostri bisogni vengono dopo. Non abbiamo più tempo per le distrazioni. Voglio pensare solamente alla mia famiglia. Mamma e papà ne sarebbero felici.

« Dovremo pensare a un nome, non credi? » mi comunica, Philipp, pensieroso.

« A un nome? » non ci avevo ancora pensato, essendo al secondo mese.

« Certo. Sì, insomma, almeno sapremo come chiamarlo... o chiamarla. »

Ci rifletto un momento. « Maschio o femmina? » gli chiedo, curiosa. Voglio sapere il suo punto di vista.

« Beh avendo avuto... » Philipp, a un momento di esitazione. Per lui è ancora molto doloroso, aver perso Rudolph. Non oso immaginare quale dolore immenso sia, perdere un figlio. E ora che ne aspetto uno. Posso immaginare. Dopo un momento di silenzio, riprende il discorso: « Non mi dispiacerebbe avere una figlia. »

« E se fosse un maschietto? » gli chiedo, curiosa, sorridendo.

« Hai in mente qualche nome? »

Ci penso su, poi mi vengono in mente dei nomi: « Beh, io avrei pensato a David o Aaron, Chlomo oppure Zev, il piccolo zev.. » gli rispondo, dolcemente.

Philipp da un colpetto di tosse. Non lo vedo tanto convinto nella scelta dei nomi, che ho elencato. Sono nomi che mi sono sempre piaciuti. A Parigi, gli amici di mamma e papà avevano questi nomi. Li ho sempre trovati molto carini.

« Sono dei nomi bellissimi, tesoro. » mi conferma, lui, baciandomi la fronte. Non lo vedo tanto convinto. « Io avevo pensato a Hans, Frizt, Gunther o Otto. Facciamo così: se sarà una femmina hai tu, la scelta del nome. »

« E se sarà maschio, la tua. Ma io.. » non ho un nome ben preciso. Non ci avevo mai pensato. I nomi che mi è sempre piaciuti sono: Ruth, Elisheva, o Rivka. Ci penso bene, anche se mia cugina si chiama Elisheva, e focalizzandola non credo che vorrei dare il nome di mia cugina alla mia bambina. Philipp aspetta la mia risposta.

«Ne hai in mente uno?  » mi chiede, curioso, girandosi su un fianco, per guardarmi.

« Ruth. » dico, frettolosa.

« È un bel nome. Se sarà una femmina la chiameremo Ruth. Invece se sarà un maschio... » Philipp, mi sta rivelando la sua decisione. « Michael. »

« Mi piace. E pensare che mancano ancora sette mesi e avremo fra le braccia il nostro bambino. » dico, euforica.

« Quel giorno, arriverà presto, quando meno te lo aspetti. Nel frattempo, dovremo organizzarci. Dovremo arrendere la sua cameretta. Prendere una culla. I vestiti. Lo faremo insieme. So dove procurare tutte queste cose. E, poi dovremo dirlo a mia madre. Pensa a quanto sarà felice di sapere che sta per diventare nonna. » afferma, dandomi un bacio sulla fronte, sorridendomi, e stringendomi a se.

Sembra ancora impossibile. Ma è tutto vero. Philipp mi ha rassicurato. Ma in tutto questo, non riesco a pensare all'unica persona che non deve saperlo. Suo padre. Ho i brividi. Non riesco a capire come una persona possa essere così crudele. Dovrebbe esserne felice. Ma faremo tutto il possibile per proteggere il nostro bambino. Fino a che non nascerà, cercherò di rendere la nostra casa un posto sicuro. Finché lui non arriva. O lei. Creeremo la nostra piccola oasi di felicità. Chiudo gli occhi serenamente. Ora sono più tranquilla.
Domani, torneremo a casa. E decideremo sul da farsi. Chissà come se la staranno cavando i ragazzi. Come ha detto Philipp: speriamo di non trovare la casa in fiamme. Sorrido, pensando a come sarà la nostra vita, con il nostro bambino. E alla nostra tanto agognata felicità.

Nota D'autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo. Spero come sempre che vi piaccia 🩷
Ringrazio tutti per i voti, commenti o solo perché chi a letto.
Ci vediamo al prossimo capitolo
Un megabacione
Noemi .

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