Capitolo 79
Canzoni del capitolo:
• love triangle - Gjan feat Saint
• Gimme Love - Sia
*Miriam's pov*
È mattina presto e sono in camera a vestirmi. Sono davanti allo specchio in biancheria intima. Mi metto di profilo, gonfiando un pochino di più il ventre e metto le mani sulla pancia, accarezzandola. Il seno mi fa malissimo. Non sono preparata a tutto questo. Non pensavo minimamente, che il mio corpo subisse questi cambiamenti.
« Chissà dove vorrà portarci tuo padre... » mi riferisco a lui/lei. Prendo una camicetta e inizio ad abbottonarla. Poi, prendo la gonna a tubino. La chiusura lampo arriva appena alla metà e non si allaccia. Ci riprovo, ma è tutto inutile.
No... no... questo vuol dire che la pancia sta iniziando a gonfiarsi. Siamo solo all'inizio del secondo mese. La mia pancia dovrebbe iniziare a vedersi al terzo mese. E adesso che faccio? Quando non mi entrerà più nessun vestito?
« Amore, sei pronta? » Philipp entra in camera e prende la valigia.
Mi infilo subito la giacchetta, non facendo notargli del mio mezzo di fortuna per allacciare la gonna.
Ok, Miriam. Andrà tutto bene. Domani è il tuo compleanno e compirai diciott'anni. È un età importante. Quindi goditi questi tre giorni di relax, per non so dove insieme a Philipp, e il nostro piccolino. Mi dico tra me e me.
Quella sera non ho avuto il coraggio di dirglielo. Ma in questo momento ho bisogno di Philipp. Glielo dirò domani sera. Sarà così felice. E se, invece, tutte quelle ipotesi che mi disse, di avere un figlio, erano fondate? Se invece era solo un modo di dire? In quel caso, come farò?
« Miriam? Amore, che cos'hai? » la voce di Philipp mi distrae dai miei pensieri. « Andiamo o faremo tardi. »
« Sì, eccomi. Sono pronta. » prendo la borsa e esco dalla porta.
Scendo per le scale e varco la soglia di casa. A salutarci ci sono: Friedrich, Mark, Hans, Gustav e Leonard.
Hans tiene Nia al guinzaglio. Ci guarda con il muso triste. Crede che l'abbandoniamo. Mi abbasso per accarezzarle le orecchie.
« Tranquilla, Nia. Torneremo presto. » poi mi rivolgo ai ragazzi. « Sicuri che non vi è di alcun disturbo? »
« Sono sicurissimi. » esordisce, Philipp, intento a caricare i bagagli.
« Miriam, tranquilla. C'è la sapremo cavare. Voi, pensate a divertirvi. » mi dice, Mark, sorridendomi.
« Ha ragione. Saranno cazzi loro, se torniamo e troviamo la casa in fiamme. » scherza, Philipp.
« Beh allora, grazie di tutto. Mi raccomando, non date troppo da mangiare an Nia e siate gentili con Leonard. » do loro, le raccomandazioni, prima di salire in macchina.
Philipp accende l'auto e salutiamo gli altri. Poco a poco li vedo sparire dalla vista. Passiamo i soliti controlli prima di uscire definitivamente dall'area che circonda il campo.
Guardo mio marito. Philipp guarda la strada. Sono curiosa di sapere. Quando è così silenzioso, ha qualcosa in mente.
« Non mi vuoi ancora dire, dove siamo diretti? »
« No. È una sorpresa. » mi sorride, senza distogliere lo sguardo dalla strada.
Sospiro. Mi metto comoda sul sedile. Non mi ha voluto dire, neanche il tempo che ci impiegheremo ad arrivare.
Guardo fuori dal finestrino. Gli alberi e i campi coltivati ci scorrono davanti agli occhi. È un bel posto in cui stare. Se non fosse che a pochi chilometri c'è l'inferno in terra. Sento i miei occhi cedere. Ci siamo alzati presto, per la partenza. Ma soprattutto, in questo periodo avverto molta stanchezza. Mi giro sul fianco, cercando una posizione confortevole. Finché, alla fine, i miei occhi non cedono.
***
Non so per quante ore abbiamo viaggiato. Quando apro gli occhi è tardo pomeriggio. Sbadiglio e mi volto verso Philipp. Ha gli occhi stanchi. Deve aver guidato molto. Il paesaggio è cambiato. Ci sono vasti prati verdi, colline e alberi. Molti alberi.
« Ben svegliata. Dormito bene? » mi chiede, sghignazzando.
Mi tiro su stirando le gambe e le braccia. « Sì, un pochino. Quanto manca? »
« Non manca molto. Ci siamo quasi. »
Sembra di aver dormito una eternità. Questa attesa mi fa crescere di più la mia curiosità. Philipp rallenta arriviamo davanti a un incrocio, e mette la freccia a sinistra. Entriamo in un viale, che penso sia una proprietà privata. Percorriamo tutta la strada , finché non spunta ai nostri occhi una casa. Un cottage, a dir la verità.
« Eccoci, arrivati. » esordisce, parcheggiando, davanti alla staccionata.
Apro la portiera dell'auto e il primo suono che mi giunge alle orecchie è il rumore delle onde, insieme allo stridio dei gabbiani.
« Philipp, non dirmi che è... » non riesco a finire la frase, per via dell'emozione. Non può averlo fatto davvero.
« Se pensi che sia quello, allora è quello. » mi risponde, mentre prende i bagagli.
Gli do una mano. Io prendo la mia valigia. Philipp apre il cancello della staccionata. C'è un piccolo giardino. Ci sono fiori di diversi colori e c'è una fontana al centro. Il cottage ha una veranda con un divano dei tavolini, e una sedia a dondolo. Saliamo le scale di legno. Philipp tira fuori le chiavi e apre la porta.
È buio. Prima di entrare, Philipp aziona la luce dalla centralina. Accendo la luce. Il pavimento è fatto con un parquet chiaro. La mobilia non è poi così vecchia. In salotto ci sono due divani, una poltrona e un cammino, accompagnato da una stufa. La cucina è piccola ma ha tutto quello che occorre. La particolarità che mi è caduto all'occhio è che la casa è piena di piante. Sembra di essere in una giungla. Mi piace.
In salotto c'è una finestra con la tenda. La scostò leggermente e quello che mi appare davanti mi lascia senza fiato.
La spiaggia e il mare. Guardo ammirata quell'incanto. La sabbia sembra farina. Rimango ferma a guardare, sento una lacrima scendere dalla guancia. Non ricordo quale fosse l'ultima volta che vidi il mare. Ma è passato tanto tempo. Philipp mi abbraccia da dietro.
« Sorpresa. » mi sussurra.
« Philipp è bellissimo. Ma come hai fatto? Cioè la casa, ti sarà costata un occhio della testa! » ha fatto tutto questo per me. Mi sento mortificata. « Tu fai tutto questo per me e io non ho nulla da offrirti... »
« Miriam, non osare! Non mi importa se non hai nulla da regalarmi. Fanculo! Tu sei la persona che amo e desidero. Sei mia moglie! Preferisco te che mille regali. Questa casa l'ho presa per noi due. È la nostra luna di miele, non che il tuo regalo di compleanno. Qui non ci disturberà nessuno. Possiamo essere noi stessi. E poi, qui vicino c'è una cittadina. È tranquilla. Potremo andare a fare le passeggiate. Come una normale coppia sposata. In questo posto, non si parla di guerra. Non si parla di campi. Non si parla di Auschwitz. Non si parla di morte o di sofferenza. Ci siamo solo noi due. Per tre giorni pensiamo solo a noi. » Philipp mi solleva delicatamente il mento e mi bacia con passione.
« Philipp, ti amo tanto. Grazie per essere qui con me. Grazie per esserci sempre. Sei il marito che tutte desiderano. » lo abbraccio. Quando sono con lui mi sento al sicuro.
« Sì, lo so. E chi non mi vorrebbe? » scherza. Alzo gli occhi al cielo. Il solito. Mi bacia prendendomi in braccio.
« Dovrebbero darti un premio, su come rovinare i momenti. Andiamo a disfare i bagagli. » gli dico, dandogli un ultimo bacio.
La camera da letto è sensazionale. Molto piccola rispetto a quella che avevamo a casa. Ma a catturare la mia attenzione è la finestra. Che particolarità ha? Abbiamo la camera da letto con vista direttamente sul mare. L'apro e si può andare direttamente in spiaggia. Immagino, io e Philipp abbracciati sul letto a goderci il tramonto sul mare. Sospiro. Sogno ad occhi aperti. Quando finiamo di sistemare. Ci facciamo un bagno caldo. Essendo le sette di sera, prepariamo la cena. Philipp è molto stanco, dopo aver guidato per molte ore. Così decidiamo di riposare.
Anche perché domani abbiamo un sacco di cose da fare. Domani mattina andiamo a fare un giro in città. Così ne approfitteremo per fare la spesa. Ci eravamo portati poche cose da casa. Philipp mi ha detto che dopo pranzo andremo al mare. A prendere un po' di sole.
Per cena, abbiamo preparato dell'insalata con del tonno in scatola. Cerchiamo di mantenerci leggeri. Anche se ho una fame da mangiarmi un bue intero. Dopo il caffè, Philipp va a letto. Io rimango un po' in salotto a leggere. Sospiro. Ancora non riesco a crederci. Mi accarezzo la pancia, dolcemente.
« Tuo padre si è decisamente superato. Domani sera, gli parlerò di te. Ma, in fin dei conti, anche io ho un regalo per lui. Sei un frugolino fortunato. Sai, sono troppo giovane per capirci qualcosa, ma ti amo già tanto. La mamma è qui e ti darò tutto l'amore possibile. Sei la cosa più bella che mi sia capitata in questo momento. » sento le lacrime rigarmi le guance. « Avrai sentito dirmi, quando ero con la nonna, di pregarti di non nascere. Non è vero. Ho cambiato idea. Morirei per te, piccolo mio. Darei la mia vita per proteggerti. Ci sono persone lì fuori che ci odiano. Odiano me. Questo non è giusto, tu non c'entri nulla. La tua unica colpa è che stai per nascere da una mamma ebrea. Ho solo paura che ti succeda qualcosa. ma non vedo l'ora di stringerti fra le mie braccia. » mi asciugo le lacrime. Chiudo il libro e lo appoggio sul tavolino. « Beh, andiamo a dormire. Domani ci aspetta una lunga giornata.» infilo le pantofole e vado in camera.
Philipp sta dormendo. Mi lavo i denti e infilo la camicia da notte. Mi stringe leggermente sui fianchi. Tra non molto dovrò cambiare tutti i vestiti. Prima di andare a dormire, scosto le tende. Il mare è calmo. C'è pace. Voglio svegliarmi con la vista del mare, domani mattina. Lo sguardo di Philipp è sereno. Sorrido. Era molto stanco. Non lo ringrazierò mai abbastanza per quello che fa per me. Lo bacio sulla guancia, stando attenta a non svegliarlo. Mi addormento euforica, con il pensiero che domani sarà una bella giornata. Domani Philipp saprà la bella notizia, o almeno, spero che lo sia.
Note d'autrice:
Eccomi tornata con il nuovo capitolo.
Spero che vi piaccia. Ringrazio chi legge, vota e commenta.
Un megabacione
Noemi ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro