Capitolo 68
Canzoni per il capitolo:
• Running Up The Hill- Kate Bush
• Paradise - Phill Collins
*Miriam's pov*
Non avrei mai creduto che la mia vita, sarebbe stata così movimentata. Fatti di alti e bassi. Di cose belle e brutte. Ho perso tutto, però mi è stato donato l'amore. E questo non può assolutamente battere le cose materiali che avevo perduto.
Sono sbocciata. Non solo nell'aspetto.
Auschwitz non aveva cambiato solo Simon, papà e gli altri. Ma anche me. Sono molto più matura per una della mia età. Ma non l'augurerei a nessuno. Mi sento come se stessi sotto un treno.
Ma devo avere sempre la forza di continuare e sperare.
« È venuto bene. » la voce di Philipp, arriva da dietro le mie spalle, riferendosi al giardino.
Riempio di terriccio le ultime zone, rimaste senza terra. Avevo tolto gli ultimi fiori dai loro vasi. I fiori sono sbocciati. Sono molto soddisfatta.
« Ho anche raccolto dei frutti e delle verdure dall'orto. » lavorare la terra da molte soddisfazioni. Prima all'orto e al frutteto ci pensava Leonard, ma ora gli do una mano. Ed è molto bello. Lavorare nel giusto. Non fino allo sfinimento e senza mangiare.
« Vorrei essere qui con te per darti una mano, invece sono sempre nel mio ufficio a lavorare. » Philipp ancora non è rientrato al campo. Se vuole scatenare la
Furia di suo padre ci sta riuscendo alla perfezione. Ma è un tipo molto orgoglioso e non vuole dargliela vinta.
Mi alzo prendendo la cesta con i frutti e la verdura. « Ora sei qui, giusto? Aiutami a portarli dentro. »
« Sei così sexy quando mi dai gli ordini. » mormora, un filo eccitato.
Nel prendermi la cesta mi ruba un bacio sulla labbra. Poi mi sorride:
« Perfetto. Facciamo così. Tu continui ad occuparti del giardino e intanto io vado a preparare il pranzo. » dice, avviandosi verso casa.
« A cosa devo l'onore di questa bontà d'animo, Herr Hauptsturmführer ? » esclamo, sorpresa, ma anche sospettosa.
« Donna di poca fede.Ti stupirò sappilo. E poi dato che fra qualche giorno saremo marito e moglie dovremo dividerci i compiti e aiutarci l'uno con l'altro. » ribatte, mentre entra in casa.
Devo dirlo, Philipp è cambiato. In meglio, non posso lamentarmi. Ha superato le mie rosee aspettative.
« Leonard, che ne diresti se pranzassimo fuori, in giardino? O ci mettiamo sotto la veranda? È una bella giornata. » gli dico, mentre sto pulendo un vaso.
« Va bene. » finisce di potare le piante. « Dovrei controllare come se la sta cavando in cucina? O vedremo la casa bruciare? » fa del sarcasmo, riferendosi a Philipp.
Mi faccio scappare una risata. « No. Non ce ne sarà bisogno. Uno dei pregi di Philipp è che sa essere un bravo cuoco. » non lo dico per elogiarlo. È veramente bravo.
Finisco di spruzzare il fertilizzante e vado a dare una mano a Leonard.
***
Durante il pranzo abbiamo invitato Leonard a pranzare con noi, o meglio ho invitato. Se lo è meritato. Philipp ha storto il naso, ma non ha obbiettato. Le pietanze cucinate da Philipp erano squisite. È veramente bravo a cucinare.
« Mi sembra incredibile! Hai mai pensato
Di diventare un cuoco di un ristorante stellato, anziché un assassino pluriomicida? » dico, con entusiasmo, mentre con il cucchiaino prendo un po' di Macedonia con il gelato dentro la coppetta.
« Io so solamente, che non ricordo l'ultima volta che ho mangiato così tanto. Di sicuro, è stato prima di venire in questo posto. » esordisce, Leonard, sdraiato totalmente sulla sedia.
« Non ti ci abituare tu. » gli risponde, secco, Philipp. Poi si rivolge a me. « Era una delle mie tante aspirazioni. Come nel diventare un fotografo o uno scrittore.
Ma quando hai un padre così, che vuoi farci? Hai il destino segnato. »
Lo guardo, corrugando la fronte. Philipp nota la mia espressione e sghignazza.
« Va bene, diciamo che è stata una mia scelta e volevo che mio padre fosse fiero di me. Volevo essere come lui. E mi piaceva. Pensavo di essere dalla parte giusta. Che gli ebrei, gli zingari e i comunisti fossero il nemico. Ma mi sbagliavo. Ogni cazzo di notte, rivedo le persone che ho ucciso. Io guardo dritto negli occhi, quando uccido qualcuno. E ci sto male. Un tempo, mi procurava piacere e non mi importava. Ora ci sto solo che male. »
« E non potevi accorgertene prima? » Leonard, risponde a Philipp. Rimango sbalordita per avergli sentito del Tu a Philipp. Una volta nessuno di noi, si sarebbe azzardato. Ma è giusto che anche lui dica la sua. Philipp non ci fa molto caso, o si. Ma lascia correre.
« Mi dispiace. Per tutto. Io se posso fare qualcosa per rimediare... »
Leonard si alza di scatto furibondo. Sussulto. Spero solo che non finisca male.
« Non c'è perdono per quello che tu e gli altri luridi bastardi avete fatto! Avete e uccidete ancora uomini, donne e bambini. Ogni giorno. Per il gusto e il piacere di farlo! Siete degli assassini. A guerra finita, la pagherete tutti. Vi metteranno un cappio al collo. » ghigna, soddisfatto.
« Leonard! » lo riprendo. Non mi piace quello che ha detto. Non oso pensare all'idea di perdere Philipp.
« No, Miriam. Ha ragione. Dovrò pagare per quello che ho fatto. Anche se sogno di vivere il resto della mia vita con te. »
« E così sarà. Philipp non voglio perderti. Se gli alleati dovessero vincere. Non permettere che ti catturino. Giuramelo. » a pensarci, mi sento male. Mi trema la mano e Philipp la stringe.
« Lo giuro. »
Lo bacio sulle labbra. Leonard scuote la testa, indignato. Sono così orgogliosa di Philipp. Anche il peggior uomo sulla terra può redimersi e cambiare, se lo vuole.
« E allora se ti senti così in colpa, perché non fai in modo che le cose cambino? Aiutando gli internati a scappare. » Leonard, non demorde. Se ha deciso di morire, sta scegliendo la strada giusta. Sta stuzzicando, Philipp. Ed è un azzardo. Philipp senza smettere di guardarmi, gli risponde ad alta voce:
« Non posso farlo! Non rischierò la mia vita o quella di Miriam, per una cosa così stupida. Non c'è modo di scappare da qui! E se continuo ad obbedire eseguendo gli ordini, lo faccio solo per Miriam. Se mi scoprissero, la perderei per sempre! Idiota! » esclama.
Devo ammettere che questa volta, Philipp ha ragione. Sta rischiando la sua vita per tenermi al sicuro. Dal momento in cui si è innamorato di me, sapeva a cosa andava incontro. E mandare all'aria tutto, è da folli. Mi dispiace per le persone nel campo. Anche se so, che se la stanno cavando anche senza l'aiuto di qualcuno. So che la rivolta è alle porte. Lo sa anche Leonard. Tutti lo sanno. Gli unici a non saperlo sono Philipp e gli altri ufficiali, ovviamente.
Ogni volta sono davanti a un bivio: dirglielo o non dirglielo. Se glielo dicessi, il piano andrà a rotoli. So che Philipp è cambiato, ma come posso sapere, con certezza che potrebbe fare di tutto per fermare la fuga.
Sono ormai mesi che sono a casa di Philipp. Le notizie che sento dal mondo esterno, sono tramite la radio. Philipp mi da il consenso di sentire radio Londra, anche se lo fa a malincuore. A patto che la sentissi a volume basso. Invece, a quello che stava succedendo a pochi passi da qui, ci pensava Leonard.
Ogni volta mi riporta le notizie dal campo. Ormai la fuga è imminente. Sono mesi, che Simon e gli altri, la stanno pianificando. Lo scopo era distrarre le guardie affinché qualcuno tolga la corrente dalle recensioni. Ho paura. Non so cosa accadrà. Ma sarà un massacro. Ma sono contenta, che in loro, c'è ancora un briciolo di speranza.
Quando accadrà, io sarò qui. Avrei voluto partecipare. Mi mancano i miei genitori, mia sorella, zia Mimì, Lucie e Rachel. Quante volte, ho provato a dire a Philipp, che volevo tornare nel campo. Loro hanno bisogno di me. Non so cosa fare. Per non pensarci, voglio solo concentrarmi sul mio matrimonio. Ho sempre pensato, fin da quando ero piccola, di non aver bisogno di uomo, per sapermela cavare. Ogni bambina sogna il principe azzurro, con cui si sposerà un giorno, ma io aveva ben altro per la testa. Volevo vivere delle avventure, come quelle che leggevo sui libri. Essere indipendente, continuare gli studi, viaggiare, sapere di potermela cavare da sola. Ma tutto sommato, non mi dispiace la via che ha intrapreso la mia vita.
Amo Philipp. E sceglierei lui, che qualsiasi altra avventura. La cosa bella è che potremo vivere delle avventure insieme. Vedere il mondo insieme. È decisamente molto meglio, che nei miei piani precedenti.
Io e Leonard siamo in procinto per sparecchiare. Si è alzato il vento, quando, dal cielo, cadono dei piccoli granelli di cenere. Questo mi riporta alla realtà. Ho il respiro affannato. Io e Leonard sappiamo benissimo che cosa sono. Philipp spegne la sigaretta nel posacenere. Ha visto la mia reazione, e si sta preoccupando.
Quando torniamo dentro, mi porge un bicchiere d'acqua. Ho le mani che tremano. È sempre uno shock per me.
« Va meglio? » mi chiede, preoccupato, spostandomi un ciuffo di capelli dagli occhi.
Senza rispondere, scuoto la testa. Mi asciugo le lacrime. Guardo fisso il pavimento, e con voce tremante, per quando posso, cerco di parlare:
« I cammini. Da quando mi trovo qui, non hanno mai smesso di fumare. Mai. Neanche per un minuto. Sempre. In continuazione. Notte e giorno. Da ben due anni che mi trovo in questo posto. Ma come posso... come possono le ceneri, arrivare fino qui? » alzo lo sguardo verso di Philipp in cerca di risposte.
« Ecco, è da un po' di mesi che arrivano convogli dall'Ungheria. Non eravamo preparati. Birkenau è in sovraffollamento. I forni non riescono a smaltire i corpi velocemente e così, ci sono delle fosse qui vicino. E... » lo interrompo.
« Ho capito. » mi sento male.
« Mi dispiace. Non ti ho detto nulla, perché non voglio che tu debba pensare a ciò che succede qui fuori. »
« Philipp è un mio diritto sapere cosa accade qui fuori! È la mia gente. E io sono qui. Ogni volta, mi sento in colpa. Vorrei stare con mia madre e mi sorella... »
« Perché?! » tuona, furioso. « Stanno bene. Lo hai visto tu stessa! »
« Per quanto ancora?! » non è da me alzare la voce. Non avevano mai litigato in questa maniera. Ma sono stanca. « Li hai visti, Philipp. Si reggono a malapena in piedi. Ringrazio Dio, di averli tenuti in vita per ben due anni. Ringrazio te, per aver reso loro la vita facile. Ma non basta. Philipp, non basta! Ho paura di tornare e non di non trovarli più. E so che accadrà. Cerco di pensare al contrario. Ma non ci riesco. Non ci riesco.... » scoppio a piangere.
Philipp mi abbraccia. Affondo il viso sulla giubba della sua uniforme. Ogni giorno faccio finta di nulla. Pensando che vada tutto bene. Ma non è così. Non sarà mai del tutto bello, finché questa guerra non avrà fine.
Note d'autrice:
Ho fatto più in fretta che ho potuto 🥰 spero che vi piaccia ❤️
Ringrazio chi vota, legge e commenta ❤️
Al prossimo capitolo
Un megabacione noemi.
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