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Capitolo 62

Canzoni per il capitolo:

• Headstrong - Trapt

• Speed of Sound - Coldplay

*Philipp's pov*

Sto guardando un punto fisso sul muro. In sottofondo, sento le urla del bastardo polacco che abbiamo portato al campo. Alzo il braccio per fare un cenno al carnefice di smetterla.

Mi volto e lo vedo premere il piede sulla tavola di legno, dove il ragazzo è legato. Il suo corpo esce dalla vasca. Tossisce e quando finisce, inizio a parlare con voce autoritaria:

« Allora chi sono gli altri con cui hai collaborato? »

« Vaffanculo! » sbraita.

Però le parole non gli mancano. Faccio un mezzo sorriso. Guardo il carnefice e gli faccio segno di riportarlo dentro l'acqua.

« Continua così per in altra mezz'ora. Prima o poi parlerà. » gli ordino. « Poi passa alle frustate. » ghigno, sadicamente.

Avrei voluto farlo io, con molto piacere. Ma prima di andare a casa volevo passare in infermeria da Friedrich. Non è molto lontana, e posso arrivarci nel giro di dieci minuti.

Arrivato in infermeria, salgo le scale. Ci sono diverse porte. Ne apro una, Friedrich è sul letto a mangiare il pasto che le ha portato l'infermiera.

« Vedo che ti sei ripreso. » mi siedo su una sedia, vicino al letto. « Poco a poco, ma stai migliorando.»

« Almeno il cibo è buono. » fa del sarcasmo. « Ho visto l'infermiera lanciarti uno sguardo. Chi era? Una delle tue tante avventure? »

« Probabile. Anche se fosse, non me la ricorderei. » rido. Ricordo i tempi in cui andavo a letto con qualsiasi donna. Non erano nulla per me, se non per farmi sentire potente e soddisfare il mio bisogno. « Certo se un tempo mi avesse lanciato uno sguardo del genere a quest'ora sarei in bagno a scoparmela. »

« A proposito, come va con Miriam? »

Torno serio. La situazione è diventata complicata da quando andai in città a prendere quello lì.

« Mi parla a stento. Ce l'ha ancora con me per quello che ho fatto. Secondo lei non dovevo far nulla. Sai cosa mi ha fatto quando sono tornato a casa quella sera? Mi ha sbattuto a dormire sul divano. Ci credi? . » sono ancora sconcertato.

« Philipp Hoffman che viene mandato a dormire sul divano. Questa è una barzelletta! G» Ride, Friedrich. « L'hai fatta proprio grossa questa volta. Ma ha ragione. »

« Tu le dai ragione?! Friedrich! Potevi restare ucciso. Non posso passarci sopra. Ad ogni modo per Miriam la soluzione migliore era: aspettare. Che la giustizia prima o poi arriva per tutti. Puttanate! Bisogna agire e subito! Non ho avuto mai pietà per nessuno. » mi alzo di scatto.

Miriam aveva tirato fuori un lato di me che non sapevo di avere. Nei suoi confronti, provo, per la prima volta, un sentimento con l'amore. Ma con gli altri non sono tanto amorevole.

« Philipp lei non vuole che tu, ti comporta in questo modo. Miriam è l'unica che ha visto che c'è del buono in te. Ed è l'unica persona che ha saputo prenderti. In tutti i sensi. »

« Perché dovrei cambiare? » gli chiedo, voltandomi verso di lui.

« Non devi cambiare per lei. Ma per te stesso. E dubito che tu le abbia chiesto la mano. Sennò non saresti andato a dormire sul divano. Quando pensi di farlo? Hai intenzione di tenere la scatola con dentro l'anello, nella tua tasca per il resto della vita? »

Mentre pronuncia quelle parole, stringo forte la scatolina che tengo nella tasca. Al solo pensiero, ho un nodo alla gola.

« Ecco... non saprei cosa fare. Io non mi sono mai ritrovato in una situazione del gente. Come mi comporto? Che cosa le dico? » inizio a dire, con nervosismo. Inizio a sudare e il cuore inizia a battermi forte.

« Beh: "Miriam, mi vuoi sposare?" È già un bel passo avanti. »

« Così di punto in bianco? Sei pazzo? Non ci penso minimamente. Ecco non sono molto bravo con le parole. Ho paura che... » non oso pronunciare quella parola. Lo fa Friedrich; per me.

« Che dica di no? Devi valutare tutte le opzioni. Miriam sta attraversando un periodo difficile. Le è stata strappata via la sua vita. E ovviamente, quando tornerà libera, vorrà fare qualsiasi cosa. Sarà come un uccellino che uscirà dalla gabbia. Philipp, qualunque cosa lei scelga di fare, sii felice per lei. »

Queste parole sono come un pugno sullo stomaco. Ha ragione potrebbe dire di no e io non potrei sopportarlo. Io voglio solo che Miriam sia felice. E se la sua decisione fosse questa, devo rispettarla. Anche se questo mi devasterà non poco.

« Cazzo, Friedrich... perché deve essere così tutto difficile? » gli dico, stringendo i pugni. È l'unico modo che ho, al momento di sfogarmi.

« Se la vita fosse semplice, sarebbe noiosa, non ti pare? »

Mi giro verso di lui, e gli sorrido e scuoto la testa. « Ad ogni modo, è per questo che ancora non glie l'ho detto. Ho... ho paura. »

« Tu che hai paura? Questa è buona. Philipp, Ho fatto solo un ipotesi. Può darsi che ti dica anche di sì.» sospira. « Vuoi uomini siete tutti uguali. » afferma.

« Vorrei ricordarti, che lo sei anche tu. » gli rispiando, facendo trapelare che la questione mi pare più che ovvia.

« Non più. Non lo sono mai stata. Anzi, ti pregherei di chiamarmi Emilie. » mi riprende.

« Sì come no, se vuoi anche davanti a mio padre e agli altri. » lo schermo.

« Fallo almeno tu. Philipp, è molto importante per me. Voglio essere me stessa. Almeno con le persone che mi sono vicine. » torna a mangiare il riso. Anche se, credi che si sia raffreddato.

« I tuoi lo sanno? »

« Non ho avuto il coraggio di dirglielo. Forse più in là chi lo sa. Ho paura che non capirebbero. »

« Quando sarai... » lo guardo e aspetta che dica quella parola. È difficile anche per me. « Quando sarai pronta. Vedrai che capiranno. »

« Grazie, Philipp. Voglio solo che tu capisca che sono sempre la stessa identica persona. Siamo sempre migliori amici. Anche se ora hai guadagnato una nuova amica. » mi sorride, facendo una smorfia di dolore.

Ha ancora le bende intorno al viso. Devo ancora abituarmi a questa cosa. A questo cambiamento.

« Potrei scriverle una lettera. » mormorò, guardando, ancora, fuori dalla finestra. La neve si è quasi dissolta del tutto. « Oppure potrei riportarla nella radura. »

« Quale radura? » mi chiede, curioso.

« Ecco, Ho portato Miriam fuori dal campo, diverse volte. Le prime volte. »

« E come hai fatto? »

« Questo non posso dirtelo. Ma posso dirti, che Miriam, ecco, si insomma, mi sembra di averla già conosciuta in passato. »

Nella stanza cala un silenzio. Non lo avevo mai detto a nessuno. Neanche a Miriam.

« Philipp, spiegati meglio. »

Prendo un bel respiro. « Tu non c'eri quella volta. Quando lei arrivò ad Auschwitz. Quando la guardai, Mi è rimasto il suo sorriso impresso nella mente. Al tempo la odiavo, ma c'è qualcosa in lei che mi è così familiare. »

« Intendi dire, che l'avevi già conosciuta?» Friedrich è stupito da questa confessione. « Ma com'è possibile? »

« Il mio odio per lei, mi rendeva cieco. Ma poco a poco ho iniziato a realizzare. Me ne sono reso conto dopo averle detto ciò che provo. » dalla mia tasca prendo una spilla, e la lancio sul letto. Friedrich la prende e la osserva.

« È una spilla. »

« Era in camera mia, a casa del comandante e pochi giorni fa, l'ho trovata nel cassetto di Miriam. »

« E quindi? »

Respiro ancóra profondamente, tenendo gli occhi chiusi. Orami non posso più tornare indietro. « Quella spilla, ce l'ho da molti anni. Non ricordavo dove l'avessi presa, o dove l'avessi trovata. Ma quella spilla, appartiene a Miriam. »

« Vedo. Sulla spilla ci sono incisi due nomi e una scritta in ebraico. E & J. Il resto non so cosa significhi. » Friedrich, la stringe fra le sue mani e poi mi chiede:
« Dove l'hai presa? »

Faccio un mezzo sorriso. Quel momento, ora lo ricordo come se fosse ieri. Quando la incontrai per la prima volta, lei non era alta più di un metro.

« È stato prima ancora che io andassi alla Napola. Avevo dieci anni all'epoca. Era l'estate del 1932. Mio padre voleva portare me, Emma e mia madre in vacanza, in Francia. Come del resto lo faceva tutti gli anni, ed è per questo che ho imparato bene il francese. Ricordo che quell'estate ero solo. I miei amici erano a Berlino. A parte Emma, che aveva due anni. Vicino casa nostra, c'era un abitazione. Ricordo questa bambina dalla carnagione mulatta e i capelli mossi e ricci. Era energica, solare, e aveva un caratterino niente male. » Ora mi ritrovo a parlarne. Rido tra me e me. Ho la stessa identica reazione di quando lo ricordaii mesi fa.

« Non è possibile. Non ci credo. »

« Era Miriam, quella bambina. Aveva sei anni. Chiamalo destino, chiamala coincidenza, ma era lei, Friedrich! Quella spilla apparteneva ai suoi genitori. Prima che finisse l'estate, abbiamo avuto modo di interagire. Lei aveva quella spilla attaccata ai suoi vestiti. Sembra assurdo ma è così. »

« Cazzo. Philipp, se hai trovato il modo di fare la proposta a Miriam ci sei riuscito benissimo. La storia della spilla, del destino. Wow, ci ho creduto anche io! » mi schermisce.

Do un pugno sul muro, non tanto forte ma abbastanza per farmi male. Sono contrariato dal suo presunto scetticismo.

« Tu non mi credi? Bene. Peggio per te! Non mi interessa. »

Friedrich rimane impressionato dalla mia reazione e cerca di rimediare scusandosi:

« Scusami. È che, mi è difficile da credere. Se fosse esattamente come dici tu, allora glie lo dovresti dire. Subito. » mi dice, con una nota seria.

Sentendo le sue parole mi manca un battito e percepisco una leggero brivido lungo la schiena che mi fa venire un fremito.

« COSA?! »

« Certo! Cosa ci fai ancora qui? Vai subito da lei! » esclama. Se avesse potuto alzarsi, mi ci avrebbe trascinato a forza.

« Sei impazzito? Come posso farlo? Non mi hai creduto tu, figurati se può crederci lei! »

«Ma io non sono Miriam. Vedrai che capirà. »

« O mi riderà in faccia. » gli rispondo, abbassando lo sguardo.

Come posso fare? Non sono un tipo da fare certe cose. Dichiararmi a lei? Lo voglio. Ma è la prima volta che mi manca il coraggio di fare qualcosa. Stringo i pugni. Odio trovarmi in questa situazione.

« Se mai ci provi, mai lo saprai. Philipp, vai da lei. »

Ha ragione. Andrò da lei e so esattamente come dirglielo nel modo giusto.

NOTE D'AUTRICE:

We sono tornata ho scritto l'ultimo pezzo, mentre sono a lavoro. mi odiate si, lo so. spero che sia valsa la pena di aspettare.

Ringrazio, chi vota, chi commenta e chi legge.

Il prossimo pov sarà su Miriam anche se mi piace scrivere i Pov di Philipp.

Alla prossima,

Un megabacione

Noemi




















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