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Capitolo 59

Canzoni per il capitolo:

• Ride - Lana del Ray

• Can we kiss Forever?

*Miriam's pov*

« Devi seguire la ricetta. » dico a Friedrich, mentre impasto.

« Io non ci capisco nulla! » tiene il libro davanti al viso. Siamo sporchi di farina, dalla testa ai piedi e la cucina sembra un campo di battaglia. Imparare a Friedrich come si facciano dei semplici biscotti è un compito abbastanza arduo. Alcuni li abbia già infornati. « Va bene. E ora, vediamo se ho capito bene: dopo che hai impastato lasci riposare la pasta e poi? La stendi con il matterello? »

« Giusto! » gli dico, immergendo il dito nella cioccolata e sporcandogli il naso.

« Ok, questo è stato un colpo basso! » prende un po' di farina e me la lancia contro. Ridiamo finché non sento il campanello o del forno. I biscotti sono pronti. Prendo i guanti da cucina e estraggo la tiella. Friedrich viene ad annusare.

« Hanno un profumo invitante. »

Aveva ragione. Ti viene di mangiarli con gli occhi. All'improvviso, sentiamo  il rumore di una macchina. Sorrido e guardo Friedrich.

« È qui! » esclamo, emozionata. Metto la tiella sopra il tavolo e mi specchio attraverso la finestra. Sono un disastro! Friedrich mi mette la mano sulla spalla.

« Tranquilla. Vado ad aprirgli io. » mi dice, e va verso il portone.
Penso a cosa dirgli. Sono tre giorni che è lontano da casa. Dev'essere stato un viaggio abbastanza faticoso e stancante.

« Cosa è successo alla cucina? » la sua voce mi arriva da dietro le spalle. I miei pensieri e le mie paure scivolano via, quando mi giro per andarlo ad abbracciare.

« Mi sei mancato! » sento le sue braccia avvolgermi possentemente.

« Ehi sono stato via tre giorni. Sei tutta sporca di farina. » mi fa notare.

Il rossore mi invade le guance. « Sì. Ecco. » prendo il vassoio. « Abbiamo fatto i biscotti. »

Philipp ne prende uno e lo morde. Ho il cuore in gola e attendo il suo verdetto mentre mastica in silenzio. « ist sehr gut. Davvero. È molto buono. » prende l'altra metà e continua a mangiarla.

Ho il cuore che mi scoppia di felicità. Gli do un bacio sulle labbra. Il sapore del cioccolato mi invade la bocca. Le mie dita attraversano i sui suoi capelli. Philipp mi alza di due centimetri dal pavimento. Interrompo il bacio per riprendere fiato.
Il mio viso è vicinissimo al suo.

« Amore mio... » mi sussurra, fra le mie labbra. Riprendiamo il bacio quando dall'androne sentiamo la voce di Friedrich:

« Philipp! »

Philipp reagisce come se si fosse svegliato da un sogno:

« Oh già, è vero! Dimenticavo la tua sorpresa. »

« La mia sorpresa? » Philipp mi sorride. « Ehm Philipp, me ne avevi parlato ma cosa ti sei inventato questa volta? » metto le braccia conserte. Ci si può aspettare di tutto da lui.

« Ora lo vedrai. Friedrich vieni qui! » lo chiama. Friedrich spunta da dietro l'angolo della cucina, con in mano un guinzaglio trascinato da una palla di pelo.

« O mio dio! » mi inginocchio per accoglierlo tra le mie braccia. Friedrich molla la presa e la palla di pelo viene verso di me abbaiando e scodinzolando. « Ma come... ciao! » inizia a leccarmi la faccia, e non posso non ridere.

« Un cucciolo di pastore tedesco? Sul serio? Non ne avevi già uno a casa di tuo padre? » chiede, Friedrich.

« Cucciola. È una femmina. Un amica di mia madre aveva una cagna che ha fatto dei cuccioli e così ne ho preso uno. » gli risponde. « Poi quello che ho a casa di mio padre è addestrato per tu sai cosa. No. Questo sarà di Miriam. Oltre che farle compagnia, farà la guardia quando io non ci sarò. » poi si rivolge a me. « Sai gia che nome darle? »

« Sarà il primo cane che vedrò difendere un ebreo. » fa notare, Friedrich, divertito.

Non saprei. Non ci ho pensato, perché fin'ora non sapevo di possedere un cane! Questa emozione mi fa ricordare quando ricevetti Nana. Ho le lacrime agli occhi.

« Se fosse stato maschio, lo avrei chiamato mordicchio. In pratica, mi ha rosicchiato gli stivali. » si lamenta, Friedrich.

« Io avevo in mente... Nia. » la cucciola fa un abbaio e scodinzola. « Ti piace il nome Nia? » abbia di nuovo. « Le piace. »

« E Nia, sia. » mi dice Philipp, soddisfatto.

« Che razza di nome è Nia? » mi chiede, scettico Friedrich.

« Vuol dire letteralmente: Luminoso. Quindi Nia è la nostra raggio di sole. » Nia, mi lecca la guancia. Poi mi rivolgo a Philipp. « Non so come ringraziarti. »

« Ti è piaciuta la sorpresa? »

« Moltissimo. » mi ci voleva qualcuno, che mi tenesse compagnia durante le giornate. Anche se ha i denti aguzzi e una montagna di peli.

« Va bene. Non c'è motivo, allora, che io rimanga qui. Io torno al campo.» ci comunica, Friedrich. « Almeno con questo cucciolo, potete esercitarvi a essere dei bravi genitori. »

Io e Philipp ci guardiamo imbarazzati. Io non sapevo che cosa dire. È vero, da una parte. Dobbiamo accudire questo cucciolo come se fosse...

« Friedrich, che cazzo dici? » mormora tra i denti, Philipp.

Da lui non me lo sarei mai aspettato. Lui desiderava avere un figlio.

« Perché, no? Dopotutto, tu, Philipp già lo sei stato. Ci vediamo dopo. » e se ne va.

Io sono sbalordita dalla reazione di Philipp. Tengo ancora in braccio Nia. Non potevo più stare zitta.

« Perché hai reagito in quel modo? »

Philipp va verso il salotto. Io lascio Nia scorrazzare per il salotto e annusa i mobili e le poltrone.

« Perché è stato inopportuno. Non servono molte spiegazioni. » si versa il whisky in un bicchierino.

« Beh io non penso sia una cattiva idea. » dico, tra me e me.

Philipp per poco non si strozza con il liquore e inizia a tossire. Non se lo aspettava. Viene vicino a me e mi mette le mani sulle spalle.

« Dici sul serio? » chiede, euforico. I suoi occhi brillano. Annuisco, sorridendo.

Lui mi abbraccia. Sono felice di vederlo così. « Chissà un giorno... Fino ad allora, perché no? » gli faccio sapere le mie intenzioni. Sono ferma sulla mia idea. Non voglio diventare mamma ora. Non in questo posto. I miei figli dovranno vivere in un mondo dove non ci sia la guerra.

« È tutto chiaro. » mi mette la mano sulla guancia. Ora il suo sguardo è triste. Lo sa anche lui. « Comunque ho una fame da lupi. Mangerò qualcosa e poi dovrò tornare al campo. »

« Ma... sei appena tornato. »

« Lo so. Ma il lavoro chiama. E mio padre vuole che torni subito. Non immagini quando mi ha chiamato. Era su di giri. » sghignazza.

Lui nota il mio sguardo triste e torna da me. Mi mette l'indice sotto il mento e mi alza lo sguardo, costringendomi a guardarlo.

« Ehi tornerò presto da te. Poi quando tornerò non ti lascerò più andare. » mi bacia.

« Ti amo. »

« Ti amo anche io, amore mio. » Mi sussurra, fra le labbra.

So che tornerà da me. Come sempre. Anche perché voglio sapere tutto su Berlino e che cosa ha fatto di bello quando era lì. Ho sempre pensato di andarci, ovviamente dopo la guerra. Dovrà essere una città magnifica. È questo che farò, girerò il mondo insieme a lui e vorrei anche andare all'università per realizzare il mio sogno di diventare insegnate. Sì. Ce la farò. Ne sono sicura.

Dopo cena, Philipp si avvia in macchina, lo saluto con la mano, mentre si allontana. Chiudo il portone. Torno in sala da pranzo per sparecchiare la tavola e vedo Nia guardarmi.

« Nia, cosa c'è? »

Nia va vicino alla finestra e con la zampina inizia a grattare. « Oh, giusto. » le apro la finestra e Nia si inoltra in giardino per fare i suoi bisogni. È una serata tranquilla. La scia di stelle illumina il cielo. Chissà come staranno la mamma e il papà. Penso sempre a loro in ogni momento. E Simon? Riuscirà nel suo piano? Quell'incosciente.

Aveva detto a primavera. È quasi primavera. La neve si sta sciogliendo poco a poco. Ho i brividi. Domani scriverò una lettera a Lucie per aggiornarmi sugli avvenimenti. Anche se è proibito. Dirò a Philipp di recapitargliela.

Chiamo Nia, per farla tornare dentro. Nia sbuca da sotto un cespuglio e torna dentro casa. Finisco di sparecchiare e lavare la cucina.
Prima di andare a letto mi faccio un bagno caldo. Dopo una lunga  giornata, mi ci voleva un bagno rilassante.

Quando torno in camera per mettermi la veste da notte, Nia cerca di arrampicarsi sul letto.

« Eh no, signorina. Tu, dormirai qui. » le dico rimproverandola, non troppo duramente.

Vicino  al letto, c'è una cuccia. Una cesta di vimini con le coperte e un cuscino. Prendo Nia e la metto lì dentro. Lei mi guarda con certi occhioni. « No. Non guardami così. » inutile, continua. « No. ti prego.»

Alla fine ho dovuto cedere. Ha vinto lei. Mi metto sotto le coperte e Nia vicino a me. Sbadiglia e si mette appollaiata vicino alle mie gambe. L'accarezzo. Che birbante. Di una cosa posso star certa. Con lei non mi sentirò più sola, e anche più tranquilla.

Note d'autrice:

Eccomi quasi dopo un mese. Sorry 🥺
Ma ho avuto un periodaccio. E mi sono liberata di persone tossiche che mi impedivano anche di scrivere. Ora mi sento molto meglio. Questo capitolo l'ho scritto tutto d'un fiato.
Spero che vi piaccia ❤️
Ringrazio chi ha letto, commentato, e votato
Un mega bacione
Noemi

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