Capitolo 58
Canzoni del capitolo:
• Run - One republic
• Bad Habits - Ed Sheeran
*Philipp's pov*
Sono dentro a un piccolo studio. La sigaretta che ho tra le dita si sta consumando, a ogni mio aspiro. Sto aspettando il mio avvocato per le pratiche del divorzio. Ovviamente Gretel non sa nulla.
Finalmente... finalmente. Posso liberarmi da quell'arpia.
Ho spiegato tutto a Miriam prima di partire per Berlino. Le farò la proposta quando tornerò. Di quest'ultima non sa nulla. Le voglio fare una sorpresa. Sono molto in ansia. Starò via solo per qualche giorno. Ma averla lasciata a casa, mi preoccupa non poco. So che ci sono Friedrich, Mark, Gustav, Hans e le altre con lei. Ho dato a loro, delle direttive ben precise. Non c'è nulla di cui io non debba preoccuparmi. Anche se non devo abbassare la guardia.
Mai.
« Eccomi qui, Herr Hoffman. » il mio avvocato entra nello studio. È un uomo di mezza età, calvo e con i baffi. Non molto alto. È sempre vestito in modo formale anche quando non è nel suo studio. È il nostro avvocato da quando me lo ricordo. « A cosa devo la sua visita. È una cosa molto importante, scommetto. Per essere venuto fino a Berlino con così poco preavviso. Come sta suo padre? »
Tiro di nuovo la sigaretta. Faccio traspirare la mia tranquillità. « Mio padre sta bene. Ma non ancora per molto, quando saprà la notizia. »
« Quale? Se posso chiedere? » chiede, curioso, ma sempre nei limiti. Anche il mio avvocato ha paura di me.
« Voglio divorziare. Riesce a farmi avere le pratiche per oggi? »
« Oh.. mi dispiace. Qualcosa non va con la sua signora? »
« No. Nulla in particolare. Questioni che non la riguardano. » aspiro ancora. « Quindi voglio divorziare. »
« Certo, certo. Ma se consideraste un altro punto di vista... » lo interrompo.
« Lei ha una laurea, non è vero? »
Il mio avvocato si sente messo in soggezione. Cerca di rispondermi, ma non gli riesce.
« Benissimo. Quindi presumo che lei sappia fare bene il suo lavoro. E il suo lavoro è quello di soddisfare i suoi clienti. Ma soprattutto, di non far domande. Visto che mio padre la paga da anni, e anche profumatamente. Lei è uno dei migliori qui a Berlino. » spengo la sigaretta nel posacenere.
« I-io certamente... »
« Quindi approva ciò che dico? » sento la sua paura e ammetto che mi sto divertendo.
« Sì... »
« Bene. Quindi mi faccia avere immediatamente le pratiche... » questa volta sono serio e mi rivolgo a lui minaccioso. « O giuro che rado al suo il suo studio! » mormoro, tra i denti.
« Subito, Herr Hoffman. Vado a prendere immediatamente le pratiche. Mi dia solo qualche minuto.» ed esce.
Sono molto soddisfatto. A volte la linea dura serve. Mentre aspetto l'avvocato, mi accendo un altra sigaretta. Ora che sono a Berlino vorrei far un regalo a Miriam. Cosa potrei regalarle? Un vestito? Un gioiello? O magari delle scarpe?
Non è una ragazza materiale. Accidenti! Perché deve risultare così difficile?!
Oh già l'anello per farle la proposta. E sono molto su di giri a pensarci. L'avvocato torna con le pratiche e le porge a me.
« Ecco a lei, Herr Hauptsturmführer. Deve mettere una firma qui. » mi indica dove devo firmare. Prendo la stilo e firmo. « e una qui. » metto un ultima firma.
« Perfetto. Direi che abbiamo finito. Non ci voleva poi così tanto. » Gli dico, mettendo a posto i fogli.
« Ecco Herr Hoffman ci sarebbe un altro particolare, prima che la pratica possa definirsi conclusa. »
« E sarebbe? »
« Anche sua moglie deve firmare i documenti. » sussurra.
« Ma non mi dica. » merda! Questo significa che devo andare da Gretel e farle firmare i fogli. Perfetto.
« La ringrazio, avvocato. Farò firmare a Gretel questi fogli e glie li porterò questa sera. Domani tornerò in Polonia. » indosso di nuovo il capotto di pelle e il mio berretto dell'uniforme.
« Non c'è di che, Herr Hoffman. Faccio il mio meglio per accontentare i miei clienti. » mi risponde, con un sorriso, agitando la mano.
Esco dall'ufficio e scendo le scale principali dell'edificio. Come farò a far firmare a Gretel questi fogli? Dovrei inventare uno stratagemma. Un qualcosa per trarla in inganno. Ci penserò lungo il tragitto verso casa sua.
***
Fermo la macchina davanti all'abitazione della famiglia di Gretel. È un Villa a tre piani e intorno un grande giardino. È situata in uno dei migliori quartieri di Berlino. Scendo dalla macchina con la cartellina con dentro i documenti. Faccio un lungo respiro e apro il cancello. Salgo le scale che mi portano al portone principale e suono il campanello.
Ad aprirmi viene la domestica. Sa chi sono e mi lascia entrare. La casa è super lussuosa. Proprio come lo era la mia, qui a Berlino. O meglio, la seconda casa. Prima che mio padre si scrisse al partito, avevo un appartamento piccolo e modesto. Tempi passati. Avevo poco all'epoca e non era poi così male. I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Gretel.
« Philipp! Che sorpresa! » scende le scale velocemente e viene ad abbracciarmi. Cerca di baciarmi sulle labbra, ma evito, facendomi baciare sulla guancia. Gretel non ci fa caso. « Cosa ci fai qui? Tesoro, se avessi saputo... » la interrompo.
« Affari urgenti. Non resterò per molto. Piuttosto sono venuto qui per farti firmare alcune carte. »
« Quali? »
« Perché non andiamo in salotto? Staremo più comodi. »
Gretel mi fa strada e ci sediamo sul divano. Prima che prendo i fogli da dentro la cartellina, Gretel mi domanda curiosa:
« Di cosa si tratta? Esattamente? »
Ci siamo.
« Ricordi, che ti ho sempre promesso che saremo andati in vacanza, questa estate? Ecco, mi sono informato e molti miei colleghi mi hanno consigliato le Alpi austriache. Si posso prendere in affitto anche degli chalet. Così ne ho visti alcuni e ne ho trovato uno proprio davanti a un lago con vista le montagne. » tiro fuori le pratiche e, senza farle vedere il contenuto , le mostro solamente le parti da firmare. « Perciò sono venuto qui. Mi serve una tua firma. »
Spero che abbocchi.
« Io... non so cosa dire. Tesoro, è stupendo. » mi prende le mani. Perché deve fare così? È troppo ingenua, cazzo! Mi dispiace doverle mentire. Ma è peggio fingere di amarla. Lo sto facendo per il suo bene e per il mio « Non avrei mai pensato che mi portassi veramente in vacanza. »
« Dubiti di me? Fantastico. » faccio per mettere via i fogli. Ma Gretel li prende e li firma senza batter ciglio. Non li ha neanche letti.
Non ci posso credere. Sono... sono libero. Libero di sposarmi con la donna che amo. Libero di stare con Miriam.
Sono troppo frastornato che non mi rendo conto che Gretel mi ha appena baciato sulle labbra. Glielo concedo. Infondo è il suo ultimo bacio.
« Perfetto. Allora vado a consegnare questi documenti e domani farò ritorno in Polonia. » mi affrettò a dire.
« Non rimani qui a dormire? » mi chiede, pensierosa.
A pensarci bene non ho un posto in cui stare per la notte. Ma con che coraggio posso servirmi di lei? No. Devo trovare un altra sistemazione.
« No. meglio di no. Ho altre cose da fare. Farei sicuramente tardi e non voglio disturbare. Ti chiamerò non appena arriverò a Cracovia. » apro il portone ed esco.
È fatta. È fatta! Non ci credo. Finalmente! Dopo tutti questi mesi. Non vedo l'ora di poter riabbracciare Miriam e darle la buona notizia.
Monto in macchina e vado diretto dall'avvocato per lasciargli le pratiche. Dopodiché dovrò trovare una sistemazione. Potrei prendere una stanza di qualche albergo. Per una notte si può fare.
Potrei chiamare Miriam direttamente da lì. Ma prima le cose importanti.
Dopo aver lasciato i fogli all'avvocato, entro in un albergo. La Hall è lussuosa piena di piante, tappeti e quadri. Ci sono molte persone altolocate. Mi avvicino alla reception e un ragazzo con indosso una giacca, una camicia e il papillon mi chiede in modo cortese:
« Posso fare qualcosa per lei? »
« Sì. Vorrei una camera per una sola notte.» chiedo, senza tanti giri di parole.
« Subito. Vuole la suite? Per lei è a un prezzo scontato. » si gira per darmi le chiavi.
Prendo le chiavi e pago. La camera è al quinto piano. Prendo l'ascensore. Non vedo l'ora di farmi una doccia e di riposare. Questa giornata a Berlino è stata estenuante. Arrivato in corridoio cerco il numero della mia camera.
La porta è di un color marrone lucido e ha le maniglie d'oro. Entro e accendo la luce. Più che una stanza sembra un appartamento. C'è un salotto, due bagni e la camera da letto. Apro la finestra per andare sul balcone.
Davanti a me ci sono palazzine e la strada sottostante. Il cielo è stellato. Non fa molto freddo, almeno non come in Polonia.
Mi tolgo gli stivali e la giubba. Sono esausto. Prima di andare a farmi la doccia prendo la cornetta del telefono e compongo il numero del centralino.
Dall'altra parte sento una voce femminile:
« Buonasera, quale numero vuole chiamare? »
« 800-978-567.» le rispondo. È il numero di telefono di casa mia.
« D'accordo. Le avvio subito la chiamata. » la voce femminile sparisce e al suo posto sento il classico suono. Squilla. Continua a squillare. Per l'ansia ho la gamba che mi trema. Poi finalmente...
« Pronto? Casa Hoffman. Chi parla? » è Friedrich.
« Friedrich! Sono io, Philipp. » rispondo con entusiasmo. Cristo, era ora che rispondesse.
« Philipp! Ehilà. Come va? Come vanno le cose a Berlino? »
« Non possono che andar meglio. »
« Quindi hai già fatto tutto? Intendo tutto. »
« Ovvio. Ti racconterò non appena torno a casa. Friedrich, dov'è Miriam? »
Lo sento sospirare. « Certo prima le donne e poi gli amici. Tranquillo è qui. Ora te la passo. » sorrido e scuoto leggermente la testa. È il solito. Sento Friedrich appoggiare la cornetta e allontanarsi. Ho il cuore che batte a mille. Non vedo l'ora di sentire la sua voce.
« Pronto? » la voce di Miriam mi arriva calda come un vento in piena stagione estiva. « Philipp? »
« Miriam, ehi ciao. » Ho la voce emozionata, che non riesco a dire nient'altro.
« Tesoro, che hai? Tutto bene? »
« Sto bene, tranquilla. Sono un po' stanco. Ti sto chiamo da una camera d'albergo. » sospiro. « Vorrei che fossi qui con me. »
« Domani ci rivedremo e sarò tutta per te. Com'è Berlino? » mi chiede, con una nota di euforia. Ha sempre voluto vederla e posso solamente immaginare quanta voglia ha di viaggiare e di vedere il mondo. Questo mi fa male. Perché per colpa nostra, è stata privata di tutto.
« Molto bella. Come sempre. Piena di persone. Locali. Negozi. E a proposito, ho una sorpresa per te. »
« Oh, Philipp... ma non dovevi. »
So che non le piace che io le faccia regali. La fa sentire demoralizzata. Ma questa volta non è un oggetto.
« Credimi, quando lo vedrai, rimarrai stupita e sorpresa. »
« Va bene. Devo preoccuparmi?»
« No. Perché dovresti? Lo sai che non ti darei mai preoccupazioni. » neanche io credo alle mie parole, ma questa volta sono sincero. « Partirò domani pomeriggio. »
« Vedremo... sbrigati a tornare. Sai, qui la neve inizia a sciogliersi e potrò togliere i fiori dai vasi che abbiamo nella sera. Così il giardino sarà pieno di fiori in primavera. » dice, con ardore.
Da quando Miriam ha messo piede in casa, è molto più decorativa. Nel tempo libero ha dipinto dei fiori sul muro, delle piante... qualsiasi cosa che riguardi la natura. E devo ammettere che è molto brava.
Ora quando torno a casa e vedo le pareti con i colori vivaci, mi trasmettono pace e serenità.
« Sarà indubbiamente stupendo. Non vedo l'ora. Potrei aiutarti ad abbellirlo. » mi metto seduto a bordo del letto. Vorrei iniziare a fare dei lavoretti di casa.
« Mmh tu che ti sporchi le mani di terra? »
« Sembrerà strano, ma a volte stupisco anche me stesso. Questo significa che il mio amore per te è grande. »
« Sembrerebbe proprio di sì, Mein Herr. »
« Ti amo, lo sai questo? E vedrai, quando tornerò, penserò io a occuparmi della casa. Hai bisogno di riposo. Te lo meriti. »
« Mi piace occuparmi della casa. Mi tiene il tempo occupato. » poi inaspettatamente cade un silenzio. Sento solo i suoi respiri. Inizio a chiamarla, poi riprende a parlare. « Com'è andato... dall'avvocato. Glie lo hai detto a Gretel? »
Perfetto. E ora?
« È andato tutto bene. E Gretel, lei se la caverà.» cerco di essere il più convincente possibile.
« Da una parte mi dispiace per lei. Non lo meritava. »
« Miriam, starà bene. Ora dobbiamo pensare a noi. Solo e solamente a noi. »
« Hai ragione. Ce lo meritiamo. »
Sorrido. « Inizi a imparare. Ora devo andare. Prima di andare a dormire, devo preparare la vasca. Voglio farmi un bagno e dio solo sa quanto ti vorrei con me. Ho voglia di fare l'amore con te. » mormoro.
« Quando sarai qui, recupereremo. »
« Una sola volta non mi basta. Sappilo. »
La sento ridere. Dio... è una risata cristallina. Di quelle che ti vanno bene all'anima. Adoro sentirla. La mia Miriam. Sono così fortunato. Quando le chiederò di sposarmi sarà mia per sempre. La sento pronunciare il mio nome e mi rendo conto di essere stato in silenzio per poco più di due minuti.
« Miriam? »
« Sí? »
« Ti amo da impazzire. »
« Anche io, ti amo alla follia. »
Chiudo gli occhi. Questo mi rende davvero molto felice. « Ora devo andare, ti chiamo non appena partirò.»
« Va bene. Buonanotte e cerca di dormire. »
« Ci proverò. Buonanotte, amore mio. » riaggancio.
Sono due giorni, ormai che non la vedo e non credevo che potesse mancarmi così tanto. Vado in bagno a preparare la vasca. Mentre si riempie mi spoglio e preparo i sali. Voglio godermi questo momento di relax.
L'acqua è calda e mi immergo. Appoggio la testa sul bordo e mi lascio andare ai pensieri mentre sono avvolto da una sottile nube di vapore.
*Note d'autrice*
Dopo due mesi eccomi qui! Scusate, ora che sono tornata a casa sarà tutto molto più semplice. Questo capitolo l'ho iniziato a scrivere a metà stagione lavorativa. Tra stanchezza e stress. 😂
Spero che vi piaccia❤️
Ringrazio sempre chi legge, commenta o solamente legge.
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