Capitolo 53
Video del capitolo: No. Non è un video su Philipp e Miriam, purtroppo. 😂 Ma lo adoro 🥰
[Dovrebbe esserci un GIF o un video qui. Aggiorna l'app ora per vederlo.]
Canzoni per il capitolo:
• Never Let me Go - Flora + the machine
• What We Will Never Know - Innerpartysystem.
*Miriam's Pov*
Nonostante le coperte che abbiamo addosso, inizia a far freddo. Così ci scaldiamo a vicenda con le nostre coperte. Senso battere i denti di Rachel. Non so per quanto resisteremo.
« H- ho tanto f-freddo... » mormoro.
Mia sorella non si fa sfuggire l'occasione. Vedendo ogni mia debolezza, lei ne approfitta.
« Cosa c'è, Miriam. Non sei più abituata a questo freddo? Oh noi, fin'ora abbiamo dormito sempre nella baracca al gelo, e tu? » dice, facendo la finta dispiaciuta.
« Sarah, p-per favore. Non adesso... » tartaglio le parole. Se prima mi dava fastidio il suo atteggiamento, ora mi sta dando veramente sui nervi.
« Il tuo tedesco non ha provveduto a metterci al sicuro. No, ci ha portate in mansarda. » replica, infastida.
Ora ne ho fin sopra i capelli. « Dio santo, Sarah. Stai zitta! » esclamo. Mia sorella mi guarda senza dire una parola. Non se lo aspettava. «Philipp sta rischiando la sua vita. Non solo lui, ma anche i suoi amici. Sei un iprocrita, Sarah! »
Adesso non voglio più sentire una sola parola. Prendo la coperta e mi giro dandole le spalle. Per un po' nessuna di noi parla. Per via della paura e del freddo. Cerco di non pensarci. Chiuso gli occhi e immagino di essere su un isola paradisiaca. Almeno, così ho sempre fatto, anche quando ero a dormire nella baracca, lo scorso inverno.
Il silenzio viene rotto da uno sparo. Io e le altre ci alziamo in piedi spaventate. È successo qualcosa. Che questo Albrecht abbia scoperto che Philipp ci tiene nascoste?
« Miriam ho paura... » sussurra Lucie, stringendosi di più vicino a me.
Cerco di non tremare. Ho gli occhi lucidi. Non è il momento di farsi prendere dal panico.
Sentiamo dei passi. Mi guardo intorno. Non possiamo neanche scappare. La porta si apre e vediamo Philipp venire verso di noi.
Faccio cadere la coperta e vado ad abbracciarlo. Non sono mai stata così felice di vederlo.
« Cosa è successo? Abbiamo sentito uno sparo e-e... » mi mette un dito sopra le labbra. Mi sorride. Questo non fa che rassicurami.
« Non era nulla. Stavamo giocando e mi è partito un colpo. » mi prende le mani. « Sono gelate. Venite giù di sotto. Se ne sono andati. »
Faccio un respiro di sollievo. Tortati al piano di sotto. Philipp e io salutiamo gli altri. Mi volto e vedo Lucie, Rachel e mia sorella. Mi avvicino. Loro non dicono nulla. Ma capiscono. Anche loro hanno le lacrime agli occhi.
« Mi mancherete moltissimo... » dico, commossa.
« Tu molto di più. » ci abbracciamo in preda alle lacrime. Fra i rumori dei nostri singhiozzi, sentiamo la voce di Philipp che arriva alle nostre spalle.
« Perché piangete? » chiede, confuso.
« P-perché n-non ci rivedremo mai più. » gli rispondo, non smettendo di piangere.
A volte mi chiedo, perché fa queste domande.
Philipp, con la sua voce alquanto tranquilla ci comunica:
« Beh allora dovrò disfare i letti nella camera degli ospiti. »
Sentendo quelle parole, smetto di singhiozzare. Mi asciugo le lacrime e lo guardo senza battere ciglio.
« C-cosa? »
« Ho pensato che sarebbe stato carino, invitarle a stare qui da noi per tre giorni. Non solo per la festa. Ma... forse mi sono sbagliato. »
« Dici sul serio? » cerco di mantenere il controllo. Ma dentro sto esplodendo dall'entusiasmo.
« Sì. »
Immediatamente sono fra le sue braccia. Lo abbraccio forte. Il cuore mi batte forte. Mi escono di nuovo le lacrime, ma questa volta dalla felicità.
Le mie amiche mi guardano come se fossi impazzita. Credo che non abbiano ancora capito, o forse sì. Ma sono troppo frastornate.
« Potete restare! » cinguetto, dalla felicità.
« Sul serio? » Lucie ancora non ci crede. Annuisco sorridendo.
Ci abbracciamo di nuovo, ridendo. L'unica ad averla presa a male è mia sorella.
« Non pensavo di poterlo dire, ma ora lo dico. Ti adoriamo! » esclama Rachel, rivolgendosi a Philipp.
Nel frattempo, lui si è tappato le orecchie per non sentire i nostri strilli di gioia. Non sono sorpresa che non abbia risposto a Rachel. Lui è fatto così. Con gli altri non mostra mai il suo lato tenero.
« Vado un attimo in ufficio. Miriam, mostra alle tue amiche la stanza degli ospiti. »
Non me lo faccio ripetere due volte. Saliamo le scale. La loro stanza non è molto distante dalla nostra. Apro la porta e ci sono tre letti, di cui uno matrimoniale.
« Il letto matrimoniale è mio! » esclama Rachel, prendendo la rincorsa, per poi gettarsi sul letto.
« Non ci pensare minimamente! » Lucie la segue e iniziano a bisticciare, amichevolmente, su chi dei due dovrà aggiudicarsi il letto.
Scuoto la testa.
« Quando avranno finito, dì a quelle due, che il bagno è in fondo a destra. » dico a mia sorella, con un tono disperato e ironico.
« Miriam... » mi volto per guardare Sarah. Rimane appoggiata alla porta, con le braccia conserte e il volto rivolto verso il basso. « Grazie. » mi guarda, facendomi un sorriso.
« Non è me, che devi ringraziare. » Tengo a precisare.« Notte, Sarah. »
« Notte, Miriam. »
Vado in camera e mi infilo la veste da notte. È stata una serata piena di sorprese. Chissà questo Albrecht che intenzioni abbia... nel profondo non voglio neanche pensarci. Se è vero quello che ha detto Kerstin, sarà molto meglio stargli alla larga. Ovviamente gli unici SS di cui mi fido sono, oltre a Philipp, i suoi amici.
In bagno, mi spazzolo bene i denti e mi metto una crema per il viso. A volte, prima di andare a dormire mi faccio un bagno caldo, ma non stasera. Sono molto stanca. Non appena mi infilo sotto le lenzuola, Philipp entra in camera e chiude la porta a chiave. Poi va in bagno per lavarsi i denti. Quando torna si siede sulla poltrona.
« Pensavo di trovarti dentro la vasca. » mi dice, mentre si spoglia.
« Non stasera. »
Philipp si avvicina al letto e si sdraia vicino a me, baciandomi la spalla.
« Non senti freddo, se dormi sempre nudo? » gli chiedo, anche se abbiamo una coperta di lana e il piumone.
« No. E poi non sento freddo, se ti ho vicino. » Ghigna, facendo un sorriso malizioso. Avvicina il suo viso al mio, cercando di baciarmi. Ma lo allontano premendo il dito contro il suo naso.
« Mi dispiace, se non riesco ad essere una maialina come te. » scherzo, mordendomi il labbro.
« Nah. Posso dirti che ora sei molto maialina quando fai sesso. Mi ricordo le nostre prime volte. Eri impacciatissima. Ma poi, hai imparato. » fa un mezzo sorriso.
Mi sistemo meglio, appoggiando la mia guancia sul suo petto. Vengo cullata dal suo respiro. Philipp mi accarezza il capelli. È molto rilassante.
« Grazie per avermelo detto. Sarai stato impacciato anche tu, la prima volta. »
« Altroché. Non sapevo nulla sul sesso. »
« E dimmi... com'è stato? Immagino: Tu. Adolescente impacciato... sarà stata dura. A diciassette anni vedere il corpo di una donna per la prima volta, ti avrà fatto un certo effetto. »
Philipp non risponde. Guarda dritto davanti a se. Ha uno sguardo triste, ma allo stesso tempo quieto. Mi preoccupa. Poi, finalmente mi dice:
« La mia prima volta non è stata a diciassette anni.» si alza, mettendosi seduto. Lo stesso faccio io.
« No? Beh a giudicare dalla tua espressione dovrà essere stata catastrofica. »
« No, invece. È stato bellissimo. Solo che... » fa una pausa. Mi guarda e mi accarezza la guancia.
« Philipp che cos'hai? »
« Devo raccontarti una cosa. Ma non saltare a conclusioni affrettate. »
Annuisco. Cercherò di non interromperlo. Philipp fa un respiro profondo e inizia a raccontare:
« Quando ero piccolo, ero diverso dagli altri ragazzini. A dieci anni avevo un fisico già formato ed ero molto alto per la mia età. Così entrai facilmente alla Napola. I test di ammissione, prevedevano esercizi fisici. Li superai brillantemente tutti. A detta da tutti sono stato sempre un bel ragazzo. Non lo dico per vantarmi. Questo mi ha portato a essere sicuro di me stesso. Avevo molto successo con le ragazze. Ma non sapevo come approcciarmi con loro essendo molto timido. Così un giorno incontrai una donna... »
Lui, timido? Rido sotto i baffi. Mi è difficile immaginarlo timido. « Se vuoi dirmi che la tua prima volta è stata con Hellen... va bene. È stato molto tempo fa. »
« Hellen non è stata la prima. »
« Non è stata Hellen la prima?» Ripeto.
« No. » mi risponde, con tono secco. « Lasciami finire. Come dicevo. Un giorno a casa nostra venne una donna. Molto bella. Era un'amica di mia madre da quando erano bambine e, a volte veniva a farci visita con suo marito. Queste visite erano frequenti. Capitava spesso che lei venisse da sola. Così un giorno venne a casa nostra, come tutte le altre volte... mia madre doveva uscire e non poteva lasciarmi da solo a casa. Così disse alla sua amica di restare con me. Mio padre non c'era a casa... Quel pomeriggio è stato magico. È stata quella la mia prima volta. » Philipp finisce di raccontare. Ha un sorriso stampato sul viso.
« Immagino sia stato bellissimo. »
« Sì, molto. Lei mi ha insegnato tutto quello che c'era da sapere sul fatto di donne e sul sesso. Da quella volta in poi, lo abbiamo fatto altre volte. Ovviamente, nel mentre ci sono state altre ragazze. »
Ora è molto rilassato. Ma io volevo sapere di più. E questo mi spaventa. Del passato di Philipp so poco e nulla.
« E quanti anni avevi? » Ho paura di sapere la risposta. Philipp mi risponde senza peli sulla lingua, Tranquillamente:
« Avevo dieci anni e mezzo. »
Poi ricordo che lui si è riferito a lei come una Donna. lo guardo spaventata. « Dieci anni... Philipp... non dirmi... »
Lui continua per me: « Allora hai capito. Sì. Lei aveva quarantacinque anni, all'epoca. »
« O mio Dio... » non riesco a parlare. Mi viene da vomitare. Faccio dei respiri profondi. Non è possibile. E quello che mi sconvolge è la reazione di Philipp. È tranquillo e sereno. Come se non ci fosse nulla di sbagliato.
« Non capisco quale sia il problema? »
Fa sul serio? Cerco di restare calma e di non farmi prendere dall''agitazione.
« Tua madre lo sa? »
« No. E non capisco il motivo per cui lo dovrebbe sapere. »
« Philipp non dirai sul serio.. Quella donna ti ha stuprato! » esclamo, sconvolta.
Philipp ride. Non capisce la gravità della situazione. « Va bene. Ora stai esagerando. Non è come pensi tu. Agatha è sempre stata gentile con me. È come una seconda mamma. Le voglio molto bene. Anche se per metà della mia adolescenza siamo stati amanti. Non hai il diritto di giudicare. Pensa che stasera è venuta a trovarmi. » mi comunica, come se nulla fosse.
Non credo alle mie orecchie. Non può essere vero. Quindi ancora si vedono.
« E che ci faceva qui? » gli chiedo. Rimango fredda come il ghiaccio.
« È venuta a trovare mia madre. Starà da lei per un po' di giorni. Anzi, volevo fartela conoscere, però purtroppo, non posso. Ma le saresti piaciuta. »
Ho il volta stomaco. Per cercare di calmarmi mi steso e mi giro dall'altra parte. Spengo la lampada che ho sul comodino.
« Miriam, stai bene? Ti avevo detto di non saltare a conclusioni affrettate. Cristo santo! Hai stabilito tu che ci saremo sempre detti la verità. E io non ti voglio tener nascosto più nulla. »
Mi giro di scatto.
« No. Lo abbiamo stabilito insieme. Non posso crederci che fingi che vada tutto bene! Philipp, quella donna non può passarla liscia! »
Il suo sguardo si fa sempre più cupo. Gli occhi diventano come due fessure. Le sue mani stringono forte le lenzuola. Il suo respiro diventa pesante. Questi segnali, mi fanno capire, che la conversazione è giunta al termine. Philipp si gira dall'altra parte è così faccio anche io. Quella donna... Donna. Quel mostro, aveva abusato di Philipp. Della sua innocenza. La deve pagare. E se lui non vuole capirlo, allora ci dovrò pensare io.
Note d'autrice.
Eccomi qui! Spero che vi piaccia ❤️ ditemi cosa ne pensate tra i commenti. Mi fa piacere leggere le vostre opinioni. ❤️
Ringrazio chi: vota, commenta o semplicemente legge.
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Un megabacione ❤️
Noemi.
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