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Capitolo 47

Canzoni per il capitolo:

• Pink - Just Give me a Reason

• Miley Cyrus - Midnight Sky

*Miriam's Pov*

« Miriam eccoti qui! Credevamo che non saresti tornata. » Simon è in vena di battute. Io sono un fascio di nervi.

Guardo la mia famiglia e prima di parlare faccio un lungo respiro.

« Miriam, tesoro, che cos'hai? Non ti senti bene? » chiede mia madre, preoccupata.

« No. No... io... » prendo coraggio. Vorrei tanto che Philipp fosse qui per sostenermi. « Ecco sono qui, perché devo dirvi una cosa. »

« Oh piccola mia, qualunque cosa sia, ti ascolteremo. » mio padre mi da conforto. Per ora. Se sapesse cosa sto per dir a loro.

« Mamma, papà, siete i migliori genitori che una figlia possa avere. Io e Sarah siamo molto fiere di voi. Non ci avete mai fatto mancare nulla. Ci avete cresciuto con sani principi e ci avete insegnato ad amare ed aiutare il prossimo. Di non giudicare nessuno dalle apparenze. Di essere sempre gentili con gli altri e di non essere mai arroganti. Abbiamo imparato tanto da voi. È per questo che voglio dirvi, che i vostri insegnamenti mi hanno portato dove sono adesso. » ci siamo. « Mamma. Papà. Non sapevo cosa significasse la parola amore... Voglio dirvi che ho trovato qualcuno. Una persona che mi ama e che mi vuole bene per ciò che sono. » dico, con voce commossa.

Mio padre sorride. Si alza e mi mette le mani sulle spalle. È sereno. Non credevo che sarebbe stato così facile.

« Lo sappiamo. » con questa risposta, mi lascia spiazzata. Cosa? Che mi sono persa? « So che hai trovato l'amore in Simon. So che nella nostra situazione, non si dovrebbero fare progetti. Ma sono quelli che ci tengono in vita. »

Simon viene vicino a me. Mio padre unisce le nostre mani. « Simon mi ha chiesto la tua mano. Ora ne sono sicuro. Vi do la mia benedizione. »

« La ringrazio, Signor Solomon. Avrò cura di sua figlia. Glie lo prometto. » Simon mi stringe la mano. No... No.

« Chiamami: Papà. » mio padre lo abbraccia. « Benvenuto in famiglia. »

D'istinto lascio la mano di Simon ed esclamo:

« No! » esclamo. Mio padre rimane sbalordito.

« Cosa c'è tesoro? » mi chiede, preoccupato.

« No. » continuo a dire. Se prima ero sicura, ora non lo sono più. Non so cosa fare. Non ho più le parole.

« Miriam che cos'hai? » mia madre viene vicino a me. Simon mi Guarda. Lui ha capito e ha uno sguardo schifato.

« Miriam, ancora? Non dirai sul serio?! » esclama, scontroso. Si allontana da me e da un calcio alla sedia.

« Simon, mi spieghi cosa sta succedendo? » Mio padre ci guarda entrambi. « Miriam, allora? »

La mia lingua è incollata al palato. Rimango paralizzata e tremo. Non so cosa fare.

« Te lo dico io, papà. » queste parole mi gelano il sangue. Mi volto verso Simon. Non oserà. Simon è dietro di me e mi tocca le spalline del vestito. « Sai perché tua figlia, porta questi bei vestiti, non è ridotta pelle e ossa e.. » prende in mano la mia collana. « Ed ha anche questi bei regali? »

Mia madre, vedendo la collana che ho al collo, realizza: « Ma... ma quella collana, non è la stessa che ti avevo visto un po' di tempo fa? »

Annuisco, senza dire nulla. Non sta accadendo davvero. Dovrei prendere in mano la situazione ma non ci riesco. Intanto, Simon continua.

« Già. Mamma. Miriam avrebbe dovuto disfarsene. Ma non lo ha fatto. Come può disfarsi di una cosa così preziosa che le ha donato il suo tedesco. »

« Tedesco? Quale tedesco? » Mi chiede mia sorella, sconvolta.

« Che colpo di scena! Non rimanevo così, da quando sentivo la mia telenovela preferita alla radio. » Mia zia è l'unica a fare dello spirito. La invidio.

« Quale tedesco? Ve lo dico subito. L'ufficiale tedesco che ha regalato tutte queste belle cose a Miriam. Non che il padrone di casa. »

Devo fermarlo. « Smettila, Simon! Non dire stupidaggini! »

« Perché ti ha regalato questa collana? » mia madre è sotto shock. Prima di risponderle, Simon mi anticipa.

« Tua figlia va a letto con un ufficiale delle SS. Ecco perché. Lui ottiene ciò che vuole e in cambio, lui, le da i regali. È facile. »

Mio padre e mia madre sono sconvolti. Sarah è in lacrime e non mi guarda. « Miriam... dimmi che non è vero... » ha la voce rotta dal pianto.

« Papà... come può essere vero. Come puoi dar retta a Simon? » poi mi rivolgo a quest'ultimo. « Non sono andata a letto con nessuno. Sì, sono a casa di un ufficiale. Ma non c'è stato mai niente. Niente! Neanche un bacio! Come potete pensare che io possa andare a letto con un ufficiale delle SS? Che schifo! »

« Bugiarda! Ammettilo. » Simon è furibondo.

Mi sfilo la collana e glie la lancio. « Prendila! Scambiala al campo. Non mi importa nulla! »

Simon si avvicina minaccioso. Non ho paura. Mi mette una mano sotto la gonna. Ma che cosa fa?! Davanti ai miei genitori! Sento le sue dita che strofinano sopra la mia mutandina. Arrossisco per la vergogna.

Simon odora le sue dita, dove prima le stava strofinando contro il mio sesso. Fa una faccia disgustata.

« Le tue mutande puzzano di nazista. » mormora, schifato.

Ho le lacrime agli occhi. Non può essere vero! Simon si avvicina di nuovo a me e questa volta lo dice ad alta voce:

« Sei andata a letto con un nazista! Sei una lurida puttuna! » poi si rivolge a mio padre. « Joseph tu devi fare qualcosa. »

Guardo mio padre. Non reagisce. Papà, perché? Perché non mi difendi?
Alzo la testa e mi asciugo le lacrime. Adesso basta! Non gli permetto di trattarmi in questo modo.

« Ti ho già che non sono andata a letto con lui! » gli rispondo, con sguardo fiero.

« Lo so che avete dormito insieme e ci hai anche scopato. Dillo. Dillo.» si avvicina a me. « Dillo. » sussurra. Ora il suo viso è vicino al mio. Ma non abbasso lo sguardo. Simon mi guarda in silenzio. Improvvisamente, sento cinque dita stampate sulla guancia. Mi colpisce con talmente tanta forza da farmi indietreggiare. « Dillo! » sbraita. Mi porto la mano sulla guancia. È pazzo! « Dillo! Maledetta puttana, dillo! »

Non riesco ad alzarmi da terra, che Simon mi afferra per i capelli e mi fa indietreggiare. Cerco di difendermi, dandogli anche io uno schiaffo, peggiorando solo le cose. Urlo, per il dolore. Simon mi riempi di calci e pugni. La punta dello scarpone mi colpisce la faccia.

« Puttana! A letto con un ufficiale delle SS! E ti è piaciuto, vero? Puttana! Lurida Troia! » urla, non smettendo di colpirmi.

« Basta, Simon! Per l'amor di Dio, la stai ammazzando. Fermati! Basta! » mia madre, disperata, tenta di fermalo, ma non ci riesce.

Simon continua a riempirmi di calci e pugni. Sento il sangue colarmi dal naso. Ho gli zigomi distrutti. Con le braccia, tento di difendermi dai calci. Finché non sono costretta a toglierle. Simon mi afferra, di nuovo,  per i capelli e li tira, dandomi un altro schiaffo. Non ce la faccio più. Mi manca il respiro.

« Sei una Troia, Miriam! Perché con lui?Perché?! » un altro schiaffo, un altro ancora. Sento la faccia gonfia.

Non ho più le forze per difendermi. Sta per darmi un altro schiaffo, quando a malapena, vedo una mano afferrargli il braccio.

È Philipp.

Simon è costretto lasciarmi. Questa volta i ruoli si invertono. Cado a terra e mia madre viene ad aiutarmi. Philipp ha lo sguardo di ghiaccio. Prende Simon per il colletto e lo solleva da terra, facendolo sbattere contro la schiena alla parete.

Devo fermarlo. Tento di alzarmi, per quello che posso. A fatica lo raggiungo. Philipp sta stringendo il collo di Simon. Il suo viso è rosso bordeaux. Lo sta uccidendo!

« Philipp, basta! Lascialo. Ti prego! » esclamo. Nulla da fare. È come se non riuscisse a sentirmi. La cosa terrificante è che non ha reagito facendo scenate. Ma ha fatto tutto con calma apparente.

In queste situazioni, è meglio agire che pensare. E alla svelta! Do un bacio sulle labbra  a Philipp, nel tentativo che si calmi. Credo che stia funzionando. La tensione che è in lui, svanisce. Continuo a baciarlo. Anche se significa farlo davanti ai miei.

« Lascialo. Lascialo... ti prego..» gli sussurro, fra le labbra. Sento il corpo di Simon cadere a terra e tossire. Ci è mancato poco. Lo abbraccio.

« Stai bene? » mi chiede, Philipp, preoccupato.

Gli rispondo facendo di sì con la testa. Mi accarezza la guancia.

« Sono contenta che tu sia qui. »

« Non avrei mai potuto lasciarti da sola. »

Mi sorride. È andato tutto bene. Vedere Philipp, mi è passato dalla testa che, in salotto, ci sono anche i miei.
Vado subito da loro. Sorrido a mia madre, ma lei non ricambia.

« Miriam, sarà meglio che noi ce ne andiamo. È stato bello vederti di nuovo. » le parole di mio padre mi feriscono.

« No. Potete restare qui. Io... » poi capisco. « Avrei voluto tanto dirvelo. Non sapete, quante volte io ci abbiamo provato. Ma non ho trovato il coraggio. Ma Philipp è un bravo ragazzo, papà. Mi ha salvata. E ha salvato anche voi. » faccio una pausa. Guardo mio padre negli occhi. « Io lo amo, papà. »

« Miriam... tu non sai quello che dici... Ora io e tua madre ce ne andiamo. » è peggio di uno schiaffo datomi da Simon.

Ho di nuovo le lacrime agli occhi. « No... per favore, no... papà, mamma. » voglio fermarli, ma questa volta è sara che me lo impedisce.

« Lasciami passare! »

Mia sorella mi guarda con disprezzo. « Miriam sei una vergogna. Credevo che tu fossi cambiata. Mi sbagliavo. Ora lasciaci andare. » Sarah sta raggiungendo mamma e papà e la zia. Simon nel frattempo si è aggiunto a loro. Ma io li seguo.

« No! Perché? Cosa c'è che non va? »

Mia sorella se, fino adesso non mi aveva parlato con durezza, lo fa in questo preciso istante:

« Smettila, Miriam! Ma come osi? Come pretendi che accettiamo tutto questo?! Lo hai detto tu stessa. Ti sei innamorata di un mostro! Hanno ucciso Emmanuel! Quelli come lui devono marcire all'inferno! E tu... Come puoi stare con una persona che ha contribuito a distruggere le nostre vite? Sei una grandissima stronza! » esclama, in lacrime.

Non ha tutti i torti. Ma perché non capiscono? L'unica che può darmi sostegno è la zia.

« Zia, diglielo anche tu! Io amo Philipp. Aiutami a farglielo capire. »

Zia mimi mi prende le mani e mi sorride. « Vedi, Miriam... sei una brava ragazza. Intelligente, spiritosa e molto matura per la tua età. Quindi, capisco che adesso stai vivendo una grande storia d'amore. » Sì! Sapevo che sulla zia potevo contare. Il suo sorriso svanisce, lasciandomi allibita.

« Ma finiscila qui.»

No. Non. Può essere. Ma non voglio arrendermi.

« Come fate a essere così egoisti? Se siete ancora vivi, lo dovete a Philipp! Non perché glie l'ho chiesto io, ma anche perché voleva fare la cosa giusta. » mi rivolgo a mia madre. « Mamma tu prima lavoravi in una cava. Il lavoro era stressante, faticoso e non avevi le forze per farlo. Saresti durata poco. Ora lavori in un infermeria. È meno faticoso. E sai perché? »

« Miriam ci stai rinfacciando... io e tua madre ci siamo adattati a qualunque cosa. Ci stai dicendo di accettarlo? Ma come possiamo? » finalmente mio padre sta affrontando il discorso.

« Perdonando. Mi avete sempre insegnato a non provare rancore per gli altri. E l'ho capito. Anche io lo odiavo. Papà, mi ha salvato. Non sarei qui senza di lui. Voi non sareste qui, senza di lui. » mio padre rimane in silenzio. In questi momenti, quando lo fa, vuol dire che ci sta pensando. È una cosa positiva.

« Mi dispiace. I-io... non ci riesco. » mia sorella esprime il suo giudizio. « Io non posso perdonare. » mormora mia sorella, indignata.

« Perdonare... come si fa a perdonare una persona, diciamo così. Che commette una barbarie come questa. Puoi perdonare chi ti fa uno sgambetto. Puoi perdonare chi ti dice una bugia. Puoi perdonare chi ti tradisce... ma non puoi perdonare un essere come lui e quelli come lui. Un essere umano non può fare questo. » mio padre fa una pausa. « Mi dispiace, Miriam. Non possiamo accettare questa cosa. Ma questo non vuol dire che non ti vogliamo più bene. Sappilo. »

« Sei nostra figlia e ti vorremo sempre bene e siamo felici per la tua fortuna. Ma non dirci di poterlo accettare. » mia madre mi abbraccia. Lo so. Non potevo costringerli. Però fa male che non accettino la persona con cui ho deciso di far restare al mio fianco.

I miei genitori, Sarah e la zia. Mi salutano e mi ringraziano della serata. L'ultimo a uscire è Simon, ma prima mi rivolge un ultima frase:

« E così. Hai deciso... hai deciso di rimanere insieme a un mostro. Di amare un mostro. Anziché me. Ti avrei dato qualsiasi cosa, Miriam. Avrei fatto di tutto per te. Ma so che a te non basta. Vuoi di più. » sbeffeggia. Sono stanca delle sue accuse e gli rispondo a tono:

« Philipp è un mostro. È vero. Mi ha picchiato le prime volte. Senza pietà. Mi voleva uccidere. Vedermi morta, gli avrebbe procurato un enorme piacere. Ma quando ha capito che stava provando amore verso i miei confronti, è cambiato del tutto. Si prende cura di me. Si accerta che io stia bene. Mi ha salvato dalla morte in più occasioni. E mi ama.» lo guardo dritto negli occhi. Voglio vederlo meglio. « E tu? Che cosa hai fatto? Dici di amarmi. Di tenerci a me. Eppure mi hai invogliato a suicidarmi. Mi hai picchiato in quel modo brutale. Quale razza di persona fa una cosa del genere? Alla persona a cui tieni! Dici che Philipp è un mostro? Ma chi è ora il vero mostro? » Philipp non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere, non ora che mi ama. Simon se ne va senza dire una parola. Simon è il mio migliore amico. Ma il campo lo ha cambiato. Non è più la persona che conoscevo.

Sento le mani di Philipp poggiarsi sulle mie spalle e abbracciarmi.

« Mi dispiace. È colpa mia. Ho rovinato tutto. »

« No. Solo che non potevano non sapere. » mormoro. Philipp mi fa girare e siamo l'una di fronte all'altra. Mi sorride.

« Sei stata molto coraggiosa. Sono fiero di te. La mia piccola Jüdin. » lo abbraccio.
Averlo qui, mi è stato di grande conforto. Philipp rimane con me per il resto della serata. Telefona a casa dei suoi, per dir loro che non sarebbe tornato. La scusa che si è inventato: Ho la febbre. Così da poter tenere lontana Gretel. Passiamo una serata piacevole. Non potevo chiedere di meglio, per cancellare ciò che è successo con i miei.

Note d'autrice:
Eccomi qui con un nuovo capitolo. Non mi allungherò. 😂 questi capitoli mi stanno venendo tutti lunghi. Comunque spero che vi sia piaciuto ringrazio: chi ha letto, votato e commentato.
Al prossimo capitolo
Un megabacione
Noemi.

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