Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 4

Canzoni per questo capitolo sono :

I Hate Everything  About You - 3 days Grace.

What I've Done - Linkin Park

*Philipp's  pov *

Il fumo delle sigarette aleggia per la stanza. Io e Friedrich, volevamo passare una serata diversa. Adesso siamo nel Block 16, in una stanza buia, e ad illuminarla c'era solo una lampada al centro del tavolo.

Siamo disposti in cerchio. Siamo nel bel mezzo di una partita di Poker. Con noi c'erano altre tre ufficiali. Non era la prima volta che giocavo a Poker. Mi piaceva rischiare. Ma questa volta, siamo alle strette.

Gli altri due non mi preoccupano, l'unico a incudermi timore era Jürgen Schulz. L'Sturmbannführer Schulz. Nessuno osava giocare con lui. Era il re indiscusso dei giochi d'azzardo.
Quando era in Germania, aveva giocato in tutti i casinò. Era stato soprannominato " Il terrore dei Croupier".

Qui ad Auschwitz, gli piaceva giocare con la vita degli internati. Una volta, prese cinque internati e li dispose in riga e con altri due ufficiali si mise a giocare al gioco "Cramps" il gioco dei dadi. 

Chi vinceva, poteva scegliere la morte del detenuto. Inutile dire che vinse sempre lui. Adoro il suo modo di uccidere le persone. Allo stesso tempo era eccitante e macabro. Quello che mi piaceva di più,  era la paura che si leggeva negli occhi degli internati.

Il comandante non aveva niente in contrario riguardo ai modi di uccidere di Schulz.  Ci permette anche di giocare all'interno del campo. Mio padre una cosa buona, ogni tanto, la faceva.

Adesso penso alla partita. Non so per quanto ore siamo  seduti a questo tavolo. Sapevo solamente che fuori era notte fonda, avevo finito ben due pacchetti di sigarette e ne avevo iniziato un terzo.
L'unica cosa che può compiacermi, in questo momento, era cancellare il sorriso dalla faccia di Schulz.

« Signori, direi di fare una pausa. Prima dell'atto finale. » esordisce, Schulz,  all'improvviso. Figlio di puttana. Voleva sgustarsi a fondo la vittoria. « Vi va un brandy? »

Gli altri due lo seguono al piano di sopra. Friedrich mi guarda storto.

« Ti giuro, se perdiamo, ti ammazzo. Ho puntato più di duecento reichsmark. »

Sorrido. « Rilassati. »

« Per te è facile. » prende l'enesima sigaretta e l'accende e aspira. « Ti giuro, dopo questa serata, dovrò sfogarmi al meglio, dopo. »

« Vieni andiamo di sopra. » gli dico.

Raggiungiamo i nostri compagni. Mi verso un bicchierino di Whisky. Friedrich raggiunge gli altri due. Avevo un leggero fastidio agli occhi. Questa pausa ci voleva.

« Hoffmann. » Shulz si avvicina a me. « Devo dire che te la cavi bene, per essere un principiante. »

« Mai quanto voi. »

Sghignazza. Sa che è il campione in assoluto.

« Modesti a parte, è vero.  Ho sentito dire che state per diventare padre. Me ne compiaccio e vi faccio le mie congratulazioni. Più figli diamo al Führer, più la nostra patria diventerà forte. »

« Non ho alcun dubbio. » anche se, per mio figlio, avevo un futuro ben diverso dal mio. Gli avrei dato la possibilità di scegliere su cosa fare nella vita. Anche se io, avevo sempre sognato di seguire le orme di mio padre. 

« Diventerà un ottimo soldato, vedrete. »

« Se lui lo vorrà. E sempre se non sarà una femmina. Anzi, non mi dispiacerebbe per niente se sarà una femmina.»

« Preferite di più una femmina. Vi capisco. Ma Pensavo che, se sarà maschio, seguisse le vostre orme e quelle di suo nonno: Il comandante. Sapete che dobbiamo adestrare i nostri figli a collaborare e combattere per la patria. Noi, stiamo facendo tutto questo per loro. Perchè possano, un giorno, vivere in pace in una patria priva di eccessi. »

Si riferiva agli essere inferiori. Bevo un altro sorso di Whisky. « E  sarà così. »

« Le faccio, anche auguri per il vostro matrimonio. Con la figlia di del Gauleiter. Un ottima scelta. È una ragazza molto bella e attraente. »

Ma molto stupida. « Come sta vostra moglie? »

« Eva è a Berlino. Verrà questo fine settimana. Sta benone. Lei vorrebbe restare qui con me, ma non è un posto adatto a lei. Mi capisce? »

« Certo. » Era già abbastanza difficile anche a casa. Ogni volta, io e il comandante, dovevamo mentire a mia madre. Era dura per lui, mentire alla propria moglie.

Friedrich e gli altri due si avvicinano a noi. « Avete saputo? » ci dice, Werner, uno dei due ufficiali che erano con noi. « Hanno trovato il corpo di Schöster nel bosco. »

Per poco, non mi va di traverso il Whisky. Cerco di mantenere la calma e faccio finta di niente.

« Schöster... Schöster... » mormora, pensieroso, Shulz. « Non era il cacciatore di ebrei? »

« Sì, proprio lui. Ci è voluto un po per identificarlo dato che il corpo era in stato di decomposizione. Ma grazie alla tessera di arruolamento che aveva in tasca sono riusciti a riconoscerlo. »

« Poveretto. Sanno chi sia stato? » chiede, l'altro ufficiale. 

« No. Ma pensano che siano stati i partigiani. »

« Maledetti! Questa la pagheranno molto cara. » esclama, Friedrich.

« E la pagheranno. Abbiamo già inviato alcuni dei nostri. Setacciano ogni villaggio, se il colpevole non salterà fuori, uccideremo dieci polacchi per ciascun villaggio. »

Se potessi tirare un respiro di sollievo, lo farei. Non mi importa niente dei polacchi. Basta, che la verità, non venga mai a galla. Per ora, eravamo al sicuro.

Eravamo.... sono. Sono al sicuro.

« Be, meglio così. Quei bastardi,  hanno troppa paura per far uscir fuori  il colpevole e noi gli daremo la lezione che meritano. » Ghigna, Shulz e noi insieme a lui. « Ora sarà meglio continuare la nostra partita, o avete troppa paura per continuare? » ci sfotte.

Io sono il primo a scendere le scale. Riprendiamo i  nostri posti. Cala di nuovo il silenzio nella stanza. Ricordo cosa avevo in mano: tre K. Una di picche e l'altra di cuori, un dieci e un nove.

Dovevo sperare che gli altri, avevano un numero basso. Prendo due carte. Quella del dieci e del nove, e le sul tavolo senza farle vedere.

« Cambio. »

Wener prende le carte che avevo appoggiato sul tavolo e mi da altre due carte.

Merda.

Adesso avevo due K, una donna di cuori e un sette.

« Il gioco termina qui. » ci dice, Shulz. « È ora di mostrare le carte. Wener mostro per primo. 

« Tre cuori, un cinque, un quattro. » commenta, Shulz, facendo il finto deluso.

L'altro ufficiale mostra le carte. Shulz commenta sempre il risultato. Poi è la volta di Friedrich, anche lui non aveva vinto.

« Hoffmann, tocca a lei. »

Metto giù le carte. Non ho alcuna possibilità

« Vediamo...  due K di picche, una donna di cuori e un sette. » dice, ancora, con il suo tono da finto dispiaciuto.

« Signori, è stato bello giocare con voi, sul serio. Ma... » mostra le sue carte.

Rimaniamo tutti sbalorditi. Merda! Shulz aveva un asso, una K, una Q, una J, e un dieci. Tutte nere.

« Scala reale. » dice, soddisfatto. E prende con sé tutte le fischer. Io e gli altri paghiamo la somma scommessa è la diamo a Shulz.

Io, Friedrich e gli ce ne andiamo. Ma prima Shulz, mi chiama.  « Hoffmann. » mi giro. « È stato bello giocare con lei. Spero in un'altra partita. »

Sorrido e me ne vado. Io e Friedrich, salutiamo gli altri due ufficiali. Friedrich mi tiene il broncio.

« Hai intenzione di non parlarmi per molto? »

« Fanculo! Lo sapevo, che andava a finire così. »

« Sai con chi andavamo a giocare. La prossima volta, fai come me, punta basso. »

Accompagno Friedrich al dormitorio. « Tu che fai, adesso? »

« Io? Andrò a casa. Sono molto stanco. » guardo l'orologio che avevo al polso. Era l'una di notte.

« Anche io sono stanco. Ci vediamo domani  mattina. »

« A domani. »

****

Pargheggio l'auto sul vialetto di casa. Hellen starà dormendo in questo momento.  Entro e vado subito al piano di sopra. La stanza della camera da letto, era illuminata.
Quando entro, trovo Hellen che stava leggendo un libro.

« Ehy. » mi sorride. 

« Sei ancora sveglia. » le dico, sedendomi, vicino a lei, sul letto.

« Sì. Non ho molto sonno. »

« Stai bene? »

Annuisce sorridendo. Prendo la sua mano e le bacio il palmo.

« Solo che non mi fa chiudere occhio. » guarda verso il basso. La pancia era enorme. Mi sdraio e poggio la testa sul ventre, e inizio a baciarlo.

« Non vuoi far dormire la mamma, eh. » Sento Hellen,  che mi accarezza I capelli. La lascio fare.

« Philipp, puzzi come una ciminiera. »

« Lo so. Fino a poco fa, ero con Friedrich, Werner, Schmidt e Shulz. »

Hellen, ridacchia e sospira.  « Quanto hai perso? »

« Non più di cento reichsmark. »

« Philipp, non appena il bambino nascerà,  non giocherai a Poker,  non è vero? »

« Perchè? »

« Perchè quei soldi ci serviranno per il bambino e non mi va che tu li dia così facilmente a Shulz. »

« Ci saranno i soldi per il bambino, non ti preoccupare. » mi levo gli stivali e mi sdraio accanto a lei, e l'abbraccio.  Le accarezzo i capelli. Avevo dimenticato quanto fossero così morbidi. Hellen appoggia la testa sul mio petto.

« Ci credi che stiamo per diventare genitori. » mi dice.

« No, e non vedo l'ora. »

Poi, Hellen mi chiede una cosa del tutto inaspettata:

« Hai rivisto quell'ebrea? »

« No. » le rispondo.

« Meglio così.  Te lo avevo detto che non c'era da fidarsi. Sono tutte uguali. Cosa le farai se la incontrerai di nuovo? »

« Sarà meglio per lei che non succeda. Altrimenti, non esitero ad ucciderla. » non so dove esca, tutto questo odio. Ma il mio rancore verso Miriam non era rimasto immutato.

Hellen si mette sopra di me e mi fissa negli occhi. « Eccolo il mio tedesco. Ora ti riconosco. Ti ha preso in giro e la deve pagare cara. » le sue labbra erano vicino alle mie. « Faresti una cosa per me? »

« Sì... »

« Tu sei Philipp Hoffmann. Tu non aspetti il destino, per poter uccidere qualcuno. »

« Hai ragione. »

Hellen mi guarda intensamente negli occhi e mi fa una proposta che mi lascia senza parole.

« Allora, va a cercare l'ebrea e uccidila. Uccidila, fagliela pagare per ciò ti ha fatto.  » mi supplica. 

Una volta non avrei esitato, ma adesso era diverso. Non avrei potuto. Sono sul punto di baciarla, quando lei mi ferma.

« Come puoi rimanere così tranquillo? Devi fargliela pagare. Fallo per te stesso, per il tuo orgoglio... per il bambino. Se vuoi tornare a stare con me devi ucciderla. Uccidi l'ebrea. »

Hellen non aveva tutti i torti. Una volta, chi mi faceva un torto, non la passava liscia. Così le dico la mia decisione:

« Che cosa devo fare? »

« Uccidila nel modo più atroce e crudele che conosci. E sarai di nuvole te stesso. Sarai di nuovo Philipp Hoffmann. » Hellen sfoggia un ghigno crudele. 

« Sì... lo farò. » le prendo il viso e la bacio con passione. Se avrei potuto, l'avrei fatta mia. « La uccidero. Per te. »

Hellen mi morde il labbro. « Il mio tedesco. » asima.

Le sfilo la camicia da notte, facendola rimanere nuda. Il suo petto era gonfio, per via del latte.
Hellen mi leva l'uniforme, rimanendo, anche io, completamente nudo. Mi metto girato, di fianco a lei. E la bacio di nuovo. Hellen tocca senza ritegno il mio cazzo. Ed inzia ad accarezzarlo. Io faccio lo stesso con la sua intimità. 

Hellen geme e grida. Levo le mie dita e le infilo nella sua bocca. Quando le tiro fuori.  Sussurro fra le sue labbra:

« Non ti lascerò mai più. » e la bacio.

Sì, sono tornatoDomani, avrei ucciso l'ebrea. Era solo questione di tempo. Dentro di me esplode un incendio. Domani quella puttana non avrà scampo. Avrei cercato in ogni angolo del campo, e quando la troverò, farebbe meglio a non essere mai nata.

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Spero che vi piaccia :) ditemelo scrivendo un commento 💓
Ringrazio chi : vota, commenta o legge ❤
Ok, non sclerate. Philipp è un tantino diventato di nuovo uno stronzo. Peggio di prima, ma vedremo come andrà a finire,  secondo voi lo farà
Il prossimo capitolo sarà un Miriam pov ❤
Aggiornerò il più presto possibile ❤
Un megabacione
Noemi 💜








Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro