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Capitolo 27

Canzoni per il capitolo:

Let You Love Me- Rita Ora

9 crimes- Dramien Rice

*Miriam's Pov*

Tornata nel Kanada, svolgo il mio solito lavoro, quando sento qualcuno abbracciarmi da dietro.

Sorrido d'istinto. Era solamente mezzogiorno. Non sapevo che avesse finito così presto con il trasloco.

Mi giro per poterlo baciare. Ma quando, vedo Simon, ho un colpo al cuore. Si avvicina alle mie labbra e mi bacia.

Mi sento uno schifo.

« Sei tu.. » cerco di assumere un'aria felice.

« Chi ti aspettavi che fossi? »

« Nessuno. » cerco di rimediare. « Avevo paura che fossi un Kapò. »

« E invece sono io. »

« Simon, dovremmo stare attenti. Non è sicuro. Vederci così frequentemente è pericoloso. » Non lo dico solamente, perché avevo paura che ci scoprissero, ma adesso che sono, di nuovo, insieme a Philipp e lui ci avrebbe visto in atteggiamenti intimi, non so come avrebbe potuto reagire.

Ricordo la sua gelosia. E ho in mente l'immagine di Simon, sdraiato a terra e coperto di sangue. Non avrebbe potuto neanche difendersi. Simon ha un fisico non del tutto muscoloso.
Invece, Philipp lo aveva eccome... lo ucciderebbe. caccio via questo pensiero. È orribile.

« Tranquilla. Non per questo pago Gertrude, per farci da vedetta. » mi dice, sicuro di se.

Certo.

Simon mi bacia di nuovo. E io non glielo nego. La sua lingua si muove con calma ed era delicata bei movimenti. Non c'è fretta.
Sento uno dei bottoni della camicetta, sciogliersi è così anche un altro. Finché non sento la sua mano, toccarmi il petto.

Ho un gemito. La sua mano accarezza il seno, con timidezza. Mi viene da ridere. Non è esperto. Ma non mi importa. Mi piace lo stesso. Continua ad accarezzarmi.

Noto un leggero dispiacere nel vedere che non mi tortura i capezzoli. Philipp lo faceva sempre e a me piaceva.
Senza renderne conto, glie lo dico ad alta voce, in un sussurro:

« Torturami il capezzolo. »

A questa richiesta, noto che, le sue guance hanno assunto un rosso appena visibile.

« Ma, Miriam... »

« Ti prego. » glie lo dico, supplicando.

« Ma così ti farò male.»

Lui non è come Philipp. Simon è dolce, delicato e gentile.
Philipp era lussuria, passionale, violento, ma bello.

Ho una leggera tristezza. Ma quando Simon la nota, mi accontenta. Le sue dita stringono il mio capezzolo. Chiudo gli occhi e mando la testa all'indietro, gemendo.

« S-s.. stringilo a-ancora di più .» mormoro, eccitata.

Quasi mi vergogno. Perché in questi momenti non mi riconosco più.
Simon, questa volta lo fa, senza dirmi nulla. Vedendo che la cosa mi piace.

Le sue dita, stringono il mio capezzolo in una morsa letale. Quasi da staccarmelo.
Prima che potessi urlare, Simon, quasi s'istinto, mi mette una mano sopra la bocca. Lancio un urlo soffocato.

Allenta la presa. Ma io gli dico subito, di stringerlo di nuovo. Sotto di me, più giù, sotto il mio ventre, sento che di lì a poco, sta per esplodere una diga.

D'istinto, faccio scivolare la mia mano sotto le mutandine e inizio a giocare con quel piccolo bottone di carne. Philipp mi torturava anche questo, a volte anche con i denti. A questo pensiero, mi tremano le gambe dal piacere.

Simon ancora mi tiene, la mano davanti alla bocca. Gemiti e urli soffocati. Apro di poco gli occhi e vedo Simon. O meglio quello che aveva sotto.

La sua parte intima era gonfia. Ormai ero fuori controllo, che mi era difficile poter tornare indietro.

Mi levo la camicetta è il reggiseno, insieme ai pantaloni e le mutandine. Rimanendo completamente nuda.
Ora che ci penso, Simon era la prima volta che mi veda priva di veli.

Metto la mano sopra la parte gonfia e inizio ad accarezzarlo. Anche lui inizia a genere. Gli tolgo, la giacca a righe. Anche per me era la prima volta, con lui.

Il suo petto era asciutto e snello. Provo di muscoli. Lo accarezzo senza staccargli gli occhi di dosso. Inizio a baciargli il petto. La mia lingua gli accarezza l'addome fino ad arrivare all'elastico dei pantaloni.
Qui, con mio dispiacere, Simon mi ferma.

« Aspetta.. .» cerca di riprendere fiato.

« Non capisco, non mi vuoi? »

« Sì che ti voglio. Ma vedi, avrei preferito farlo in altre circostanze. E sopratutto in un luogo diverso. »

Ha paura. Anche io ne avevo. Mi alzo in piedi e lo guardò dritto meglio occhi.

« Ogni momento, potrebbe essere l'ultimo. »

Simon mi risponde con un bacio. Adesso non si torna più indietro. Gli sfilo i pantaloni e lo prendo in mano. Il tutto viene in automatico.

Quando è pronto. Mi sdraio sopra una pila di vestiti. Simon è sopra di me. Trema. Gli accarezzo i capelli per tranquillizzarlo. Avevo paura anche io.

« Se ti faccio male, dimmelo... » mi sussurra, vicino all'orecchio.

La mia mente è annebbiata. Gli rispondo con un semplice gemito. In un attimo, Simon è dentro di me. Si muove dolcemente e con insicurezza. Per facilitarlo, muovo il bacino.

Ormai è fatta. Simon Inizia a prenderci la mano. Adesso sa come funziona. Le spinte diventano rapide e veloci. Non sento più la nota di insicurezza che, poco prima lo avvolgeva. Copriamo i nostri gemiti con i baci.

« M-Miriam... » sussurra.

Lo sento esplodere dentro di me. Ormai è fatta. Simon scivola via da sopra di me. Un attimo dopo, siamo abbracciati l'una vicino all'altra.

« Com'è stato? » mi chiede, timidamente.

« Bellissimo. » lo bacio sulla guancia.

« Sono felice. Anche per me lo è stato. Non sapevo che si potesse provare una sensazione del genere. »

Io sì. Lo sapevo eccome. Ma non dico nulla.
Simon mi accarezza i capelli e questo gesto mi rilassa. Anche Philipp lo faceva.

Devo smetterla di pensare a Lui! Quando lo faccio è come se facessi del torto a Simon. Come se non glie l'avessi già fatto abbastanza. È come se non lo rispettassi.

« Sono felice anche per in altra cosa. » emerge.

Lo guardo incuriosita, di sapere che cosa.

« Almeno sono stato io il primo. »

Ho un conato. Rimorso. Rimorso. Tremendo rimorso.

Mi alzo e prendo la camicetta e la infilo, nervosamente.

« Anche tu lo sei  stato per me. »

« Sai, magari la prossima volta, quando lo rifaremo, Saremo: sposati, abiteremo in una casa tutta nostra in Israele e avremo dei bambini. » mi dice, entusiasta.
Si alza anche lui, e inizia a vestirsi.

Rimorsi. Ancora rimorsi.

« Poi, sei piena di sorprese. » Simon continua a parlare, mentre io, mi sbrigo a vestirmi.

« Ah sì? »

« Sì. Non credevo che ti piacesse farlo così. »

« Così, come? »

« Violento. Non è da te. Credevo che volessi una prima volta, con modi dolci e carezze.. ma forse, non lo avevo mai saputo, perché sono dei desideri che tieni nascosto dentro. »

In realtà ero dai modi "dolci e carezze" Prima che arrivasse Philipp e mi facesse scoprire come si può raggiungere il piacere puro, con modi rozzi.

« Già. Non lo sapevo neanche io. Forse sono usciti fuori all'improvviso. » cerco di chiudere il discorso. Il mio pensiero era di tornare immediatamente a lavorare, prima che succeda un disastro.

Mi avvicino al tavolo, e continuo a esaminare gli oggetti, quando Simon parla di nuovo. Il suo tono mi fa sudare freddo:

« Miriam, non sarò un esperto in materia, ma quando una ragazza ha un primo rapporto non dovrebbe uscire del sangue? »

Non rispondo. Rimango a fissare gli oggetti, sperando che, forse, questa frase me la sia immaginata.

« Credevo che non avessimo sporcato i vestiti, ma anche sul mio ecco... » mi viene un po' da ridere, quando si ferma,  alla parola "Cazzo" non riesce ad essere sboccato. Non è come Philipp.

Di nuovo! Basta! 

Mi volto verso di lui. Aveva i vestiti in mano. Ora che faccio? Simon continua:

« Credevo che ce lo avessi sporco, invece... » fa una breve pausa. « Miriam, non sono stato io il primo, non è vero? »

Quanto vorrei che fosse vero. Ma come potevo dirgli la verità? Provo la via della negazione.

« Ma che dici, certo che sei stato tu il primo. D'altronde con chi altri avrei potuto farlo? È probabilmente il sangue non è uscito, perché capita a volte, che non esca. » cerco di essere il più normale possibile.

Ma Simon mi guarda ancora con sospetto, finché non esplode.

« Non mentirmi, Miriam! Non a me. »

È inutile. Ci conosciamo troppo bene. Don da quando eravamo piccoli. Sapeva perfettamente quando mentivo e quando no.

Ormai, non so cosa fare. Sento una lacrima solcarmi la guancia. Non mi piace questa sensazione di soffocamento. Sono i rimorsi che tornano a galla.

« Chi è? »

Simon ripete la frase con tono deciso e serio, da farmi rabbrividire:

« Miriam, te lo dico un'altro volta. Chi è stato il primo? »

Note d'autrice:
Sono un fenomeno sempre all'ultimo aggiorno 😂
Questo capitolo mi è piaciuto spero anche a voi. Scusate ancora per il ritardo💕 ringrazio al solito tutti quanti.
Ci vediamo al prossimo capitolo
Un megabacione
Noemi 💕

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