Capitolo 12
Le canzoni di questo capitolo sono :
• Lorenzo Licitra - In The Name Of Love
• Young Summer - We Could Be The Heroes
*Miriam's Pov *
Gertrude mi ha mandata a smistare gli oggetti. La cosa non mi dispiace affatto, perché potevo vedere Simon senza alcun problema.
Questo, era l'unico modo che avevamo per poterci vedere, senza rischi.
Qualche volta, Simon, ruba di nascosto dei dolcetti o qualche altra cosa da mangiare e rimaniamo qui a rimpizzarci.
« Dovresti fare attenzione. Qualcuno potrebbe scoprirti. » lo avverto, mentre prendo un biscotto al cioccolato.
« Tranquilla. So come muovermi. Non sono l'unico, sai. Il Kapò della nostra baracca sà tutto. Traffichiamo la roba, al campo. »
« Sarà. Ma devi stare attento lo stesso. » non bisogna mai abbassare la guardia. Mi preoccupa il fatto che potrebbe accadergli qualcosa. Ma lui sembra così sicuro di sé. Questo, un po, mi da sollievo, perché la sua sicurezza mi fa sentire forte.
« Questi biscotti sono buonissimi. » faccio un'osservazione.
« Vero. Provengono da una pasticceria olandese. »
« Ti ricordi i dolci che mangiavamo in pasticceria, vicino casa mia? »
« Sì, mi ricordo. Erano buonissimi. Quel panificio fa i migliori dolci di tutta Parigi. »
Assumo uno sguardo triste. Pensare alle nostre giornate di qualche anno fa, mi rende giù di corda.
« Ti manca Parigi? » gli chiedo.
« Mmm... Sì e No. Insomma, è la città dove sono nato e cresciuto. È casa mia, ma non la sento tale. »
« Che vuoi dire? »
Simon rimane per un attimo in silenzio a fissare il vuoto. Il pezzo di biscotto che avevo in bocca, fatica ad andare giù.
« Non te ne ho mai parlato. » inzia sussurrando. « Quando la guerra sarà finita, io non tornerò a Parigi. »
Questa rivelazione, mi lascia a dir poco confusa. « Ma hai appena detto... »
« Lo so, ma vedi, Miriam, quella non è casa nostra. È una città che ci ha ospitato, non solo noi, ma anche le nostre famiglie da parecchie generazioni. Andrò a vivere in Israele. Potresti venire anche tu. » mi dice, infine.
Finalmente il boccone tanto agoniato, scivola giù verso la gola. Questa richiesta mi ha preso piuttosto in contropiede.
« Cosa? In Israele? »
« Miriam, ma non capisci? Lì non verremo descriminati da nessuno. È la nostra terra natia. Le nostre origini, la nostra cultura, il nostro popolo... Sono nati in quella terra. »
« Non hai tutti i torti. » non era una decisione da prendere alla leggera. Vivere in Israele... come è strano, se penso che solamente due mesi fa, io e Philipp sognavamo un futuro insieme.
Simon mi guarda. I suoi occhi speranzosi, mi infondo coraggio e rispondo senza esitare:
« Perchè, no? Hai ragione. È la nostra casa. I miei ne saranno felici. »
Le sue braccia mi avvolgono in un caldo abbraccio. Era quello che volevo? Andare a vivere in Israele con lui? Certo che Sì.
« Vedrai, ce la caveremo e quando saremo lì, non dovrai preoccuparti di nulla. »
Questa non me l'aspettavo davvero. Simon stava parlando al plurale. Io e lui? Ho un brivido. Allora papà aveva ragione. Simon è cotto di me. Oh no... Dove trovo il coraggio di dirgli la verità? La mia storia con Philipp era appena finita ed è stato molto doloroso per me. Simon era così carino e gentile. Non voglio ferire i suoi sentimenti.
« Simon sei così premuroso e gentile, dico davvero. » gli Sorrido.
Le sue guance assumono un colore viola porpora. Non me lo aspettavo questa reazione.
« D-dici sul serio? » sussurra, nervoso.
Annuisco. « So che cosa provi per me. » adesso inzio anche io ad essere nervosa e su di giri.
Simon alle mie parole, pare svenire. « L-lo s-sai? »
« Sì. » sussurro. « E credo di doverti dire che l'idea di andare a vivere in Israele, non mi dispiace affatto, ma... »
« Ma cosa? »
Ingoio la saliva. « Vorrei poterti dire subito di sì. Lo vorrei con tutto il cuore. Sei il mio migliore amico, sei stato al mio fianco nei momenti difficili e non. Non ti sarò mai grata abbastanza, però devo chiarire una cosa, prima di dirti di Sì. »
« Oh Miriam. » mi prende le mani. Sono calde e morbide. « È vero. Provo qualcosa per te. Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo prima. Ma quando le nostre vite sono state stravolte, solo allora ho capito quanto sono stato idiota. Quando ci siamo separati al binario, credevo di non rivederti mai più. Ma non è stato così. Ora non voglio più nasconderlo. »
Il cuore mi batte forte. Non riuscivo a crederci. Non l'ho mai visto così deciso. Simon mi accarezza la guancia e non capisco il perchè, ma anche il mio cuore inzia a battere forte.
« Miriam, ti amo. Ti amo e ti ho sempre amata. Rispettero la tua decisione. Qualcunque cosa sia, io ti aspetterò e dopo questa guerra... io vorrei sposarti. »
Sposarlo? Non credevo alle mie orecchie. Mi aveva appena chiesto di sposarlo. Ora che ci penso, io e Philipp non ci avevamo mai pensato. Sì, insomma, era impensabile. Come potevamo sposarci? Non dovevamo neanche stare insieme.
Troppe barriere. Philipp era una via complicata, fatta di ostacoli e salite. Invece, il futuro con Simon era roseo. Se lo dovessi immaginare, mi sognerei un prato fiorito con verdi vallate. Tranquillo e armonioso.
Che cosa sto facendo? Sono indecisa?! Per la prima volta il mio cuore era diviso a metà.
Non trovo le parole giuste per dirgli quello che penso, ma prendo coraggio e vado dritta al punto:
« Ti prometto, Simon, non appena avrò risolto questa vicenda, ti dirò la mia risposta. »
***
Simon era andato via da ore. Ormai era quasi notte. Fra non molto dovrei tornare al campo, perciò è meglio se indosso la tunica a righe adesso, così, almeno, non dovrò fare tutto di corsa. Ancora non ci credevo. Simon mi ha fatto la proposta. È incredibile.
Lo ammiro. Era cambiato. Era molto più sicuro di sé stesso. E questo è un bene, vista la situazione in cui ci troviamo.
Adesso, però, sono davanti a un bivio. Ancora provo dei sentimenti verso Philipp, ma tenevo anche a Simon. Come faccio?
Solamente che uno mi vuole morta e sepolta e l'altro sognava di vivere con me in una casa e dei bambini.
Come faccio a prendere una decisione? Non mi ero mai trovata in una situazione simile!
Sono presa talmente tanto dai miei pensieri, che non mi sono accorta di avere in mano un taglierino. Il dolore mi riporta alla realtà.
Accidenti! Per fortuna c'era un secchio d'acqua. Dalla tasca prendo un fazzoletto e lo immergo nell'acqua. Abbasso lo sguardo sulle mia mano che adesso stavo cercando di fermare la fuoriuscita del sangue e, quando un attimo dopo lo tolgo, sobbalzo presa alla sprovvista.
« Carino il tuo nuovo ragazzo. » Sussurra al mio orecchio una voce maligna che conoscevo troppo bene ormai.
Dietro di me, alle spalle, con le mani poggiate ai lati del tavolo da lavoro , c’era Philipp. Portai le mani al petto, avvertendo il battito cardiaco aumentare a causa dello spavento e anche della sua vicinanza improvvisa. Dal riflesso di uno specchio, potevo notare il suo sguardo vagare ingordo lungo tutto il mio corpo.
« Cosa vuoi? » Mi giro di scatto verso di lui, con voce affannata.
Aspetta... cosa? Dove mi è uscito tutto questo coraggio? Madornale sbaglio, Miriam .
Adesso la situazione si complicava, avendolo ad una spanna dal viso. Casualmente, aspiro il suo odore, come facevo un tempo. E ciò mi riportò alla mente ricordi e di conseguenza, malinconia per ciò che ne era rimasto.
Gli occhi di Philipp si alternavano dai miei occhi alle mia bocca. Mentre io ero paralizzata, e lo fissavo semplicemente negli occhi.
Improvvisamente , mi ritrovo le sue labbra contro le mie. Era un contatto violento, quasi irruento. Sento una strana sensazione pervadermi. Era piacere. Quel dannatissimo piacere che solo Philippp era in grado di suscitarmi.
Ma è forse impazzito?! Prima vuole uccidermi e adesso mi bacia?! Ma che problemi ha?
Senza pensarci due volte, senza pensare a tutto il dolore che mi aveva causato ultimamente, presi il suo volto tra le mani. Volevo di più. Mi ero accorta di averne quasi bisogno. Invece, lui di rimando, dopo avermi dato un morso abbastanza rude sul labbro inferiore, infila la sua lingua nella mia bocca inondandomi col suo sapore.
Le sue braccia afferrarono la mia vita e mi portarono più a stretto contatto col suo corpo. Il bacio era quasi rabbioso mentre le sue mani erano ovunque. Mi toccano avidamente. Dal punto vita al seno, dove mi lascia una carezza abbastanza ardente. Inutile dire che ero completamente partecipe al bacio.
Il mio corpo aveva una smisurata urgenza di essere appagato dal suo. Sento stringermi con entrambe le mani il sedere, in modo quasi possessivo. Finché una sua mano non va a posarsi su una coscia e, dopo averla accarezzata, fa pressione portandosela su un fianco. Di conseguenza, fa lo stesso anche con l’altra.
Il mio petto si scontra d’impeto contro il suo e lo sento gemere sulle mia bocca. Dopo aver leccato passionalmente il mio labbro inferiore, con una scia di baci voraci passa al mento. Un morso, due morsi e le sue labbra furono poi sul mio collo. Lo tortura così tanto da lasciar segni, mentre io cerco in tutti i modi di trattenermi dal gemere. Ero in una dolce ed irruenta agonia. D’un tratto, sentp il suo alito contro il mio orecchio.
« Sai che ti prenderei adesso, contro questo tavolo, Jüdin? » Mormora roco, leccando con la punta della lingua il mio lobo.
Mi mordo il labbro facendolo quasi sanguinare. Non rispondo, lascio che le sue mani vagassero sotto la mia tunica a righe. La sua mano, lenta e possessiva, arriva fino all’orlo delle mie mutandine.
« E’ già arrivato a questa meta? » Domanda in un sussurro. Il suo tono era diventato più cattivo. Si stava riferendo a Simon.
Un momento.... Come diavolo fa a sapere di me e Simon?!
Questo mi risveglia dallo stato di torpore in cui ero caduta, la lussuria a cui avevo ceduto a causa di Philipp. Con uno scatto, cerco di allontanarlo spingendo le sue spalle con le mie mani.
« Cosa c’è? » Domanda con voce maliziosa, puntandomi con uno sguardo divertito ma allo stesso tempo nervoso.
« Fammi scendere. » Affermo, cercando di non guardarlo negli occhi. Non molla la presa, ma anzi, le sue mani si infilarono senza preavviso all’interno del mio intimo.
« Philipp! » Urlo stavolta, battendo un colpo contro il suo petto. Mi stavo leggermente spaventando. Nei suoi occhi non riuscivo a scorgere nient’altro che furia.
« Hai paura che il tuo nuovo fidanzatino si arrabbi? Eh? »
Una carezza alle mie parti basse mi fa sussultare e in un attimo, in modo incontrollato, sento scendere le lacrime dai miei occhi. Nello sguardo di Philipp sembra cambiare qualcosa, perché d’improvviso lascia la presa e io mi ritrovo con i piedi a terra. Mi appoggio contro il tavolo dietro di me, mentre lui continua a starmi di fronte con il capo abbassato.
« Ti sei scopato quella donna di mezza età nel tuo ufficio due mesi fa, adesso cosa vuoi da me? E ti ricordo che tra noi è finita. » Il mio tono di voce era basso, ma rabbioso. Dico quella frase tra i denti. Ero tutto così surreale.
Mi stava facendo del male ed io non riuscivo a scappare da lui. Dovevo allontarlo di nuovo, o tutta la commedia che avevo messo in scena, rischia di andare in fumo.
« Tu invece? » Domanda alzando di scatto la testa. « Hai scopato con quel lerciume? » La cattiveria con cui lo disse, mi colpisce letteralmente come un fulmine.
« Con Simon? » Domando di rimando perplessa. « Sei forse impazzito? » In risposta, fa una risatina di scherno. « Ma cosa credi? » La mia voce si alza di qualche ottava. Il mio nervosismo era alle stelle. « Io con Simon non ci ho mai fatto nulla! »
Ma, all’improvviso, sentiamo qualcuno bussare.
« Allora, hai finito? » Era Gertrude. « Dobbiamo tornare al campo. »
« Sì, arrivo subito. » mi affretto a dire. Poi mi rivolgo di nuovo a lui. Cerco di riprendere in mano la situazione.
« Ora devo andare e lasciami in pace. » esco di corsa dalla stanza, senza voltarmi indietro.
Raggiungo le altre e mi metto in fila, e dopo l'appello ci dirigiamo verso il campo. Doveva dimenticarmi. Era per il suo bene.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤ Spero che vi piaccia :) ditemelo scrivendo un commento 💓 Ringrazio chi : vota, commenta o legge ❤
Comunicazione: Aggiornerò ogni venerdì💓
La questione si fa sempre più complicata 😱 vedremo come se la Caveranno 😉
Un megabacione
Noemi 💜
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