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Capitolo 96

Canzoni perk il capitolo :

Just Like You - Louis Tomlinson

Dark Paradise - Lana Del Ray

Penso di nuovo alla mia folle idea. Era già passata una settimana. Ma non mi ero del tutto rassegnata.
Sapevo di rischiare tanto. Ma non era da me nascondere la verità. Dentro di me, provo più volte il discorso. Era difficile trovare le parole giuste.
Non ne avevo parlato né con Rachel né con Lucie.
Sarebbero state sicuramente contrarie di questa scelta.

Rigiro e rigiro il "Brodo nero carbone" che avevo dentro alla gavetta. Avevo rinunciato a mangiare per quasi due giorni, poi avevo messo da parte ogni sofferenza e ho ceduto.
La fame era importante. Non potevo ridurmi pelle e ossa. Almeno, non più del solito.

Non mi schifo neanche delle cimici che vi galleggiavano dentro. Faccio un respiro profondo e bevo un sorso.

Avevo intenzione, anche, di lasciare il Kanada. Era una decisione avventata, ma era l'unico modo per non vederlo e non cadere nella tentazione.
Avrei mandato una ragazza che ne avesse bisogno più di me. Mia sorella o... chiunque altro.

Sarei tornata ai lavori forzati. Ricordo quando,i primi tempi, lavoravo in miniera dalla mattina alla sera.
Ero sporca e scheletrica. Quando era ora di andare a dormire, era difficile, per me addormentarmi, per via dei pidocchi. Li sentivo camminare lungo la schiena. Quella sensazione, era terribile. Anche per via del prurito.
Succhiavano, succhiavano senza interruzione.

Mi vengono i brividi se ci penso.

Avevo dovuto buttare più volte la mia tunica e prenderne una "Nuova" da una mia compagna perita.
Non potrò mai dimenticare quei momenti.
Ora arriverà l'estate. E non so cosa sia peggio se morire di freddo o di caldo.

Mentre me ne sto qui, appollaiata sulla mia cuccetta, la porta della baracca si apre e mi viene un colpo, quando vedo mai madre venire verso di me.
Non ci penso due secondi ad andare da lei.

« Che cosa ci fai qui?! » esclamo, abbracciandola.

Temo che Philipp l'abbia cacciata via.

« L'ufficiale ti ha mandata via? » le chiedo.

« No. » mi accarezza la guancia. « Sono voluta tornare io. Mi mancavate troppo. Tu e Sarah, state bene? » domanda, preoccupata.

« Non avresti dovuto... »

« Che madre sarei, se non provvedo alle mie figlie? »

Mia madre si siede e io con lei. Sono contenta che sia qui, ma adesso? Come farà a reggere i ritmi?

« Comunque io e Sarah stiamo benissimo. » le rispondo. Glie lo dico, con molta sicurezza.

« Ne sono lieta. Ah ti saluta il tuo amico Leonard. Sai, mi ha raccontato di come lo hai difeso da quella ragazza. »

« Hellen? »

« Sì. »

« È stata carina con te? » Doveva. Se aveva fatto qualcosa a mia madre, incinta o no, glie l'avrei fatta pagare.

« Non esattamente. Non mi ha punita, però era molto prepotente e molto egoista. Grazie al cielo le piaceva quello che cucinavo. Leonard mi ha aiutata molto. E poi le nostre stanze. Ho dormito su un letto dopo tanto tempo e le coperte erano morbide e pulite. » mia madre raccontava con entusiasmo ciò che aveva vissuto. Come se, in questo preciso momento, fossimo a casa di Philipp.

« Non dovevi tornare. » la riprendo.

« Miriam ce la caveremo. » il suo tono era dolce.

« No! Tu hai rischiato di morire! Come farai adesso? » esclamo. Lei non capiva la gravità della situazione. Era tornata di sua spontanea volontà. Philipp non l'aveva cacciata, come si può essere stato sconsiderati?

Mia madre assume un aria severa e mi parla con tono molto deciso:

« Miriam, ascoltami bene, non importa. Va bene così. Se dovrò morire, così sia. Ma non abbandonerò te e tua sorella. Non potrei immaginare di vedere le mie figlie in questo stato. Mentre io dovrei stare lì in quella casa per servire una ragazzina viziata e capricciosa. No. E se non sarei tornata? E, se un giorno, qualcuno mi avesse detto che voi due... » smette di parlare e scoppia a piangere. « Che razza di madre sono?! Una madre non dovrebbe assistere alla morte dei propri figli. »

L'abbraccio. Non me lo sarei mai aspettato. La mamma ci voleva bene al tal punto di sacrificare la sua vita, per le sue figlie.

« Mamma, hai ragione. Scusami.. »

Si asciuga le lacrime. « No. Non scusarti. Hai fatto tutto molto per me. »

« Comunque non c'è da preoccuparsi. »

« Che intendi dire? »

« Che non andrai ai lavori forzati. »

La mamma era confusa. « Ma, che hai intenzione di fare? »

« Mamma, prenderai il mio posto nel Kanada. Andrò io ai lavori forzati. »

« Cosa? No, Miriam. Non ti permettero di farlo! » le lacrime di mia madre mi fanno capire quanto, la sto facendo soffrire per questa mia decisione. Ma doveva capire che era per il suo bene, e per il mio.

« Mamma, ragiona! Per quanto tempo resisterai? Questa volta il tuo corpo non c'è la farà! Io ce la farò. Sono giovane e ho un fisico resistente. Me la caverò. »

« Miriam, tu non sai quello che dici! »

« Ho preso la mia decisione. E nessuno mi farà cambiare idea. » ero in removibile.

Mi sdraio e prendo la coperta. Mia madre si sdraia vicino a me. Mi accarezza il braccio e mi sussurra:

« Che cosa ti è successo? »

« Nulla. »

« Non è vero. Ti conosco. Sei mia figlia, non ti ho mai visto così. Stai soffrendo lo so. Tutto questo è ingiusto. Dovresti essere a Parigi: a studiare, uscire con le amiche... il nostro futuro è incerto. Ma, non bisogna mai perdere la fede e la speranza. Dio, non ci abbandonara. Tutto dipende da noi. »

Mi piange il cuore. Dentro di me, soffrivo. Non avevo più la forza di piangere. Vorrei tanto raccontarle tutto, ma non potevo. Non aveva più importanza ormai.
Domani andrò nel Kanada, e dirò a Gertrude la mia decisione. Dopo aver fatto questo andrò da Philipp.
Era un rischio che dovevo correre.

***

Ero appena arrivata nel Kanada, ed ero alla ricerca di Gertrude. Ma non la trovo da nessuna parte.

Non ci credo.

Provo a chiedere ad un'altra Kapò. Ma non tutte erano come Gertrude. Il rischio era che mi avrebbe cacciato in mal modo.
Ma dovevo tentare.

Mentre mi avvicino ad una di loro, faccio un bel respiro. Non vado dalla prima che mi capita a tiro. Conoscevo le Kapò del Kanada. E forse una simile a Gertrude, c'era. Era una ragazza bionda, giovane ed era qui da poco. Gertrude mi disse che era stata assunta perché aveva bisogno di un lavoro sicuro e che guadagnasse abbastanza per mantenere la famiglia. La sua famiglia era povera. Non era una criminale o un assassina. Ogni tanto Gertrude, la riprendeva perché doveva essere più spietata con noi. Ma per quanto ci provasse non ne era capace.
Perciò era la più qualificata per ciò che mi serviva.

« Ciao. » la saluto. Normalmente non mi rivolgo alle Kapò, con così tanta confidenza, ma con lei sapevo che non correvo alcun rischio.

« Che ci fai qui? Dovresti essere a lavorare come tutte le altre. » mi fa notare. Mi veniva da ridere. Cercava di assumere un'espressione cattiva, ma non ci riusciva.

« Volevo sapere dov'è Gertrude. »

« Gertrude non c'è. Ha l'influenza. »

Oh ma bene. Doveva ammalarsi proprio adesso?

« Spero che guarisca presto. »

« Che cosa volevi da lei? »

« Nulla. » Lascio correre.

« Ora torna a lavorare. Non vorrei trattati male. »

« Non sei abbastanza cattiva. »

« No, infatti. » mi risponde. « A dir la verità: Non sapevo che cosa coniata questo lavoro. Mi aveva detto solamente che avrei guadagnato molto, ma ciò che avrei visto qui dentro, non dovevo raccontarlo ad anima viva. Ma non mi immaginavo tutto questo. Non so proprio come fate a resistere. Mi hanno detto che al campo è peggio. »

« Molto peggio te lo assicuro. »

« Ho assisto a cose terribili, anche qui. Ma sono contenta che non mi mandino al campo. Non avrei la forza. Gertrude mi dice di mettere da parte I sentimenti e di fare il mio dovere. Faccio quello che posso ma non sono un mostro. »

« No, non lo sei. » le rivolgo un sorriso.

« Ma devo esserlo. Gertrude mi ha detto che se non lo sono, potrei essere licenziata. O peggio. Cose terribili accadono chi viene cacciato. »

Era vero. Avevo sentito che chiunque veniva licenziato, poteva essere anche ucciso, in modo da Mantenere il silenzio.

Anche loro erano dei prigionieri.

« Sai, anche Gertrude è gentile con noi, ma fa il suo dovere. È una donna forte. » non so perché la sto spingendo ad essere cattiva. Ma non volevo che le accadesse qualcosa. « Fai tesoro, dei suoi consigli. »

« Grazie. Lo terrò a mente. »

« Puoi dirle che l'ho cercata e ho bisogno urgente di parlarle. »

« Glie lo dirò. Ma dovrai aspettare che guarisca. »

« Certo. » non ci voleva.

Prima di andarmene, la ragazza mi ferma. « Aspetta, come ti chiami? »

« Miriam. »

Annuisce e mi lascia andare. Questo cambiava i miei piani. Dovrò restare qui, finché Gertrude non sarà guarita.

E adesso?

Non mi ero dimenticata di dover andare da Philipp. Che cosa gli dirò? Non appena mi incammino verso il suo ufficio penso alle parole che mi ero accuratamente preparata, da una settimana.

Ma le parole saranno servite?

Non lo sapevo. Spero solo che sia ragionevole. E che sia di buon umore. Ma ne dubito.
Saprò la risposta non appena arriverò lì.

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo
Dajeeee e dopo di questo finalmente ci sarà l'epilogo ed è finito😍😭
Come al solito voglio ringraziare: chi vota , commenta o semplicemente legge.
Ditemi che cosa ne pensate con un commento 💓
L'epilogo arriverà entro stasera o domani, non so.
Ps: come canzone per il capitolo, quella di Louis non è molto adatta, ma volevo inserirla perché è appena uscita e mi piace 😍😍😍 😂😂
Un megabacione
Noemi 💜

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