Capitolo 92
Canzoni per il capitolo :
• Ellie Goulding - Your Song.
• Nickelback - Save Me
Di nuovo, mi ritrovo faccia a faccia con la morte. Questa volta, non avevo via di scampo. Speravo con tutto il cuore che Philipp abbassasse la pistola, ma non lo avrebbe mai fatto. Non poteva mettere a repentaglio la sua posizione.
La nostra storia era giunta al termine e non avevo nessun ripianto.
Ma prima che potessi aprire di nuovo gli occhi, Philipp sposta la pistola in direzione di Schöster.
« Fallo e giuro che ti uccido. » lo minaccia.
Sussulto. Philipp si sposta nella mia direzione, dandomi, così, le spalle. Schöster lo guarda come se Philipp, fosse impazzito. È stata una decisione avventata. Stava rischiando la sua carriera e la sua vita per me. Mi avvicino a lui, rimanendo sempre dietro di lui.
« Hoffmann, ma che significa? » gli chiede, Schöster. Era sul punto della pazzia. Non se lo sarebbe mai aspettato. « Voglio una spiegazione! »
« È così evidente, non crede? »
« Oh... amore mio. » gli dico. Non so perché, ma era come se le parole mi uscissero in automatico. Ero contraria a tutto ciò. Philipp, non era stato il solo ad aver ascoltato le mie parole.
« Che cosa... No. Hoffmann... non è possibile. Questo è altotradimento! » esclama.
Ero spaventata a morte. A Philipp sembrava che la situazione non lo toccasse minimamente.
« Io la vedo in un altro modo. »
« Hoffmann, Lei ha tradito la nostra patria, le SS e il Führer! Lei non può dire sul serio. Hoffmann è un'ebrea! Che schifo! » urla.
Mi Stringo più forte a lui. Questa non ci voleva. Tremo. Non devo avere paura. Non devo avere paura.
« Parliamo di Lei, Schöster. So che è stato lei a entrare nel mio ufficio. »
« Notevole. Non la facevo così intelligente. » Ghigna, senza scrupoli.
« Che cosa vuole? » Philipp inzia a perdere la pazienza.
« Avrei scommesso qualsiasi cifra che lei nascondesse qualcosa. Come il fatto di portarsi a letto quella feccia. Questo fa di lei un traditore. » mi indica.
« Io non ho tradito nessuno! Ho sempre eseguito gli ordini. Ho sempre fatto il mio dovere verso: La patria e verso Il Führer. »
Schöster aveva sempre quel ghigno agghiacciante. Nessuno dei due, aveva intenzione di darla vinta all'altro. Spero solo che questa conversazione finisca al più presto, o forse no.
« Credevo che questa fosse un'altra giornata noiosa. Ma... » Non smette un solo secondo di fissarmi. « ... per fortuna, le cose si stanno facendo interessanti. »
L'espressione di Philipp, cambia. Stringe i denti ed era molto arrabbiato. « Miriam. Torna verso il passaggio. » mi dice.
« Ma... »
« Subito! »
Non volevo lasciarlo qui. Non posso. Ma Philipp non ammette discussioni. Quando faccio un passo, Schöster spara a un metro di distanza da me, facendomi sobbalzare.
« E tu credi veramente che io la lascerò andare? »
Ho i piedi di piombo. Non riesco a muovermi. Guardo, Philipp. Spero che lui abbia in mente qualcosa.
« Lasciala stare, Schöster! È me che vuoi. »
« Veramente io voglio entrambi. Sarà una vittoria per me uccidervi. » Ride, maligno.
Il cuore mi batte a mille. In quel momento, penso alle persone che mi sono care e a quanto abbia voluto loro bene. Philipp mi sussurra qualcosa vicino all'orecchio.
« Quando ti dico scappa: devi fuggire. Mi hai capito? »
« Io non voglio lasciarti. » mormoro.
« Non preoccuparti per me. »
A malincuore, devo dargli retta. Schoster avanza verso di noi, con aria minacciosa. Philipp inizia a contare:
« Uno... due.... tre! » Philipp spara a bruciapelo a Schöster mancandolo di poco. Per fermarlo,Philipp, si butta su di lui, cercando di bloccarlo.
« Miriam, scappa! »
Faccio come dice. Inizio a correre. Mi inoltro nel bosco e sento degli spari. Ho un fremito.
Philipp... no...
Non avrei mai dovuto lasciarlo da solo!
Dietro di me sento dei passi.mi nascondo in mezzo ai cespugli. Gli alberi non mi erano di aiuto. I loro tronchi erano alti e magri. Non c'era, modo di nascondersi, neanche arrampicandosi.
Respiro pesante. Mi metto una mano davanti alla bocca. Spero che sia Philipp. Poco dopo vedo degli stivali neri. In me, si accende una luce di speranza.
« So che sei, qui. » Schöster cammina come se stesse facendo una passeggiata di piacere. Invece per lui era solo un'altra caccia.
« Non ti vedo, ma posso sentirti. Sento il tuo odore. »
Non muovo un muscolo. Resto in attesa del momento giusto. Appena se ne sarebbe andato sarei scappata a cercare aiuto. No. Non posso abbandonare Philipp.
Schöster continua a parlare.
« Sai, ti ho riconosciuta non appena ti ho vista. Certo ci ho messo un po. Non credi che dovremo smetterla di rincorrerci... Ingrid? So che questo non è il tuo vero nome. Ti chiami: Miriam? Se non sbaglio. Tipico nome ebraico. Mi fa venire il volta stomaco solo a pronunciarlo. » si siede su un tronco. « Io posso stare qui anche tutto il giorno. »
Poi estrae la pistola e inzia a sparare a caso. Mi metto le mani sulle orecchie. È la fine. Dovevo allontanarmi, prima che i suoi colpi, arrivino nel mio nascondiglio. Incomincio a strisciare, allontanandomi.
Ci sto riuscendo. Ma qualcosa mi blocca. Mi volto e vedo lo stivale di Schöster sopra la tunica. Sbianco di colpo. Lui ha il sorriso soddisfatto.
« Eccoti qui. »
« Mi lasci andare! »
« Perchè dovrei? » Ride.
« Dov'è Philipp?! Che cosa gli hai fatto?! » esclamo.
« Il traditore l'ho sistemato. E adesso tocca a te. »
No. Inizio a vedere sfocato. Le lacrime colano lungo le guancie. Philipp... è tutta colpa mia.
Non avrei dovuto lasciarlo da solo!
« Alzati, stregha! » mi ordina.
Faccio come mi dice. Mi asciugo le lacrime. E guardo Schöster con odio. Ora, non ho più paura.
« Sai, ora che ti guardo bene, ho visto un sacco di ebree. Ma mai come te. Sei diversa dalle altre. Il colore della tua pelle. Una bellezza afrodisiaca. Non mi stupisco che l'Hauptsturmführer Hoffmann sia caduto ai tuoi piedi. Le altre hanno la pelle bianca, sono carine, ma mai come te. Forse, questo è un incantesimo che voi ebree fate alle persone. Fate cadere gli uomini ai vostri piedi. Ma questo non funziona come me. Solo con persone deboli, come il tuo amichetto, cascano nel vostro tranello. Non sono da diprezzare, ma bisogna compatirli. »
« Tu non sai niente. Non sai cosa c'era fra me e Philipp. Lui non è come voi! »
« Oh su questo non ho dubbi. Sapevo che aveva una maschera. Sai, io ti sto facendo un favore: Morire qui, o ad Auschwitz. Dove ti bruceranno viva nei forni, o... Perchè no, nella camera a gas. Io, invece, ti offro un semplice colpo in testa. Una morte semplice. Rapida e indolore. »
Lo guardo con disprezzo. Non ho paura di lui. Non ho paura di morire. Se quello che aveva detto, era vero. Philipp adesso era morto e io voglio raggiungerlo. No. Non è possibile che sia morto.
« Ti ammiro, lo sai. Per la prima volta, mi trovo davanti un'ebrea che non ha paura. È un peccato. Oltre che coraggiosa sei anche molto bella. Ma sei pur sempre un'ebrea. Se non lo fossi a quest'ora ti avrei già strappato quella tunica di dosso. » la sua risata maligna mi fa gelare il sangue.
Schöster punta la pistola verso la mia testa. « Adesso, basta. Addio, Ingrid. È stato bello conoscerti. Salutami, Hoffmann. »
Non voglio morire.
Era abbastanza vicino. Non dovevo perdere altro tempo. Raccolgo un po di terra e lancio verso la sua faccia. Schöster indietreggia urlando. Ne approfitto per scappare.
« Ti troverò puttana! » urla.
Corro più veloce che posso. Sono da sola. Dovevo solo contare sulle mie forze, ma se penso che Philipp... Dovevo continuare. Proseguo fino a che non trovo un granaio. Forse qui intorno c'è una fattoria.
Entro. Qui almeno sarò al sicuro. Il granaio era pieno di paia. Alla mia destra, vedo un scala, e salgo. Mi sdraio sulla paglia. Sono esausta. Ma non devo dormire. Schöster potrebbe tornare da un momento all'altro.
In quel momento, penso a Philipp. Non è giusto. Non volevo che andasse a finire così.
Non con una discussione. Se non mi avesse lasciata scappare, a quest'ora sarei morta anche io.
Perchè lo ha fatto? Non dovevo dargli ascolto. Dovevo rimanere con lui!
In quel momento la porta del granaio di apre. Mi sdraio, nascondendomi in mezzo alla paia. Sarà il contadino o peggio... Schöster. Come può avermi trovata in così poco tempo?
Mi dimentico che è un cacciatore.
Non sento più i passi. Resto ferma e immobile. Finchè quella persona non parla. Non credevo di poter risentire di nuovo la sua voce:
« Miriam... Miriam... sei qui? »
Philipp? È lui!
Senza pensarci due volte, esco dal mio nascondiglio. « Philipp! Philipp sono qui! » esclamo, piena di gioia.
Philipp mi raggiunge. Lo abbraccio e non posso fare a meno di baciarlo. « Credevo... Credevo... »
« No, per fortuna. Ma ci è mancato poco. » Philipp, si tocca la spalle emettendo un verso di dolore.
« Sei ferito... »
« Non è niente. Sto bene. »
« No. Non è vero. Fammi vedere. » gli tolgo la giubba e vedo la camicia sporca di sangue.
Lo aveva ferito alla spalla. Bisognava togliere il proiettile e fermare l'afflusso di sangue.
Non potevo fare la prima, ma potevo fare l'altra.
Strappo un pezzo di stoffa della mia tunica e la lego ben stretta alla intorno allaspalla.
« Miriam... mi dispiace tanto... » mi sussurra.
« Tranquillo. Ora non ci pensare. » gli accarezzo I capelli.
« Dannazione! » ringhia fra i denti. « Quel figlio di puttana. Questa me la pagherà! »
« Shhh. » gli sussurro. « Non smetterà di cercarci, non è vero? »
« Lo conosco troppo bene e no. Non smetterà. »
« Porterà con sé i suoi uomini? »
« No. Non gli servono. Può farcela anche da solo. » Philipp si sforza a parlare. Il dolore deve essere lancinante. Lo ammiro per come lo sopporta, senza darlo a vedere.
« Andrà a dire a tutti di noi... Philipp... » dico, disperata.
« No, se lo ammazzo io per prima. »
« Non dire stupidaggini. Così sospetteranno ancora di più, se lo facciamo fuori. E poi dobbiamo tornare subito al campo. Mark deve curarti. »
« Il passaggio è lontano da qui. Ci metteremo troppo tempo. E con Schöster in giro... non sarà facile. E come se non bastasse si sta facendo buio. È meglio rimanere qui per sta notte. »
Annuisco. « Riposati adesso.. »
« Scordatelo. Devo rimanere sveglio, se quel bastardo ci trova in piena notte... » gli arriva un'altra fitta di dolore.
« Non potresti fare niente in queste condizioni. »
« Dimmi... come hai fatto a... »
« Sopravvivere? Il mio istinto a la meglio su di me. La vita è troppo preziosa. Ho subito troppe sofferenze per mollare tutto adesso... ma c'è stato un momento in cui volevo morire. Schöster mi aveva detto che eri morto. Non volevo crederci... » Philipp mi prende la mano e me la bacia.
« Sono qui ora e non ti lascerò. »
Gli Sorrido. Sono contenta che siamo qui sani e salvi. Per ora.
« Che cosa hai in mente di fare? » gli chiedo.
« Non lo so. Ci sto pensando. Miriam, non possiamo lasciarlo vivo. Sa tutto. Dobbiamo ucciderlo, lo capisci? »
Ci rifletto su. « Hai ragione. Dobbiamo ucciderlo. Ma come? Se scopriranno che è scopro e sospetteranno? E se lo trovano morto, indagheranno...» non dovevamo tralasciare questi aspetti.
« Crederanno che sia stati i partigiani. Non è la prima volta che uccidono uno di noi. E sanno che si aggirano per questi boschi. »
Mi sdraio vicino a lui e lo abbraccio. « Rimane ancora il problema della spalla. Qui vicino c'è una fattoria, domani mattina andrò a chiedere aiuto... non esiteranno a aiutare un ufficiale delle SS. »
Philipp si volta verso di me e mi guarda con aria severa:
« Non osare farlo. Mi hai capito? »
« Ma quella pallottola deve essere tolta. Non possiamo aspettare per così troppo tempo. Ti serve un dottore! » cerco di farlo ragionare.
« Potresti toglierla tu. » mi dice.
« Cosa? Io non sono un dottore. »
« L'ultima volta, sei stata brava a cucirmi la ferita. » si riferisce a quando mi aveva salvato dai ladri.
« Ma io... »
« Ho fiducia in te. »
Mi arrendo. Mi alzo e spero di trovare delle pinze. È un granaio, oltre alla paglia, ci devono essere anche degli atrezzi da lavoro. Scendo e cerco fra i vari oggetti. Finalmente trovo delle pinze.
Mi avvicino di nuovo a Philipp. Spero di farcela questa volta.
« Hai un'accendino? »
Philipp annuisce e dalla tasca tira fuori il suo accendino. Accendo la fiamma e disinfetto le pinze.
Aiuto Philipp a togliersi la camicia.
« Tieni. » gli passo un passo di stoffa. Philipp lo mette in bocca, per evitare di urlare. Faccio dei rispiri profondo.
Non l'ho mai fatto prima. Devo farcela.
Infilo le pinze nella carne. Philipp inizia ad urlare. Le mani mi tremano. Non devo distrarmi. Concentrati Miriam.
La pallotta era penetrata in profondità, ma alla fine riesco ad estrarla. Fascio di nuovo la sua spalla.
« È tutto a posto... »
« Sì. Sapevo che ce l'avresti fatta. »
« Questa volta ho avuto paura. »
« Non ho dubitato di te. Mai. »
« Ora devi riposarti. » gli dico, dolcemente.
Philipp si addormenta, poco dopo. Non credo che questa notte avremo avuto sorprese.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤ Spero che vi piaccia :)
ditemelo scrivendo un commento 💓
Mi piace molto questo capitolo. Ho voluto mettere anche un pizzico di azione. Sennò penso che sarebbe stata la solita storia.
Cosa accadrà dopo?
Cercherò di aggiornare il più presto possibile 💓
Vi adoro 💓
Ringrazio chi : vota, commenta o legge. ❤
Un megabacione
Noemi 💜
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro