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Capitolo 85

Canzoni per il capitolo :

• I Need Your Love - Calvin Harris ft Ellie Goulding

• Gimme Love - Ed Sheeran

Io e Philipp ci sediamo al solito posto: Sotto l'albero vicino alla sponda. Mi metto a gambe incrociate, era l'unica posizione comoda in questo momento.
Philipp si sdraia con la schiena appoggiata all corteccia e chiude gli occhi, sotto il mio suggerimento.

Apro il libro e inzio a leggere. Philipp rimane in silenzio ad asoltare, senza interrompermi. Cerco di leggere in modo fluido e corretto. Non era molto difficile per me. Potevo anche leggere ad occhi chiusi. Sapevo a memoria ogni singola parola.
L'inizio mi piaceva molto: la descrizione della casa di bilbo, a che cos'era un Hobbit,la sua famiglia, fino all'incontro con Gandalf e i nani, il viaggio e al temibile Gollum.

Devo amettere che qualche volta, Philipp, mi interrompe per farmi domande o qualche commento.

« Deve avere un immaginazione fervida, questo tizio per aver tirato su una storia così. » commenta.

« Oh è vero. Lo adoro. Grazie a scrittori come lui, riesco a viaggiare con la mente. »

« Vorresti essere altrove, in questo momento? »

« No. Tutto quello che voglio, è praticamente qui. » Sorrido. Mi sdraio vicino a lui e appoggio la mia guancia sul suo petto. Le dita di Philipp mi accarezzano i capelli. Adoravo quando lo faceva. Ha un effetto rilassante.

« Cosa vorresti fare dopo la guerra? »

« Credo che mi atterrò ai miei precedenti progetti. »

« E sarebbero? »

« Voglio continuare a studiare ed andare all'università per diventare maestra. Ma soprattutto vorrei viaggiare. Visitare, posti e luoghi che non ho mai visto. »

« Li vedrai. »

« Mhhh. » mi mordo il labbro. « Lo spero tanto. »

« Mi vorrai con te? »

« Sempre. » Lo bacio sulla guancia. « Potremo anche vivere insieme. » oso dire. Lo avevo detto a bassa voce.

« Che cosa? »

« Niente. » accidenti a me! Ma come vi è venuto in mente?

« No. Ora me lo dici. »

« Non era niente di importate.. »

« Lo decido io se lo era o no. »

« Ecco... ho detto, che forse, potremmo andare a vivere insieme. » mi mordo il labbro.
Lui non mi da subito la risposta, facendomi rimanere sulle spine.

« Perchè no? »

Ho sentito bene?

« Sì. » Mi sorride. « Dove vorresti andare a vivere? »

« Non lo so. Qualsiasi posto per me va bene, basta che siamo insieme. » Lo abbraccio più forte. Per il momento era solo un sogno.

« Però. » dico, all'improvviso. « Ci sarebbe un posto dove vorrei andare. »

« Sentiamo. »

« Vorrei vivere in una casa in campagna. Mi piacerebbe avere un orto dove potremo coltivare le verdure e anche un frutteto dove poter raccogliere le arance, o le pesche. Credi che sia un idea assurda? »

« No. Mi piace molto. Mentre tu sei in casa, badero io all'orto e tutto il resto.
Finita questa stupida guerra, andremo a vivere in una casa in campagna. Te lo prometto. »

Il mio sorriso svanisce. « Philipp, sarebbe meraviglioso. Ma è solo un sogno. »

« Solo se pensi che lo sia. Farei qualsiasi cosa per farsi che si avveri. »

« Lo spero tanto. » mi da un bacio sulla fronte, poi si alza e si toglie la giubba.

« Che fai? »

« Ho voglia di fare un bagno. Ti va? »

Annuisco. Ci spogliamo denudandoci del tutto. Io e Philipp inziamo a fare gli scemi, schizzandoci a vicenda.
Come al solito lui si immerge e sparisce sotto acqua.
Scuoto leggermente la testa.

E mi sdraio sull'acqua, guardando il cielo.
Sento i rumori provenire da sott'acqua, quando chiudo gli occhi sento qualcosa spingermi in alto.

Philipp, con le sue braccia, mi solleva e mi avvolge fra le sue braccia.

« Ehy! »

« Sei mia, Jüdin! » Ride, divertito.

« Non è detto! » esclamo, riempendolo di schizzi.

E scappo, nuoto più veloce che posso fino alla sponda, ma lui è più veloce.
Mi cattura di nuovo e mi bacia e insieme ci immergiamo.
Continuiamo a baciarmi sotto acqua. Ed è meraviglioso. Mi prende per I fianchi e mi solleva un poco, fino a che la sua testa non è all'altezza del mio bacino.
Mi dona dei piccoli baci sul ventre.

Poi mi stacco da lui, e sempre sotto acqua nuoto. I raggi del sole sono deboli qua sotto. Apro di poco gli occhi e vedo la figura di Philipp venirmi incontro. Le nostre labbra si uniscono di nuovo.
Questo bacio era più intenso degli altri due.

Sento il suo membro eretto sfiorarmi la coscia. Riemergo in superficie e faccio un lungo respiro per riprendere fiato.
Dopo due secondi, emerge anche lui.

« Non l'hai mai fatto sotto acqua? » Sghignazza.

« Questa è una domanda che dovrei fare io a te. »

« Hai ragione. No. Non l'ho mai fatto prima. »

« Allora sono la prima. »

« Sì, decisamente. » mi tuffo fra le sue braccia e ci baciamo.

Poi, improvvisamente, Philipp interrompe il bacio.

« Che succede? »

« Shh. Ascolta. » Rimaniamo in silenzio. Io non sentivo niente, se non i soliti rumori del bosco.

In lontananza, sentiamo dei cani abbaiare. Il cuore manca di un battito.

« Philipp... » sussurro, preoccupata.

« Nasconditi, laggiù. Corri! » e nuota verso la riva.

Io, invece, mi vado a nascondere dalla parte opposta del laghetto. C'era degli alberi bassi e i loro rami e i cespugli arrivano fino a toccare l'acqua.
Mi infilo sotto i cespugli.

Da lontano osservo, Philipp vestirsi con estrema velocità.

Aspetta.... I miei vestiti! Oh no!

Ma vedo Philipp nascordeli e metterli via. I cani si fanno sempre più vicini. Quando da lontano spuntano le guardie delle SS con al guinzaglio i cani, avevo il cuore in gola. Non dovrebbero vedermi da qui.
Non muovo un muscolo. Ogni minimo rumore sarebbe stato fatale.
Non riesco a sentire niente a questa lontananza, ma rinosco Schöster.

Oh mio dio. Di nuovo lui!

Era un ossessione e la cosa davvero frustrante non riuscivo a sentire i loro discorsi.
Incominciavo a sentire freddo e i polpastrelli delle dita inziano a insecchirsi.
Quando finalmente se ne va, aspetto cinque minuti prima di tornare alla riva.

Vedo Philipp farmi un cenno. Esco dal mio nascondiglio e nuoto fino alla riva.
Esco fuori dall'acqua, Philipp dalla sua borsa tira fuori un asciugamano e mi copre.
Lo abbraccio.

« Ho avuto tanta paura. »

« Tranquilla. Se n'è andato. » ricambia il mio abbraccio. Mi sento più sicura.

« A che cosa ci faceva qui? Avevi detto che questo posto non era mai pattugliato. »

« Così sembrava. Quel bastardo, era sorpreso quasi quanto me. Mi ha detto che cosa ci facevo al di fuori dell'area del campo. E io gli ho detto: che qui è il posto dove vengo per stare un po da solo. Invece, lui era qui per pattugliare la zona. Dice che in giro ci sono i partigiani. »

« Non credi che si faccia vedere troppo spesso da queste parti? »

Philipp aveva uno sguardo cattivo. « Già. Dovrò informare mio padre. Per il momento, sarebbe meglio non venire qui e tenere gli occhi aperti. »

Annuisco. Quel tipo non mi piaceva affatto. Chissà cosa era capace di fare. Anche se, non avremo dovuto mettere piede nella radura. Un po mi dispiace, ma fino a quando non si risolverà questa situazione, era meglio stare alla larga.

Mi asciugo e prendo i miei vestiti e insieme ci incamminiamo verso il passaggio.

Tornati al campo, Philipp mi chiede se questa sera avrei passato la notte insieme a lui.
Naturalmente, rispondono sì. Ma doveva passare a casa, per vedere come stava Hellen.
Intanto io sarei andata a trovare la mamma. Philipp, prima di andare, mi dice di non dire niente a mia madre del suo nuovo lavoro. Glie lo dirà lui.
Ci diamo un bacio a stampo e ci separiamo.

Mentre vado verso l'infermiera, incontro Rachel. Mi raggiunge di corsa e mi chiama da
Lontano.
Mi fermo per aspettarla.

« Dove vai? »

« Da mia madre. Vuoi venire? »

« Certo. » riprende fiato. « Dov'eri finita? Sei sparita di nuovo. »

« Ero insieme a lui. »

« Ecco spiegato il motivo. Cosa avete fatto? »

« Beh siamo stati nel suo ufficio e abbiamo letto un libro. » faccio la gnorri.

« Avete letto un libro? Sì, certo come no. »

« È la verità. Mi ha chiesto se gli leggessi un libro e abbiamo parlato. Niente di più. » una parte di verità, c'era. Ma non potevo pararle della raduna né tanto meno con l'incontro inaspettato con Schöster.

« Capisco. » Rachel passa ad altro. « E così domani, tua madre ritorna al campo. »

« Non esattamente. »

« Che vuoi dire? » mi chiede, confusa.

« Se te lo dico, giura di non dirglielo. »

Fa il segno della croce sul cuore. « Philipp le ha trovato un lavoro a casa sua. Dovrà aiutare Leonard. e inoltre rimarrà a dormire lì. Non tornerà nella baracca. »

« Beh è un ottima notizia. In parte. »

« Perchè? »

« Dovrà fare da domestica a quell'arpia. » dice, scocciata.

Io lo sono quasi quanto lei. « Lo so, ma almeno sarà al sicuro. »

Arriviamo ai cancelli dell'infermeria. Io e Rachel facciamo vedere il Pass alle guardie ed entriamo.
Rachel non era mai venuta qui. Si guarda intorno. La loro infermeria era diversa dalla nostra.
Attraversiamo il lungo corridoio e entriamo nella stanza, dove c'era la mamma.

« Oh, Miriam. » corro ad abbracciarla. Poi vede Rachel. « Ci sei anche tu. Che bella sorpresa! » esclama, tutta sorridente.

« Vedo che sta benissimo, signora. »

« Molto più che bene. Domani mi dimettono... » aveva un aria triste. « Ma sono contenta. Così potrò stare di nuovo con voi e con tua sorella. Mi manca da morire. Come sta? »

« Benissimo. Anche tu le manchi e non vede l'ora di riabbracciarti. »

« Vedrà domani sarà un gran giorno per lei. » le do una gomitata. Ma quante glie ne dovevo dare?

Mia madre ci guarda, non capendo che cosa volesse dire. « Guarda cosa ti ho portato. » dalla tasca tiro fuori un croissant.

« Mi vizia sempre troppo. » si rivolge a Rachel. Per fortuna, era bastato per distrarla.

« Ah mamma, non ti abbiamo detto una cosa: Domani, a casa del comandante, ci sarà una festa. E io, Rachel, Lucie e altre due nostre compagne siamo state scelte per andarci a lavorare. Non è grandiso! »

La mamma finisce di masticare « Sì, è meraviglioso ragazze. Ma state molto attente. Sarà anche un buon lavoro, ma siamo pur sempre ebree. Non esiteranno a farvi del male. Anche un solo piccolo errore può portare a un pericolo. Potrebbero darvi la colpa anche se non farete niente. »

Le mamme avevano un certo senso per queste cose. E avevano sempre ragione. Ecco perchè bisogna sempre far tesoro dei loro consigli.

« Tranquilla, mamma. Staremo attente. »

La mamma finisce di mangiare il croissant. Poi si alza e va verso la finestra.

« Da una parte, sono stufa di rimanere sempre a letto. Ho perso anche la cognizione del tempo. Che giorno è oggi? »

« Mmmh mi pare... mancano tre giorni a Maggio. »

« Oh di già? Come vola il tempo. »

Già. Eravamo qui da ormai, otto mesi. Era un miracolo che siamo riuscite a durare più del previsto.
Le nostre compagnie che sono venute con noi da Parigi, alcune sono morte dopo due settimane. È terribile.

« Miriam, dovremo andare. È quasi l'ora del coprifuoco. » mi ricorda, Rachel.

« Ha ragione. È ora che andiate. » abbraccio la mamma. Non dovevo essere triste. Perchè sapevo che domani, Philipp sarebbe andato da lei, per portarla a casa sua e lì sarà al sicuro.

« Ti voglio bene, mamma. »

« Anche te ne voglio. Tanto. » mi bacia la fronte.

« Arrivederci, signora. »

« Ciao ragazze. Fate attenzione. »

Ci chiudiamo la porta alle spalle ed usciamo. A metà strada mi fermo.

« Come mai ti sei fermata? »

« Ecco. Io non vengo. Philipp mi ha chiesto se potevo passare la notte insieme a lui. »

« Ahhh è così. Va bene. Allora ci vediamo domani mattina nel Kanada. »

« Sì, a domani. Notte, Rachel. »

« Notte anche te... forse. » e se ne va ridendo.

Scuoto la testa. Era la solita.

Per fortuna, l'ufficio non era molto distante, ma dovevo sbrigarmi lo stesso. Nell'ora dopo il coprifuoco, nessun internato era al sicuro.
Per fortuna, non incontro nessuna guardia.

Quando salgo le scale, senti una voce famigliare.

« Guarda chi si rivede. »

Mi giro e vedo Bruno. Il mio cuore riprende a battere. « Mi ha fatto spaventare. È bello rivederla. »

« Anche per me. Era strano, qui era tutto molto tranquillo, senza di te. »

Sorrido. « Hai finito adesso? »

« Sì. Ho portato la cena All'Hauptsturmführer e adesso, sto andando via. »

« Sa per caso, se è nel suo ufficio? » gli chiedo.

« No. Non lo vedo da due ore. Era passato per dirmi che dovevo preparare la cena per due persone. »

« Va bene. » ero caduta nello sconforto.

« Stia tranquilla. Tornerà. Ora è meglio che mi sbrighi. Il coprifuoco terminara tra pochi minuti. »

« Arrivederci. »

« Arrivederci. » Lo saluto.

Entro in ufficio e vedo la tavola apparecchiata. Ma prima, vado a farmi un bagno caldo.
Mi spoglio e riempio la vasca.
Cerco di sbrigarmi, prima del ritorno di Philipp.
Non appena finisco il bagno. Metto un vestito di cotone azzurro. L'orlo mi arriva fino alle ginocchia. E mi siedo a tavola.

Il mio stomaco incomincia a brontolare. Ma quanto ci mette?
Era passata ormai una mezz'ora e avevo i campi allo stomaco. Aspetto altri venti minuti e incomincio a mangiare.

Che bel modo di passare una serata.

Però che strano. Philipp non mi aveva mai dato buca. Deve essere successo qualcosa, o forse no. Forse Hellen si era sentita male o avrà avuto qualche cotrattempo.
Anche se fosse, avrebbe dovuto avvertirmi. L'orologio segna le undici e mezza.

Ed ero troppo stanca per continuare ad aspettare. La candela, ormai era consumata. Con un soffio, la spengo.
Entro in camera e mi spoglio. Indosso la camicia da notte e mi infilo sotto le lenzuola.
Appoggio la testa sopra il cuscino e chiudo gli occhi.

Domani mattina, dovrà darmi delle spiegazioni.

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo
Spero che vi piaccia :)
Scusate è un tantino lungo 😂 ma vabbe.
Scusate anche per il ritardo 💓
Ma volevo scrivere un cosa almeno decente.
Ringrazio chi vota, commenta o legge.
La storia ha raggiunto 40k visualizzazioni 😍 ma io vi adoro!!!!
Grazie mille a tutti 💓
Ditemi come vi è sembrato questo capitolo
Spero di aggiornare al più presto.
Al prossimo capitolo
Un megabacione
Noemi 💜

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