Capitolo 82
Canzoni per il capitolo :
• Complicated - Avril Lavigne
• This is War - 30 second To Mars
Quelle parole dette con così tanta cattiveria, mi rimbombano in testa. Kerstin era vicino a me e non diceva nulla.
Hellen mi guarda con aria soddisfatta.
Il figlio del comandante....
Ora capisco tutto.
Avevo notato una certa somiglianza e lui lo aveva anche negato. Perchè dirmi una bugia simile?
In lontananza, sentiamo il motore di una macchina. Erano tornati.
« Ma che fortuita circostanza, non trovi? » Hellen mi rivolge un sorriso falso.
Io la guardo in malo modo ed entro dentro casa. Philipp doveva darmi delle spiegazioni.
Il quintetto era appena entrato in casa. Le ragazze rimangono in fondo ad osservare la scena.
Philipp appoggio il capotto sull'attaccapanni e viene verso di me. Stava per abbracciarmi, quando io lo allontano.
Cerco di calmarmi, prima di parlare. « Sai, Gustav questa casa è davvero carina. Ti devo fare i miei complimenti. » Gustav mi guarda come se fossi pazza e gli altri non erano da meno.
« O forse dovrei dire, Philipp. »
Philipp mi guarda senza dire una parola. C'era tensione nell'aria. Ma io non volevo finirla qui. « Allora, una volta per tutte di chi è questa casa? »
« Miriam, non mi sembra... » Philipp cerca di chiudere il discorso, come sempre. Ma stavolta non volevo sentire ragione.
« Di.. chi... è... questa.... Casa... » scandisco, guardando Philipp dritto negli occhi.
Dalla sua parte non ricevevo alcuna risposta. Scuoto la testa e me ne vado in giardino. Dietro di me sento la sua voce:
« Miriam! Miriam aspetta, lascia che ti spieghi! » mi urla dietro.
« Che cosa?! Che cosa vuoi spiegarmi? Che fino adesso non mi hai raccontato altro che bugie?! »
« Non volevo, credimi. Ma pensavo che una cosa come questa non avrebbe avuto nessuna importantanza. »
« Perchè me lo hai tenuto nascosto? »
« Non era importante. »
« Lo era per me. Io ti ho sempre detto tutto, Philipp e tu continui a dirmi bugie. » Era delusa dal suo comportamento. « Sono la tua ragazza... non credi che dovrei sapere che sei il figlio del comandante? » se ci penso mi sembra assurdo. « Hai avuto anche il coraggio di negarlo, quando ti ho fatto notare la vostra somiglianza. »
« Hai ragione. Mi dispiace. »
Mi siedo sulla sedia. Non avevo la forza di reggermi in piedi. Non c'è la facevo più.
Philipp mi prende le mani e mi alza il mento.
« Meine Liebe, non volevo tenertelo nascosto. »
« Ma lo hai fatto. Ci eravamo promessi di dirci tutta la verità. Io.. » mi interrompe.
« Cosa sarebbe cambiato se te lo avessi detto? »
« Nulla. » è vero, ma odio quando mi tiene nascoste le cose.
« Avrei preferito che mio padre si trovasse al fronte. »
« E invece adesso dove si trova? » gli chiedo.
Philipp guarda verso il boschetto alla nostra sinistra. « Per la maggior parte del tempo, si trova al campo. Mentre laggiù, si trova la sua casa. Dove ci abitano: Lui, mia madre, mia sorella e mio fratello. »
« Allora, se questa è casa tua... Perchè abiti in un ufficio. »
« Quando mio padre venne data la promozione e gli è stato ordianto di traferirsi qui, ha trascinato anche me. Certo, non volevo abbandonare la mia vita a Berlino, ma dopo diversi giorni, in cui passavamo la maggior parte del tempo a discutere per telefono, ho deciso di raggiungerlo. »
« Capisco. Te l'ha ordinato. » affermo con abbastanza ovvietà.
« Esatto. Non potevo disubbidire. È pure sempre un mio superiore. »
« Ed è tuo padre. » Sospiro.
« Ma non mi pento di essere venuto qui. Se non lo avessi fatto, non ti avrei mai incontrata. » appoggia la sua fronte contro la mia. Sorrido mordendomi le labbra.
« E io non mi pento... aspetta, non posso dire lo stesso. Sono stata costretta a venire qui. Quindi ti avrei incontrato lo stesso. Ma, ineffetti, se io non avrei seguito la mia famiglia, invece di nascondermi presso una famiglia cattolica, non ti avrei mai incontrato. »
« Così va già meglio. »
Scuoto la testa sorridendo. Mi tuffo fra le sue braccia, facendolo cadere sull'erba. Ci stuzziachiamo a vicenda. Philipp mi intrappola fra le sue braccia. Io per liberarmi, Cerco di fargli il solletico.
Era anche un motivo per scambiarci abbracci.
Mi siedo sopra si lui è lo guardo dritto negli occhi:
« Quello che mi hai detto è tutto? »
« È tutto. »
« Philipp, sicuro? » io un'altra bugia non avrei potuto arreggerla.
« Sicuro. » si alza di scatto e mi bacia.
In quel momento veniamo interotti da Kerstin. Attira la nostra attenzione con un colpo di tosse:
« Se voi due piccioncini avete finito, il pranzo è pronto. »
Philipp mi aiuta ad alzarmi e andiamo verso Kerstin. Non appena siamo davanti a lei, Philipp non perde l'occasione di stuzzicarla e di prenderla in giro. Io gli dico di smetterla.
Il pranzo stava andando decisamente meglio, della cena di ieri sera. Era passata mezz'ora e non ci sono stati litigi.
Hellen si era ritirata prima. Si sentiva poco bene.
A tavola vengono servite salsa di mandorle accompagnata con la carne bianca.
Avevo detto a Leonard che io ero allergica alla frutta secca. Quindi sulla mia carne non c'era la salsa. Philipp, vedendo che sulla mia non c'era nulla, stava per mettermi la salsa. Ma io lo fermo in tempo dicendogli che non mi piaceva.
Non potevo dire che ero allergica, non lì almeno. Ero circondata da ufficiali delle SS che desideravano la mia morte. Non era prudente.
Philipp si congeda. Friedrich si era offerto di accompagnarlo, ma lui voleva stare da solo. Era strano. Ma non gli do peso. Ma gli domando, comunque dove andava. Mi risponde che andava semplicemente al bagno.
Rido sotto i baffi. Mi preoccupo per niente.
Sento I discorsi dei ragazzi. Parlavano di un bordello che apriranno nel campo. Allora le voci erano vere. Era una cosa orribile. Costringere delle ragazze a prostituirsi per il loro svaghi. Ma come avevo sentito, noi ebree eravamo escluse.
Poi la situazione degenera quando, Friedrich lancia un pezzo di pane nei capelli di Kerstin, facendola arrabbiare e Hans prese le sue difese. Lo facevano spesso. Ai ragazzi piaceva stuzzicare le ragazze. Ma poi facevano pace.
Adesso è il momento del dolce. Philipp ancora non era tornato e incominciavo a preoccuparmi. Mi alzo per poterlo andare a chiamare.
Vado a controllare in giardino, ma li non c'era. E neanche in bagno. Controllo in cantina, al piano di sopra e in veranda, Niente.
Stavo per tornare in sala da pranzo, quando dalla cucina sento provenire delle voci.
Rimango nascosta, ma in modo da stare nel raggio di ascolto.
Ho un colpo allo stomaco quando riconosco la voce di Philipp e di Hellen.
Mi affaccio per vedere, facendo sempre, in modo, da non farmi scoprire.
« Perchè hai detto a Miriam che questa è casa mia e che sono il figlio del comandante? » era piuttosto arrabbiato.
« Perchè, non è vero? Che bel modo hai di mentirle. Sai, credevo che ci tenessi veramente a lei, sennò non gli avresti nascosto, una parte della verità. »
« Questi non sono affari tuoi. Le avrei detto tutto, al momento giusto. E poi, da quand'è che ti preoccupi così tanto, per lei? »
Hellen si versa nel calice, del vino rosso. « Non mi importa niente di lei. E, un'altra cosa: Quando le parlarai della racchia? Anche per quello aspetterai il momento giusto? »
La racchia? È un nome in codice? Continuo a sentire.
« Non lo so. »
Hellen ride divertita. « Quando succederà non mi voglio perdere la scena. »
« Tu stanne fuori, è chiaro? »
Poi Hellen beve un sorso di vino e Philipp glie lo toglie. « E Smettila di bere. Non dovresti. Non nelle tue condizioni. » Adesso Philipp cambia tono verso i suoi confronti.
Condizioni? Quale condizioni?
« Le mie condizioni? Adesso ti importa qualcosa di noi? »
« Mi è sempre importato. Se non sbaglio, ti ho dato la possibilità di stabilirti qui. »
« Era tutto perfetto, prima che entrasse quella nella nostra vita. »
« E adesso cosa c'entra? »
« C'entra eccome. Potevamo essere felici. Ma tu hai voluto rovinare tutto. »
« Tra me e te non c'è mai stato niente di serio. Forse, all'inizio, provavo qualcosa. Ma non era abbastanza. » Hellen volta lo sguardo, e Philipp le prende la mano. Sento I miei occhi inumidirsi.
« Voglio che tu sappia, che io ci sarò sempre per voi. Non lascerò ne te, ne mio figlio senza protezione. » e L'abbraccia.
« È frustrante tutto questo. Dover nascondermi senza che qualcuno se ne accorga. Io non mi arrendo, Philipp. So che tu mi ami. Ma non lo vuoi ammettere. Sto aspettando tuo figlio, nostro figlio. » Hellen prende la mano di Philipp e l'appoggia sul suo ventre gonfio.
Philipp non dice nulla. Voglio andarmene per non farmi ancora del male. Ma i miei piedi sono incollati al pavimento.
« Se chiudo gli occhi. Credo di sapere quando lo abbiamo concepito. Quella volta. L'ultima volta che abbiamo scopato, mi hai posseduta come un animale. Anzi, direi più de solito. E sai, a me piaceva tanto. » Hellen gli tocca il membro. « Come ti senti quando lo fai con lei? Te lo succhia come facevo io? La possiedi come facevi con me? Che sapore ha la sua Fighetta ebraica? »
« Adesso basta, Hellen! » le toglie la mano,in modo brusco.
« Menti solo a te stesso. Come lo stai facendo con la tua giudea. »
« Sei tu, che ti autocovinci che... » Hellen lo interrompe.
« ...Almeno io non mento. Allora dimmi, perché, non appena te l'ho toccato, si è subito gonfiato? » Sorride, senza scrupoli. « Vedi non sai resistermi. »
« Questa conversazione, finisce qui. Voglio che sia ben chiaro, che l'unica cosa che ci unisce è nostro figlio. È solo di lui che dobbiamo pensare, in questo momento. Sono stato chiaro? »
Hellen lo guarda negli occhi. E non dice nulla. Ma credo che non si arrendere tanto facilmente.
« Fra non molto tornerò al campo. Non sforzarti, troppo. Voglio che tu rimanga a riposo, o non avrei mandato quell'ebreo per niente. » si riferisce a Leonard. « E tornerò a trovarti, questa sera. »
« A proposito, quell'ebreo questa mattina stava mangiando le nostre scorte di cibo.
L'ho visto che mangiava, senza ritegno. E non è la prima volta che lo fa. Sta togliendo da mangiare a me e al bambino. Voglio che tu faccia qualcosa al riguardo. »
Bugiarda! Leonard non l'aveva fatto di sua spontanea volontà. Non si sarebbe mai azzardato. Che persona meschina!
L'espressione di Philipp cambia. E il suo tono di voce è tagliente e freddo. « Certo. » degrigna i denti ed esce.
Leonard è in pericolo! Devo andare subito da lui. Dove poteva essere?
Provo a vedere in giardino, ma in quel momento, Kerstin viene verso di me.
« Sì può sapere che fine avete fatto? Il vostro dolce è bello che andato. Siamo in salotto andiamo. »
« No, io non posso devo... » ma mi trascina via. « Kerstin davvero, ora non posso proprio.»
« Insisto. Devi cercare di rilassarti. » entrate in salotto mi siedo vicino a lei. Spero che Philipp non faccia qualche pazzia.
I ragazzi bevono come al solito. Non sono concentrata sulle loro conversazioni, ero molto preoccupata per Leonard.
Da fuori, sentiamo il rumore di una macchina. Hans si affaccia alla finestra.
« Merda. » dice.
« Chi è? » Gli chiede, Ingrid.
« Andate a chiamare subito Philipp. » poi si volta verso di me. E sì rivolge a Kerstin « Porta la giudea fuori di qui. »
« Hans, chi è? » interviene, Mark.
« È lui. »
Kerstin diventa agitata all'improvviso. Mi raggiunge a passo spedito e mi prende per mano. Ci dirigiamo verso l'uscita, nel retro.
« Aspetta. Chi è? »
« Meglio che tu non lo sappia. »
Punto i piedi. « Non faccio un altro passo. Prima voglio sapere. »
« Vuoi vivere? »
Quella domanda mi lascia impietrita. Non mi interessava. Avevo affrontato situazioni ben peggiori.
« Io, voglio rimanere. »
« Sei cocciuta, questa lo devo ammettere. » poi chiude la porta. « Ascolta. Se vuoi rimanere devi fare tutto quello che dico, e resta sempre vicino a noi. È chiaro ? »
Annuisco. Kerstin mi porta al piano superiore. Ed entriamo in camera. Chiude la porta. E inizia a frugare nell'armadio.
« Dov'è? Dov'è? » si chiede. Poi prende quella che sembra essere una parrucca e me la porge. « Indossala. »
Mentre la indosso, chiedo a Kerstin a malincuore quello che avevo appena scoperto:
« Tu lo sapevi? Che Hellen e Philipp... »
« Sì... »
« Da quanto tempo è... »
« Sei mesi. Non sai la gioia di Hellen quando lo ha scoperto. » nella sua voce, noto una leggera emozione. « Per lei quel bambino è tutto. Le siamo state tutte vicino. Philipp è particolarmente protettivo nei suoi confronti. Non vuole che accada niente a lei e al suo bambino. »
Mi sento messa da parte, in questo momento. Ero felice anche io. La nascita di un bambino non era una cosa orribile, anzi era un immessa gioia. Ma non avrei voluto scoprirlo in questo modo. Non voglio avercela con lui.
« Che strano. Philipp non me lo ha dato mai a vedere. »
« Quando l'ha saputo era rimasto di sasso. Poi ha fatto una cosa che mai ci saremo aspettati. Ha dato a Hellen tutto ciò di cui lei ha bisogno. Questa casa, la culla e i mobili per la cameretta. Philipp sa nascondere bene le sue emozioni. »
« Ho notato. »
« Dai ora andiamo. »
E insieme scendiamo le scale. Ero curiosa di sapere chi era questo temutissimo ospite di cui tutti avevano timore.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Spero che vi piaccia :)
Waa come vi ha lasciato l'inaspettettata gravidanza di Hellen? E chi è questo ospite?
Spero di aggiornare al più presto.
Ringrazio chi vota, commenta o legge. ❤
Al prossimo capitolo ❤
Un megabacione
Noemi 💜
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