Capitolo 75
Canzoni per il capitolo :
• I Hate You, I Love You - Gnash ft olivia O'Brien
• Bebe Rexha - I Got You
Erano passati ormai dieci minuti, da quando io e Philipp avevamo portato la mamma in infermeria.
Avevo l'ansia. Ancora non riuscivo a crederci. Più passavano i minuti, più la paura saliva.
La porta si apre. Finalmente, Mark esce e ci viene incontro. Stringo forte la mano di Philipp, per farmi coraggio.
« Che cos'ha? » gli chiede Philipp. E gli lo dice in Francese. Io non riuscivo a parlare.
Mark abbassa lo sguardo. Dopo un lungo respiro, risponde:
« Ha... ha il tifo. »
Mi porto la mano sulla bocca. Mi sento svenire. Non è possibile...
« È grave? » chiede, Philipp.
« Abbastanza. Ma si può curare, se è preso in tempo. Sai, il tifo è molto diffuso nel campo. Come la scabbia. E direi che sono ottimi aneddoti per facilitare lo sterminio... »
« Mark! » Philipp lo fulmina.
« Domando scusa. » dice, rivolgendosi a me. Ma dal suo tono di voce, Non credo che siano state delle scuse sincere.
Io non ci faccio caso, non mi importa di queste stupidaggini. Il mio pensiero, in questo momento, era la mamma.
« Qui... qui avete le medicine, per questo tipo di malattia, non è vero? »
« Certo. » risponde, Mark, come se era la cosa più ovvia del mondo. Poi, Mark rivolge a Philipp un ghigno e incomincia a parlare tedesco.
Osservo Philipp. Se aveva l'occasione, protei dire che dai suoi occhi sprizzavano scintille e saette.
« Mark. » dice, con tono freddo.
« Per quanto tempo deve rimanere qui? » mi intrometto. Interrompendo quell'approccio che si era creato fra loro.
« Due settimane. O forse più. »
Annuisco. Il tempo guarisce tutte le ferite.
Entro di nuovo nella stanza. La mamma era lì, ancora avvolta nel sonno. Ora sono molto più tranquilla. Qui è al sicuro. Sarah e le altre faranno delle domande.
Non ci avevo pensato a questo inconveniente.
Devo inventarmi una scusa.
***
Era calata la notte.
Sono sempre rimasta vicino alla mamma. Mark da a me le medicine da somministrarle, in quanto, lei non si sarebbe mai fidata di lui.
Ora dorme. La febbre per fortuna si era abbassata. Le avevo tolto la tunica a righe, per metterle una veste bianca. Pulita e soffice.
Mi appoggio sul bordo del letto e le tenevo la mano.
Nel pomeriggio ero andata dalle altre. Sarah, non vedendo la mamma, si era allarmata.
Le avevo detto una mezza verità: la mamma è infermeria... con Jacob.
Avevo incluso nella menzogna anche: Lucie e Rachel.
Per tenerla lontana, le avevo detto che la mamma aveva il tifo e questa non era affatto una bugia. E doveva stare in quarantena.
Da Bruno, mi sono fatta portare del the caldo, per sciogliermi i nervi.
Veglio sulla mamma, come aveva fatto con me e con Sarah. Quando eravamo piccoline, e una delle due aveva la febbre alta, ci faceva dormire nel lettone con lei e papà. Ad ogni nostra richiesta, lei c'era.
O quando facevo i capricci per prendere la medicina. Sarah la prendeva senza discutere, mentre io non ero esattamente un tipetto molto ubidiente.
La mamma mi doveva attappare il naso per farmela ingoiare e subito dopo bevevo un gran sorso d'acqua.
Erano i miei giorni da incubo. Stare male, voleva dire niente giochi e niente aria aperta. La mia grande consolazione erano i libri.
Anche se non potevo andare fuori a giocare, potevo servirmi della mia immaginazione. Andavo in tanti posti lontani, anche se stavo dentro il letto.
E un'altra cosa che adoravo quando ero malata, era la minestrina con il formaggino.
Ne andavo ghiotta. Ed era l'unica cosa che potevo mandar giù, per via della gola arrossata.
« Come stai? » apro gli occhi. La voce di Philipp mi arriva calda e dolce. Come un vento in un giorno d'estate.
« Bene. Grazie. »
« Non direi. Dovresti riposare. » mi mette le mani sulle spalle. Le accarezzo.
« Se non sbaglio, anche tu eri rimasto sveglio, quando ero io in fin di vita. » me lo ricordo come se fosse ieri.
« Te lo ricordi. »
« Sei stato tu a infondermi coraggio. Sapevo che tu eri qui con me. » gli Sorrido.
Mi alzo e vado verso la finestra. Guardo fuori. Il cielo era privo di nuvole. Limpido e pieno di stelle.
« Ero già perdutamente innamorato di te, anche se non volevo ammetterlo. Non saprei come avrei fatto senza di te. Sono state nottate da incubo. » mi dice, vicino all'orecchio.
« Lo sono state anche per me. » soprattutto per me.
« Ti vorrei con me questa notte... » sussurra.
« Non posso... devo restare con mia madre. Ora più che mai. »
« Lei è al sicuro. »
Scuoto la testa. « Anche io lo vorrei. Tanto. Ma non sarebbe giusto. »
« Allora rimango qui con te. »
« Se mia madre ci vede insieme, le prende un colpo. »
« Come quello che già ha avuto? » Ride sotto i baffi.
Lo fulmino. Lui mi da subito un bacio a stampo.
« Scusami. Pessima battuta. » si toglie il cappotto di pelle. « Ma rimarrò lo stesso. »
« Ma non qui. » do un'occhiata alla mamma. Dorme ancora. Philipp mi prende per mano e andiamo nell'altra stanza.
Ci sdraiamo una accanto all'altra sul letto, guardandoci negli occhi. Gli accarezzo il viso.
« A proposito, non ti ho detto: Com'è andata la cena? » chiedo.
« Una gran rottura di coglioni. »
« Ti sei spiegato alla perfezione. » trattengo una risata. Anche lui ride divertito. Poi torna improvvisamente serio.
« Ti ho pensato molto durante la serata. »
« Davvero? » mi sistemo meglio, piegando il braccio e appoggiando la mano sulla guancia.
« Sì. Volevo lasciare quella stupida cena e tornare da te. »
Mi accoccolo vicino a lui. Alzo la testa in modo da poterlo vedere. Sposto la mia mano verso il suo membro.
« Ti informo che quella è una zona rossa. Basta che ci poggi la mano, per farmelo diventare duro come una roccia. »
Incomincio a massaggiarlo . Sento il suo respiro farsi più intenso e irregolare.
« S... sei ancora in tempo. D... » non lo lascio continuare che gli infilo la mano dentro i boxer e lo accarezzo. Philipp Geme.
« E dimmi a cosa pensavi? »
Philipp era troppo preso dal piacere per rispondermi. Intensifico il movimento stringendolo di più. « Dimmelo. »
« Pensavo a te. Che mi aspettavi sdraiata sul letto, nuda. » dice a fatica.
« Poi? »
« Non appena ti guardo, mi viene duro. E ho una gran voglia di scoparti. »
Dentro di me, sento crescere l'eccitazione. Ma cerco di mantenere il controllo. Sono io che conduco il gioco. Mi piaceva sottometterlo.
« Continua. »
« Mi tolgo i vestiti. Ti salto adosso e con una botta te lo infilo dentro. Spingo sempre più in profondità, fino a che non mi supplichi di smettere. »
Sorrido. « Ma tu non mi ascolti, non è vero? »
Ghigna. « Ovviamente, no. »
Lascio andare il mio giocattolo. Philipp mi guarda come se fossi impazzita. Ma avevo qualcosa in mente.
Sul tavolino c'erano due bottiglie di Whisky. Riempio il bicchiere e lo bevo tutto d'un sorso, senza mandarlo giù.
La sua asta era lì. Dritta e dura. Senza pensarci lo infilo in bocca, facendo attenzione a non far uscire il whisky.
Philipp stringe le lenzuola e mando la testa all'indietro. « Oh merda! Merda! »
Io non lo ascoltavo. Continuo a donargli piacere, senza preoccuparmi di cosa stesse sentendo. La mia mente era annebbiata. Non pensavo a nulla, se non al piacere più estremo.
« Brava, così.. » Philipp mi mette una mano dietro la testa e asseconda i miei movimenti.
« Ho sempre saputo, fin dal primo giorno, che desideravi il mio cazzo ariano. »
Questa volta, Philipp da una botta violenta che mi lascia di stucco. Sento la punta del suo membro sfiorarmi la gola.
Le mie dita affondano nelle lenzuola. Cerco di staccarmi, ma Philipp me lo impediva. Mi aveva attappare persino il naso. Stavo soffocando.
Philipp continua a spingere sempre di più. Sono costretta ad aprire la bocca, facendo così uscire un po di Whisky.
Ero allo stremo. Adesso la punta era arrivata in fondo alla mia gola. Non riesco più a respirare. Emetto suoni deprolevoli. Lacrimavo ed ero paonazza.
Quando, finalmente, Philipp mi lascia incomincio a tossire. Gran parte del Whisky esce bagnando le lenzuola e i pantaloni di Philipp. Mi sdraio a pancia in su, continuando a tossire e cerco di riprendermi.
Lo sguardo di Philipp era serio e glaciale. Aveva il respiro affannato. Si alza lasciandomi sul letto. Giro di poco la testa e vedo che riempi un altro di bicchiere di Whisky. Torna di nuovo vicino a me con il bicchiere e lo appoggia sulle mie labbra incitandomi a berlo di nuovo.
La mia bocca è di nuovo invasa dall'alcool. La gola mi brucia. Ma non mi sono mai sentita più viva.
Philipp è sopra di me. E mi guarda dall'alto. Il suo membro è vicino al mio viso.
« E così ti piace giocare? » dice in tono di sfida. « Beh anche a me! » esclama, mettendo di nuovo la sua asta dentro la mia bocca.
Ho tutto il peso di Philipp concentrato sulla mia bocca. Chiudo gli occhi. Le miei mani si aggrappano ai suoi pantaloni. I suoi movimenti sono sempre più violenti. Con l'ultima spinta, lo sento di nuovo in fondo alla gola.
Ero allo stremo delle mie forze. Non riuscivo a sentire le parole di Philipp. Ma riconosco una serie smisurate di porcate.
Mi attappa nuovamente il naso. Philipp incomincia, di nuovo, a muoversi, ma questa volta con piccoli movimenti.
Dalla sua bocca esce un gemito e all'improvviso la mia bocca è invasa da un sapore salato mescolato all'alcol. Era venuto. Si sdraia esausto e non posso fare a meno di notare che il suo membro si muove, senza che io o lui lo toccassimo.
Philipp mi bacia, assaporando anche lui il suo seme e il Whisk. Non avevo mai provato nulla del genere. Era stato bellissimo. Violento. Ma bellissimo.
« Scusami, se sono stato rozzo. Ma, in questi momenti, perdo la testa. »
« Va bene. È tutto apposto. » gli rispondo, comprensiva. « Mi piaci quando perdi la testa. »
Dico, infine in modo seducente.
Lui fa un mezzo sorriso, sussultando. « Troverò un modo per ricambiarti il favore. » si lecca le labbra. « Però non sapevo che il mio sperma avesse un buon sapore. »
Ridacchio. « Dai, piantala. »
« Mi ci vorrebbe una bella sigaretta, in questo momento. »
Mi alzo e mi sistemo la camicetta. Philipp, intanto, si sistema anche lui, mettendo di nuovo il suo membro nei boxer. Poco dopo si accende una sigaretta.
Io vado a scicquarmi il viso. Ero orribile. Avevo le labbra gonfie ed ero bordeaux. Quando l'acqua fresca solca le mie guancie, sento un lieve sollievo.
« Ti giuro, se dovessi mettere in classifica tutte le ragazze che, fino a questo momento, mi hanno fatto un pompino, tu saresti la prima. »
« Sul serio? »
Aspira. « Nessuna mi ha mai succhiato il cazzo, come lo hai fatto tu, adesso. »
« Oh. Beh, ti ringrazio. Vuol dire che ho un'altra dote. »
Ride. « Altroche. » ispira. « Ora che ci penso, forse solo una ci si è avvicinata. »
Chiudo gli occhi. Non dire quel nome. Se era come pensavo.
« Hellen. Una volta, sembrava quasi che1 me lo volesse mangiare. »
Le mani mi tremano. Non può averlo detto sul serio, non dopo quello che avevamo appena fatto.
Mi giro verso di lui, incenerendolo. « Sei proprio uno stronzo. »
« Perchè che ho fatto? » esclama, come se non sapesse.
Vado verso la porta. Philipp mi raggiunge, fermandomi. « Perché sei arrabbiata? »
« Continui ancora a parlare di lei! »
« Io... non me ne sono reso conto, ero troppo preso. Miriam, ti prego. »
« Forse è meglio che ci ripensi. »
« Cosa? »
Chiudo gli occhi. Devo dirglielo.
« Hellen ti ha lasciato un biglietto dentro il cassetto della scrivania. Una foto, dove voi due... » mi veniva da piangere. « E ti ha anche lasciato un messaggio. »
« Hai frugato fra le mie cose?! » Adesso ero lui, quello incazzato nero.
« Io mi dispiace, ma mentre cercavo le tue sigarette, ho trovato quella bustina. »
« Questo non ti dava il diritto di guardare! » tuona.
Mi ricompongo. E lo affronto a testa alta. Se vuole intimorirmi si sbaglia di grosso. « E allora io?! Non immagini come mi sono sentita, vedendo quella foto?! Dopo quello che avevamo appena fatto! »
« Stai diventando troppo paranoica. »
« Io?! Tu pensi ancora a lei. Che cosa avete fatto tre sere fa?! »
Philipp non risponde. Il cuore incomincia a correre. Poi, prima che la mia furia prenda il sopravvento, risponde:
« Niente. Ero andato da lei per farla ragionare e chiudere questa storia. Una volta per tutte. »
« Ma guarda. Credo che lei non abbia afferato il messaggio. »
« Andrò di nuovo da Hellen. Non appena si saranno sistemate le cose. E la farò finita. »
Annuisco. Philipp si avvicina a me e mi obbliga a guardarlo. « Miriam, so che quello che ho detto prima è imperdonabile. Ma, tu sei la cosa più bella che mi sia capitata. Non voglio perderti. »
« Non darmene il motivo. »
« Tu sei tutta la mia vita, adesso. »
Le lacrime scendono impercettibili sul mio viso. Philipp mi bacia delicatamente la guancia, in modo da asciugarmela.
« Ora devo andare a vedere come sta mia madre. » dico.
Philipp mi da un ultimo bacio, prima di andare anche lui. Entro nella stanza. La mamma ancora dorme. Mi stupisce che non si sia svegliata.
Spero vivamente che Philipp riesca a convincerla. O questa storia non finirà mai. Io ho altri problemi cui pensare, al momento.
Mi siedo vicino a mia madre, addormentandomi poco dopo.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Spero che vi piaccia :)
La scena piccante devo dire che è abbastanza piccante XD se è troppo pesante o ho esagerato, ditemelo.
Hellen. Voi non la sopportate come Miriam o viceversa?
Mah io penso: è innamorata anche lei, però se Philipp le ha detto di no è no.
Comunque, volevo ringraziare tutti quelli che: votano, commentano o semplicemente leggono :)
Siamo arrivati a 36 mila. 36 mila.... o mio dio. Wow. Non so cosa dire, se non grazie.
Ve lo avrò detto un sacco di volte. Scusate se sono ripetitiva 😂
Ma vi adoro ❤😍
Spero di postare il prossimo il prima possibile ❤
Al prossimo capitolo ❤
Un megabacione
Noemi 💜
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