Capitolo 71
Canzoni per il capitolo:
• Sweet Creature - Harry Styles
• Paradise - Coldplay
Busso tre volte, poi sento la voce di Philipp che mi dice di entrare.
Trovo l'ufficio inpeccabile come sempre, fatta eccezione del tavolino che usavano di solito mangiarci.
Sopra vedo una tovaglia bianca con una candela al centro e posate argentate e bicchieri di cristallo. Rimango ad amminarlo finché non sento la sua voce provenire dalla stanza.
« Scusa, se ti ho mandato Gertrude così tardi. Ho avuto da fare e... » non appena esce dalla camera,vedendomi, rimane a fissarmi a bocca mezza aperta.
Mi mordo il labbro. Forse Rachel si sbagliava... Forse sono orribile e non ha avuto il coraggio di dirmelo.
Dovevo farmi coraggio e chiederglielo. Respiro profondo.
« C... come sto? » gli chiedo, intimorita.
A quelle parole da me pronunciate, Philipp si risveglia come se in questi dieci secondi la sua mente avesse lasciato il suo corpo.
« Wow. Sei... sei stupenda. » dice, meravigliato.
Sento le guance andarmi a fuoco. « D... davvero? » domando, mandandomi i capelli dietro l'orecchio e ricardarmi solo ora che non li avevo più lunghi.
Philipp si avvicina a me, sollevandomi il mento e costringendomi a guardarlo negli occhi.
« Sei bellissima. Sei sempre stata bellissima. » me lo dice con un immenso calore.
Mi bacia teneramente. Assaporo le sue labbra, mi era mancato il suo sapore. Il suo profumo di menta mi inebria i sensi.
« Ho un regalo per te. »
« Un regalo? » io pensavo che la cena sarebbe stata il regalo.
Sorride e va verso la scrivania. Dal cassetto tira fuori un libro. I miei occhi si illuminano. Non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho letto un libro. Forse la scorsa settimana, ma per me era come se fosse passata un eternità.
Philipp me lo porge. Sulla copertina leggo: " Il giro del mondo in 80 giorni"
Mi porto la mano sulla bocca. E anche questo era della prima edizione. Mi butto su Philipp abbracciandolo.
« Vedo che ti piace. »
« Oh Cielo! Sì! Grazie. » lui sa come rendermi felice con poco.
« Se vuoi, potremmo leggerlo insieme. »
A quella richiesta, non potevo che esserne entusiasta. « Ne sarei molto lieta. »
Adoro questo romanzo. Avevo voglia di avventure. E leggero insieme a lui, sarebbe stata una cosa magnifica. Poi mi sfiora un pensiero che mi fa svanire il sorriso.
« Ma io non ho nessun regalo per te. » Non avevo niente da dargli. Mi sento così in imbarazzo.
« Che tu sia qui, per me è un regalo. »
Si alza per andare verso la tavola. Ci mettiamo seduti e iniziamo a mangiare. Il cibo era squisito come sempre. Ridiamo, scherziamo e parliamo del più e del meno. Mentre, mi versa del vino bianco, mi chiede curioso:
« Mi stavo chiedendo: Dove hai preso quel vestito? »
« Nel Kanada. »
Shignazza, scuotendo la testa. « Se avessi saputo, che volevi un vestito, te lo avrei comprato io. Sai, per me i soldi non sono un problema. »
Sussulto. « Oh, no. Io l'ho preso solo in prestito. » Non voglio che lui spendesse i suoi soldi per me. « È molto carino da parte tua, ma non c'è n'è bisogno. La cena è stata il più bel regalo, per me. »
Mi sorride ed era bastato questo a farmi sentire appagata. « Io, spenderei qualcunque cifra per te. Se posso vorrei renderti felice. »
« Lo stai già facendo. »
Mi prende la mano e l'accarezza dolcemente. Cerco di rimanere me stessa, per quanto sia difficile, opprimere le emozioni.
« Com'è andato l'incontro con tuo padre? »
Finisco di mandar giù il boccone di carne, prima di rispondergli. « Molto bene. E io, non so davvero come ringraziarti. »
« Non è stato affatto difficile per me. Ma se vorrai ancora incontrarlo di nuovo, non devi far altro che dirmelo. »
« Grazie. » gli Sorrido.
Finiamo di cenare, io incomincio a sparecchiare, ma Philipp mi ferma. « Lascia stare. Ci penserà il vecchio. Ho un'altra sorpresa per te. »
« Cosa? »
« Pensavi che la serata fosse finita qui? » dice, andando in camera.
« Io credevo... Philipp hai già fatto abbastanza, davvero.. »
Torna in ufficio con in mano una coperta. « Ci servirà. » mi spiega.
Ero contentissima. Perchè, in fin dei conti, non volevo che finisse tutto con una cena.
Philipp prende il suo cappotto di pelle e lo indossa e mi porge anche a me un capotto, ma molto meno lungo e piccolo.
So dove eravamo diretti e non vedo l'ora di arrivarci. Usciamo dall'ufficio e andiamo verso il passaggio segreto. Rimaniamo mano nella mano le tutto il tragitto.
Non ero mai stata nella radura di notte. Era una serata perfetta. Non appena arriviamo, rimango a bocca aperta nel vedere il paesaggio.
Il cielo era pieno di stelle e i raggi della luna risplendono sulle acque del laghetto. Intorno a noi, c'erano anche le lucciole. È incredibile. Non ne avevo mai viste così tante. È bellissimo.
Stendo la coperta per terra. Al nostro solito posto. Tolgo il décolleté e mi siedo rimanendo a fissare il laghetto.
Philipp mi tende la mano. Quando l'afferro, mi fa alzare. Ci guardiamo negli occhi e mi perdo in quell'azzurro.
I suoi occhi sembrano più azzurri con la luce della luna.
« Vuoi ballare? »
Lo guardo incredula. Lui che mi chiede di ballare? Che succede?
Lo avevo sempre invogliato io a farlo.
« Ma non c'è la musica. »
« E allora? »
Philipp mi mette una mano sul fianco e l'altra si congiunge con la mia. Incominciamo a danzare in mezzo a quella magica atmosfera.
La scia luminosa delle lucciole si dissolve quando ci avviciniamo a loro.
Dunque è questo l'Amore.
Mi sento viva. Mi sento un'altra persona e scopro che non potrei essere niente senza di lui. Philipp è il mio ossigeno. Lo amo, lo amo con tutta me stessa. Non mi importava niente delle critiche degli altri. Vuol dire che non sanno che cosa si prova.
Non esistono. Siamo noi due e basta. Nient'altro contava.
Mi stacco da lui e mi appoggio ad una corteccia di un albero, guardandolo in modo seducente. Lui fa un mezzo sorriso da mandarmi furoindi testa. Allunga la mano per afferrarmi. Ma io non avevo intenzione di farmi prendere.
Inizio a correre. Sento i suoi passi dietro di me, l'adrenalina mi scorre nelle vene. Sono euforica e il terrore e la paura che Philipp possa prendermi fra le sue braccia, rendeva il gioco ancor di più eccitante.
Ridacchio scioccamente. Mi muovo a zig e zag attraverso gli alberi, fino ad arrivare sulle rive del laghetto. Il vestito era troppo lungo e, per sbaglio, inciampo sull'orlo.
Sento le braccia di Philipp avvolgermi e cadiamo insieme sulla coperta.
« Presa! » esclama, con il fiatone.
« Non vale! Sono inciampata! » lo informo e mentre lo dico penso che forse volevo farmi prendere da lui.
Philipp con una mossa veloce, si mette sopra di me. Mi accarezza la guancia. Il nostro respiro si fa sempre più pesante.
« Oltre che un carattere da tigrotta sei anche veloce come una gazzella. »
« Mi sono allenata. Vedi? »
« Notevole. Ma adesso la tigre ha preso la sua preda. »
Mi mordo il labbro. All'improvviso, le sue labbra si uniscono alle mie. Quando la sua lingua si infila nella mia bocca sono invasa dal suo sapore e, in quel momento, il mio cuore rischiava di uscirmi dal petto a causa della sua veloce corsa.
Un bacio intenso. Era capace di prosciugare tutte le mie forze. Pieno di significati. Philipp mi voleva. Lo capivo anche dal modo in cui mi stringeva i fianchi, in una presa di possessione quasi facendomi male. il labbro inferiore prima di pormi una domanda assai sconvolgente per il mio povero cuore.
« Vuoi diventare completamente, anima e corpo, mia, Jüdin? » Mormora quella richiesta sulle mie labbra facendomi impazzire quasi del tutto.
Ed io ero troppo scioccamente innamorata per poterglielo negare, di nuovo.
Annuisco col capo lentamente, emozionata, tuffandomi di nuovo sulla sua bocca e torturandogliela di baci e morsi.
Philipp mi sfila lentamente il vestito, facendomi rimanere in reggiseno e mutandine.
Nel frattempo le sue carezze si erano fatte più ardenti, e iniziarono ad intensificarsi quando arrivarono sulla mia parte intima. Emetto un gemito di frustrazione piuttosto rumoroso.
Questo non fa altro che eccitarlo di più, tanto che scese a lambirmi il mento, lasciando un lieve morso per poi arrivare al collo e baciarmelo arditamente. Intanto la sua mano scostò le mie mutandine, liberando definitivamente la mia parte intima e trovandomi esposta più che mai. Infilò un dito nella mia intimità e sobbalzai dal dolore.
« Shh... » Cerca di calmarmi tornando alle mie labbra. « Ora passa. »
Probabilmente era molto esperto di queste cose dato le sue innumerevoli esperienze, ma decisi di non pensarci. Quello era il nostro momento. Inizia a compiere dei movimenti col polso e man mano diveniva sempre più piacevole, fino a quando non lo supplicai di continuare mentre con l'altra mano mi toccava il seno con carezze ardenti.
« Dio, Miriam. Sto impazzendo. » Philipp emette un gemito soffocato mordendosi il labbro e guardandomi con uno sguardo liquido capace di farmi venire in un istante.
Mi toglie il reggiseno scoprendo, così, anche il seno e scese a baciarmelo come un frutto maturo, mentre tra sospiri e gemiti di piacere sentivo la sua erezione sulla mia gamba.
Decido che era il mio momento di agire. La prima volta avevo lasciato a lui tutto il lavoro, ma stavolta sentivo il bisogno di donargli piacere anche io.
Così prendo il suo viso tra le mani e lo bacio appassionatamente, mentre capovolgevo la situazione, sedendomi sul suo corpo.
Con estrema facilità, gli levo la giubba dell'uniforme, facendogli scendere le bretelle verso il basso. Philipp con uno scatto solleva la schiena, mentre continua a baciarmi si toglie la camicia e la canotta, scoprendo i suoi pettorali.
Gli lambisco la pelle partendo dal collo, lasciando lievi morsi fino al petto.
Sento il suo cuore accelerare quanto il mio e sorrisi contenta della sua reazione.
Scendo di poco, in modo da potergli togliere anche i pantaloni e gli stivali.
Accarezzo il suo petto, baciandoglielo a tratti e le mie mani scendevano sempre più giù, fino ad arrivare alla sua evidente erezione coperta dai boxer.
Iniziai a tremare impercettibilmente per la mia mancata esperienza e infilai una mano al di sotto della stoffa. Sussultai al contatto con la sua asta, dura ed eretta.
- Miriam! - Quasi grida, Philipp, sentendo la mia mano nelle sue parti basse. Alzo il capo verso di lui. Eravamo entrami eccitati e sorpresi, per la mia spiccata iniziativa. Non se lo aspettava, glielo si leggeva negli occhi.
« Accarezzami. » Sussurra pochi attimi dopo, capendo la mia insicurezza nel compiere quel particolare 'lavoro', anche se lo avevo già fatto.
Prende il mio viso tra le sue mani e inizia a baciarmi, inondandomi del suo sapore. Una volta preso coraggio, inizio a muovere la mano donandogli piacere, mentre lui emetteva sospiri sulle mie labbra, torturandole. Il suo modo di ansimare mi eccitava più del dovuto, era sinfonia per le mie orecchie. Ma, d'un tratto, Philipp capovolse di nuovo la situazione.
« Non ce la faccio più. » Mormora sulle mie labbra, con una voce roca e soffocata, probabilmente al limite della sopportazione.
« Fidati di me. » Dice prima di sfilarsi i boxer ed entrare lentamente dentro di me.
Un dolore acuto, come se fossi stata spezzata in due, attraversò il mio basso ventre. Mi artigliai alle sue spalle, stringendo gli occhi ed emettendo un mugolio di dolore.
« Aspettavo da troppo tempo questo momento, Miriam. » Era l'unico a parlare in tutta quella situazione. Forse ero troppo imbarazzata, o forse troppo impaurita, ma qualcosa di sicuro c'era: ero felice. Felice di fare l'amore con lui.
Inizia con spinte lente, muovendo il bacino avanti e indietro, mentre di tanto in tanto mi baciava il viso e le labbra. Cercava di tranquillizzarmi in tutti i modi possibili anche se continuavo a sentire quel dolore.
Ma man mano iniziò ad affievolirsi lasciando posto al piacere puro. E Philipp lo aveva capito dal fatto che iniziai a gemere, muovendo inavvertitamente il bacino verso lui, incitandolo a continuare.
Si morde il labbro socchiudendo gli occhi in un'espressione di pura sensualità. E così velocizza le spinte, portandomi ad attorcigliare le gambe attorno al suo bacino, artigliandogli la schiena e graffiandolo appena.
« La mia Jüdin... la mia piccola, dolce Jüdin. » sussurra fra le mie labbra.
Era tutto così surreale, tutto così bello. Se avessi saputo che l'unione dei nostri corpi fosse stata così intensa e meravigliosa avrei ceduto prima alle sue provocazioni. Ma quelli erano solo pensieri in preda al piacere.
In realtà, quello era il momento giusto, era il vero momento. Quello che aspettavo da tempo. Perché non c'era sesso senza amore, ed io ero perfettamente innamorata di Philipp. Le sue labbra, le sue mani e il suo profumo erano dappertutto.
Forse questo era il paradiso, chi lo sa. Ma non ero mai stata così bene in vita mia come adesso.
« Ich Liebe Dich... Ti amo. »
Due parole. Sette lettere. Un solo significato(*).
Ero immersa nel piacere intenso e probabilmente potevo dire di non essere molto lucida, ma io quelle parole le avevo sentite. Ero stata io a pronunciarle? No, impossibile. Le stavo solo pensando...
Poi la mia mente ritrova un secondo di lucidità. La prima parola detta era in Tedesco. E io non parlavo tedesco.
Philipp aveva sussurrato quelle parole in modo quasi impercettibilmente prima di venire, seguito da me che subito dopo, al suono di quella dichiarazione che mai mi ero sognata di sentire uscire dalla bocca di Philipp, raggiunsi il culmine, la vetta massima del piacere puro.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Oh mio dio questo è il più bello 😍😍😍😍
FINALMENTE HANNO FATTO L'AMORE!!!! 🎉🎉🎉🎉🎉
Come vi è sembrato? Spero che vi abbia fatto sentire le stesse emozioni che ho provato io ❤
* Ti amo' in realtà è detto in Francese, quindi risulta 'Je T'aime', appunto sette lettere e 2 parole. :)
Ringrazio: chi vota, chi legge o semplicemente legge ❤
Aggiornerò al più presto ❤
Un megabacione
Noemi 💜
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