Capitolo 70
Canzoni per il capitolo :
• Welcome Home - Radical Face
• Two Ghosts - Harry Styles
Sono in apnea dentro la tinozza. Mi piace stare con la testa sott'acqua. C'è silenzio e pace. Anche se, le mie gambe sono fuori dalla tinozza. Non era una vasca da bagno. Quando mi facevo il bagno da Philipp era tutta un'altra storia.
Apro gli occhi e in superficie vedo Rachel che mi guarda e parla. Con una spinta, riemergo, facendo un respiro profondo. Mi strofino gli occhi. Per quanto poteva essere piacevole, stare sott'acqua con gli occhi aperti mi procurava un leggero festidio.
« Scusa non volevo disturbare il tuo momento da pesciolino, ma mi chiedevo: Hai preso in considerazione la depilazione? »
« Che? »
« La depilazione. » ripete di nuovo.
« Rachel, io non neanche un pelo. » preciso. Questo era uno dei miei pregi.
Rotea gli occhi verso il cielo. « Lo so. Ma io intendevo lì sotto. »
Come d'istinto porto la mano sopra la mia parte intima. Mi ricordo: Quando siamo arrivate qui, oltre a tagliarmi i capelli, mi avevano rasato anche il pube. Adesso piano piano, stavano ricrescendo.
« Mi è bastata una volta, grazie. E poi non sono tanto lunghi. »
« No, certo. La foresta pluviale, in confronto, a meno alberi. » dice, sarcastica.
« Spiritosa. »
Mi insapono bene i capelli. Rachel prende un secchio dove c'era dell'acqua e lo rovescia sopra la mia testa.
« Quindi niente depilazione? » mi chiese.
Volevo apparire al meglio questa sera. Solo che, se qualcuna si depilava le parti intime era considerata una poco di buono. Poi non erano tanto lunghi.... o Sì?
« Forse... Un pochino. »
« Va bene. Prendo il rasoio. E Miriam dovresti uscire dalla tinozza adesso. Hai i polpastrell secchi. »
Sbuffo. « Sì, mamma. »
Ride. Prendo l'asciugamano e mi ci avvolgo. Rachel in un'attimo torna con il rasoio e con la schiuma.
Mi sdraio sul tavolo e apro le gambe.
« Solo un pochino. » le ricordo, mentre mi mette la schiuma.
« Tranquilla. »
Mi sdraio e faccio un respiro profondo. Sento la lama fredda passare lungo l'interno coscia. »
« Stai attenta a non tagliarmi. » l'avverto, chiudendo gli occhi.
« Non lo farò. E ho quasi finito. »
« Rachel. » dico, sovrappensiero.
« Dimmi. »
« Non sei gelosa, vero? »
La mia amica alza lo sguardo e dice fissandomi incredula: « Ma che ti salta in mente? »
« Ecco non è giusto nei vostri confronti, ecco tutto. »
« Miriam, ne abbiamo già parlato un sacco di volte. Io e le ragazze siamo felici. Te lo meriti. »
« Grazie. Cosa farete questa sera? » chiedo, anche se sapevo già la risposta.
« Andremo a dormire. » Rachel prende una crema e me la porge. « Spalmatela sulla parte intima. »
Faccio come mi ha detto. « Com'è lui con te? »
« Ecco... è gentile, premuroso e simpatico. Anche se certe volte, lo vorrei uccidere per il suo carateraccio. »
« Immagino. »
« Sai, credo che ancora non si senta pronto. »
« Che vuoi dire? »
« Non riesce a non provare odio verso di noi. Non sa cosa è giusto e cosa è sbagliato. »
« Ma... lui sta con te adesso. Non ti farà mai del male. Da quello che mi hai detto è un angelo con te. »
« Mi ha raccontato delle cose orribili. Prima di conoscermi. » faccio una pausa. « Rachel lui ha ucciso dei bambini. Bambini piccoli, neonati... io ancora mi chiedo come posso stare con un assassino? Vorrei che lui cambiasse, davvero. Me lo ha detto tante volte. Ho paura. Perchè ne sono innamorata e ho il terrore che tutto questo finisca. Che uno dei due, prima o poi, crollera. »
Rachel mi guarda in silenzio. Poi mi abbraccia. In questo momento ne avevo proprio bisogno. Cerco di non scoppiare a piangere.
« E che... siete così diversi. Io stento ancora a crederci, sai. Una SS e un'ebrea. Com'è stato possibile? Tu sei dolce, simpatica, altruista e lui... beh da come mi hai appena detto sembra buono. »
« Lo è. Questo non lo nego. E sono felice con lui. Ma il suo lato buono lo dimostra solo con me. È questo il problema. Vorrei che lo fosse anche con gli altri. »
« Non puoi pretendere che cambi da un giorno a un altro. È stato educato così. Non ci puoi fare niente. Solo con il tempo deciderà se cambiare o no. »
« Ne parli come se ne avessi timore. »
Rachel si volta dall'altra parte. Non riesco a capire, finché non mi spiega cosa la turba:
« Io... io ho visto quello che ha fatto. È stato terribile. Me lo ricordo come se fosse ieri. Tu non c'eri perchè eri già andata nel Kanada. Eravamo fuori per l'appello e... eravamo li ferme, come al solito, e lui ha preso una ragazza. Non stava facendo niente di male era lì immobile. E l'ha portata via. Quando l'appello finì, mi sono allontanata per andare nella baracca delle latrine e mentre stavo passando davanti ad una baracca ho sentito dei rumori.... » la voce le si spense in gola.
Con coraggio, mi rivolgo a Rachel con un filo di voce:
« Cosa hai visto? »
« L-la stavano picchiando e stuprando. »
« Lui... »
« No. » mi interrompe. « Lui si è comportato peggio degli altri. È stato in disparte, mentre le guardie facevano il resto. Ma quello che mi ha lasciata senza parole, è stato il suo sguardo. Era... crudele e sadico. Non ho mai visto tanta perfidia in una persona... sembrava il demonio. »
« Quando è successo? » Me lo aveva promesso.
« Due settimane fa. »
Rimango in silenzio osservando il vuoto. Ora che ci penso è successo prima che incontrassimo i bambini e mi racintasse quello che aveva fatto a quel neonato.
No. Philipp mi aveva dato la sua parola. Io ho fiducia in lui.
« Miriam? »
« Lo avrà fatto intenzionalmente. »
« Intenzionalmente? Miriam! Come puoi difenderlo? »
« Rachel. Tu non lo conosci. Nessuno può capire! Lui è la cosa più bella che mi sia capitata in questo momento. »
« Non lo metto in dubbio. Ma vallo a dire a quella poveretta. »
« Lui cambierà. Me lo ha promesso. E fino ad allora, non voglio più sentire su cosa ha fatto o non ha fatto. È successo. »
Rachel mi guarda scioccata. Non mi importa ciò che pensa. Se il mio commento lo trovava egoista, o meno, beh... non mi importa.
Restiamo in silenzio per tutto il tempo. Non avevo più voglia di parlare ed ero già un fascio di nervi.
Rachel va a prendere il vestito e torna poco dopo. Lo indosso. Direi che mi sta alla perfezione. Credevo che non era della mia misura. Ma, ormai, il mio fisico è paragonabile a quello di un acciuga.
« Miriam io te l'ho detto solo perchè ho paura per te. Ho paura che questa storia non vada da nessuna parte. Che uno di voi due, ci rimette la pelle. Lui, forse no. Ma tu... »
« Se sei veramente mia amica mi sosteresti e non parleresti male di lui. Philipp sta facendo di tutto per rendermi felice. E poi è successo prima. Mi ha promesso che non si comporterà più così. E io gli credo. »
« Sì, questo non lo metto in dubbio. Ma credo che ti nasconda qualcosa lo sento. È troppo perfetto. Non può comportarsi in un modo e con te in un altro. E poi perchè tu? Perchè un'ebrea? Se hai detto che ci odia, perchè allora si vede con te? »
« Perchè a lui piaccio. Molto, anzi tantissimo. Non mi starei dicendo queste cose solo perchè sei invidiosa? »
« Io?! Invidiosa? Di chi? Di te e di quello? Io preferirei bruciare viva che scoparmi una SS. »
Non me lo sarei mai aspettato. La mia migliore amica non accettava il fatto che io stessi con Philipp. Volevo solo finirmi di preparare e andare da lui. Mi siedo in attesa che Lucie portasse i trucchi. Anche se sinceramente potevo farne a meno. Ora che io e Rachel siamo in pieno dibattito avrebbe potuto anche fare un pasticcio.
« Per tua informazione, Philipp e io non lo abbiamo mai fatto e seconda cosa poi, vorrei che la mia migliore amica sia felice per me. »
« Ti ricordi quello che ti ha fatto? »
Chiudo gli occhi. Cerco di rimuovere quelle immagini. Ma sono ancora vive dentro di me e fa male. Resto in silenzio.
« Io mi ricordo, invece. Mi ricordo come quel bastardo ti aveva ridotto. Miriam, eri in fin di vita. E i lividi, poi.... non riuscivi neanche a parlare. Tua madre era... vederti così... è stato orribile per lei, quanto lo è stato per me. Quando Lucie mi disse che era stato lui a ridursi così. Volevo andare lì e ucciderlo. E adesso? Dopo, quello che ha fatto, come si permette di avere le tue attenzioni? »
« Ammetto che è stato un bastardo all'inizio, ma Rachel, lui mi ha salvata dalla morte, si è preso cura di me. Ha dimostrato più volte di meritare il mio affetto. »
« Sì, però quello che mi preoccupa è: Cosa accadrà dopo, quando si sarà stufato di te. »
Non capisco il senso di quelle parole. Non avevo mai pensato al dopo. « Che vuoi dire? »
« Tu pensi veramente che lui voglia stare con te? Per sempre? »
Non so cosa dire. Non ci avevo mai pensato. Non ne ho motivo. So solamente che adesso sta incominciando a farmi male lo stomaco.
« Forse ha avuto una sbandata o non so... ma quello che so per certo è, quando lui si sarà stufato di te, non esitera a mandarti nella camera a gas. »
Sento gli occhi inumidirsi. Perchè mi stava dicendo queste cose? Era crudele da parte sua. Mi asciugo le lacrime con un fazzoletto. Non volevo più ascoltare.
« Rachel, adesso basta. Te lo dico una volta per tutte: Philipp non mi farà mai del male. E noi siamo felici. »
« Va bene. Ma non venire a piangere da me quando succederà. »
« Non lo farò. » ribatto, decisa.
« E un ultima cosa: le persone che meritano di sapere di questa storia:
sono i tuoi genitori. Meritano di sapere. Oggi hai visto tuo padre, mi sembra. »
« Sì ed ero un passo dal dirglielo. Ma non c'è l'ho fatta. Ho paura di deluderlo. Sono stata sempre una figlia a modo. Obbidiente, ho portato sempre bei voti a casa. Cosa penseranno di me quando glie lo dirò? »
« Questo non te lo so dire. Ma i tuoi devono saperlo. Meritano anche loro di condividere quello che stai passando. »
« Ho paura di deluderli. »
« Beh non credo che non faranno i salti di gioia, ma questo non lo puoi sapere, se mai dirai loro la verità. »
Annuisco. Ero a pezzi. Se un'attimo prima ero felice ora sono mentalmente distrutta. Ma questa è la mia serata e niente può impedirmi di rovinarla.
« Miriam, scusa se ti ho detto tutte queste cose. »
La guardo. È come se mi avesse letto nel pensiero. Io e Rachel siamo fatte così. Ci capiamo. E sentiamo quello che che l'altra pensa. Ecco perchè anche se bisticciavamo, non possiamo fare a meno dell'altra.
« È la tua serata questa e non dovevo darti tutte queste oppressioni. Però se non lo avrei fatto, che razza di amica sarei. Io ti voglio bene, sappilo. Ho solo paura che ti accadrà qualcosa di terribile. »
Ci abbracciamo. Sono contenta. In fondo la ringrazio. Senza di lei, non saprei come fare.
Anche se mi aveva detto cose che non volevo sentire, lei mi aiuta ad affrontarle.
« No, ti ringrazio, invece. Non saprei cosa fare senza di te. Se non ci sei tu, non so cosa farei. Anche io ti voglio bene. »
« Adesso non farmi piangere, stronza. » mormora.
Ridiamo come due bambine. Non ci accorgiamo nemmeno che Lucie era entrata. Ci guarda come se avesse davanti due pazze.
« Mi sono persa qualcosa? »
« No. » mi alzo e mi avvicino al beauty, aprendolo. « Dove li hai trovati? »
« Non è stato affatto facile. Questo è sicuro. »
Rachel batte le mani, attirando la nostra attenzione. « Va bene. Adesso però basta perderci in chiacchiere e cominciamo con: L'operazione restauro. » rido sotto i baffi. Sembra un soldato.
Mi siedo. Aveva ragione. Gertrude sarebbe tornata di lì a poco. Avevo anche la pelle disidratata. Così prima di applicarmi il trucco, Rachel mi spalma la crema sul viso.
Era bello non poter perdere tempo anche per i capelli. Se non me li avessero tagliati, ci avremmo impiegato ore per sistemarli.
Ci impieghiamo dieci minuti abbondanti per finire tutto quanto. Aspetto che Lucie finisce di mettermi lo smalto sulle unghie. Quando, finalmente, finiamo, mi giro per voltarmi vedere le loro facce.
Avevano un'espressione stupefatta. Erano tramortite.
« A - allora? » oso, dire.
« Oh, Porca miseria... » Lucie era meravigliata, quasi quanto Rachel. Lei non riusciva neanche a esprimersi.
Non so se quel Porca Miseria era un bene o male. Ma sono sicura che il risultato è scadente. Quasi da far schifo. Mi siedo. Se ero così brutta, anche conciata in questo modo tanto valeva andarci con una busta in testa.
« Sono così... orribile? » domando loro con voce triste.
« Orribile? » ripete Rachel. « Stai scherzando?! Sei Bellissima. »
« Credo che Bellissima è a dir poco. »
« Se non ci credi, va a specchiarsi. »
Sono imbarazzata, ma contenta. Vado verso lo specchio e quella che vedo riflessa, non potevo essere io. Non credevo che il trucco facesse dei miracoli. Rachel aveva mantenuto la sua parola. Il trucco era leggero, evidente, ma leggero.
« Miriam, tu sei sempre bellissima, anche senza trucco. »
« Dici sul serio? »
« Ovvio. Poi il colore della tua pelle. »
« Cos'ha che non va? » chiedo, allarmata. Ci mancava solo il colore della mia pelle. Forse era quella a rovinare tutto.
« Non ha niente che non va. Anzi, la tua pelle mulatta completa il tutto. Ti fa molto bellezza esotica. »
« Dici sul serio? »
Annuisce. « Sai, ero invidiosa a scuola. Tutti ti corteggiavano, ma tu non eri interessata a loro. »
Ridacchio. « È vero. Poverini. » poi torno seria. « Eri davvero invidiosa? »
« Sì. Sei sempre stata bella. L'unica a non ammetterlo eri tu. »
« Non sono mai stata bella, Rachel. » la informo. « E poi anche tu non sei niente male, sai. »
Mi sorride. « Grazie. Grazie mille a tutte e due. »
In quel momento entra Gertrude, che vedendoci in questo momento di gioia, non può non essere annoiata nel vederci.
« Patetiche. Mi viene quasi da vomitare. Comunque se avete finito, dobbiamo andare. » ci comunica ed esce dalla stanza.
« Volete accompagnarmi? »
« Mi piacerebbe, ma prima vorrei salutare Jacob, prima di tornare. Ti auguro una bella serata. » mi abbraccia e se ne va.
« E tu? »
« Non me lo faccio ripetere due volte. » Rachel mi segue fuori dal stanza. Gertrude vedendola, la indietreggiare.
« Dove credi di andare? »
Rachel da un colpo di tosse. « La scorto fino da lui. Perchè diciamocelo, tu non sei di supporto morale. »
« Supporto morale. » mormora. « Stupidaggini. »
« Però non puoi entrare nel campo così. »
« Mi duole dirlo, ma ragione. » Gertrude prende un mantello e me lo fa indossare. Tolgo anche il décolleté. Con il fango le scarpe potrebbero sporcarsi. Così mi infilo gli scarponi.
Lasciato il Kanada, ci dirigiamo verso l'ufficio di Philipp. Il cuore mi batte a mille. Non riesco a camminare era come se i piedi diventassero di piombo. Respiro profondamente. Rachel mi prende la mano per farmi coraggio.
Prima che me ne accorgesse siamo arrivati davanti alle scale che portano al suo ufficio.
Ogni gradino che facevo, era per me un supplizio. Arrivata davanti alla porta, faccione tornare indietro. Rachel mi ferma.
« Sei arrivata fino qui. Non puoi mollare tutto! Entra e coraggio! » mi incoraggia.
Annuisco degludento una quantità di saliva. Tolgo gli scarponi e il mantello e indosso il décolleté e li do a Rachel. Quando sto per bussare, mi volto. Rachel non era più vicino a me.
Forza e coraggio.
Con il cuore in gola, busso alla porta.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Spero che vi piaccia :)
L'ho scritto tutto d'un fiato. Il prossimo sarà ancora più bello ❤😍
Non perdetevelo ❤
Grazie a tutti quelli che commentano, votano o semplicemente leggono :)
Spero di aggiornare presto. Questo lo posterò prestissimo ❤
Alla prossima
Un megabacione
Noemi 💜
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