Capitolo 68
Canzoni per il capitolo :
• Sign Of The Times - Harry Styles
• Castle Of Glass - Linkin Park
Io e Philipp ci svegliamo di buon ora. Io dovevo tornare nel Kanada e lui nel campo.
Avevamo, sì e no, poco tempo per fare colazione, lavarci e vestirci.
Non avevo voglia di tornare. È un incubo. Un'attimo prima sei in paradiso e un'attimo dopo all'inferno.
Philipp si offre ad accompagnarmi. Quando lasciamo Birkenau, ci prendiamo per mano.
Non c'era nessuno e ne approfittiamo.
La strada che portava al Kanada, era immersa nel verde. Si trovava più giù, dai forni crematori.
È come se stessimo facendo una passeggiata in mezzo al bosco. Arrivati davanti al cancello, le guardie ci fanno passare.
Salutano Philipp, sbattendo i tacchi degli stivali e alzando il braccio destro. Una cosa è certa: hanno un grande rispetto per lui. Ovviamente era un ufficiale, e quindi, per loro, era un superiore.
Però andava al di là della formalità. Lo prendevano come esempio. Ci dirigiamo dietro il magazino, assicurandoci che non ci sia nessuno nei paraggi. Non vedendo nessuno, lo abbraccio.
« Non voglio separarmi da te. »
« Neanche io. Ma stai tranquilla, ci rivedremo presto. » mi da un bacio a stampo. « Se non avessi avuto impegni, saremo rimasti inseme. »
« Che cosa hai da fare oggi? » chiedo, curiosa.
« Beh, selezioni, devo controllare il campo maschile, insomma che tutto fili liscio e che non ci siano intoppi. »
« Al campo maschile? »
Sì, certo. Rimango con il fiato sospeso. « Posso chiederti un favore? »
« Puoi chiederlo, sì. » risponde, spavaldo.
« Potresti farmi incontrare con mio padre? »
Philipp rimase in silenzio, prima di dare la risposta. « Certo. »
Il mio viso si illumina di gioia. Avevo bisogno di parlare con mio padre, e anche per vedere come stava. Ero molto preoccupata. Sono ormai due mesi che non lo vedo.
« Grazie. » gli do un altro bacio.
« Non dire quella parola. » mi rimprovera.
« Ma devo. Se sono così felice, è solo merito tuo. »
Scuote la testa sorridendo. « Stasera vuoi venire a cena, con me? »
« A cena? È un appuntamento? » chiedo, senza scrupoli.
D'altronde non mi aveva mai invitata ufficialmente. « Non so quando finirò qui, può darsi che mi tengano anche tutta la notte. » sono alquanto scoraggiata.
« Verrò qui, a prenderti. Verso le otto. E se riesco, ti farò incontrare con tuo padre, prima di stasera. »
« Come faccio a sapere quando? »
« Ti manderò Gertrude. »
« Va bene. » sentiamo delle voci. Sarà meglio andare. « Ora devo andare. A stasera. »
« A stasera. » Philipp si allontana, senza distogliere lo sguardo su di me. Per questo, per sbaglio inciampa su delle asse di legno, ma fortunatamente riprende subito l'equilibrio.
Ridacchio, e scuotendo la testa.
Non appena sparisce dalla mia vista, entro nel magazino per unirmi alle altre.
***
La mattinata passa molto velocemente. Io, Lucie e Rachel ci allotaniamo, perchè la Kapò ci aveva ordinato di andare nel magazino a riordinare degli oggetti. Il magazino, come al solito era pieno zeppo. Le nostre compagnie vanno avanti e indietro, velocemente.
Cerchiamo di velocizzare i tempi. Lavoriamo in silenzio. Io non penso ad altro che a mio padre. Ogni tanto alzo lo sguardo per vedere se Gertrude era qui.
Ma non la vidi. Devo concentrarmi di più sul lavoro.
Non potevo permettermi di distrarmi. Se fai un buon lavoro e sei svelta hai una porzione di cibo in più delle altre. Ne avevo ricevute abbastanza di porzioni extra da quando sono qui. La maggior parte delle volte la condivido con le altre. Perchè ero sempre sazia. Ed era raro le volte che pranzo o cena con le altre.
Quei momenti li passo sempre insieme a Philipp. Lui, preferiva di più mangiare insieme a me che con i suoi uomini.
Odio le guardie. Non hanno un briciolo di sensibilità, o amore. Philipp diceva il contrario. Se sono così, era perchè eseguono gli ordini.
Una settimana fa gli dissi che, uno di loro mi aveva guardata con malizia e depravazione. Per un momento, ho avuto paura ad allontanarmi e rimanere da sola. Philipp, a questa notizia, mi disse che se uno di loro osava anche solo sfiorarmi con un dito, lo avrebbe severamente punito. Ovviamente si sarebbe inventato una scusa, non avrebbe potuto punirli per il mio motivo.
Io e le altre torniamo nel magazino. Erano solamente le due del pomeriggio. La cena con Philipp era ancora lontana. E Gertrude non c'era. Forse, la visita con papà sarebbe saltata.
Sono con il morale a terra.
Mentre sono nella lavanderia. Lucie mi raggiunge.
« Ti senti bene? »
« Benone. È solo che, non lo so. Mi sento come se stessi dentro una gabbia. »
« Lo siamo tutti. » dice, abbattuta. Mi prende la mano e mi sorride. « Miriam io fiducia. Noi non resteremo per sempre qui. Ce ne andremo. Torneremo a casa. »
Casa. Suona come una parola dolce. Ho paura da non vivere abbastanza da non tornarci.
« Oltre alla speranza, serve anche che questa stupida guerra finisca presto. » concludo, mentre prendo gli ultimi vestiti e li getto nella vasca.
« E lui? »
« Che intendi? »
« Come va? »
« Non potrebbe andare meglio. Sai, questa sera mi ha invitata a cena. » le dico, emozionata ma facendo attenzione a non farmi sentire.
« A cena? Ma se durate i pasti sei sempre insieme a lui. » mormora, confusa.
« Sì, ma questa volta è diverso. È ufficiale. Mi ha invitata. » Prendo un lezuolo e insieme incominciamo a piegarlo.
« Sì direbbe una cosa seria. »
« Forse ha qualcosa di speciale in mente. » deduco.
« Può darsi. Sono così felice per te. »
« Sono così emozionata. Non mi è mai capitata una situazione simile. A volte penso che sia solo un sogno. »
Un sogno. Quante volte l'ho pensato. È tutto così strano e inrreale.
« Non ti preoccupare. È reale. Fidati. Anche se, c'è qualcosa di strano. »
« Cosa? » chiedo, meravigliata.
« Beh, il fatto che non ti abbia ancora portata a letto. »
Rimango sbalordita da quella affermazione. Non capisco perchè lo pensa. Non c'è nulla di male, anzi, sono contenta che sia andata così.
« Che vuoi dire? »
« Di solito, ho sentito dire, le ragazze che conosce e che gli piacciono, le porta subito a letto la prima volta che fa la loro conoscenza. »
Adesso ho l'autostima a terra. « Grazie tante per il supporto. »
« Scusami. Forse con te è diverso. » suppone.
Non le rispondo. Sono nervosa e ansiosa allo stesso tempo. È un appuntamento, non è mica la fine del mondo.
Solo che io non sono mai stata ad un appuntamento! Almeno non con un ragazzo. Io e Philipp abbiamo passato del tempo insieme. E se questa volta sarà diverso? Questa è la prima volta in vita mia che esco con qualcuno.
Non contando Simon, lui è un amico. Faccio un respiro profondo. Va bene, meglio non pensarci. Andrà tutto bene.
Mentre finiamo di sistemare i vestiti, Gertrude entra dalla porta e mi guarda dalla testa ai piedi. Come al solito a quell'aria severa e rigida. Ma non mi scalfisce più di tanto.
« Vieni. » mi ordina ed esce.
Cerco di trattenermi dalla gioia. Lucie mi guarda confusa. Le dico di non preoccuparsi e dopo le racconterò tutto. Appoggio i vestiti dentro i cestini ed esco anche io.
Gertrude mi porta fuori dal Kanada. Rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto. Mi porta nella stessa identica baracca dove incontrai mio padre la prima volta che ci siamo visti.
Prima di entrare Gertrude mi ferma.
« Hai quindici minuti. Non di più. »
Annuisco, senza dire nulla. Entro in quella stanza. Per fortuna c'era un po di luce e non era buio come l'ultima volta.
In fondo, vedo la sagoma di mio padre. Senza pensarci due volte, corro verso di lui buttandosi fra le sue braccia.
« Miriam. Tesoro mio. » sussurra, dolcemente.
« Papà. Come sono felice di vederti. »
« Anche io. Dove sono tua madre e tua sorella? E la zia? » mi chiede, guardando dietro di me.
« Ci sono solo io. Ma stanno bene. » Lo tranquillizzo. Mi dispiace non averle portate, ma volevo stare da sola con papà. Volevo parlare con lui come quando eravamo a casa.
Mio padre è sempre stato comprensivo con me. Non come la mamma. Lei non mi capisce.
Ci sediamo su una cassetta: Non so dove cominciare. L'osservo era dimagrito parecchio dall'ultima volta, ma sono felice che sia ancora vivo.
« Ora che ricordo: ti ho portato questo. » infilo una mano nella tasca e gli porgo un panino con la marmellata.
Papà lo scarta con immensa gioia. Chissà da quanto non mangiava cose commestibili o buone. Sorrido nel vederlo così felice.
« Posso? » mi chiede, mentre guardava quel panino come se fosse un diamante.
« Certo. Papà non me lo devi neanche chiedere. »
Papà mangia il panino in silenzio. Almeno non lo stava divorando, come, invece, avevano fatto la mamma e Sarah.
« Come va al lavoro? » mi sento ridicola a domandarglielo. Lavoro, poi. Spaccare sassi in miniera, senza cibo e senza sosta tutti i giorni era un inferno.
Papà manda giù il boccone, prima di rispondere. « Si va avanti. È dura. Ma a tenermi ancora in forze, siete: tu, la mamma, Sarah e la zia. Sapervi ancora vive, mi da la forza di continuare a vivere. E tu? »
« Io. Sto bene. » Forse anche troppo bene.
« Sei cambiata dall'ultima volta che ti ho visto. » deduce.
« Davvero? »
Annuisce. « In meglio. Hai una luce diversa. Non ti ho mai vista così. »
« Beh ecco.. » trattieniti. « Non è successo nulla. » faccio la vaga.
« Sicura. » Lo dico in un tono molto convincente.
« Quando Simon è venuto a sapere che ti avevo rivista, è esploso di felicità. Vorrebbe incontrarti anche lui.
« Ne sarei molto felice. »
« Gli manchi. Come manchi a me. »
« Papà. » dico, improvvisamente. Volevo cambiare discorso. Parlare di Simon in quel senso era strano e imbarazzante. « Cosa hai provato quando hai conosciuto la mamma? »
« Come mai questa domanda? Perchè me lo chiedi? » non se lo aspettava.
« Beh curiosità. »
« Eravamo giovani. Era la donna più bella che io avessi mai conosciuto. Assomigliava un po a te. Quando la vidi per la prima volta, ero impacciato e timido, ma dovevo averla. Dovevo riuscire a conquistarla. »
« Direi che ci sei riuscito alla perfezione. »
Ride. « Hai ragione. »
« Sai a volte penso che ognuno di noi, nasce con la speranza che ci sia qualcuno per noi. La nostra anima gemella. »
« È vero. Con tua madre, è stato come un fulmine a ciel sereno. Nonostante tutto, continuo ad amarla come se fosse la prima volta. Con I suoi pregi e i suoi difetti. »
« E se invece, una persona, anche se pur amandone un'altra ... è cattiva? »
Mio padre non capisce il senso di questa mia domanda. « Che vuoi dire? »
« Una persona può amare, anche se fa delle cose orribili? »
« Certo. Miriam, devi capire che: non ci sono persone buone o cattive. Solamente sta a noi decidere da che parte vogliamo stare. »
« Allora anche loro hanno un lato buono? »
Papà , prima di parlare « Intendi le SS? Credo di sì. Se hanno un lato buono, è sepolto dentro di loro. Come se fosse scomparso. Sta a loro decidere se stare dalla parte giusta o quella sbagliata. E hanno scelto quella sbagliata. »
« Li odi? »
« Sì. Non puoi immaginare che cosa ho visto. Non riesco ancora a crederci. Come può esserci tanto odio. Tanto disprezzo. Tanto rancore. Siamo tutti essere umani. Siamo uguali. Io non capisco. »
Lo abbraccio. So come ci si sente. È orribile. « Nessuno ti ha mai picchiato, vero? »
Papà si riprende asciugandosi le lacrime « Un paio di volte. »
Mi manca il respiro. Non è possibile. Non ci credo. « Dimmi che non è vero. »
« Non dovevo dirtelo. Non voglio che ti preoccupi per me. Non lo sopporterei. »
Se penso al modo in cui lo hanno trattato. Sono sconvolta. Non se lo meritava.
« E ora sono qui. È questo l'importante. »
« Vero. E poi, forse, non sono tutti cattivi. »
« Dici? Se trovi una SS Buona, allora ti prendo in parola. »
Uno c'era. Anche se fatica ad ammetterlo. Philipp era testardo. Anche questo era uno dei suoi tanti difetti.
Se papà sapesse che io e Philipp stiamo insieme, non so come la prenderebbe dopo quello che mi ha detto.
« Papà è sempre bello parlare con te. Mi fa stare bene. »
« Figurati. » mi accarezza il braccio.
Il nostro tempo è quasi terminato. Lo sapevamo entrambi. Quindi decidiamo di salutarci senza lacrime. Gertrude entra nella stanza.
Mi alzo e abbraccio mio padre con molto calore. « Mi mancherai. »
« Anche tu. Ma tranquilla, ci rivedremo. La prossima volta anche con la mamma. »
« Sì. » Sorrido dandogli un bacio sulla guancia.
Saluto mio padre, prima di seguire Gertrude e uscire di nuovo dalla sua vita.
Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo ❤
Spero che vi piaccia :)
Oddio finalmente ho postato. Scusate per questo ritardo assurdo. Ma penso che anche a voi capiti il cosidetto: blocco dello scrittore.
Adesso la strada è tutta in discesa perchè ho ritrovato l'ispirazione. :)
I prossimi capitoli saranno super stupendi ❤
Ringrazio le persone che mi seguono che mi sono state vicine nonostante questo periodo inattivo.
Ringrazio anche le persone che hanno votato, commentato o semplicemente hanno letto. ❤
Il prossimo aggiornamento sarà Domenica o lunedì ❤ questa volta niente ritardi.
Alla prossima. Ancora scusa per il ritardo.
Un megabacione
Noemi 💜
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