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Capitolo 61

Canzoni per il capitolo :

Hurricane - Halsey

• Love Me Or Leave Me - Little mix

Non mi sono mai sentita così umiliata.

Quelle immagini mi scorrono nella mente, non riesco a smettere di pensarci. Erano tutte quante bugie. Lo sapevo, ma sono stara troppo ingenua, o troppo innamorata per capire.
Sono fuori dall'edificio. Non posso tornare nella baracca. Non a quest'ora di notte e per giunta non so dove andare.

Questa volta non lo perdono. Mi aveva preso in giro e doveva pagare. Adesso sono bloccata qui, grazie a lui. Dovevo sbrigarmi a trovare una soluzione. Non passerà molto tempo, prima che le guardie vengano qui.

Continuo a camminare, sperando di cavarmela. Credo che io, oggi, abbia già avuto molta fortuna. Spero di averne ancora. Poco più avanti, vedo una porta.
La apro e mi accorgo che era un magazzino pieno di sacchi. Decido di restare qui fino a domani mattina. Chiudo la porta a chiave, per sicurezza.

Mi sdraio su di essi. Tiro un leggero sospiro. Meno male che sono morbidi. Prima di addormentarmi, penso a lui. Questa notte me l'ero immaginata diversamente. Ma lui ha rovinato tutto. Una lacrima mi cola sul viso. Mi asciugo velocemente il viso.
Troppe lacrime avevo versato per causa sua.

Perchè mi tratta così? Che cosa ho fatto?

Pensavo che innamorarsi sarebbe stato dolce e stupendo. Come quando in pieno inverno, all'improvviso senti un calore che ti scalda dentro. E sei felice.

Perchè a me non succede? Perchè anche io non posso essere felice?

Forse aveva ragione Lucie. Philipp non era il ragazzo giusto per me. Siamo troppo diversi.
Non voglio crederci. Dovrei mandarlo a quel paese, ma non ci riesco. Una parte di me non lo vuole lasciare.

Quanto vorrei le mie amiche o la mia famiglia, in questo momento. Sto malissimo e non avevo nessuno. Voglio addormentarmi per non svegliarmi più. Ecco, forse l'unico rimedio quando si sta male è proprio questo: dormire.

Almeno così non pensi a niente. I problemi svaniscono. Scivolano via. Sbadiglio. Sono troppo stanca. Sento gli occhi cedere e in un'attimo sprofondo nel mondo dei sogni.

***

Questa notte avevo fatto un sogno stranissimo.
Sono in campagna. In luogo che non ho mai visto prima. C'erano vasti campi di grano, gli alberi verdi e immensi prati. Le staccionate dividevano i vari campi. Al loro interno c'erano dei cavalli. Doveva essere una fattoria.

Mi trovo seduta su una sedia sotto una veranda. La casa era fatta di legno ed era di medie dimensioni. Da lontano, sotto un albero, vedo due bambini giocare. Uno dei due era avvolto dall'ombra, quindi non sapevo se era un maschio o una femmina. Ma l'altro era una bambina. Avrà avuto circa sei anni. Indossa dei calzoncini bianchi e una maglietta gialla. Lo trovo piuttosto insolito. Una bambina con dei pantaloncini.
Mi avvicino a loro. La figura che non riuscivo a vedere si allontana.
Ma quando la bambina si volta, avevo un colpo al cuore.

Arrivata a quel punto. Mi sveglio.

Ed era sempre lo stesso sogno. Ormai lo faccio quasi tutte le notti. Sto iniziando a preoccuparmi. Non so cosa voglia dire. Che significa?

Non riesco a dargli una spiegazione logica. Forse è questo posto che, oltre a farmi soffrire, mi stava avvelenando anche la mente.

Come se non bastasse, avevo dormito in un magazino pieno di sacchi. Fortunatamente erano morbidi. Avevo scoperto che al loro interno c'era della farina.

Ora sono di nuovo nel Kanada. Non avevo visto Philipp. Non che sperassi di incontrarlo. Non so come avrei reagito. Credo che il mio istinto omicida avrebbe preso il sopravvento.

Quando sono tornata da mia madre e mia sorella, questa mattina, avevo pianto. Le lacrime che mi sono tenuta dentro erano uscite come un fiume in piena.
Mia madre mi aveva abbracciato premurosa. Ovviamente lei non sapeva niente.

Lucie e Rachel vedendomi triste, non avevano avuto la sfrontatezza di parlarmi. Rachel sapeva che quando era giù di morale non volevo parlare con nessuno.
E così hanno fatto.

Ogni momento che passa, spero che quello che avevo visto ieri, era solo frutto della mia immaginazione.

Purtroppo, non era così.

Una Kapo mi ordina di andare nel retro per mettere a posto alcuni oggetti. Senza dire una parola, mi alzo.
L'unica cosa positiva era che almeno questa giornata volgeva per il verso giusto.

Arrivata nel retro, incomincio a mettere a posto. Quando due mani si posano dolcemente sulle mie spalle.
Chiuso gli occhi.
Ho un groppo alla gola.

Speravo con tutta me stessa, che la persona dietro di me non sia lui. Ma quando sussurra il mio nome, non ho alcun dubbio.

Philipp mi gira lentamente verso di sé. Fisso il vuoto. Non volevo vederlo. Ma lui non era d'accordo. Mette la mano sotto il mento e mi obliga a guardarlo.
Cerco di placare la rabbia che ho nel corpo.

« Miriam... » sussurra, poggiando la fronte contro la mia. « Sei viva... »

Perchè? Mi avrebbe preferito morta.

Rimango in silenzio. Voglio andarmene, ma non ci riesco. È come se i miei piedi fossero incollati al suolo.

« Jüdin... »

« Che cosa vuoi? » dico, fredda.

Il suo sguardo mi fa intendere che non abbia capito la mia reazione. Philipp mi accarezza il viso. Gli levo bruscamente le mani.

« Non mi toccare. »

« Perchè sei arrabbiata? Non capisco. »

« Sul serio? Mi prendi in giro? »

« Che cosa ho fatto? »

A questo punto, non riesco a fermarmi. Lo guardo dritto negli occhi.

« Dov'eri ieri ? » domando.

Sembra spaesato. Comprensibile. Scommetto che starà cercando una scusa.

« Ieri? Sono stato tutto il giorno a cercarti. Sono andato persino ai forni crematori... Cazzo... quando ieri non ti ho vista nel Kanada ho temuto il peggio. »

« Già. E ieri sera, hai pensato bene di riprenderti, non è così? »

« Ma di cosa stai parlando? »

Più nega l'evidenzia, più la rabbia mi sale. « Non mi prendere in giro! Ti ho visto ieri sera, stronzo! Chi eri tu? Quello che non pensava più alle altre donne? Io sono la stupida, che mi sono fatta ingannare da te! Sei un bugiardo! Non ti voglio più vedere! » esclamo.

Incomincio a riempirlo di pugni. Sul petto, sulle braccia, dove capitava. Speravo di fargli male, ma da come reagiva glisntava facendo solo il solletico. Philipp mi ferma, prendendomi i polsi e bloccandomi le braccia.

« Ma sei impazzita? Altre donne? »

« Non mentire! Ieri sera eri nel tuo ufficio e ti stavi facendo una ragazza! Come hai potuto? »

Philipp mi guarda serio, poi scoppia a ridere. Lo fulmino con po sguardo. « Cosa c'è di tanto divertente? »

« Miriam, veramente pensavi che quello fossi io? »

Mi calmo. Il respiro, piano, piano, incomincia a calmarsi. « Perchè? Non eri tu? »

« No. » conferma divertito.

« Ma allora chi.. »

« Come ti ho detto, ieri sono stato tutto il giorno a cercarti. Non sono tornato nel mio ufficio. Almeno non prima delle quattro. » spiega.

Mi sento una sciocca. « E... allora chi era? »

« Friedrich. È il mio migliore amico. »

« Anche lui è un ufficiale? »

« Sì. »

Oh. Adesso era tutto chiaro. « Tu permetti ai tuoi amici di stare nel tuo ufficio per farci quelle porcate? »

« Sono uno dei pochi che ha una camera dentro il proprio ufficio. Gli ho detto che poteva usarla quando voleva. Colpa mia. Non pensavo che ieri sera saresti entrata tu. » mi accarezza la guancia. Ora sono più sollevata.

« Scusami. Io mi sento uno schifo. »

Mi bacia teneramente sulle labbra. « È tutto a posto. Tranquilla. »

Lo abbraccio e continuando a baciarlo. Tutto ciò che volevo in questo momento, era stare con lui.

« Philipp, andiamo via. Ti prego. » sussurro, tra un bacio e un altro. « Voglio stare da sola, insieme a te. »

Senza rispondermi, mi prende per mano. Prima di andare, porto a termine il mio lavoro. Poi usciamo e andiamo nella raduna.

Quando entriamo nel passaggio, rido sotto i baffi. E pensare che proprio ieri, in questo piccolo spazio, Io e Rachel ci eravamo nascoste per sfuggire alle guardie.
Philipp e io ci sediamo sull'erba. Lui da dietro mi abbraccia e mi bacia sulla guancia.

« Sei pensierosa? » mi chiede.

« Stavo pensando a ieri. »

« Ancora? Credevo che... »

« No. » Lo interrompo. « Non è per quella questione. Non ti sei accorto di niente? »

Inarca le sopraciglia « Di cosa? »

« Come di cosa? Ieri mi stava inseguendo mezzo campo. »

« Oh ecco cos'era. » Lo guardo curiosa. « Ieri quando ero in giro per il campo a cercarti, ho sentito i miei uomini dire che ci sono state due ebree che hanno osato fuggire, mentre le punivano. » mi informa, divertito.

« Oh, lo trovi divertente? Cosa faresti tu se ti aizzano contro dei cani e ti costringono ad andare verso la recensione elettrificata. »

« Va bene. Hai ragione. Ora che so che una delle due eri tu, non lo trovo divertente. Sarei dovuto esserci. Cosa ti hanno fatto? »

« A parte darmi uno schiaffo? Nulla.

Vedo le dita di Philipp stringere i ciuffi d'erba e la sua mascella irrigidirsi. Era arrabbiato. Gli scocciava sapere che mi avevano messo le mani addosso.

« Chi è stato? » mi chiede freddo.

« Non lo so. Non so chi era. Un ufficiale, sì ed era biondo. Ehi non è successo nulla. » gli accarezzo I capelli.

« No. È successo che non dovevano farlo! » ringhia. « Prego che non te lo facciano davanti a me. »

« Perchè in tal caso cosa faresti? »

« Niente. È questo il bello. Non posso fare niente! Devo stare li a guardarti mentre... » non riesce a finire la frase.

« Non succederà. » Lo assicuro. Vorrei tanto che non succeda per davvero.

« Come fai ad esserne così sicura? »

« Ieri l'ho fatto per salvare una mia amica. Non mi caccerei nei guai, volontariamente. »

« Sei troppo buona. Lo sai questo? »

Annuisco. Philipp si alza e va verso un albero. Lo seguo con lo sguardo . « Dovresti imparare a essere più menefreghista e crudele. » mi consiglia, mentre si arrampica su dei rami.

« Ah si? »

« Certo. Se vuoi ti impartisco le lezioni. »

Rido. « Sì come no, ma smettila. » alzo di poco la voce, ma Philipp era troppo in alto perchè potesse sentirmi.

Lo osservo. Non pensavo che essere buoni era una difetto. Forse esserlo troppo, non poi così conveniente. Ma non riesco ad esserlo con agli altri. Almeno non a quelli che se lo meritavano.

Ad un certo punto sento un rumore secco. Mi giro di scatto e vedo la figura di Philipp stesa a terra. Era caduto dall'albero.

« Philipp! »

Corro verso di lui. Mi chino per vedere se stesse bene. « Philipp! Philipp di qualcosa! »

Oh signore, ti supplico!

Non appena incomincio a perdere la calma, lui incomincia a ridere. « Cosa?! Sei uno stronzo! »

Mi prende e mi abraccia per poi baciarmi. Rimanendo in quella posizione, ci rotoliamo nell'erba, finendo con io sopra di lui.

« Non dovresti fare questi scherzi stupidi. »

« Volevo vedere se saresti venuta ad aiutarmi o mi avresti lascitato lì morente. »

Scuoto la testa sorridendo. Lo bacio mordendogli il labbro. Rimaniamo a farci le coccole. Avrei voluto passare questo momento già da ieri sera. Beh meglio tardi che mai.

« Stasera posso rimanere a dormire da te? » gli chiedo, timida.

« Certo. Anzi, devi. Pensavo che non me lo avresti chiesto. »

« Volevo venire ieri sera. Anzi sono venuta, ma sai com'è. Anzi, questa sera il tuo ufficio è libero o sarà di nuovo un bordello? »

« Sarà un bordello solo per noi due. » dice, malizioso.

Mi mordo il labbro. Questa sera sarei stata con lui, di nuovo. Sono entusiasta solo all'idea.
Finalmente abbiamo tutta la serata per noi è nessuno l'avrebbe rovinata.

In quel momento, sentiamo un rumore fra i cespugli. Philipp si alza di scatto.

E adesso cosa succede?

Philipp mi fa cenno di stare in silenzio. Rimango con il fiato sospeso.
Philipp si avvicina ai cespugli.

« Guarda, guarda chi abbiamo qui. » dice, scrupoloso.

Non riesco a capire a chi si riferiva. Mi avvicino di più per vedere. E quando scopro che fra i cespugli, si nascondevano due bambini, un maschio e una femmina, malconci ho una stretta al cuore.

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo
Scusate per l'ora ma ho scritto solo oggi 😂😂
Non so soddisfatta di questo capitolo, ma alla fine il giudizio lo date voi. Spero che vi piaccia :)
Ringrazio tutte le persone che mi seguono e ringrazio chi legge, commenta o vota.
Aggiornerò venerdì o sabato
Un megabacione
Noemi 💜

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