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Capitolo 59

Canzoni per il capitolo:

Not Gonna Die Tonight - Skillet

Dead Inside - Muse

Dopo una giornata di lavoro, l'unica cosa che vonlevo era rilassarmi e dormire. Le giornate qui, erano piuttosto monotone. Nel Kanada siamo tutte, protette. Le altre ai lavori forzati non posso dire la stesa cosa.

Ogni giorno che passa, diventiamo sempre di meno. La maggior parte delle donne che avevo conosciuto in questi sei mesi, non le ho mai più riviste. Alcune sono morte, altre sono salite su convogli dirette verso altri campi.

Se ci sono, donne che vanno, sicuramente ci sono quelle che arrivano. Molte delle donne della mia baracca non le avevo mai viste. Ogni giorno arrivano treni da tutta l'Europa. Siamo sempre in sovraffollamento.
Era facile attaccarsi qualche malattia infettiva. E i pidocchi... molte ragazze avevano il cuoio capelluto rovinato, pieno di graffi a furia di grattarsi a sangue.

Certe volte, anche io mi gratto per via del prurito. Ovviamente stando nella baracca, era facile che qualcuna ti attacchi i pidocchi. Ma il giorno dopo, quando siamo di nuovo nel Kanada, la doccia gelida li fa sparire.

Per quanto ancora durerà tutto questo?

Osservo le altre. Io sono molto fortunata. Loro non avevano un Philipp che le protegesse.
Come fanno ancora a sopravvivere, ancora non lo so. Le amiro, perchè non si perdevano d'animo. Volevano tornare a casa. Non avevano perso la fede.

Già, la fede. Noi preghiamo ogni giorno. Ma per quanto lo facciamo, di una cosa siamo certe. Qui, ad Auschwitz, Dio non c'è.

Se veramente sarebbe stato qui, avrebbe ascoltato le nostre preghiere e non avrebbe permesso tutto questo.
Mi volto e guardo la mamma e Sarah. Si sono addormentate come molta facilità. La mamma, è sempre più debole. Il suo corpo non reggerà ancora per molto.
Sono molto preoccupata. Le cose non vanno come speravo. Se solo riuscissi ad integrarla nel Kanada.

« Giornata movimentata. »

Lucie si era appena avvicinata. Le faccio posto. Affondo il viso sulle mie ginocchia. Sono a pezzi.

« Com'è andata con... Tu - sai - chi? »

« Bene. Anzi, più che bene. »

Mi fissa rivolgendomi un sorriso accattivante. « E avete... »

« No. »

« Non ci credo. Raccontami tutto. » dice, facendomi il solletico.

Ridacchio, cerco di bloccarla, ma non ci riesco. « Ok. Va bene. Ti dirò tutto. »

« Allora cosa avete fatto? »

Mi imbarazzata molto, perciò le confesso con modi appropriati i fatti. « Abbiamo parlato. Poi, noi... ci siamo... » mi avvicino sussurandole nell'orecchio: " Toccati a vicenda ".
Lucie rimane a bocca aperta, guardandomi sbalordita.

« Oh mio Dio. » cerca di non ridere. « E com'è stato? »

« Beh è stato... come dire, bello. »

« Solo? »

« Ecco, mi è piaciuto molto. Lui era molto gentile. »

Lucie cerca di dirmi qualcos'altro, ma in quel momento Rachel si siede fra noi canticchiando e mangiando la sua zuppa. Io e Lucie ci guardiamo, senza parlare. Rimaniamo in silenzio, finché Rachel alza lo sguardo, guardandoci. Ci rivolge un sorriso sarcastico.

« Oh, continuate a parlare. Fate come se io non ci fossi. » e torna a mangiare la zuppa.

Lucie mi guarda sospirando. « Vado a dormire. Ci vediamo domani. »

« Notte. » le dico. Poi mi sdraio. Anche io avevo bisogno di dormire. Ma Rachel mi prende per un braccio.

« Cosa c'è? Ho per caso interrotto qualcosa? » conoscevo quel tono di voce scorbutico. Sapevo già che non le andava a genio che io e Lucie fossimo così amiche.

« No. » la butto lì, sperando di convincerla. Ma lei non molla.

« Bugiarda. Miriam, ti conosco troppo bene. Sei la mia migliore amica. Noi ci siamo sempre dette tutto. Quindi se c'è qualcosa che devi dire, puoi dirmelo tranquillamente. »

« Rachel, non ho niente da dirti. Come te lo devo dire? »

« Pensavo che tra noi non ci fossero segreti. Invece capisco che mi stai escludendo da quando hai incontrato quella. » si rivolge a Lucie.

« Lucie non c'entra tra niente. Non ti ho rimpiazzato. Sei per caso gelosa? »

« Ma per favore. Mi da fastidio il fatto che non siamo più unite. Sei come una sorella per me. »

Avrei voluto dirglielo, ma come potevo? Ha ragione. Ma questo non era ne il luogo e ne il momento. Faccio un lungo respiro.

« Anche per me. Io ti voglio bene. Non devi pensarla a questo modo. » sono triste. Non volevo perderla. Non in questo momento.

« Mi dispiace. Credevo che non mi avresti tenuta fuori. Ma l'hai fatto. » si alza e prima di andarsene si gira e mi guarda. « Mi hai rotto. » mormora, delusa.

« Aspetta, Rachel. Ti prego » sono sull'orlo delle lacrime.

Mi sento male. Rachel aveva ragione. Non sono stata una buona amica. Avrei voluto dirglielo quello che sto passando. Ma era troppo pericoloso. Spero che capisca che non lo sto facendo di proposito ad escluderla.
Mi addormento con le lacrime agli occhi, sperando che i miei sogni non diventino incubi.

***

La mattina seguente stava accadendo qualcosa di strano. Nessuno è venuto a svegliarci.
Ma quando ho aperto gli occhi, metà delle mie compagnie non c'erano, comprese mia madre, mia sorella e la zia.

Forse non mi sono resa conto, ma è impossibile che non abbia sentito le Kapò urlare e sbraitare. Adesso ho anche il sonno pesante.
Forse non mi avevano svegliata, perchè pensavano che ero morta. Mi alzo e scopro che nella baracca, oltre ai corpi senza vita, c'erano anche Rachel insieme ad una decina di altre ragazze.

Mi avvicino ad una di loro, per capire che cosa sta succedendo.

« Anche a voi, non vi hanno svegliato? » domando ad una.

« No, siamo uscite per fare l'appello. Le altre sono andate al lavoro, ma a noi ci hanno detto di tornare dentro. »

Perchè ho una sensazione negativa?

« Beh avete provato ad uscire? »

« Ci hanno chiuse dentro. »

Spero che sia uno scherzo. Vado davanti alla porta. Provo ad aprirla, ma, come aveva detto la ragazza, era chiusa.
Non ci credo.

« Da quanto tempo siamo chiuse dentro? »

« Non lo so. Penso da più di cinque ore. »

Cosa?! « Da cinque ore?! » esclamo.

Mi siedo. Non riesco a superare lo shock. Perchè ci avevano chiuso dentro? Ho paura che non sarebbe andata a finire bene. Le altre incominciano a piangere e a farsi prendere dal panico. Io e Rachel era va o le uniche a rimanere con i nervi saldi.

« Ragazze! Ragazze! » attiro la loro attenzione. « Non è il momento di uscire fuori di testa. »

« Come fai a rimanere calma? Me lo spieghi! Siamo chiuse qui dentro da ore, ormai. Ci vogliono uccidere. » esclama, una ragazza.

« Forse sì o forse no. Chi può dirlo? Ma non serve a niente, farsi prendere dal panico. Peggiora solo la situazione. » dico, con tutta calma.

Le ragazze bisbigliano e sussurrano fra di loro. Non so se le ho convinte a pieno. Però ha funzionato. Rachel sussulta alle mie spalle.

« Non datele retta. Perchè è una bugiarda. » dice con tanto menefreghismo.

Mi fa giro di scatto. « Rachel! » la riprendo.

« Perchè non è vero? »

Mi sforzo con tutta me stessa di non andare lì e prenderla a schiaffi. Le altre, dopo un po, perdono di nuovo la testa. Non potevo fare più niente per calmarle.

« Guarda che cosa hai fatto! I miei complimenti. »

Rachel non mi degna di uno sguardo. Trattengo a stento la rabbia. Mi fa infuriare il modo con cui stava affrontando la situazione.

« Ho detto a loro la verità. Perchè dovrei mentire? Io non sono come te! »

« Sei una stupida! »

« E tu sei una traditrice! »

In un'attimo nella baracca si era creato il caos più totale. Con me e Rachel che dicutevamo e le altre che avevano perso il controllo. D'altronde chi è che non uscirebbe di testa, sapendo che di lì a poco potevi essere ucciso.

« Io una traditrice?! Hai un bel coraggio! Se siamo in questa situazione, non certo per colpa mia! »

« Adesso sarebbe mia la colpa?!»

« Sì! » confermo. « Tu sapevi che non ero morta. Perchè non mi hai svegliata? »

« Potevi farti svegliare dalla tua nuova migliore amica! »

« Ecco, lo vedi? Ho sempre pensato che eri una ragazzina! »

« Ripetilo. » mormora, scadendo le parole.

« Sei una ragazzina! » incrocio le braccia. « La verità brucia, non è vero? »

È bastato un'attimo per ritrovarmela addosso. Era la prima volta che alzavo le mani contro qualcuno. Rachel mi tira i capelli, ma io non ho intenzione di cedere. Le tiro anche io i capelli. Sento gli occhi che mi bruciano. Non mi piace far del male alle persone. Però mi fa male dirlo, Rachel se lo meritava.

Con una spinta, la faccio cadere a terra, tuffandomi sopra di lei. Incomincio a colpirla. Ero senza controllo. Rachel cerca di ripararsi con le braccia. Ad un tratto sento qualcuno che mi strattonata via.

Ero accecata dalla rabbia, per accorgermi che le altre ci stavano separando. Rachel era pronta a tornare alla carica. Ma le ragazze bloccano anche lei.

« Con me hai chiuso! » urla.

« Io ho chiuso con te! » Urlo a mia volta.

Mi allontano andando a sdraiarmi sulla mia cuccetta. Come aveva potuto? Avevamo litigato in passato. Ma non siamo mai venute alle mani o agli insulti. Mi rendo conto, che questo posto ci aveva cambiate. Adesso avevo perso la mia migliore amica.
E ci sto male. Non dovrei. Non volevo arrivare a questo punto, ma non mi ha lasciato altra scelta.

Se penso che il nostro litigio è stato causato per una sciocchezza. Perchè non potevo riverargli il motivo per il quale, io, questi giorni sono estremamente felice.

Ad un tratto si aprono le porte della baracca. La Kapo entra con il solito bastone fra le mani. Calà il silenzio assoluto.

« Tutte quante fuori! Subito! » sbraita.

Io e le altre corriamo di fuori. Ci mettiamo in fila per tre. Oltre la Kapo, c'erano due guardie con i cani e tre ufficiali delle SS. Non li avevo mai visti prima. Erano giovani. I due ufficiali, Quello di destra e quello di sinistra, avevano entrambi i capelli sicuri, alti e sguardo serio. Erano due armadi, rispetto all'ufficiale di mezzo.

Il suo aspetto, ispecchiava esattamente quello del classico tedesco di pura razza ariana. Capelli biondi, occhi azzurri e la pelle bianca come il latte. Nessuna delle mie compagnie osava guardarli in faccia.

Il biondo si avvicina verso di noi. Incomincia a camminare lentamente fra le fila, tenendo le mani dietro la schiena. Non riuscivo a capire che cosa volevano. Alla fine, si ferma. Ci guarda una ad una. Poi con tono tranquillo, ma allo stesso agghiacciante ci rivolge la parola. Come al solito, parla in tedesco, ma tra una parola e l'altra riesco a capirne il senso:

« Sapete, che rubare è un reato? Ma per voi ebrei, è nella vostra natura rubare. Chi di voi, puttane, nascondeva questo. » Alza la mano, tenendo stretto una scatola che nascondeva cibo in scatola, barrette di ciccolato e altre leccornie. « Fra le asse di legno? »

Nessuna di noi, osa rispondere. Avevamo troppa paura. Questo non fa che peggiore le cose.

« Lo chiedo per l'ultima volta: Di chi è? »

Ancora silenzio. Chiudo gli occhi. A questo punto temo il peggio. L'ufficiale perde la pazienza. Lancia la scatola a terra. Era la fine.

« Voi, luride troie! Volete dirmi che nessuna di voi ha rubato questa scatola?! Osate prendermi per il culo?! Vi giuro, che se entro dieci secondi, non si fa avanti, vi faccio fuori tutte! » urla. Prende la pistola dalla fondina e la carica.

« E ancora tutt'ora nessuna, sa niente... »

Nel momento in cui sta puntando la pistola davanti ad una ragazza, una voce, che speravo di non udire mai dichiara con voce fiera:

« Sono stata io. » Mi volto, e vedo Rachel farsi avanti. « È mia la scatola. »

Sul volto dell'ufficiale vedo apparire un sorriso inquietante e soddisfatto. Ripone la pistola. Non riesco a capire perchè lo aveva fatto. Ma non potevo lasciarla nei guai. Anche se un'attimo prima ci eravamo azzuffate.

« Voi, luride puttane, potete tornare a lavorare! »

Le mie compagnie non se lo fanno ripetere due volte e vanno via. Mentre io rimango al mio posto. L'ufficiale si avvicina a me. Mi guarda dalla testa ai piedi, prima di darmi uno schiaffo in piena faccia. Se, Philipp avrebbe visto questa scena, non so quale sarebbe stata la sua reazione. Ma lui non era qui. Dovevo contare solo su me stessa. Avevo affrontato cose ben peggiori, di questa. Ero riuscita a salvarmi dalla morte, e avevo subito i maltrattamenti da parte di Philipp. Non avevo paura.

« Sei sorda, per caso?! » ruggisce. Era fuori di sé. Il colore delle sue guancie era passato da un bianco latte a un rosso bordeaux. « Vai insieme alle altre, Lurida cagna ebrea! »

I suoi insulti non mi scalfiscono più di tanto. Ero decisa a salvare Rachel. Tenevo la testa bassa. Ero nel panico più totale. Come posso uscire da questa situazione, senza rimane uccisa? Devo farmi venire un'idea alla svelta.
L'ufficiale, vedendomi ancora ferma, alza la mano pronto a schiaffeggiarmi di nuovo, ma questa volta lo fermo.

« Quella scatola, apparteneva anche a me. » dico, velocemente.

Il biondo abbassa il braccio. Dopo un minuto di silenzio, scoppia a ridere. « Che ebrea scaltra che abbiamo qui. » Mi prende in giro. « Splendido! Questo vuol dire che vi ucciderò entrambe. » dice, pieno di felicità.

Mi prende per il braccio e mi sposta vicino a Rachel. Mi volto per vederla in faccia. Anche lei, fa la stessa identica cosa.
La mia amica scuote leggermente la testa. Immagino a cosa starà pensando. Se poteva parlare, mi avrebbe dato della pazza.
Io, invece, le Sorrido e la prendo per mano. Con mia sorpresa, me la stringe.

Eravamo pronte. Non avevamo paura. Stiamo affondando questo momento a testa alta e questo ci rendeva fiere.
Tengo d'occhio l'ufficiale. Non aveva ancora preso la pistola. Io e Rachel aspettiamo la nostra sorte.
Fino a che l'ufficiale non si avvicina a noi e, sempre con quel sorriso beffardo sul volto, ci dice la sua decisone.

« Oggi ho voglia di divertirmi. Quindi non vi ucciderò, sparandovi in testa. » dice, alquanto annoiato. « Ho in mente, un metodo molto più eccitante. » mormora con macellata perfidia.

Lo guardiamo scioccate. Che cosa aveva in mente? Mi stringo di più a Rachel. Vedo l'ufficiale che sussurra qualcosa alle guardie. Deglutisco, quando lo vedo tornare da noi.
Era un agonia. Più i minuti passano, più diventa straziante l'attesa.

« Avete mai assistito ad un barbecue? »

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo
Spero che vi piaccia :) Volevo ringraziare tutte le persone che mi seguono e che mi sostengono. Vi adoro
Ringrazio le persone che commentano, votano o solamente leggono
In questo capitolo ho voluto soffermarmi ancora sul rapporto tra Rachel e Miriam :) Quindi, nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle. :)
Come sempre l'aggiornamento sarà sabato o domenica
Vi voglio bene
Un megabacione
Noemi 💜

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