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Capitolo 57

Canzoni per il capitolo :

• Heavy - Linkin Park ft Kiiara

• Coldplay - Viva la Vida.

Quando mi sveglio avevo il corpo intorpidito mentre i primi raggi del sole illuminavano la stanza. Avevo un leggero fastidio agli occhi, per via della luce.
Ho paura ad aprirli. E se è stato solo un sogno? Se li apro e scopro che mi trovo nella mia cuccetta?
Continuo a ripeterlo a l'infinito. Mi faccio coraggio aprendoli piano, piano.
Sorrido, felice. Sono nella camera di Philipp. Allora non è stato un sogno. Tiro un sospiro di sollievo.
Philipp dorme ancora. Mi avvicino a lui, facendo attenzione a non svegliarlo. Appoggio la testa sul suo petto.
Era strano vederlo così inerme. Faceva un'altra figura. Sembra così indifeso ed era calmo.
Faccio scorrere il dito fra i solchi dei pettorali, creando dei piccoli cerchi.

Possibile che stia accedendo proprio a me?

Ieri sera, avevo provato dell'emozioni forti. Mi ricordo quando mi aveva toccato contro la mia volontà. Era cinico e lo faceva al solo scopo di soddisfare il suo desiderio. Ma ieri, era stato dolce e gentile, ma allo stesso tempo rude. E mi era piaciuto.
Mi eccita sapere, il fatto che abbiamo dormito nudi.
Se la mamma e il papà sappessero... forse un giorno, se saremo ancora tutti inseme, gli racconterò tutto. Beh non proprio tutto. Ma vorrei che capissero come mi sento e cosa sto passando.

« Buongiorno. »

Quando incontro il suo sguardo ebbi un balzo al cuore così forte che credetti di morire seduta stante.
Mi rivolge un sorriso. Da quanto tempo era sveglio?!
Imbarazzata mi nascondo infondo fra le lenzuola. Philipp si stiracchia e sbadiglia.

« Dormito bene? » mi chiede.

« S-sì. Tu? »

« Benissimo. Dammi un bacio. » Ordina con la sua voce rauca, mentre si leccava il labbro inferiore, incitandomi a fare come aveva detto.

Abbasso lo sguardo, affondando i denti per l'ennesima volta sul labbro inferiore, finché non sento il tocco di Philipp che strappava la presa dalla mia bocca tenendo il mento tra il pollice e l'indice.

« Baciami, Jüdin. » Alzo lo sguardo ed incontro il suo sguardo liquido e penetrante.

Senza pensarci due volte mi abbasso alla sua altezza, appoggiando una mano sul suo viso, e le mie labbra sulle sue. Adoro questo dolce risveglio.

« Oggi sono libero. Non ho impegni. Quindi, che cosa ti va di fare? »

« Io devo tornare nel Kanada lo sai. » gli ricordo. « Anzi, dovrei affrettarmi a tornare. »

« Ti ordino di restare qui. Dirò ad Hans che ti tengo ancora per un po. »

« Aspetta un momento. » Lo guardo con serietà « Il tuo amico, non potrebbe sospettare? »

« No. » sembra sicuro di sé. Come al solito.

« È come fai a saperlo? »

« Perchè sa perfettamente, che odio gli ebrei. Quindi non sospettera mai. »

Non capisco, ci odia ancora e nonostante tutto, mi ama. Questa cosa è insensata.

« Philipp noi ebrei non siamo cattivi. Siamo persone normali. Solo... abbiamo culture diverse. Ci sono persone li fuori, nel campo, che non meritano di essere qui. »

Mi guarda. Per un fratto di secondo rimane serio, poi scoppia a ridere. « Cioè fammi capire: Vorresti dirmi che quelli, sono uguali a te? No, è impossibile. Tu sei speciale. Unica. Sei un'ebrea, sì, ma non sei come loro. Già te l'ho spiegato. »

« Se mi hai accettato, puoi accettare anche loro. »

Alza gli occhi al cielo. È visibilmente scocciato. « Va bene. Ci penserò. »

Sorrido e lo bacio. So che vuole rendermi felice, spero che cambierà idea, prima o poi.
Sapevo, anche, che, in fondo, aveva un animo buono.

« Spero che tu rifletta su ciò che ti ho detto. »

« Sì, sì, sì. Ora vieni qui. »

I ruoli si capovolgono: Philipp con un balzo è sopra di me. Rimango per un attimo senza fiato. Dalla bocca, passa al collo, lasciandomi dei piccoli baci. Mi moridcchia il lobo dell'orecchio e non posso fare a meno di gemere. Mi sussurra qualcosa in tedesco. Non la comprendo ed era la prima volta che sentivo quella lingua pronunciata in modo dolce e gentile.

Sento il suo dito entrare, dolcemente, dentro di me. Mi mordo il labbro. Devo cercare di non urlare. Il mio respiro si fa sempre più pesante, mentre mi abituo a quell'intrusione, decido anche io di volergli donare piacere.

Prendo il suo membro e incomincio a muoverlo piano, poi sempre più veloce. Philipp emette un gemito soffocato. Le mie guance vanno a fuoco per via dell'eccitazione.

« Oh... Cazzo... sì... così... » mugola, baciandomi di nuovo.

Gli mordo il labbro inferiore, cercando di stuzzicarlo. E direi che ci sono riuscita. Mi rivolge un sorriso cinico e provocatorio. Accelera il movimento. Chiudo gli occhi, mandando la testa all'indietro. Gemo fino allo stremo. Gli ricambio il favore, aumentando sempre di più la velocità.
Philipp si alza di poco e apre le gambe per facilitarmi le cose. I nostri gemiti vanno all'unisono. Philipp tocca il punto più sensibile e questo era bastato per farmi arrivare alla vetta del piacere.

Respiro profondamente, non smettendo di farlo muovere. Philipp cerca di toccarselo, ma gi allontano la mano in malo mado.

« Cazzo! » ruggisce . Il suo liquido caldo mi cola fra le mani. Philipp si stende a pancia in su ed emette versi a dir poco umani . Lo prende in mano e finisce per soddisfarsi quel poco.

Rimaniamo per un po in silenzio, cercando di riprenderci. Il mio respiro diventava sempre più regolare. Mi giro su un fianco dandogli le spalle. Sento le sue braccia che mi avvolgono. Mi da un bacio sulla spalla e poi sulla guancia.

« Stai piangendo? »

« No. Non è niente. È stato bellissimo. »

« E il meglio ancora deve venire. » mi sussurra vicino all'orecchio.

« Cos'hai provato con le altre? »

« Fammi pensare... Niente. »

« Niente? » come si può non provare nulla?

« Per me era solo sesso. Niente di più. » dichiara, mentre apre il cassetto per prendere il pacchetto di sigarette. Me ne porge una.

« No. Grazie. »

« Dai, Jüdin. Prendine una. Ci vuole dopo questa sfuriata. Ti rilassa. » aspira e butta fuori il fumo « E poi sono tedesche. Di ottima qualità. »

Scuoto la testa. Odio fumare. Mi aveva sempre dato fastidio la puzza del sigaro nei bistrot.

« Poi fumare dalla mia bocca, se vuoi? » propone con un sorriso malizioso.

« Dalla tua bocca? »

« Così. » mette di nuovo in bocca la sigaretta e aspira. Poi si avvicina alla mia bocca. La apro. Philipp espira tutto il fumo. Sento il sapore della nicotina.

« Ora, espira. »

« Che schifo.. » Aveva un sapore di tabacco insopportabile.

Philipp sghignazza « Miriam, mi stupisci. Non bevi e non fumi. »

« Ed è strano? »

« No. Anzi, ti dirò la verità: mi piace una donna così. Il vizio di fumare di bere è riservato agli uomini. Non si addice ad una donna. »

« Sono entusiasta la vedi in questo modo. » dico, alzando mi dal letto.

« Dove vai? »

« Devo farmi un bagno, prima di tornare nel Kanada »

« Sono le dieci. È tardi per tornare. » cerca di farmi cambiare idea.

« Sai che non possiamo stare tutto il giorno insieme? »

Sbuffa, alzando gli occhi al cielo. « Che rottura di palle. »

Sorrido. Entro in bagno. Faccio il più in fretta possibile. Quando torno, Philipp si era addormentato di nuovo.
Scuoto la testa. Beh era meglio così.

Mi chino verso di lui dandogli un bacio sulla guancia.
Mi appresto ad uscire dall'ufficio. Ma quando sto mettendo la mano sulla maniglia, quest'ultima si abbassa, senza che io l'abbia toccata.

***

Per un'attimo sento il cuore fermarsi di colpo.

No, non di nuovo.

Indietreggio. Per fortuna, faccio in tempo ad entrare in camera. E se era di nuovo l'intrusio?

Ho i brividi. Meno male, che questa volta ci sia Philipp qui con me. Vado di corsa a svegliarlo.

« Philipp. » Lo sveglio scuotendolo « Philipp! »

Finalmente si sveglia. Mi guarda malizioso, mettendo le mani dietro la testa.

« Allora hai deciso di rimanere? »

« Piantala di fare lo spiritoso. C'è un uomo di là, nel tuo ufficio. »

Torna immediatamente serio. « Un uomo, hai detto? »

Faccio sì con la testa. Philipp scatta subito in piedi. Si infila velocemente i pantaloni dell'uniforme e una maglietta.

« Ti ha vista? »

« No. Sono corsa subito qui. »

« Tu resta qui. » ed esce dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle.

Non avevo intenzione di disobbedire. Mi siedo di nuovo sul letto. Credo che la mia permenenza qui durerà più del previsto.
Mi tolgo le scarpe, senza fare rumore. Dall'ufficio sento la voce di Philipp e di un'altra persona che non ho mai sentito prima. Ovviamente stavano parlando in tedesco. Il tono della voce di Philipp era abbastanza alterato. La persona gli rispondeva con altrettanta rabbia.

Mi domando cosa stia succedendo? E perchè sono così arrabbiati?
Purtroppo non posso avere la risposta e quindi mi tocca aspettare che questo litigio abbia fine.

Per stare un po comoda, mi sfilo la camicetta per mettermi il maglioncino. Ora sto molto meglio.
Quando la discussione finisce, sento la porta sbattere. Poi il nulla. All'improvviso, qualcosa, come il suono di un vetro che va in frantumi, riempie la stanza.

Mi alzo di corsa, per vedere cosa sia successo. Quando apro la porta, Philipp stava distruggendo la lampada che aveva sulla scrivania e i bicchieri che teneva sul tavolinetto.

Era un furia. Cerco di andare da lui e calmarlo. Quando gli tocco il braccio, mi scaraventa a terra.

« Jüdin! » si china verso di me. « Jüdin! Miriam! Stai bene? »

Mi alzo da terra facendo leva con le braccia. « Ma che ti prende? Sei impazzito? »
Se prima era preoccupata per lui, adesso era furibonda.

« Scusami. Ti prego, perdonami. Non volevo farti del male. »

« Beh lo hai fatto. » avevo ancora il braccio indolenzito « Ma che ti è preso si può sapere? Insomma, chi era la persona con cui stavi discutendo. »

Philipp tiene bassa la testa. I pugni erano chiusi. Si potevano vedere benissimo le nocche diventare bianche.

« Nessuno. »

Note d'autrice :
Eccomi con il nuovo capitolo
Scusate se l'ho postato con un giorno di ritardo, ma questi 3 giorni sono stata super impegnata. :(
Spero che vi piaccia
Come vi sembra? Ditelo con un voto o con un commento
Appunto vorrei ringraziare le persone che mi seguo e mi sostengono e inoltre vorrei ringraziare chi vota, chi commenta o solamente chi legge p.
Grazie a tutti vi adoro.
Il prossimo aggiornamento sarà sabato o domenica
Vi voglio bene
Un megabacione
Noemi 💜

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