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Capitolo 40

Canzoni del capitolo :

• Feel The Light - Jennifer Lopez

•  Toward The Sun - Rihanna

Dopo cena, me ne vado a letto, in quanto Philipp non sarebbe stato qui con me.

A cosa gli serviva sapere la data del mio arrivo qui e il mio cognome?

Mi infilo sotto le coperte e prendo la copia del libro che mi ha regalato. Non avrei passato tutta la notte a leggere.

Ridacchio. Non mi credo neanche io.

Dovremmo discutere un po più spesso, se questi sono i regali che mi fa per farsi perdonare.

Ora che ci penso, a casa avevo lasciato tutti i miei libri. Non avevo avuto il tempo di prenderli, quando ci hanno arrestati.
È stato meglio così.  Se li avessi portati con me, li avrebbero sicuramente bruciati. Ogni tanto stacco gli occhi dal libro per guardare l'ora.

Sono le due. E Philipp ancora non tornava. Non mi devo preoccupare. A meno che non stia con quella Helen. Mi vengono i brividi solo a pensarci.

Per quanto mi sforzi a leggere, di fuori, si sentono le grida e le urla dei nuovi deportati. Non molto lontano da qui ci sono i forni crematori. Mi viene una stretta al cuore. Mi ricordo il giorno in cui sono arrivata. Ero nella loro stessa situazione. Avevo paura, ero affamata e spaesata. Non sapevo nulla di questo posto.

Quel giorno la mia vita era finita. Ora non voglio abbattermi. Continuo a leggere finché non sento delle voci e il rumore della porta. Philipp era tornato e non era solo.

Sento più voci che parlano. Dovrebbero essere i suoi amici. Non capisco una parola, in quanto le loro  conversazioni sono in tedesco.

Spengo la luce della lampada del comodino e mi alzo piano, piano facendo il meno rumore possibile. Sbircio dalla fessura.

Vedo un ragazzo con i capelli castani, che si versa un bicchiere di Whisky. È  lo stesso ragazzo che avevo visto in una foto di Philipp.

Non riesco a vedere molto. Si devono divertire parecchio.

Mi sale una rabbia se penso che fuori la mia gente soffre e loro sono qui a ridere, a bere e a divertirsi.

Non concludo nulla, se sto qui. È meglio che torno a letto. Mentre torno sotto le coperte, sento la vescica piena.

Oddio, non adesso. Non era il momento per andare in bagno.

Ma non resisto. Entro in bagno. Spero che la mia presenza passi in osservata. Abbasso le mutandine e mi siedo. Mi mordo il labbro, per il nervoso. Però che tempismo.

Prendo la carta igienica e dopo essermi pulita la getto nel w.c. e tiro lo sciacquone.

Errore madornale.

Rimango Impietrita.  Stupida! Stupida!

Va bene. Niente panico. Forse nessuno a sentito nulla. Ma chi voglio prendere in giro.
Certo che hanno sentito!

Non appena esco dal bagno, sento il rumore della maniglia della porta. Era inclinata verso il basso.

Oddio stanno entrando!

Mi nascondo sotto le coperte, non so quanto possa servire. Sento la voce di Philipp e la porta si richiude.
Tiro un sospiro di sollievo. Ci è mancato poco.
Se mi avessero scoperto sarebbe successo un putiferio.

Per stasera ho combinato abbastanza danni. È meglio che vada a  dormire.

In meno di cinque minuti, mi trovo già fra le braccia di Morfeo.

****

Passo la mattina a leggere, mentre Philipp sta lavorando. Non abbiamo parlato molto, forse per quello che è successo ieri sera.

Ogni tanto, mi sento osservata. So che mi lancia occhiate, ma faccio finta di niente.
Non sopporto questo silenzio. Nella stanza si sentono solo il rumore della penna che scivola sul foglio e le pagine che faccio scorrere, quando cambio pagina.

Ho combinato un disastro.

Decido di rimediare. Do un colpo di tosse. Niente. Non si gira. Ci riprovo, questa volta ci riesco e ottengo la sua attenzione.

« Che vuoi? »  dice svogliato.

« Ehm è per ieri sera. Scusami se sono stata così sconsiderata »

Sussulta. « È il minimo. » riprende a scrivere.

« L'importante è che non hanno scoperta. »

« Sì, certo  » grigna, fra i denti. « La prossima volta già che ci sei puoi anche uscire e farti una passeggiata come se niente fosse. »  si alza di scatto e gira per la stanza avanti e dietro toccandosi i capelli.

« Mi dispiace... » sono sull'orlo delle lacrime. Philipp si siede vicino a me.

« Scusa se ho reagito così, ma ho... abbiamo rischiato grosso ieri. »

Annuisco asciugandomi il viso. « Sono una stupida. »

« No. Non lo sei  »

« Sì che lo sono. Rischi la tua vita e io cosa faccio per ripaga....»  mi fa tacere mettendomi un dito sulle labbra.

« No, non lo sei. Sono stato io a farti venire qui e ne prendo atto. Per fortuna, come hai detto, non ci hanno scoperto. La prossima volta vedi di non farti scoprire  » tutto d'un tratto diventa comprensivo. Ha ragione. Dobbiamo essere prudenti.

« Cosa hai detto hai tuoi amici? » 

« A che proposito? » domanda mentre dalla tasca prende il suo pacchetto di sigarette.

« Beh avranno domandato chi c'era dentro la stanza  »

Philipp aspira e caccia fuori il fumo. Rimane a fissare il vuoto  « Cosa hai fatto ieri sera? »

Stava evitando l'argomento. Butto segno. 

« Non hai risposto alla mia domanda »

« Che vuoi che ti dica? Qualsiasi cosa ho detto loro, ha funzionato. Non mi stressare.  »

« Perché non me lo vuoi dire ? » 

« Perché non è importante. »  Volevo prendere il libro che avevo sul tavolino e tirararglielo in testa. Mi dava sui nervi. Ogni volta che decido di dialogare lui alzava di nuovo le barriere.

« Fa come vuoi. »  alzo le mani. Riapro il libro e ricomincio a leggere.

« E adesso che fai? »  dice scontroso.

« Non lo vedi? » mi prende il libro tra le mani  « Ehy! Ridamelo! »

« Vieni a prenderlo  »  Ghigna. Afferrò le sue braccia e alzo leggermente le punte sperando di arrivare al libro. « Philipp smettila! »

« Su coraggio, Jüdin! È tutto qui quello che sai fare? Mi deludi  » Ride. Una risata che mi da sui nervi.

Per quanto mi sforzi, non riesco ad arrivarci. Non lo sopporto quando si comporta in questo modo.

Senza che c'è ne rendessimo conto, siamo entrati nella camera da letto. Mentre mi allungo per cercare di raggiungere il libro, faccio un salto. Mi accorgo troppo tardi di aver fatto una stupidaggine. 

Philipp cade all'indietro finendo sul  letto e io sopra di lui. Cerco di non pensare a quella posizione così imbarazzante. Il mio unico obbiettivo era quello di raggiungere il mio libro.

Divarico le gambe e do una leggera spinta in avanti. Finalmente l'ho preso! Ma non ho il tempo di esultare che mi ritrovo con la schiena contro il materasso. Le posizioni si erano invertite.

Il viso di Philipp è pericolosamente vicino al mio. « Jüdin, non sapevo che volessi rifarlo. » Sul suo volto spunta un sorriso malizioso.

« Levatelo dalla testa! » cerco di liberarmi, ma è inutile. Sento il suo peso contro di me. È più forte di me.  « Se non mi lasci andare, urlero a squarcia gola  »

« E io so il modo per farti azzittire »  non ce  la faccio più, è tutto inutile. Più mi divincolo e più faccio fatica a togliermelo di dosso. Mi fermo. Ho il fiatone.

« Ora vuoi toglierti? » ridacchio.

« Non sento la parola ' per favore '  » sono confusa. Perchè dovrei.... Un lampo che mi illumina la mente. È la stessa identica scena: quando io e lui eravamo nel bosco. Ero sul punto di lasciarlo lì, ferito e agonizzante.

Quando vede la mia faccia, sorride soddisfatto.

« Allora? Non sento  »

« Togliti » dico facendo un sorriso falso.

« Allora, io non mi muovo di qui  » sentenzia.

« Sai come si dice? Chi la fa, l'aspetti  »

Sbuffo  « Sei peggio di un bambino, quando ti comporti così  » mi fa il verso.

« Tu di per favore  »

Roteo gli occhi e Sospiro. Non ho altra scelta.  « Per favore  » 

« Mmh per favore Herr Kommandat  »

Cosa?!

« Per favore, non mi rompere le scatole e togliti  »

Nulla. Avevo le mani bloccate, lo stesso valeva per i piedi. Non volevo dargliela vinta. Avevo il mio orgoglio di donna. Non mi voglio sottomettere. Gli do un morso sul braccio.

Philipp lancia un urlo di dolore e stacca le mani dalle mie. È il momento. Mi scanso da sotto di lui e questa volta sono io a mettermi sopra di lui, di nuovo.

« Mai sfidare un'ebrea  »  Lo faccio sembrare come un avvertimento.

« Tu... » mi divertiva vederlo bruciare dalla rabbia, per via della sconfitta.

« Almeno così ti ricorderai chi è superiore  »

Philipp scoppia a ridere   « Chi tu? Fammi il piacere  »

« Fa male la sconfitta » mi tolgo da sopra di lui, e mi sdraio sul letto.  Rimaniamo così,  immobili. Uno accanto all'altra.

« Sei molto scaltra, lo sai, sì? » si passa una mano fra i capelli.

« Lo so. Mi sottovaluti » 

« È  la prima volta. »  Non mi faccio battere facilmente. Ora, penso che se lo ricorderà due volte.

« Che cosa avete fatto ieri sera? » chiedo, per cambiare argomento.

« Non sei riuscita a dormire? » 

« No. Non è per quello. Sono curiosa »

« Le solite cose: abbiamo bevuto, detto stronzate, fumato, parlato di lavoro... cose così  »

Mi giro su un fianco. Vorrei che si aprisse di più. È  una bellissima persona, se vuole. 

« Io e le mie amiche andavamo in campeggio in estate, fuori Parigi. C'era anche Simon. Ci divertiamo un sacco e... »

« Chi è Simon? » dice, improvvisamente. La sua mascella si era contratta e teneva lo sguardo fisso rivolto verso l'alto. Il suo respiro si era fatto più pesante e irregolare.

« ... È il mio migliore amico. »

« O è il tuo ragazzo. »  sento le guance bollenti. Sono in imbarazzo.

« Io... io non ho un ragazzo »

« Ma non mi dire. Vuoi dire che non sei mai stata con nessuno?  » in quella frase sento una nota di presa in giro.

« E la cosa ti sorprende? »  ero alquanto offesa.

« Figurati. Quanti anni hai?  »

«  Sedici. » rispondo. Mi mordo l'interno guancia. È stupido pensare a cosa penserà sulla mia età.

Si mette seduta e  mi guarda con occhi spalancati. « Sedici? O porca miseria »

« Ti crea qualche problema? » metto le braccia conserte.

« No. Solo che... Wow sedici anni... ti credevo più grande. »  oh. Non me lo aspettavo.

« E tu, invece? Quanti anni hai? » ora che io gli ho detto la mia età non può tirarsi indietro nel rispondermi. 

« Ventuno »  Non sono per niente sorpresa.

« Ti credevo molto più giovane » mi volto verso di lui con le sopracciglia aggrottate.

«  Ne prendo atto. »  Sorride. Il suo sorriso mi fa impazzire, ogni volta.

« Ora che ci penso,  Simon era cotto di me.  »

« E tu? lo eri? » dal suo tono comprendo che sia un tantino scocciato. Ma forse mi sbaglio.

« Beh ecco, non so dirti con certezza. Ma sono affezionata a lui. Gli voglio bene. » se devo dire la sincera verità, provo qualcosa per Simon, o meglio provavo finché non è arrivato Philipp. Ma questo non vuol dire che io non gli voglia più bene.

« Parli come se fosse ancora vivo. »

« Simon è vivo. So che è qui, da qualche parte nel campo. » dico, determinata.

« Dubito che sia ancora vivo.  » 

« Ti ho detto che lui è vivo. Lo so. Perchè me lo ha promesso  »  fa spallucce.

Se pensa che io mi scoraggi tanto facilmente, si sbaglia di grosso. Immagino quando io e Simon ci rincontremo. Gli darò un abbraccio che durerà un giorno intero. Ho un mucchio di cose da raccontargli.

Guardo Philipp. Ha uno sguardo sereno. Poi Ripenso a Simon. Sono diversi in tutto. Simon aveva un fisico gracilino. Infatti non praticava molto sport. Philipp ha le braccia grosse e muscolose anche i pettorali erano definiti. Questo per via del pugilato. I capelli di Simon sono arruffati, mi ricordo ogni tanto mi piaceva toccarli e spettinarli ancora di più, con Philipp questo non potrei farlo. I suoi capelli sono curati, ricoperti da una gelatina e pettinati. Il carattere di Simon era come il mio: buono, altruista, e  di  buon cuore . Philipp era tutto il contrario. Anche se devo amettere che ci sta mettendo del suo per migliorare.

« Miriam, voglio dirti una cosa  »  dice pensieroso.

« Dimmi  »  sono curiosa.

« Cosa desideri in questo momento?   »

« Beh io non saprei di preciso... »  anche se un desiderio c'è l'ho.

« Qualunque cosa  » Sorride. Ho i crampi allo stomaco. Dio solo lui mi può ridurre in questo stato.

« Beh ecco è  da un po che ci penso... anzi praticamente è un desiderio che tengo nascosto nel cuore. » sono nervosa, ma è da sciocchi non ho motivo di esserlo. Philipp si alza e si avvicina a me, mi prende la mano. Il suo tocco è delicato e gentile. Mi accarezza il viso. I battito del mio cuore accelera fino a scoppiare e  le guance sono bollenti. Sento improvvisamente caldo. Non c'è mai stato un momento così intimo fra noi due. Philipp si avvicina sempre di più al mio viso. La sua fronte si appoggia alla mia.

« Dimmelo... » sussurra. 

Cerco di riprendere il controllo di me stessa « Ecco io... desidero... La mia famiglia. »

Philipp si stacca leggermente da me, guardandomi negli occhi. La sua espressione era confusa, credo che non si aspettasse questa richiesta.

« Cosa? » 

« Io desidero passare un giorno con la mia famiglia. So che può sembrare assurdo. Ma questo è il mio più grande desiderio »

So perfettamente che questo desiderio non potrà mai esaudirsi, ma nel profondo del cuore, io spero.

Philipp mi accarezza senza dire una parola. D'un tratto sento la sua mano sotto il mento, costingedomi a guardarlo. Sento le stesse sensazioni di prima. Il suo viso si avvicina al mio. La sua mano mi accarezza la guancia.

Oh Dio...

Speravo che si fermasse. Philipp si avvicina sempre di più sempre di più.  Chiudo gli occhi. Ma non appena arriva a un centimetro tra le mie labbra, qualcuno bussa alla porta.

« Herr Hauptsturmführer » quella voce ci riporta nella realtà.

Riapro gli occhi. Respiro appena. Non mi ero resa conto di aver smesso di farlo, anche solo per pochi secondi.

Philipp era rigido. Il suo viso era ancora vicino al mio. I suoi pugni stringevano le lenzuola.  Dice qualcosa in tedesco. L'altra persona gli risponde con parole a me incomprensibili.

Lo guardo per capire che cosa succede.

« Miriam ora devi restare qui. Non ti muovere e resta in silenzio »

« Va bene » sussurro.

Lo vedo uscire. Faccio come mi ha detto. Rimango li immobile. Non posso crederci che stavamo per farlo. Accarezzo la parte del letto dove prima c'era lui. Mi immagino se quella voce non ci avesse interrotti.
Sarebbe successo qualcosa si irreparabile.
Lo rigranzio per averlo fatto. Non era per Philipp. Io... non possiamo. Perchè non riusciva a capirlo? Era così semplice.

Se penso che prima lo odiavo con tutta me stessa. Doveva continuare ad odiarmi. Era per il nostro bene.

Note d'autrice:

Ecco il capitolo 39
Non vedo l'ora di scrivere gli altri *_*
Nei capitoli successivi ci sarà una sorpresa per Miriam ;)
Detto questo: ho visto le visualizzazioni 21 K Wow grazie mille a tutti.
Vi voglio bene
Ringrazio le persone che mi scrivono e mi danno la forza per continuare. 
Grazie mille alle lettrici silenziose, alle persone che commentano, per quelle che votano. Siete fantastici.
Al prossimo capitolo
Un megabacione
Noemi 💜

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