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Capitolo 36

Canzoni del capitolo :

• Let Me Love You - DJ Snake ft Justin Biber

• Close - The Chainsmokers Ft Halsey

Philipp era andato via e io resto, di nuovo, tutta sola.
Ora non so davvero che cosa fare. Non posso uscire e non posso fare nulla.
Quindi resto vicino alla finestra, aspettando il suo ritorno.
È assurdo che mi manca così terribilmente, ed è passata solamente mezz'ora, da quando è uscito.
Mi butto sul letto. Sorrido e ridacchio scioccamente. Mi ragomitolo su me stessa, mordendomi le labbra.

Non vedo l'ora di rivederlo.

Dio, Miriam sei fuori di te... datti una controllata.

Sembro una ragazzina che ha appena ricevuto un giocattolo nuovo.

Che cosa mi sta succedendo? Non sono più me stessa.

Forse... No. Miriam No.

Non posso innamorarmi di lui.

Mi metto le mani sul viso. Ripenso a tutto quello che ha detto su di me.

Lui ci tiene a me. E questo è quello che conta.

Vedo la porta aprirsi. Il medico, l'amico di Philipp, viene verso di me.
Deglutisco. Resto calma. Quando è davanti a me, mi dice qualcosa in tedesco.
Alzo le sopraciglia.

Eh?

Non avevo capito una parola. Il medico, scocciato, si alza la mano. La indica e poi indica la mia.

Gli porgo la mano. Apre, piano, piano la fasciatura. Faccio uno smorfia di dolore.
La ferita sta guarnendo a quanto pare, da come vedo. Mi ricordo com'era conciata, qualche settimana fa.
Il medico, mentre esamina la mano, sussurra qualcosa, sempre in tedesco.
Lascio passare. Sento che continua, ma questa volta direi che stava parlando.
Questo mi scocciava, perchè per quanto potessi fare finta di niente, quelle parole incomprensibili mi davano sui nervi. Era molto peggio, di quando capisci.

« Senti, se devi dirmi qualcosa, dilla nella mia lingua - dico scocciata

Lui alza il volto e mi guarda ridendo. Questo mi altera di più. Parla ancora in tedesco. E poi smette. Poi riprende, ma questa volta mi lascia senza parole.

« Dovresti imparare il tedesco, ebrea. Per il tuo bene. - dice in francese.

Questa si è una sorpresa.

« Ma allora tu parli francese. » sono sorpresa.

Questa volta non mi risponde. Torna, concentrato sulla mia mano.

« La mia mano sta guarendo, vero? » gli chiedo.

Ancora nessuna risposta.

« Ehy! » esclamo. Questa volta alza lo sguardo.

« È maleducato non rispondere, quando qualcuno ti fa una domanda » sono impazzita. Per quanto fossi irritata, mi dimenticati che lui era pur sempre un soldato delle SS.

« Nel caso non te ne fossi accorta, io non parlo con la feccia. » sussulto. « Vorrei dirti, che cosa hai fatto al mio amico. Non si è mai comportato così. Quando ti ha portato qui, credevo che stesse scherzando. Un' ebrea.... »

Prendo le sue difese « Forse perchè, non vuole più essere un mostro come voi. Anche lui ha dei sentimenti. Cerca di essere una persona migliore. Cosa c'è di sbagliato? »

Questa volta mi risponde irritato. « Tu sei un ebrea! Se non fosse per lui,ti soffocherei nel gas! Invece di stare qui a curarti! Sei solo una parassita! Tu e quelli della tua razza, porci luridi ebrei! » non sentivo quegli insulti, da quando mi ero ammalata.

Mi ricordo, quando Philipp mi diceva queste cose. Fa male.

« Goditi tutto questo finchè puoi, ebrea. Quando il mio amico avrà ritrovato la ragione, non esitera a farti fuori. Lo conosco meglio di te. Fa così ogni volta. Ma vedrai si stuferá presto. Solo che non capisco perchè questa volta abbia scelto un'ebrea. »

Non capisco il senso di quelle parole. Che voleva dire? Forse vuole solo mettermi in soggezione.

« Philipp non è come voi... » e in quel momento, mi rendo conto di aver parlato troppo...

« Osi chiamarlo per nome.... tu luridi ebrea! » esclama, furibondo. Mi prende e incomincia a scuotermi « Chi ti ha detto il suo nome?! Parla! Puttana! »

Incomincio singhiozzare. « Per favore,basta! La supplico! »

« Dimmelo! Chi te lo ha detto,eh?! Te lo ha detto lui!? Rispondi! »

Smette di scuotermi. Ma non smetto di piangere. Il suo volto era rosso bordeaux. Come se potesse esplodere da un momento all'altro. Mi fissa pensieroso, cerco di non guardarlo in faccia. La situazione era delicatissima.

« Oh cazzo... » Mormora, sconvolto. « Pensavo che eri solo una sua puttana... Dimmi ti ha mai scopata? »

Arrosisco. Sono imbarazzata per quella domanda. Come poteva chiedermi una cosa simile.
Mi sento uno schifo, involontariamente, lo avevo messo in pericolo. Mi calmo, prima di parlare.

« Sì, lui mi porta a letto. E se non faccio quello che mi dice, mi picchia. » mento.

« Ah si? E dove sono i lividi? »

« Ecco, si vede che obbediscono sempre »

Ghigna. « Un ebrea intelligente. » dalla susa tasca, tira fuori un paio di guanti bianchi « Vediamo se ciò che dici è vero. »

Mi fa sdraiare a pancia in su. E prima che me ne renda conto, mi toglie i pantaloni. E in seguito anche le mutandine. Cerco di non opporre resistenza, sarebbe tutto inutile e cercherei di farlo arrabbiare di più. Mi allarga le gambe e mi tocca. Chiudo gli occhi.

Philipp, per favore... torna da me...

« Come pensavo... » riapro gli occhi. Non sento più le sue mani su di me « .... Vergine. Sei ancora vergine. Mi hai mentito... »

Mi rimetto le mutandine e i pantaloni.

« Lui ha cercato di toccarmi, all'inizio. Ma poi... è cambiato tutto. Lasciatelo stare... lui non ha nessuna colpa. »

« E chi dice che ne abbia? Certo quello che ha fatto è imperdonabile. Stare co un ebrea senza toccarla o picchiarla... non ho ancora capito che cosa stia combinando, ma sta pur certa, che se succederà qualcosa, l'unica a rimetterci sarai tu. Oh sì. Puoi giurarci. »

« Cosa? No. Rischia anche lui... Il plotone di eseguzione... »

Sghignazza « Non so cosa ti abbia detto, ma sì è vero, per un soldato semplice. Ma vedi lui non lo è. » guarda l'orologio « Ora devo andare. Ho perso abbastanza tempo con te. La ferita va meglio. Fra due giorni, puoi anche toglierti la benda. » va verso la porta e prima di aprirla, mi dice:

« Dimmi la verità... provi qualcosa per lui? »

Questa domanda mi lascia senza parole. So a cosa si riferisce.

Scuoto la testa.

« Meglio così. Tanto neanche lui proverà qualcosa per te. Sei solo un'ebrea e lui è una SS. Tu sei un essere inferiore e lui è di pura razza ariana. Non ci può essere niente. Il tuo destino è quello di passare attraverso il cammino. Non dirò niente di tutto ciò a lui. Penso che lo sappia già il casino che sta combinando. Si starà divertendo come al solito.. » Quest'ultima frase la dice più a sé stesso che a me « Ma a scelto il modo peggiore di farlo.
» si gira e mi guarda con un ghigno maligno « Goditila, finché dura » se ne va, lasciandomi da sola. È calato un silenzio di tomba, come se in quella stanza fosse appana passato un ciclone e avesse spazzato via tutto. Lasciando solamente: tristezza e solitudine.

***

Era calata la sera. Per tutto il tempo non ho fatto altro che pensare a cosa mi aveva detto il medico.
È possibile che Philipp mi stesse mentendo? Che fossi solo uno svago. A che scopo rischierebbe la vita, se fossi solo uno svago. Se lo sarei stata, mi avrebbe fatta fuori in molte occasioni.
Ma quello che mi aveva lasciato un po' l'amaro in bocca è stato, quando il medico mi ha detto che non ero la prima. Allora, c'è ne sono state altre, prima di me? Se sì, quante?

Dannazione.

Non poteva avermi mentito... mi aveva detto che era stato solo con tre ragazze. Ma in fondo, anche se fosse vero a me cosa ne imporrebbe? Non siamo mica fidanzati..
Ma non capisco perchè non sia stato sincero con me.
Per me la sincerità era fondamentale.
Non si andava da nessuna parte, se nessuno dei due era sincero.
Quando sarebbe tornato, mi sarei fatta dare delle spiegazioni. Li avrei detto tutto quello che il suo amico mi aveva riferito e se aveva detto o no la verità.
Appoggio la guancia contro le ginocchia. Sono seduta sul letto da non so quante ore.
Il tempo non passa mai.
È buffo. Mi ricordo quando io e Simon eravamo nella stessa situazione. Una volta non ci eravamo parlati per tre giorni, perchè ero convinta che non venisse alle mie gare di pattinaggio perchè doveva aiutare la madre. Invece ero venuta a scoprire che si vedeva con quei fanatici delle riunioni sioniste. Ero furibonda. Sapeva a quanto ci tenessi.
Poi, dopo tre giorni di silenzio, si era fatto avanti per dirmi scusa.
Non potevamo stare senza parlarci per più di un giorno.
Invece adesso.... cerco di non piangere. Non posso pensare di aver perso il mio migliore amico.

Io so che è vivo ed era insieme al mio papà. Li avrei rivisti, un giorno. Spero solo che non gli accada niente. Lo spero con tutto il mio cuore.

« Sono tornato » Finalmente, Philipp era tornato. Mi alzo subito in piedi e vado da lui. Ho una voglia di abbracciarlo, ma mi limito a sorredergli.

« Scusa se ho tardato. Ma avevo degli impegni. »

« Tranquillo. »

« Come mai così pensierosa? »

« Cosa c'è? Ora non posso neanche pensare? »

Ride « Ohi, Ohi. Cosa ti è successo? Qualcuno si è svegliato dalla parte sbagliata?

Faccio una smorfia « No. Mi sono solo annoiata. Tutto qui »

« L'ebrea si annoia. » mi guarda pensieroso « Provvederemo che ciò non accada, d'ora in poi. Vedrai fra non molto, nel mio ufficio, non ti annoierai più, oh si. »

« Levati dalla testa quello che stai pensando. Perchè non accadrà mai e poi mai. » ci manca solo che faccia il depravato e stiamo apposto.

« Se non ricordo male, una volta, ha funzionato e mi pare che ti piaceva » sento le guance andare a fuoco. Ricordo le sue dita dentro di me. Mi manca il respiro solo a pensarci, ma era stato bellissimo, anche se lo aveva fatto contro la mia volontà.

« Piacermi?! Sei impazzito?! È stato disgustoso! » Mi vengono i brividi al solo pensiero.

« Qui qualcuno non è sincero. »

« Non lo sono mai stata tanto in vita mia » Smette di ridere e mi viene vicino...troppo vicino.

« E se lo rifarei adesso? » ha un'aria di sfida e decisamente sensuale. Ho un groppo alla gola. E incomincio a indietreggiare. Ci guardiamo dritti negli occhi. Mi tremano le gambe un po per paura, un po per l'eccitazione.

« Non farmi ridere » mi mette le mani sulle spalle e mi sbatte la schiena contro il muro.

« Non giocare con me. » mi sussurra all'orecchio con voce roca. « Non mi sfidare. »

Ho un brivido. Chiudo gli occhi. Voglio abbandonarmi a lui completamente e... aspetta. Che cosa sto facendo?! No. Ci manca solo che mi prostituisco a lui. No. Questo è quello che diceva la mia mente. Ma volevo rivivere quella sensazione. Sento la sua mano scendere giù piano, piano. Avvolgo le braccia attorno a lui. Sento il suo respiro vicino alle mie labbra. Lo voglio.

No! Non lo voglio!

Stai zitta stupida, si che lo vuoi!

Quando le dita sfiorano il bordo delle mutandine, non resisto. Dalla mia bocca mi scappa un gemito. Devo fermarmi prima che sia troppo tardi. Adesso la sua mano era sopra di essa e me la stava palpando.. o mio dio.. mi tappo la bocca per non gemere.

Non devo... « No! »
Con una spinta lo allontano da me.

« Ma che ti prende?! » è irritato e non lo biasimo. L'ho interrotto sul più bello.

Avevo il fiatone per via dell'eccitazione. Era stato doloroso potersi staccare così, mi ci è voluta una grande forza di volontà.

« Non credevo che facessi sul serio. » Non mi viene in mente niente da dire, sono troppo

« Ovvio che facevo sul serio! Non mi faccio scappare un invito » esclama.

« Sei spregevole. »

« Tu mi farai diventare pazzo! » Mi siedo sul letto per riprendermi. « Non mi toccare mai più »

« Certo che sei proprio strana. Non ho tempo da perdere con una come te. Ho altro a cui pensare. Comunque sono venuto stasera per portarti via. »

« Dopo questa, ho paura a seguirti. Chi mi dice che mentre dormo... »

« Jüdin se il tuo intento è quello di irrtitarmi ci stai riuscendo. »

« Allora non avresti dovuto toccarmi! »

« Sei incorregibbile! Ora o vieni con me o ti arrangi! » che rabbia. Sono una stupida. Come mi è saltato in mente di dargli spago. Dopo una giornata passata da sola, speravo che lui tornasse, ma non era mia intenzione discutere con lui.

« Senti... Hai ragione non avrei dovuto toccarti, ma tu.. io credevo che tu... »

« No. Sono stata una stupida, avrei dovuto prevederlo. » Lo sento sghignazzare e lo guardo confusa.

« Ehm cosa c'è di tanto buffo? »

« Sto facendo di tutto per proteggerti, ma alla fine quello che ti sta facendo del male sono io. »

« Non è colpa tua. »

« È di tutte e due » conclude « Ma ammettilo, non riesci a resistere senza di me »

Roteo gli occhi verso il cielo e sorrido « Sì, certo. »

« Scommetto che ti sono mancato oggi »

« Sì, terribilmente. Sopratutto il tuo modo di fare. » Rido.

« E ancora non hai visto niente. Fammi irritare di nuovo e te ne pentirai » So che questa volta sta scherzando. Che giornata.. l'ultimo dei miei pensieri era quello di discutere con lui. Non volevo che andasse a fine così.

« Beh. Jüdin se hai finito. Possiamo anche andare »

« Certo. » mi alzo e vado a prendermi il cappotto. Philipp mi aiuta a indossarlo. Mentre io mi sistemo il fazzoletto fra i capelli.
Non vedevo l'ora di arrivare. Sarebbe stato tutto magnifico, perfetto. Lì starò al sicuro.

Io e Philipp lasciamo per l'ultima volta la stanza dell'infermeria. Sono talmente felice che mi dimentico di dirgli del mio incontro con il suo amico e su ciò che mi aveva detto, ma adesso ero troppo stanca per poter affrontare una nuova discussione e lascio perdere.

Note d'autrice:

Eccomi con il nuovo capitolo
Spero che vi piaccia :)
Volevo ringraziare tutte le persone che si stanno appassionando a questa storia. Non smetterò mai di ringraziarvi
Mi fate capire quanto ci teniate ed è bello ogni volta che mi mandiate: i messaggi, o votate, i commenti, mi fate spuntare un sorriso. Grazie mille
Un megabacione
Noemi 💜

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