Capitolo 35
Canzoni del capitolo:
• X ambassador - Renegades
• Ellie Goulding - Still Falling For You
Siamo sdraiati uno accanto all'altro.
Il cielo si stava ingrigendo più del dovuto. C'è una pace intorno a noi. Si sentono solo i nostri respiri che vanno all'unisono.
Un paio di centimetri dividono le nostre mani. Ma non voglio osare troppo. Anche se vorrei.
« Jüdin... » mi chiama.
Mi volto un pochino per guardarlo.
« Sono contento che tu sia qui con me » Sorride.
« Anche io » mormoro.
Mi straccchio le gambe. Per via della corsa, adesso sentivo abbastanza caldo.
« Questo posto mi ricorda molto il luogo dove io e la mia famiglia andavamo nei mesi invernali. È li che ho scoperto la passione per il pattinaggio »
« Tu sai pattinare? » mi chiede. Il suo volto era rivolto ancora verso il cielo. Nel frattempo si era acceso una sigaretta.
« Sì. Ero la migliore. Non per vantarmi, ma ci sapevo fare. »
« E come mai hai smesso? »
« Bè un giorno sei li e il giorno dopo ti tappato le ali. »
« Oh.. mi sarebbe piaciuto vederti » aspira.
« Un giorno, quando la guerra sarà finita » Neanche io ci credevo alle mie parole.
Mi spaventano e sono irrealistiche. Dopo la guerra... cosa ci sarà dopo? La guerra porta via ogni cosa e ciò che ne resta sono solo le macerie.
« Tu pratichi la boxe, se non ricordo male »
« Oh sì. È stato mio padre a incoraggiarmi. Ho avuto anche io, i miei momenti di gloria. »
« I momenti di gloria comprendo le ragazze? » Domando, incuriosita.
« Abbastanza. Sono molto richiesto. »
« Quante ragazze hai avuto? » mi butto.
« Due »
« ...E adesso? » Il mio cuore incomincia ad accelerare.
« Adesso? Nessuna. E non voglio impegnarmi. L'amore è solo una perdita di tempo. »
Rimango delusa. Com'è possibile?
« Non dovresti dire così... »
Ride « Ah si, è perché no? » la rabbia incomincia a salire.
« Perché l'amore è una sentimento stupendo! Amore... non è solo in quel senso è anche voler bene alle persone a te care e se uno come te non riesce a dare affetto come può pretendere di riceverlo! » esclamo, infuriata.
Mi alzo di scatto e me ne vado.
Perché deve rovinare sempre tutto.
« Jüdin! Jüdin! Ti prego fermati! »
I piedi diventano di piombo, forse non volevo andare via del tutto. Ma come posso essere amica di uno che disprezza l'amore?
Philipp mi prende per il braccio.
« Io non volevo dire... »
« No, tu volevi. Come puoi dire delle cose così orribili? »
« Io... »
« È vero, voi nazisti siete senza cuore » mi volto e faccio un passo per andarmene, ma vengo strattonata di nuovo da lui.
Prende la mia mano e la poggia sul suo petto.
« Lo senti? Lo senti come batte? È la prima volta che mi sento cosi. Da quando sono con te, non la smette neanche un solo secondo di battere così forte. »
Che cosa?
« Mi stia prendendo in giro? Non è divertente »
« No, no. È tutto vero. Io, voglio stare con te, ti prego non andartene. Oggi ho passato una giornata stupenda. Cazzo, non mi sono mai sentito così, da non so quanto tempo. E mi dispiace di aver detto quelle cose, ma è strano per me... con te mi sento una persona migliore. »
Non credo alle mie orecchie. Non rispondo subito, per tenerlo un po sulle spine.
« Miriam, ti prego » sento il mio nome, per la prima volta, uscire dalle sue labbra. Una sensazione di felicità incondizionata si impossessa di me. Una felicità che non ho mai provato prima. Ed aveva solo pronunciato il mio nome.
Era solo il mio nome. Lui mi aveva chiamata per nome. E lo aveva pronunciato con un suono dolce.
« Non ti servo io, per cambiare te stesso. Sai non è così che funziona. »
Volevo fargli capire che doveva farcela da solo. Ma se non si fosse messo in testa di cambiare, come potevo farlo io al post suo?
Philipp rimane li immobile. Le sue mani sono rigide chiuse a pugno.
« Tu... non... sai... niente... » Mormora, rigido. Il suo corpo tremava. « Non sai com'è sia la mia vita. Non sai come ci si sente ad essere odiato da tutti e non avere nessuno con cui poter parlare di argomenti che, se trattati, possono ucciderti »
« Ah... io non so come ci si sente?! » esclamo « Come ti permetti?! »
Mi metto le mani sulla testa. Come può essere così materiale?
« Sai com'era la mia vita a Parigi? Un inferno! Non potevo entrare nei negozi per comprarmi un vestito. Non potevo parlare con la gente perché, quando abbassavano lo sguardo e vedevano quella maledetta stella cucita sul mio vestito, mi guardavano male e mi giudicavano senza sapere chi fosse realmente! Solo per una maledetta stella! » riprendo fiato e ricomincio « Per colpa vostra io e la mia gente non abbiamo più una vita. Sai hai ancora molto da imparare. »
Mi asciugo le lacrime. Sento le sue mani accarezzarmi le guance. Il suo pollice attraversa le scie umide. Mi sento meglio.
« Prometto di migliorare. Ma solo tu vedrai la parte migliore di me. » alzo lo sguardo.
« Gli altri ebrei non mi interessano. L'unica ebrea che mi interessa davvero sei tu. »
Era egoista da parte sua dire questa cosa. Ma, in fondo aveva detto una cosa carina.
« Ma sono pur sempre un'ebrea. Perchè con me deve essere diverso? » gli chiedo, distogliendo lo sguardo.
« Perché tu sei diversa dagli altri. Non sei come loro. »
« In cosa sono diversa? » chiedo.
Philipp esita. Il suo corpo è teso. So che gli dava fastidio che gli facessi tutte queste domande ma, volevo saperlo. In fondo è su di me, che stavamo parlando.
« Tu... »
Per favore, Philipp. Apriti.
Il mio sguardo era puntato su di lui. C'era molta tensione. Dimmelo... dimmelo...
Il vento soffiava forte, colpendomi la faccia. Stavo incominciando a congelarmi, però questo non mi avrebbe fermata.
Lui non aprì bocca. Abbassò lo sguardo. I miei occhi erano umidi. Un po, anche per via del freddo.
Mi volto per andarmene, sconffitta. Senza dire una parola.
Quando faccio il terzo passo, sento la sua voce.
« Perché tu sei speciale! » esclama.
Mi fermo. Avevo capito bene? Rimango ferma e immobile. Sento i suoi passi che si avvicinano, finché non me lo ritrovo davanti.
« Tu sei speciale, per me » dice, prendendomi il viso fra le mani. Con le dita mi asciuga le lacrime.
« Ti ammiro per quel che fai. Di come parli della vita e di quanto ti stanno a cuore le persone che ami. Sei coraggiosa, non hai paura di niente. Metti gli altri prima di te stessa.
Non ho mai conosciuto una persona come te. Sei riuscita a tenermi testa. Nessuno di voi, aveva mai osato tanto. »
Non credo a quello che sento.
Sorrido e lo abbraccio. Sento le sue braccia forti avvolte su di me. La mia guancia è appoggiata sul suo petto. Sento il suo cuore che batte. Ha un suono bellissimo. Non credevo che fosse così bello. E la causa di tutto ero io. Il suo profumo di menta mi invade le narici. Mi trascina in una specie di trance. Era tutto perfetto.
Volevo che rimanessimo così per sempre.
« Per questo, ci tengo a te. » conclude.
« Anche io » gli dico.
« Sul serio? » mi domanda, sorridendo.
« Sì. Soffrirei se ti capitasse qualcosa, per causa mia »
« Non mi succederà niente. Tu piuttosto, cerca di non cacciarti nei guai. »
« Oh, io so cavarmela benissimo da sola. »
« Sì, certo. Se non fossi arrivato io a salvarti, adesso non saresti qui »
Era stata una brutta esperienza. Ogni giorno che passa cerco di dimenticare, quel giorno.
Aveva ragione. Per quanto fossi forte caratterialmente. Non avrei saputo cavarmela da sola.
« Beh è inutile pensarci ancora. Perché da adesso in poi, sarai nel mio ufficio. Vedrai non è così male, dopotutto »
« Grazie » dico, riprendendo a camminare.
« Jüdin, di un'altra volta quella parola e ti ci mando, io, personalmente nel forno »
Roteo gli occhi verso l'alto. « E tu continua a fare lo sbruffone vedrai che un giorno te ne pentirai »
Ride. « Sto tremando di paura »
« Non riderei se fossi in te. »
Incomincia a fischiare. « Che cosa? Non stavo ascoltando. »
Stavo per rispondergli, finché non faccio uno starnuto. Non era uno di quegli starnuti forti. Era uscito in maniera molto delicata.
« Mmmh.. Sarà meglio rientrare. Prima che ti prenda una polmonite. » dice alzando lo sguardo verso il cielo. Aveva incominciato a nevicare.
Così ci incamminiamo verso il passaggio.
****
Usciti dal passaggio, ci incamminiamo verso l'infermieria.
Era strano camminare nel campo dopo così tanto tempo. Penso a come dovrebbero stare Sarah e la mamma. Avevo una voglia tremenda di tornare da loro. Forse, mi dovevo rassegnare all'idea che non le avrei riviste mai più.
L'infermieria era ancora molto lontana. Mi guardo attorno e poi guardo Philipp.
Volevo stringergli la mano, ma sarebbe stato troppo pericoloso.
Stare vicino a lui, mi faceva star bene. Mi sento sicura. Non ho nulla da temere.
D'improvviso, Phillip si ferma.
« Cosa c'è? » gli chiedo.
Il suo sguardo è rivolto in lontananza. Era pietrificato.
« Merda... Miriam, entra quindi dentro. » dice, spingendomi dentro a una baracca. Ques'ultiam era uno dei tanti magazzini, dove le SS tenevano i documenti.
Lo guardo sconvolta e spaventata « Cosa c'è? Che succede? »
« Shh. Entra dentro e non muoverti. »
Rimango vicino alla porta.
Ma volevo capire perchè mia aveva rinchiusa qui dentro.
Appoggio l'orecchio contro la porta. Quando sento la voce di Philipp.
Stava parlando in tedesco. Oltre a lui, sentivo altre voci. Se non vado errata ci dovevano essere quattro persone insieme a lui.
Non capivo i loro discorsi. Ma fra gli schiamazzi e le risate, cercavo di non fare il minimo rumore.
Rimango con il fiato sospeso. Mi ero resa conto che avevo smesso anche di respirare.
Se mi avessero scoperta... non oso pensare a cosa succederebbe.
Mi accorgo di non sentirli più. La porta si apre. Mi ranicchio e chiudo gli occhi, spaventata.
Mi tranquillizzo quando sento la sua voce che mi chiama: « Ehy Jüdin... Ehy »
Apro gli occhi e lo vedo sulla soglia « Puoi anche uscire, ora » mi tranquillizza.
« Chi erano? » Domando, mentre mi alzavo.
« I miei amici. Uno lo hai già conosciuto. »
« Oh... »
« Sei stata bravissima. Mi ero quasi dimenticato che tu fossi qui. »
« Quando sei in pericolo è in gioco c'è la tua vita, beh che ti aspetti? »
Sorride. « Dai, andiamo »
Non me lo faccio ripetere due volte. Dovevamo sbrigarci, se non volevamo avere altri guai.
Finalmente torniamo nella mia stanza. Mi levo il capotto, che restituisco a Philipp, insieme ai maglioni e al resto.
Philipp, intanto alimenta la stufa. Aveva passato l'intera mattinata con me. Anche se avevamo avuto una piccola discussione, sono felice che lui sia qui con me.
« I tuoi amici, non sospettano di nulla? » Domando, mentre mi siedo a gambe incrociate sul letto.
« No. Non do loro modo di insospettirsi »
« Ma oggi e ieri sera... »
« Mi sono inventato una scusa » dice sentendosi vicino a me.
Non posso negare di essere spaventata. Ma dopo tutto quello che mi è successo, non ho più motivo di avere paura.
Essere qui, in questo posto, mi ha fatto maturare. Fino all'altro ieri, pensavo che avrei trovato la morte.
Non sono più la ragazzina che ha lasciato Parigi. Ma avrei sperato, che la mia gioventù l'avrei persa in un altro modo.
Philipp, in qualche modo, mi da fiducia in me stessa. So che posso farcela. La speranza non mi ha mai abbandonato del tutto.
« Jüdin » mi volto a guardarlo. « Ora devo andare »
Ho un tuffo al cuore. No.
Mi prende le mani e le accarezza. Il suo tocco è dolce e delicato.
« Tornerò stasera e ti porterò nel mi ufficio. È meglio che no rimani qui troppo a lungo. Diventerebbe troppo pericoloso. » si alza « in mia assenza, potresti preparare le tu cose »
« Ma... io non ho niente. »
« Provedero io, allora, a procurarti dei vestiti. »
« Philipp non è necessario. Davvero. »
« Allora cosa vuoi? Vorresti andare in giro per il mio ufficio nuda? » poi mi guarda malizioso « Sai.. a me non dispiacerebbe »
Arrosisco. Pensando a quale terribili pensieri gli stessero frullaando nella testa.
« No. Ok. Va bene, per i vestiti. »
Sorride. E se ne va.
Mi avvicino alla finestra. Aspettando che calasse la sera per riavere vicino a me.
Note dell'autrice :
Ecco il capitolo 34. Ci ho messo più del previsto a scriverlo, ma spero che vi piaccia.
So che facendo così, publicare un capitolo ogni morte di papa, la lettura diventa snervante. Perchè si perde il filo della storia. E vi chiedo ancora scusa.
Ma per ogni capitolo che scrivo, vorrei scriverlo bene, senza errori e niente.
Perchè so di essere già una capra a scrivere xD
Ancora scusa e spero che nessuno di voi l'abbia abbandonata, perchè da adesso in poi la storia prenderà una piega diversa. E la protagonista avrà anche delle sorprese. Belle :) basta farla soffrire, per il momento.
Un megabacione
Noemi 💜
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