Capitolo 32
Capitolo dedicato a: taniavitiello10
Canzoni del capitolo :
• Somebody Else - The 1975
• Imagine Dragons - Demons
Caddi in uno stato di quiete.
Sono circondata da una pace assoluta. Non mi sentivo così da non so quanto tempo. Piano piano sto cadendo dentro ad un baratro, dal quale sono, certa che, non ne sarei mai più uscita.
Mi sento più leggera, più libera, come se fossi sospesa in aria.
È una sensazione stupenda. È come trovarsi tra il sogno e la veglia.
E mi chiedo... Allora è così che ci si sente? Quando sei ad un passo dalla morte?
Non sento più quel calore che poco prima mi avvolgeva come un caldo abbraccio.
Forse sono già in paradiso?
È stato tutto così veloce che non mi sono accorta di niente. Essere bruciata viva, è una morta veloce.
Eppure... Sento ancora che c'è quell' ardore in me. Come se non mi avesse mai abbandonata.
Cerco di aprire gli occhi, ed è abbastanza difficile in questo momento, vedo tutto offuscato, ma piano piano intravedo un ombra. Mi viene una stretta al cuore.
Mi domando chi è? O che cosa è?
Ho paura. Chiunque sia, non so che cosa voglia, ma qualunque sia il motivo, non mi sarei arresa tanto facilmente, se la situazione sarebeb andata a mio svantaggio.
Ho gli occhi socchiusi, non riesco ad aprirli più di così.
Finalmente, l'ombra divenne un'immagine, facendo sparire tutti i miei dubbi.
Non è possibile... forse... forse è un sogno...
« S-... Si- Simon... sei proprio tu? » dico, sperando di aver pronunciato bene le parole.
I suoi occhi incontrano i miei. Mi sento il viso bagnato. Le lacrime stavano solcando il mio viso.
Forse, sono davvero in paradiso, ma non sono triste, sono felice.
Sento la sua mano accarezzarmi il viso.
« Sì, sì sono qui. Andrà tutto bene, adesso ci sono io qui con te, non temere. Nessuno ti farà più del male. Adesso mi prenderò cura di te... »
Volevo rispondergli, ma non ho più la forza di parlare.
Dentro di me continuo a ripetermi:
È vivo... è vivo.. Dio ti ringrazio.
Mi accoccolo posando la guancia sul suo petto. Avevo ritrovato il mio migliore amico.
***
Mi fa male la testa, come se da un momento all'altro potesse scoppiare e sapevo anche il perché.
Voci
Sento delle voci.
Voci maschili.
E dalla loro conversazione, posso intuire che non era pacifica.
« Solo tu mi puoi aiutare! Ti credevo mio amico! » dice uno.
« Tu sei pazzo! Ma che ti salta in testa?! Vuoi farci uccidere tutti e due?! » gli risponde quell'altro.
« Mark, per favore! Sei l'unico di cui mi fido in questo momento. »
« No, Philipp! Io non curo gli ebrei! »
Philipp... Mark... nomi che non ho mai sentito. Ma chi sono?
Ma non mi importa, volevo solo che facessero un po di silenzio.
La porta si chiude, e non sento più niente.
Era di nuovo tutto tranquillo.
Mi sento ancora debole. Volevo alzarmi e cercare Simon, doveva avermi portato qui lui. Non so neanche come ci era riuscito, con così tanta facilità.
Forse aveva convinto, questi due a curarmi. Forse ero in infermeria. Li aveva pagati barattando?
Avevo una marea di domande, ma tutte non avevano risposta.
E io volevo delle risposte.
Ma il mio corpo è ancora debole e mi sento di nuovo sprofondare nel baratro.
***
Adesso, mi sento già molto meglio.
Non so per quanto tempo abbia dormito, ma adesso mi sento di nuovo in forze, o quasi.
Ci avrei messo del tempo, prima di riprendermi del tutto.
Non dormivo così bene da un sacco di tempo. Sono dentro a un letto. Un letto vero. Non erano le cuccette della nostra infermeria, dove c'era della paglia e una coperta strappata.
Questo aveva un materasso morbido e delle lenzuola soffici e pulite. Ma dove sono?
Apro gli occhi. Il sole illumina la stanza. Non riesco a riconoscere niente di questo posto, niente mi è familiare.
C'erano due finestre, una stufa che riscaldava tutta la camera.
E poco più in là un tavolino.
Doveva essere l'infermiera di cui mi aveva parlato Bruno.
Dove veniva curati gli internati privilegiati e le SS.
Come aveva fatto Simon a portarmi qui?
Dovevo alzarmi e andare a cercarlo, forse era ancora qui.
Scosto le coperte, non mi ero resa conto che indossavo una camicia da notte e la mia mano era fasciata e perfettamente curata.
Mi infilo le pantofole, ma sento dei passi.
Con il cuore in gola, mi infilo di nuovo sotto le coperte.
Ti prego fa che sia Simon.
La porta si apre, ma non era la persona che io speravo di vedere, ma un medico delle SS.
Mi aveva curata lui? Ma come è possibile?
Senza farmi notare, lo vidi appoggiare sul tavolino un piatto di minestra.
...sono finita in un universo alternativo?
Dopo che ha appoggiato la minestra, il medico guarda dalla mia parte. Il cuore mi va a mille, spero di non essermi fatta scoprire.
Mi guarda con un'espressione disgustata e poi, se ne va.
Il profumo delle minestra si sparse per tutta la camera. Era invitante, ma stranamente non avevo tanta fame. Forse sono i farmici.
Sospiro. Che assurdità, probabilmente sto ancora sognando.
Ma se sono effettivamente sveglia questo non era normale.
Non lo è affatto.
Come questa notte, non so se sia stata questa notte o nelle notti precedenti, Perchè non so quanto io abbia dormito, ma c'è stato un momento in cui ho sentito una voce.
Qualcuno in quel momento era accanto a me. Sentivo che mi accarezzava la mano. Piangeva, mentre lo faceva. Non ricordo bene le sue parole, se non quelle che mi avevano colpito " Mi dispiace, è stata tutta colpa mia, perdonami. Non lasciarmi."
Eppure quella voce mi suonava così famigliare.
Ho un tuffo al cuore. Potrebbe... no. Non poteva essere lui. Le sue non sono mai state delle scuse sincere e non avrebbe mai pianto.
Non si sarebbe mai abbassato così tanto.
Non lasciarmi.
Quella frase mi risuona nella testa continuamente.
E quando mi accarezzò la mano, ho sentito come una scarica, un brivido lungo la schiena.
Mi piaceva. Era così delicato. Vorrei rivivere quel momento. Non mi era mai capitato una cosa così... così speciale.
Mentre ci penso, non posso fare a meno di sorridere. Il cuore mi batte forte. Dovevo sapere chi era quella persona. O sarei diventata matta.
La porta si apre nuovamente. Credo che sia di nuovo il medico, ma quando alzo leggermente la testa, vedo lui.
Stringo i pugni. Devo contenere la rabbia, spero di non esplodere. Non voglio vederlo. Mi giro dall'altra parte avvolgendomi nelle lenzuola.
« Io... » fa una breve pausa. Non sa che cosa dire, il bastardo.
« Ti sei svegliata. Credevo che non avresti ripreso conoscenza. Spero che durante l'operazione tu non abbia sofferto. Ti abbiamo guarita in tempo, ancora un altro po e ci avresti rimesso la mano.»
Lo sento prendere il piatto con la minestra e viene a sedersi sulla sedia vicino al mio letto.
« Adesso... come ti senti? »
Miriam... contieniti... conta fino a dieci.
« Ok ehm, Sai dovresti mangiare. Scometto che non hai toccato cibo per giorni. E non voglio che tu rimanga per così tanto tempo a digiuno. Devi tenerti in forze. »
Mi attappo le orecchie, e metto la testa sotto le lenzuola.
Era un comportamento alquanto infantile, il mio, ma in questo momento vorrei prenderlo a schiaffi.
Lo sento parlare ancora. Adesso ne ho abbastanza. Come può far finta di niente? Come se non fosse accaduto niente.
Con un gesto, Caccio via le lenzuola, e mi mettono a sedere. Ero un vulcano che stava per eruttare.
« Vuoi sapere come si sente questa lurida ebrea? Oh bene, anzi direi benissimo. Ma non certo grazie a te! » ormai nessuno poteva fermarmi.
« Jüdin.. io... » Ancora scuse.
« NO! » esclamo « Non voglio più sentire le tue scuse! Non sei altro che un ipocrita e meschino! Pensi solo a te stesso. Come ti permetti di venire qui, dopo quelle parole orribili che hai detto?! »
« Jüdin, per favore, lascia che ti spieghi »
« Io, invece non voglio sentire niente! Voglio solo che tu mi lasci in pace! E poi questa minestra, puoi anche mangiarla tu! Visto che l'avrai sicuramente avvelenata »
Il suo sguardo sereno e comprensivo sparì, lasciando posto a uno sguardo glaciale e perfido. I suoi occhi divennero come due fessure. Ma io non mi lascio spaventare.
« Sai avevo sentito parlare della irriconoscenza di voi esseri disgustosi. Era solo per ricambiare il favore, il mio. Tutto qui. Per me puoi anche morire di fame. Adesso il debito è saldato. E credi davvero che io voglia starti vicino? In questo momento mi fa schifo il solo pensiero che stiamo respirando la stessa aria.
Se io sono, come dici tu; un ipocrita e perfido. Voi ebrei siete degli egoisti del cazzo! » tuona, alzandosi di scatto, scaraventando il piatto contro il muro.
Per un secondo ho temuto che mi avrebbe picchiata, ma se ne andò, sbattendo la porta talmente tanto forte, credendo che avrebbe buttato giù l'intera parete.
Finalmente. Ora non mi avrebbe più cercata. Era quello che volevo e allora perché mi sento così? Dovrei essere felice e invece sto peggio di prima. Ho di nuovo le lacrime agli occhi.
Forse ha ragione, sono un egoista. Non ho ascoltato neanche quello che mi voleva dire.
« Sono una stupida » dovevo raggiungerlo. Mi alzo e corro verso la porta. Attraverso tutto il corridoio. Ho il fiatone. Non so di preciso dove sto andando, spero che non abbia lasciato l'edificio.
Quando svolto l'angolo, lo vedo uscire dalla porta principale.
« Aspetta! » Non mi importa se lo avevo detto troppo forte, e riprendo a correre. Avevo paura che non mi desse retta e che se ne sarrebbe andato, ma rimase lì.
Quando lo raggiungo, lo abbracciò forte. Non posso credere che lo stia facendo. Era tutto improvvisato.
« Hai ragione. Sono un'egoista. » faccio fatica a parlare per via del fiatone. sorrido e lo guardo dritto negli occhi. Quella malignità, che avevo visto poco prima nei suoi occhi era sparita.
Mi attappa la bocca con la mano e gira lo sguardo a destra e a sinistra, poi mi spinge dentro una stanza vuota, chiudendola a chiave.
« Ma dico, sei impazzita? » mi rimprovera, guardandomi incredulo.
Sorrido, continuando a stare abbracciata a lui « Forse, un po' »
Ricambia il mio sorriso, scuotendo la testa.
« Mi dispiace. Io... e che... quando mi hai detto quelle cose... » Lacrime, stupide lacrime. Non dovevo piangere, non davanti a lui.
« Ehy... sono io il primo a dover chiedere scusa »
Cosa?
« Ma tu sei... Credevo... »
« Una SS. Sono un cinico a cui non importa niente e di nessuno, lo so. Ma vedi, per me è tutto così confuso. Tra noi è tutto sbagliato. Non dovremmo neanche stare qui a parlare. »
Mi duole ammetterlo, ma aveva ragione.
« Sì, lo capisco. Se vuoi che non ci vediamo più allora... » sussurro a malincuore.
« Non ho detto questo. » mi interrompe, con tono ferreo. Lo guardo, speranzosa. « È solo che, se decidessino di non vederci più, da parte mia, non so quanto durerei. Ho cercato, ho provato mille volte di starti lontana. Di umiliati. Maltrattarti. Di insultarti. Ma non ci riesco e non capisco il motivo. Ogni volta, che credevo di esserci riuscito, torno sempre da te. »
« Quindi tutte quelle cose orribili che mi hai detto, non le pensavi sul serio, vero? » abbasso lo sguardo. Ho paura della risposta.
Mi solleva il mento, in modo che lo guardassi negli occhi « No. Non l'ho mai pensato, non con te. » Il suo viso si avvicina sempre di più al mio. Sento le guancie bollenti e il cuore che mi scoppia. Appoggia la sua fronte contro la mia, in modo che anche i nostri nasi si sfioravano di poco.
« Puoi perdonarmi? » sembra sincero. Sono un po' indecisa. Ho paura di rimanere delusa un'altra volta. La sua mano tocca la mia. Da li ho un brivido. Lo stesso brivido che ho avuto quella notte.
Non è possibile. Allora era lui.
Sorrido, abbracciandolo. « Non c'è niente da perdonare. » Adesso siamo uniti. Ma sapevo, nel profondo di averlo già perdonato.
« Di nuovo amici? » gli chiedo.
Sul suo viso apparve un sorriso forzato, ma non ci faccio caso più di tanto, tutto quello che mi bastava, adesso, è essere accanto a lui.
«... Sì, amici » poi guardò l'orologio che aveva al polso e sapevo che per lui, era ora di andare.
« Ora devo andare. Torna in camera e riposati. Verrò a trovarti, non appena posso. » e mi accarezzo la guancia.
Inutile dire che, in questo momento mi sentivo la ragazza più felice del mondo.
« Promesso? » gli chiedo speranzosa.
« Promesso. »
Note d'autrice:
Oh salve a tutte ❤
Finalmente ho pubblicato il capitolo, mi ci è voluto un po' perché volevo renderlo speciale. A me piace tantissimo com'è venuto. :)
Philipp e Miriam fanno pace 😍❤
Ci vrdiamo nel prossimo capitolo ❤
Un megabacione
Noemi ❤
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