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Capitolo 20

Canzoni del capitolo:

- Hoobstank - The reason

- Moster - Skillet

Non appena torniamo al campo, lui mi leva la benda e con uno sguardo malevolo mi guarda negli occhi.

« Se racconterai a qualcuno ciò che hai visto oggi, giuro che ti pentirai di essere nata. Sono stato abbastanza chiaro? »

Annuisco in silenzio. Non riesco ancora a crederci di essere stata fuori da quell'inferno.

« Ora vai. Ci rincontreremo molto presto. » dice, lui.

Prima di lasciarmi andare, mi prende le mani e le accarezza contro le sue. Non so se in futuro si sarebbe pentito di quello che mi aveva fatto. Ma, in questi istanti, mi stava regalando la vista del suo dolce sorriso. Non posso non pensare a quanto sia stupendo.

ma che follie penso?!

Idiota. Lui è un perfetto idiota. Lascio immediatamente le sue mani ed esco dalla baracca, lasciandomelo alle spalle.

Tornata nel Kanada, riprendo a lavorare. Sono ancora tutta eccitata. Non so neppure io, come faccio a nascondere l'euforia che è in me.

L'unica che si accorge del mio umore è Lucie.

« Come mai hai quell'espressione così sorridente? » domanda, con un sussurro incuriosito.

Faccio spallucce, come per sminuire l'evidenza. Do un respiro profondo; devo calmarmi e fingere che niente sia mai accaduto.

« No. Ti sbagli. È solo una tua impressione. »

Lucie alza le sopracciglia. Naturalmente non mi crede.

« Non è vero. È successo qualcosa, ma non me lo vuoi dire. Giusto? »

Sospiro dicendo un "mi dispiace"dandole conferma di ciò che ho appena detto.

Lucie mi tranquillizza, sfiorandomi il braccio.

Devo stare più attenta d'ora in avanti. Sono costretta a trattenermi tutto dentro.

Sarà una sfida dura da vincere.

***

Non c'è mai fine al peggio. Non sono passati neanche due giorni che lui mi aveva richiamato a sé.

Mi guarda intensamente, esaminandomi dalla testa ai piedi girandomi intorno come un falco nel pieno della caccia. Sento i suoi occhi addosso sulla mia pelle. Mi procura un leggero brivido

« Bene... »

Si ferma davanti a me accarezzandomi i capelli. Ghigna soddisfatto, alzandomi il viso con l'indice.

« Davvero molto bene... »

Si avvicina ancora di più, cingendo i miei fianchi con un braccio e iniziando ad accarezzarmi lascivamente la mia guancia.

« Jüdin sei davvero molto brava . »

I miei occhi si accendo di ira, perché costretti al silenzio. Lui si allontana lievemente da me con un sorriso vittorioso stampato in volto.

Le sue labbra si posano sulla mia guancia donandomi, dei piccoli e innocenti baci. Le sue mani mi palpano il sedere. In un attimo, mi toglie la camicetta e il reggiseno.

« Dio, Jüdin, non mi ricordavo di quanto il tuo corpo fosse eccitante... Ho voglia di divorarti, ho voglia di farti mia adesso. Ma penso a quanto sarebbe disgustoso. » dice, facendo una smorfia di disgusto.

L'ufficiale mi viene addosso, facendomi sdraiare sul pavimento. Mi lascia altri succhiotti, uno dopo l'altro, tracciandomi scie di fuoco e desiderio sulla pelle, finché le sue labbra non si chiudono a catturare un capezzolo turgido, leccandolo, per poi succhiarlo intensamente. Gemo, inarcandomi sotto di lui, questa reazione, scatena una scintilla di fuoco. I nostri bacini si sfiorano di poco.

« No... »

Mi guarda per un attimo, ghignando, finché non sposta le sue attenzioni sull'altro seno, inizia a leccarlo con forza e malizia. Si impadronisce del mio capezzolo, con un tale impeto da farmi urlare di nuovo, di dolore. Questa volta, però, mi arpiono alle sue spalle, per poi stringere tra le mani i suoi capelli mori.

Mi apre le gambe, mentre sposta le sue attenzioni all'ombelico, che con la sua lingua traccia una circonferenza.

Lentamente, insinua due dita dentro di me. Getto indietro la testa e affondandogli le unghie nella spalle, fornendogli l'occasione di cingerle la schiena col braccio libero.

« Sta buona, Jüdin. »

Mi stringe con forza a sé, impedendomi qualsiasi movimento, mentre le sue labbra tornano sul suo collo e aumenta gli affondi delle dita, che entrano ed uscivano da lei con una lentezza dolorosa nella mia femminilità.

Trattengo il respiro.

« Cosa c'è, Jüdin, non ti piace quello che ti sto facendo? Ti sto forse trattando male? »

Lentamente, sento un terzo dito entrare dentro di me, gemo aggrappandomi a lui con tutta la forza che ho nelle braccia.

« Rispondimi, Jüdin! »

L'ufficiale prosegue la sua tortura con delicatezza, dopo averla abituata all'intrusione.

I suoi movimenti passano ad essere violenti e dolorosi a lenti e piacevoli.

Mi mordo le labbra per non dargli la soddisfazione di averla vinta. Sento le sue le dita muoversi dentro di me. È bello. Mi sta facendo impazzire, e sembra proprio non voler smettere di farlo.

Il suo ghigno si accentua quando un sospiro mi sfugge dalle labbra, mentre lui mi fissa rapito ed estasiato. Chiudo gli occhi ad ogni suo affondo.

« Basta... per favore, basta... »

Affondo le mie unghie sulla sua uniforme. Mi guarda, e spinge ancora per due volte e finalmente ferma le dita, smettendo di torturarmi.

Riprendo, finalmente a respirare, con le lacrime agli occhi, mentre lui, mi guarda soddisfatto.

Riprende a leccarmi il lobo, divorandomi poi con baci avidi: la gola, il collo, i seni, il ventre, non tornando più, però, sulla mia femminilità.

Continua a baciarmi. Poi lo sento estrarre piano le dita, portando le sue dita, impregnate dai miei umori, sulle sue labbra, assaporandole, mentre si alza dal letto.

Mi guarda, mentre mi accascio sul letto. Chiudo le gambe, mentre serro le braccia intorno al mio corpo tremante.

Ha vinto anche questa volta.

Lo guardo fissare il mio petto. Cerco di riprendere fiato. Ormai non ho più la forza di piangere.

« Rivestiti, Jüdin. » dice, improvvisamente.

Lo guardo. non vedevo l'ora che lo dicesse. Riprendo la mia camicetta, infilandomela lentamente. Ho lo sguardo abbassato. Le mani mi tremano e non riesco ad incastrare il bottone nella fessura. Quando vedo le sue mani, incastrarsi contro le mie.

« Lascia fare a me. »

Il mio cuore mi martella il petto. Lo lascio fare. Non riesco a capire la sua lunaticità. E questa cosa mi spaventa oltremodo. Un attimo prima è crudele e meschino e un attimo dopo, si trasforma ed è gentile. Devo stare in guardia.

Poi si china verso il mio orecchio destro dove mi sussurra, sensualmente:

« Sei stata brava. Voglio premiarti riportandoti in quel posto. Intanto, tieni questo. Avrai sicuramente fame. » dice , porgendole del pane con la marmellata.

Mi siedo e mangio in silenzio. Questa è una delle tante cose che mi sono promessa di non fare. Vendermi per il cibo. Solo che, questo non è stato il mio obbiettivo. È stata di sua iniziativa.

Quando finisco di mangiare e di vestirmi, esco dalla stanza insieme a lui.

Spazio autrice:

Capitolo modificato

Ciao a tutte eccovi un nuovo capitolo :)
Spero a che ci piaccia ho apprezzato molto i voti e i vostri commenti nei capitoli precedenti.
Questa storia ha raggiunto: 1,812 visualizzazioni e 151 voti!
Vi ringrazio tutte di cuore ❤❤
PS: qual'è la vostra coppia preferita?
Philiriam o Simiriam?
Che nella FF sarebbero: Louis e Miriam e dylan e Miriam
Sì... già faccio gli intrecci tra i nomi XD ahahha
Vi ringrazio tanto di cuore a tutte voi :)
Se vi piace commentino e votate
A presto
Un megabacione a tutte
Noemi

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