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17 | REDENZIONE




Non truffare famiglie con bambini è stata la prima regola che Vittoria e Clarice si sono date quando hanno davvero deciso di rendere la loro folle truffa realtà.

A meno che non ci siano casi accertati di violenze, hanno poi deciso di aggiungere.
Questa postilla in realtà è stata utilizzata negli anni molto più di quanto si sarebbero aspettate, forse un po' anche come redenzione. Aiutare chi ha dei problemi non lava via lo sporco ma dà un senso al peso da portare, e alla fine sono i casi che a Vittoria hanno dato più soddisfazione. Mentre il divorzio Davidson è stato un errore sotto questo punto di vista e probabilmente non si perdonerà mai quello che sta facendo al piccolo Nicholas, tanti altri sono andati a buon fine.

Un tradimento scoperto fornisce una scusa per arrivare ad un divorzio che altrimenti molte non avrebbero il coraggio di chiedere, rimanendo piuttosto in silenzio a subire situazioni che una mamma, una donna, e un figlio, non dovrebbero mai vivere.

Così, quando Clarice e Vittoria hanno deciso che l'ultimo caso della loro truffa sarebbe dovuto essere importante, impegnativo e significativo, la loro ricerca è inevitabilmente finita a vertere su circostanze del genere.

In casi normali Clarice sceglie tra le proposte che Alex le fornisce quella che la intriga di più, li intercetta e se la interessano va sino in fondo. A volte persino dimentica di farlo per truffarli. Le piacciono le attenzioni degli uomini, le piace ammalarli, fingere di essere chi non è. Dopo il padre di Emma non ha voluto legarsi a nessuno e in questo modo ha avuto di che divertirsi negli anni, senza sentirsi neanche troppo in colpa. Se per far saltare in aria un matrimonio bastano due moine non è poi un matrimonio così solido del resto.

Nei casi particolari però il parametro è diverso. Si sommano referti ospedalieri sospetti, precedenti penali, segnalazioni ai servizi sociali. Alex ha un'amica lì che gli passa informazioni, e comunque ha accesso alla maggior parte dei database in circolazione. Quanto a Clarice, la prassi è limitarsi a quanto basta per fornire prove in tribunale.

Sono giorni che intrattiene conversazioni compromettenti con un uomo dalla dubbia moralità.

In quel momento sono a cena fuori.

Lui è un banchiere, ha da poco passato i quaranta e vive nella periferia di Londra con una moglie casalinga e un figlio appena adolescente. A suo nome ci sono pile di segnalazioni ai servizi sociali fatte da vicini, maestre, ma ad ogni sopralluogo non è mai seguita alcuna conseguenza.

Alex ha trovato il suo profilo su un sito di incontri senza troppi sforzi e a Clarice è bastato davvero poco per farsi invitare ad un appuntamento. Sono due maghi in questo: lui nel seguire piste su internet, lei nel convincere con poche parole chiunque di qualsiasi cosa.

In questi casi, convince gli uomini di essere esattamente ciò che hanno sempre voluto. E' sempre stata una trasformista, capace di ricoprire qualsiasi tipo di ruolo restando però, in qualche modo, sempre sè stessa.

E' impressionante il modo in cui riesce, la credibilità con cui veste nuovi panni.

Quella sera è uscita di casa con una sensuale parrucca a caschetto biondo e un attillato tubino rubato dal guardaroba della sua coinquilina, il trucco marcato quasi le cambia i lineamenti del volto e, se non fosse stato per quegli occhioni castani che si ritrova e che in nessun modo potrebbe nascondere, neanche Vittoria l'avrebbe riconosciuta.

<<Cosa?>> domanda quest'ultima ad Alex, mentre finiscono lentamente una pizza. Sono stravaccati sul divano con i cartoni tra le gambe e la tv accesa, Emma invece ha già mangiato da tempo e, seduta sul tappeto poco lontano da loro, gioca con degli animaletti in miniatura.

Il ragazzo, che da quando Clarice è uscita di casa sembra non riuscire a smettere di osservare lo schermo del telefono, le lancia una fugace occhiata interrogativa. 

<<Perchè ti agiti tanto?>> chiede lei, divorando in quel momento l'ultimo cordolo e mettendo da parte il cartone. Sente la mancanza di quelli che le avrebbe lasciato Clarice, quindi comincia a sperare che sia Alex, quella sera, a sentirsi troppo pieno per finire la pizza.

Lui scrolla le spalle quasi con indifferenza.

<<Quel tipo è un maniaco>> esclama però subito dopo, decisamente non in grado di tenere per sé ciò che gli passa per la testa <<Vado ad appostarmi fuori dal locale, che ne sai cosa potrebbe succedere>>

<<Il ristorante è a due isolati da qui, se dovesse succedere qualcosa chiamerà e sarai da lei in un attimo>> cerca di farlo ragionale Vittoria, rinomata per una razionalità che ad Alex sembra estranea.

<<E se la telecamera non fosse più puntata nel verso giusto? Non credi che sia giusto andare a controllare? Magari oltre il video potrei scattare delle foto quando escono>> continua però lui, non troppo propenso a cambiare idea.
Le telecamere di cui parla sono quelle di una farmacia che la sera prima sono andati a spostare leggermente affinché inquadrassero meglio l'uscita del ristorante dove stanno cenando Clarice e "il maniaco", e le cui registrazioni useranno in tribunale se dovessero avere il caso per dimostrare il tradimento.

Vittoria dà un calcetto ad Alex con il piede che tiene sul divano, ridacchiando.

<<Cosa?>> è il turno del ragazzo di chiederlo, abbandonando nel cartone la fetta di pizza che tiene tra le mani.

<<Sei geloso>> esclama Vittoria con un'espressione esilarante, anche se mai quanto quella che si impossessa subito dopo del volto di lui.

Bocca spalancata pronta a negare, un leggero rossore sulle guance, e occhi tanto limpidi che alla sua amica sembra quasi di riuscire a vedere i neuroni dietro di essi che corrono alla ricerca delle parole giuste.

<<La principessa Alex è gelosa?>> domanda allora Emma con innocenza, sollevando lo sguardo verso di loro.

<<La principessa Alex>> afferma lui, con un tono che vorrebbe essere autoritario ma che fa solo ridere ancora di più Vittoria <<È semplicemente preoccupata per un'amica importante. Perché la principessa Alex è una grande, grande amica>>

La ragazza è così divertita che non pensa neanche più ai crosti che sperava che Alex le lasciasse. Il fatto che non facciano il nome di Clarice per non far capire ad Emma di chi si parla, poi, rende tutto più assurdo.

<<Oh, si, certo>> gli risponde lei con sarcasmo <<Non me la raccontate giusta per intente>>

<<Perché, lei ti ha raccontato qualcosa?>> controbatte Alex, alzando un sopracciglio.

<<Non serve che parliate perché io mi accorga di cose>> afferma la ragazza, mantenendo lo stesso tono enigmatico.

Alex arriccia il naso in una smorfia e torna a mangiare, mentre Vittoria lo guarda divertita finché Emma non decide di essere stanca di giocare con i pupazzetti e si arrampica sul divano fino a gettarsi su di lei.

<<Principessa Alex, se davvero ti preme andare a controllare, vai>> mormora subito dopo Vittoria, sistemandosi la bambina tra le braccia <<Io ed Emma abbiamo da fare, oggi inizio a leggerle le Cronache di Narnia>>

<<Ma questa bambina non legge mai, che so, robe tipo Geronimo Stilton?>> esclama Alex, guardandola mentre cerca un appiglio sul divano per alzarsi e con l'altra mano regge il cartone.

<<Guarda che io sono quella delle letture leggere>> controbatte Vittoria, sorridendo ad Emma mentre questa gioca con i suoi capelli raccolti in una treccia <<Clarice le legge la costituzione italiana. Ha persino inventato una ninna nanna con gli articoli più importanti>>

Il ragazzo la guarda con occhi e bocca spalancati e una mano sul cuore.

<<Amore di zio, quando vuoi puoi venire a casa mia>> dice poi, allungandosi nuovamente verso il divano per lasciare un bacio tra i capelli scuri della bambina <<Ora se mi permettete, la principessa va a fare l'eroe>>

<<Mi piace>> esclama Emma, annuendo convinta.

<<Non fare cavolate, e non ti intromettere>> lo riprende però Vittoria, osservandolo mentre si infila la giacca di jeans e lancia un bacio verso di loro prima di uscire dalla porta d'ingresso. <<E comunque zio Alex ti farebbe ascoltare musica solo scadente>> dice poi, ridacchiando e sperando che lui riesca a sentirla.

<<Voglio tanto bene a zio Ale>> le dice la bambina, facendola sorridere. Vittoria le passa le braccia attorno al bacino e mentre si alza dal divano la porta con sé.

<<Anche io, e anche mamma>> mormora tenendola sollevata e camminando fino a portarla in bagno. <<Vado a prendere il pigiama, tu comincia a lavarti>> le dice.

Pochi minuti dopo sono infilate tutte e due nel letto di Emma, nella sua cameretta con le pareti gialle - , lo stesso giallo sole toscano dell'ufficio di Clarice -, e Vittoria le legge le pagine consumate del vecchio libro. È uno di quei libri che scherzando ha sempre detto che avrebbe letto ai suoi figli, certo Emma non è sua figlia e certo non avrebbe pensato di farlo a ventotto anni, ma visto che si trova ne approfitta per rileggerlo.

Ad Emma piace, sicuramente più della Costituzione, e la riempie di domande finché non le viene sonno e semplicemente, con la testa sul cuscino e una manina sul braccio di Vittoria, si lascia cullare fino ad addormentarsi. La ragazza, anche dopo essersi assicurata di ciò, rimane nel letto a godersi quel momento.
Accarezza i capelli di Emma, ascolta il suo respiro lento, sente il suo profumo dolce e continua a leggere anche se sa che la sera dopo dovrà riprendere esattamente da quando la bambina ha smesso di seguire.

A volte si chiede se il modo in cui lei e Clarice la stanno crescendo sia quello giusto, sempre che ce ne sia uno. Si chiede se sono presenti abbastanza, se fanno tutto ciò che un genitore dovrebbe, se le stanno facendo mancare qualcosa. Non è raro che lei e Clarice si ritrovino a parlare di questo. Poi però la guarda dormire, serena. Osserva il modo in cui la sua mano la stringe e quel mezzo sorriso che ha sulle labbra e si dice che va tutto bene.

E che sta meglio lì, con loro, che con suo padre di mezzo.

Quando Clarice ed Alex ritornano è mezza addormentata anche Vittoria ormai, sfinita dalle interminabili ore passate a lavorare durante le scorse settimane per rimediare al fallimento del Discorso.
Sente però distintamente la porta aprirsi e chiudersi e cercando di fare il meno rumore possibile scivola via dal letto di Emma, aggiustandole le coperte prima di lasciare la stanza.

<<Come è andata?>> domanda poggiandosi contro il muro all'entrata del salone. Segue con gli occhi i movimenti di Clarice, cercando di catturare eventuali segnali negativi, ma tutto ciò che la ragazza in questione fa è tornare bruna e abbandonare sull'attaccapanni la giacca leggera.

Alex sparisce in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

<<Raymond Collins è un pallone gonfiato>> annuncia Clarice, scendendo dai tacchi e ricambiando lo sguardo dell'amica <<Forse picchia la moglie per sentirsi affermato, perché lo vedi da chilometri di distanza che è uno tutto fumo e niente arrosto>>

<<Che bella persona>> commenta sarcasticamente Vittoria, incrociando le braccia sul petto.

<<Comunque l'ho baciato, esattamente nel punto in cui era diretta la telecamera>> esclama lanciando uno sguardo verso la cucina e quasi ridendo sulla fine della frase. Alex borbotta qualcosa di incomprensibile dall'altra stanza <<Domani capiamo come agire per coinvolgere la moglie, ora però abbiamo un problema più grande>>

La bionda aggrotta le sopracciglia mentre osserva l'altra sfilare dalla borsetta il proprio telefono. Clarice prima le lancia uno sguardo che Vittoria non riesce ad interpretare, poi comincia ad avvicinarsi fino a lasciarle il cellulare tra le mani.

Lo schermo è aperto su una chat di Telegram e Vittoria impiega qualche attimo a trovare il mittente. Quando lo fa il suo cuore perde un battito.

È Archie Davidson.

"Ti va se ci rivediamo qualche volta?" scrive.

Vittoria non sa bene come sentirsi a riguardo, nel dubbio tutto ciò che riesce a fare è annuire e mormorare un <<Non rispondere>> prima di riportare la conversazione sul piano della famiglia Collins.

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