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Ep. Bonus 2 - Giorno della Mamma al Gift Shop!

Nota dell'Autore: questo episodio è dedicato all'imminente festa della mamma.

Prima di iniziare, vorrei dedicare un messaggio smielato, ma che mi sta a cuore (come ho lasciato intendere in un capitolo principale della storia, purtroppo io una madre non ce l'ho più...), a tutti i lettori che mi seguono, sopra tutto quelli più giovani: è vero, la madre talvolta può sembrare... "fastidiosa". Io stesso ho numerosi ricordi di mia madre che si lamentava un giorno sì e l'altro pure non appena c'era un chicco di polvere fuori posto. Per non contare tutti i momenti di divergenza, spesso e volentieri provocati da problemi che, col senno di poi, erano delle idiozie belle e buone.

Ciononostante, sperando che chiunque legga queste parole abbia un rapporto sano con i propri genitori (non tutti, purtroppo, hanno questa fortuna), vi invito a portare pazienza; a comprendere anche il punto di vista del genitore e, sopra tutto, sforzarvi di mettere da parte i vostri interessi e dedicare una porzione del vostro tempo a loro. Qualunque cosa possiate fare, nel vostro piccolo, per allietare le giornate delle vostre madri, fatelo: vi saranno sempre grate.

E sopratutto, godetevi la loro compagnia finché potete: sembra lontano o inconcepibile il giorno in cui dovrete dirvi addio ma, purtroppo, un giorno dovrete affrontare questa incolmabile mancanza. So che i giovani che stanno leggendo queste righe, complici gli eventi ben poco felici che si stanno susseguendo senza tregua nel mondo, son dovuti maturare molto più in fretta delle precedenti generazioni (checché ne dicano quelli che "Ai miei tempi...), quindi: so che quest'ultima frase può fare paura, ma voglio che la prendiate come un consiglio.

Considerate appunto questa mia pubblicazione anticipata come un promemoria per celebrare degnamente il 12 Maggio...

Sperando di non avervi fatto venire il diabete con tutta questa "retorica", vi lascio finalmente all'episodio Bonus: buona lettura!

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-Come sarebbe a dire che non puoi venire a casa?- chiese deluso Fang, dall'altra parte della linea telefonica

-Domani è il 12 Maggio, Fang- spiegò per l'ennesima volta Edgar -Devo riposarmi per prepararmi alla durissima giornata che mi aspetta. Ti prometto che faremo sesso domani sera... Se sopravvivo, intendo-

-Eh la miseria, Edgar! Che cosa devi affrontare di così spaventoso domani?!- chiese ancora Fang, allibito -Bibi vuole incontrarti per una resa dei conti? Il signor Byron ha fatto pressioni per finire di sistemare la tenuta in cui ti ospita?! E' arrivata la finanza al Gift Shop?!-

-Niente di tutto ciò...- sbuffò Edgar -Si tratta di qualcosa di molto più tremendo...-

-Non tenermi sulle spine!- gridò Fang -Chi devi affrontare?!-

-Mia madre-

Piombò il silenzio. Fang ci rimase di sasso -... Sei serio?-

-Ti sembra che io abbia voglia di scherzare?!-

-Ma... Ma...-

-Senti: io vado a dormire. Ci sentiamo domani, ok?-

-Ok, ma...-

-Ti amo- Edgar staccò la chiamata, sbuffando -Spero di morire nel sonno...-


Non morì


E così lui, Colette e Griff si ritrovarono tutti insieme, contemporaneamente, all'interno del Gift Shop, le cui vetrine e porte erano sprangate con un'enorme scritta "Chiuso per emergenze aziendali"

L'interno del negozio, era illuminato dai soli fasci di luce solare che passavano tra le feritoie delle inferriate, mentre aleggiava un silenzio tombale, spezzato solo dal ticchettio degli orologi da esposizione e dai tacchi di Griff, che camminava avanti e indietro.

Persino Colette, solitamente esuberante e schizofrenica, era serissima e rigida come un palo.

-Signori!- esordì Griff -Questo è il giorno in cui non ci sono capi, non ci sono commessi, non ci sono cassiere! Siamo tutti uguali e uniti nello stesso, tragico giorno che ci attanaglia!- tirò fuori il suo cellulare. Edgar e Colette lo imitarono, sfoderando i propri -Conoscete già la strategia di difesa: non attenderemo passivamente l'attacco del nemico, ma saremo noi a fronteggiarlo di nostra iniziativa! Quando l'ologio scoccherà le nove di mattina, chiameremo contemporaneamente le nostre madri. E' chiaro?-

-Signorsì signore!- gridarono insieme Edgar e Colette

-Bene: tenete il numero di rubrica pronto. 9 in punto, signori! Non un attimo prima, non un attimo più tardi!-

Mancavano pochi secondi all'ora fatidica: tutti e tre stavano sudando freddo, e sentivano le dita così inumidite e scivolose, da temere che il sudore avrebbe attivato la chiamata prima o dopo dell'ora dell'assalto preventivo...

8:59:57...

8:59:58...

8:59:59...

-Ci siamo!-

9:00:00!

Griff, Edgar e Colette avviarono la chiamata allo stesso tempo: l'assedio era iniziato!

-Prooonto, mammina!!!- esordì Griff, con un falsissimo tono gioviale -Ceeeerto che ti ho chiamato per gli auguri! Figurati se mi dimentico!-

-Ovvio, mamma!- Edgar fu il primo ad accusare impazienza -E' la tua festa! Per cosa dovrei mai chiamarti, se no?-

-No mammina! Non ho chiamato le zie Conoveffa e Conduella con le quali mi hai incestuato!- battibeccò Colette -Nella festa della mamma conta la mamma effettiva, non quelle...Quelle... Senti non so come funziona la parentela in questi casi, ma comunque ho chiamatuto solo te, mamma!-

(Nota: per economia di scrittura, da qui in poi considerate che le linee di dialogo sono scritte nel seguente ordine: Griff, Edgar, Colette)


-Si, mamma, si! Il negozio va bene. Ogni tanto la banca (e con ogni tanto, intendo ogni ora...) viene per sollecitarmi a pagare gli arretrati, ma va tutto bene, te l'assicuro! Piuttosto tu come stai?-

-Come ti ho già detto, mamma, non posso farti conoscere il EHM la mia fidanzatA! E' complicato... Come? Perché mi sono confuso al maschile? Lascia perdere, mamma...-

-...Che poi, mammina, come avete fatto tu e le zie a fare Fiki Fiki tutte e tre insieme con papà?! Cioè, come funzionerebbe esattamente?! Mi hai detto che l'ape va alla cicogna, ma non alle cicogne! Cosa c'entrano i cavolfiori, mò?!!-


-Per l'ultima volta, mamma: la mia è un'azienda, non un ufficio di collocamento! Non posso mettere a lavorare da me tutta la parentela! Mai scusa: io ti chiamo per farti gli auguri, e poi ti metti a chiedermi favori su favori?!!-

-Mamma, non ho nessuna intenzione di tornare in Inghilterra, ok?! Sono felicemente fidanzato, ho un lavoro, e zero (diciamo...) problemi. Non ho nessuna ragione di tornare lì...-

-No, sul serio, mamma! Abbiamo messo di mezzo la cosa, ed ora la risolviamo! Io ero rimasta ferma al discorso che l'ape si impollina la cicogna, che si sniffa il polline, e poi starnutisce sui carciofi dai quali nascono gli adulti che poi diventano bambini e poi crescono per diventare adulti! Non mi dire che ti eri confusa e che i carciofi sono in realtà cavolfiori, che mi crolla tutto!-


-Allora facciamo così, mamma: mi pagate i debiti che ho con la banca, ed io vi assumo tutti! Aaaaaah! Quindi così non va bene, eh? Certo che la gente paga per lavorare! Avete mai sentito parlare di "Stage per accumulare esperienza"?!!-

-No, mamma! Non fare così! Non ti odio! Certo che ti amo! Ma voglio che tu capisca che io ho bisogno dei miei spazi...-

-Come sarebbe che le persone fanno sesso, il maschietto immette il suo seme nella femminuccia, e così nascono i bambini?! Che sciocchina che sei, mamma! Lo sanno tutti che quello lo fanno solo i maschietti che amano altri maschietti! Fidati di me, che sono una donna di mondo e ne sa a pacchi di queste cose! Stà storiella del seme tra maschi e femmine non attacca con me!-


La "battaglia" durò fino all'usuale orario di chiusura, con l'intero stuff del Gift Shop ormai allo stremo

-Va bene, mamma...- rantolò Griff, ormai sfinito -Ora devo chiudere il negozio. Si. Ti chiamo io...-

-Devo tornare a casa- riuscì a biascicare Edgar, dopo aver vomitato sangue -Si, starò attento. Riguardati anche tu. Ciao...-

-Andassi bene, mamma!- Quando Colette è prossima al collasso emotivo, si dimentica completamente i tempi verbali -Che io andabbi via dal negozio, ora. Si, ci siamo visti più tardi a casa. Ti amassi anch'io, mamma!-

Tutti e tre, ormai privi di forze, si abbandonarono a terra. Ci vollero altre due ore, prima che si riprendessero e uscissero dal negozio. Erano distrutti, ma vivi.

-Ottimo lavoro, ragazzi- concluse Griff, rimettendosi le chiavi del negozio nel taschino -Domani giornata libera per tutti. Ce la meritiamo!-

-Grazie, Griff...-

-Grazie, capo!-



-Ed è così, che va tutti i santi 12 del mese di Maggio- sbuffò Edgar, dopo aver raccontato tutto a Fang, mentre erano seduti l'uno di fianco all'altro sul divano, in mutande e pronti a "dare" -Non credevo che lo avrei mai detto, ma ho bisogno di far sesso per riprendermi!-

-Aaaaaw, povero il mio Edgaruccio!- ridacchiò Fang -Tranquillo: è addirittura da ieri che non lo facciamo e sono in astinenza; ti accontento subit...- Ma proprio quando aveva messo delicatamente Edgar disteso sul divano, iniziò a squillare il suo telefono sul tavolo -Ops! Deve essere Lola. Aspetta un momento...-

-Fai presto, mi raccomando...-

-Tranquillo, Edgy! Ci vorrà poco...- Ma Fang smise di sorridere: non era Lola -Oh! E' mia madre!- deglutii -Emh... Ciao, mamma? Si, lo so, scusami! Ho dimenticato di farti gli auguri. Dai, non prendertela...-

-OH, DIO! NO!- Edgar non poté credere a quel che stava accadendo -Ti prego, Fang: voglio scopa...-

-Zitto tu! No, no, mamma! Assolutamente no! Dicevo al mio fiEHM... Alla miA fidanzatA! Certo che sono fidanzato! Cosa? Non te l'ho detto? Ahahaha! Ma certo! Quelle storie che io sono frocio erano infondate, mamma!-

Mentre Fang continuava a ciarlare al telefono con sua madre, con la voce resa rauca dalle tonsille irritate (gli si gonfiavano quando non poteva far sesso perché interrotto dai parenti)

Edgar, consapevole che quella sera sarebbe finita in bianco, iniziò a darsi testate alla parete...

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