Cap.4 - Fuori gli altarini!
Occorre dire che Edgar, non realizzò subito le parole di Fang: un po' perché assuefatto dall'eccentricità del personaggio, un po' per la noia e un po' per la stanchezza che lo tennero distratto, ci arrivò per gradi:
Eppure, non credette di aver sentito bene -Aspetta un momento... Prima Il chiosco, e adesso questo...Fang! Ci stai mica provando con me?!!-
-Cominciavo a chiedermi quando ci saresti arrivato- rispose con calma Fang, come se nulla fosse
-Cioè, tu sei gay...-
-Si. E' quel che ho detto!-
-E ti piacciono gli uomini...-
-Esatto-
-...E me lo stai dicendo così?!-
-Non vedo dove sia il problema...-
Edgar continuò a fissare incredulo Fang che, dal canto suo, era completamente a suo agio. Se ne stava lì, con un sorrisetto compiaciuto.
-AHAHAHAH!- Edgar rise in falsetto -Ok, ok, me l'hai fatta! Hai detto di essere di Brawlywood: di sicuro avrete una trasmissione tipo "sei su scherzi a parte"! Dai, su: dove hai nascosto la telecamera?...-
Fang ridacchiò -L'unica telecamera che ho in questo momento, è tra i pantaloni...-
-Bene, allora spegnila subito, che lo scherzo è bello quando dura po...- Appena Edgar colse la metafora:
-Andiamo! Non fare quella faccia: ho detto che mi piaci! Che male c'è?!-
-Che male c'è!?!- la sfacciataggine di Fang lasciava a dir poco spiazzato Edgar -Tralasciando il MINUSCOLO dettaglio che siamo due maschi... Ti rendi conto che sei venuto fin qui apposta per farmi le avance?!-
Fang ridacchiò -Ma no! ho solo unito l'utile al dilettevole: a Brawlywood stanno girando una nuova serie, "Karate Boys" e, come parte della campagna pubblicitaria, stanno arredando tutto a tema. Visto che avevo il tuo biglietto da visita, ho subito pensato a te; così, ho convinto i miei capi che avrei potuto trovare io qualcosa di adatto per arredare gli studi. A quel punto, ho subito cercato il negozio per cui lavori. Ed ora, eccoci qui!- Fang sorrise a trentadue denti
Edgar lo guardò per qualche secondo, per poi sbuffare -Ascolta...- disse infine, sforzandosi a mantenere la calma -Questa è la ricevuta... - porse il foglio davanti a Fang, ritirando velocemente la mano -Qui abbiamo finito. Perciò, che ne dici di andare via, così io mi sforzo di fingere che questa "PER NULLA INOPPORTUNA" conversazione non sia mai avvenuta?-
Ci fu un momento di silenzio; poi, Fang sospirò -Vaaa bene. In effetti, è meglio che io vada...- prese la ricevuta ma, quando raggiunse l'uscita, si voltò un ultima volta verso Edgar -Ci si becca presto: avremo altre occasioni per portare avanti la cosa!-
-Non c'è nulla da portare avanti!- Urlò Edgar, paonazzo per l'imbarazzo; quando alla fine Fang partì, Edgar era ancora spiazzato per l'accaduto -Credevo di averle vissute tutte, le esperienze strambe; ma un gay che ci provasse con me: WOW! Questa mi mancava...- Il suo sguardo, cadde per caso sulle mani: si studiò le unghie smaltate di nero, come si rendesse conto soltanto ora di quel dettaglio, come se non fosse stato lui stesso a farlese quotidianamente -Forse, avrà notato le mie unghie, e si sarà fatto un'idea sbagliata... Si, deve essere così!-
Pensò che, razionalizzando l'accaduto in qualche modo, avrebbe finito di pensarci, ma così non fu. Addirittura, quando Griff e Colette tornarono dalla "trasferta", iniziò a fare domande su se stesso.
-Senti un pò, Griff...- esordì Edgar, mentre stava sistemando gli ultimi prodotti sugli scaffali -Dimmi la verità: c'è qualcosa nel mio modo di comportarmi, di muovermi o quant'altro che mi fa sembrare... Ehm, come posso dire... "Ambiguo"?-
-Penso che dovresti concentrarti nel NON mettere i souvenir a tema vulcanico nello scaffale dei sopramobili tribali, invece di perdere tempo con certe sciocchezze improduttive!-
-Grazie, Griff...- bofonchiò sarcastico Edgar.
-Piuttosto: come è andata, con quel cliente?-
-Ha comprato 200 Gettoni di roba. Se a Brawlywood piace, tornerà...-
-Bene, bene... Me lo auguro proprio! Sissignore!- Proprio quando Griff era sul punto di gongolarsi di quel successo, il telefono del suo ufficio iniziò a squillare -Uh-oh! Magari è un cliente...- Edgar vide il suo capo entrare nell'ufficio, lasciando la porta aperta per la fretta di rispondere -Pronto? Qui è il Gift Shop! Se siete clienti, chiedete e vi sarà dato! Se siete la banca... Vedete di non rompere i co...Oh! Mamma?! Si, si, sto lavorando, ovvio... Ovvio che no! Non posso rinunciare agli affari per venire alla comunione dei tuoi cagnolini! Quanto rompi, mamma!-
Insomma: dato che con Griff fece cilecca, Edgar ci provò con Colette. Ma nemmeno finì di formulare la domanda che: -Cavolo, son così disperato, da provare a chiedere a te!?-
-Quanto sei preventivo!- canticchiò Colette, intenta a intrecciarsi le lunghissime maniche della maglia. Talmente lunghe da penzolare ben oltre le estremità delle dita
-Si dice "Prevenuto", Colette...-
-Dì quel che vuoi dire senza rimurginare sulle dicerie che vorresti dire ma non dici perché dici che dici le cose a vuoto dicendole a me!-
Una persona normale, sarebbe rimasta stranita. Ma Edgar era ormai abituato alle stramberie di Colette: si limitò ad alzare gli occhi al cielo e scuotere la testa -Va beh... So che me ne pentirò a chiedertelo, ma ho bisogno di un parere esterno (in realtà avrei bisogno di un parere esterno ASSENNATO, ma cerchiamo di accontentarci...): secondo te, io sembro gay?-
A quella domanda, Colette si interruppe; fissò Edgar con un'aria stupita, per poi sospirare allegra -Ma noooooooooo! Ma cosa mi dici mai, Edghino stupidino paranoicino! Non sembri mica gay!-
-Fiuuuu! Meno male... Sai? Io...-
-Tu SEI gay!-
-...Co-cosa?!-
-Senti, Edgaruccio!- nel mentre, Colette riprese a giocherellare con le maniche della maglia e, nel farlo, si intrecciò tutta, legandosi involontariamente la spalla sinistra. E, nel tentativo di liberarsi, si legò ulteriormente, bloccando entrambe le braccia fino ai polsi; sembrava avesse una camicia di forza! -Dato che sono l'unica sana di mente in questo posto e tu sei mio amico, sarò completamente schietta con te!-
-Hai una strana concezione della sanità mentale...-
-E' palesissimo che tu sia gay, essù! Trovami un maschio virile che se ne vada in giro con le unghie smaltate! Persino io non lo porto, lo smalto! Eh! Eh!-
-Anche tu?! E' un fottuto luogo comune! Adesso, solo perché mi smalto le unghie, dovrei essere gay?!-
-Mica solo quello! Dovrebbi vederti quando strilli! Uhuhuhu!-
-Che cosa avrebbero di sbagliato i miei strilli?!-
Flashback di un giorno qualunque al Gift Shop, con Edgar intento a sistemare della merce... Quando, improvvisamente, un grosso scatolone cade proprio vicino a Edgar, facendolo spaventare -IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIH!!!-
-Si dice "AAAAAAAAAAAAAAAAAAH!", Edgar! Con la "A"! La "I" è per le femminelle!- puntigliò Colette
-Ma poi scusa...- soggiunse Colette, dopo aver ricordato quell'imbarazzante episodio a Edgar -Secondo te, perchè quel cinesino si è avvicinato a te? Credevi davvero che avesse sete?!-
-E per cosa, se no?!-
-Ma per il tuo culetto, che domande!- E prima che Edgar avesse il tempo di razionalizzare quel che aveva appena esclamato Colette, quest'ultima piroettò vorticosamente su se stessa, liberandosi finalmente le braccia; quindi, tirò fuori una foto dal taschino della giacca, mostrandola al collega:
Era Edgar, intento a prendere del chinotto dal frigobar, con Fang alle sue spalle!
Di per sè, Edgar non si sorprese più di tanto, sapendo le abitudini da stalking di Colette; fu il dettaglio della foto a lasciarlo sbigottito: da quell'inquadratura, era palese che Fang gli stesse fissando con ammirazione il sedere!
-E' innamorato pazzo del tuo culetto sodoooo!- bisbigliò canticchiando Colette, come se Edgar non avesse già capito!
Sentendoli parlare tra loro fin dal suo ufficio, Griff richiamò i due -Edgar! Colette! Non vi pago per bighellonare! Tornate a lavoro... No, mamma: sto parlando con i miei dipendenti... Come licenziarli?! Sei pazza?! Uno lo tengo col salario minimo, mentre l'altra vengo pagato dalla madre per tenerla a lavorare; non posso licenziarli... MAMMAAAA!!! Ne abbiamo già parlato: mio fratello non metterà mai piede nel mio negozio come commesso. PUNTO!-
-E comunque...- soggiunse Colette, ignorando il richiamo del capo -E' pure venuto a farti la dichiarazioneeeeeee!- canticchiò -Deve essere vero amoreeee!-
-Cosa?! Come?!! E tu come lo sai?!-
-Ma è ovvio: Ho hackerato tempo zero le videocamere, ihihihi!- tirò verso di sè uno dei terminali del negozio -E' tuuuuuutto qui! Rivediamo un attimino la mia scena preferita...-
Così, Colette premette Play: Edgar riconobbe subito la parte dove Fang scoprì gli altarini:
"Sono gay... E tu mi piaci molto!"
-Uuuuuuh! Lo ha detto!- saltellò Colette entusiasta -Rivediamo!- riavvolse la registrazione e premette nuovamente play: "Sono gay... E tu mi piaci molto!"
Riavvolgi. Play. "Sono gay... E tu mi piaci molto!"
-Ancora!- Riavvolgi. Play. "Sono gay... E tu mi piaci molto!"
-Un'ultima volta!- Riavvolgi. Play. "Sono gay... E tu mi piaci molto!"
-Giuro che è l'ultima!- Riavvolgi. Play. "Sono gay... E tu mi piaci molto!"
-L'ultima l'ultima! Giurin Giurello!- Riavvolgi. Play. "Sono gay... E tu mi piaci molto!"
-Giuro sul mio cane RInghio che questa è l'ultima che più ultima non si può!- Riavvolgi. Play. "Sono gay... E tu mi pia..."
Edgar premette con forza il tasto "Stop", e spinse via il terminale -Io non sono gay! Tu e quel bellimbusto siete completamente fuori di melone, se pensate il contrario!-
-Certo, certo! Se tu sei etero, le gemme a BrawlStars non costano un occhio della testa!-
-...Come?-
-Rottura della quarta parete...-
Stanco di quella conversazione senza capo né coda, Edgar roteò gli occhi, esasperato -Fanculo! Io torno a lavoro!-
Lasciando Colette da sola con le sue stramberie, Edgar cercò di distrarsi sistemando gli scaffali, controllando la merce in magazzino, aggiornando il catalogo... Arrivò persino a ripulire ogni singolo scaffale, la mobilia, i pavimenti e persino la polvere accumulata sulle pale del ventilatore da soffitto... Tutto, pur di riempire la mente e non pensare a quel che gli hanno rivelato Fang e Colette.
Paradossalmente, fu ben poco felice di dover infine abbassare le serrande del negozio e tornare a casa. Perché inevitabilmente non gli restò altro da pensare se non a oggi -Certo che, persone spudorate come questo Fang non ne ho mai viste... un uomo che si dichiara ad un altro uomo?! Su quale pianeta?!!-
Eppure, a parte lo shock iniziale, parve prenderla bene; quasi con una punta di curiosità. Ma, attribuì la cosa all'essere abituato alle assurdità. Del resto, viveva quotidianamente con un capo che non mostrava mai la sua faccia, indossando sempre un'ingombrante maschera a forma di registratore di cassa; e, ovviamente, con una ragazza schizzoide con manie di stalking e che usava una camicia di forza come vestito elegante... Figurarsi, quindi, quanto potesse scomporlo un asiatico palestrato che lo va a cercare fino al luogo di lavoro allo scopo di dichiararsi.
-Ma si, è tutto ok- Concluse infine -Si tratta solo di un grosso malinteso: alla prima occasione, me lo prendo in disparte e gli dico "Mi dispiace, Fang. Ma hai preso un granchio: a me NON piacciono gli uomini"... Si, non c'è nulla di più semplice e... Eh? Una notifica del cellulare. Non sembra mia madre. E nemmeno Griff... Oh signore! Così all'improvviso?!!- Edgar si fermò, in modo da controllare meglio il messaggio arrivatogli dalla Supercell...
Quel messaggio lo lasciò sconvolto
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