Cap.3 - Momento di evasione
Erano passati pochi giorni, ed Edgar non ne poteva più.
Aveva passato ogni singolo secondo di tempo libero a disposizione per cercare una sistemazione decente, ma senza successo -All'anima della crisi immobiliare!-
La mattina, poi, era un incubo: non importa dove si rifugiava all'interno dello StarrPark: la mattina dopo si sarebbe svegliato all'interno della fontana principale, bagnato fradicio e affamato (e con la cena comprata la sera prima rubata da chissà chi!)
L'assenza di Colette, poi, non aiutava affatto: il signor Griff, il capo di Edgar e gestore del Gift Shop, era su tutte le furie
-Si può sapere dove diavolo si è cacciata quella pazza!?? Il fatto che sia la madre a pagare me per tenerla a lavorare, non la autorizza ad assentarsi per ben tre giorni!-
-L'ultima volta che l'ho vista...- disse apatico Edgar, intento a sistemare la nuova merce arrivata sugli scaffali -Cianciava di viaggi nello spazio contro assurde razze aliene: gli eterocosi o una cosa del genere...-
-E me lo dici così?!! Come se fosse una cosa seria, Edgar?!!- Griff iniziò a pigiare compulsivamente i tasti del suo "casco" a forma di cassiera (quando lo faceva, era per il nervosismo!) -Intanto, mentre tu ed io...- (Ma, detto tra me scrittore e voi lettori: MOLTO più Edgar che Griff...) -Dobbiamo occuparci anche delle mansioni normalmente delegate a Colette, lei è chissà dove a spassarsela!-
Mentre Griff ed Edgar discutevano, nello spazio profondo la "Osso Duro", l'incrociatore da battaglia di Ringhio, dopo un inseguimento durato tre giorni terresti, viene circondato e preso d'assalto dalle astronavi degli Omosessualoidi
Il Colonello stava cercando di governare l'incrociatore, sforzandosi di ignorare le grida di panico dell'equipaggio (sopratutto di Squeak) -Tenente GRRRrrrrrColette! Al BAU! BAU! Al rapporto!-
-Motori in avaria, colonnello! Scudi disattivati! Scafo danneggiato... E il mozzo Pierbaldo è come sempre inutile!-
*Squittiiii disperati da parte di Squeak*
-STA' ZITTO, Francolumbo! Non è il momento di discutere sul tuo vero nome!- Un violentissimo colpo di laser dell'ammiraglia nemica fece tremare l'intero incrociatore. Gli schermi divennero neri e la Osso Duro attivò le luci di emergenza -Colonello Ringhio: la situazione è TRAGICAAAAAAAAAAA!!!-
-Eh, si...- annuì Edgar -Beata Colette, ovunque lei sia...-
-La bella vita dell'essere pazzoidi...-
Poi Edgar cambiò argomento -Senta, signor Griff...-
-Meno chiacchiere e più lena, Edgar! Gli scaffali non si riempiranno da soli!-
-Una cosa non deve escludere l'altra, no?! Mi serve un aiuto...-
-Se riguarda un anticipo: scordatelo!-
Edgar strizzò gli occhi e fece un lungo respiro per mantenere la calma -Mi serve un nuovo appartamento. Qualcosa che io mi possa permettere grazie al suo (misero...) stipendio-
-Stai pensando di cambiare casa?-
-Diciamo di si...-
-Hai provato a vedere qualcosa a Retropolis?-
Edgar deglutii: effettivamente, a chiunque desideroso di risparmiare verrebbe subito a mente il distretto malfamato di Brocity. Non sa, Griff, della situazione complicata che gravava sul suo commesso.
Per Edgar, infatti, cambiare semplicemente appartamento a Retropolis era fuori discussione: se finiva sotto il tetto di un quartiere controllato dalla banda di Bibi, lei l'avrebbe saputo subito, e sarebbe andata a cercarlo. Se l'appartamento, poi, si fosse trovato in un territorio di una qualche banda rivale, sarebbe andato anche peggio: in qualsiasi momento, Bibi e i suoi avrebbero potuto scoprire la sua nuova abitazione semplicemente per caso, mentre erano intenti in qualche scorribanda per una disputa territoriale. In quel caso, la banda rivale avrebbe potuto prendersela con Edgar, solo perché precedentemente "legato" a Bibi.
-No: niente Retropolis!- sentenziò Edgar -Voglio fare il salto di qualità...-
-Tu e quale stipendio, Edgar? Sai bene che sono in rosso (Sigh!) e che vi tengo in negozio perché mi siete utili: il tuo stipendio lo fornisce lo stato, mentre la madre di Colette mi paga per dare di che fare alla figlia! E ora muoviti: tutto questo chiacchierare ti sta rallentando!- Griff rientrò nel suo ufficio, facendo intendere che la discussione era bella che finita...
-Piano B fallito- constatò sconsolato Edgar (il piano A era arrangiarsi all'interno dello StarrPark, ricordiamo): alloggi fattibili non ve ne erano, e Griff non sembrava in grado\avere voglia di aiutarlo -Dovrò passare, mio malgrado, al piano C...-
Alla fine del lavoro, Edgar andò a bussare alla porta di una lussuosa villa nel quartiere ricco del centro di Brocity, ai piedi delle mura meridionali dello StarrPark (le più vicine al GiftShop, per intenderci)
Ad aprirlo, fu una distinta e corpulenta signora sulla cinquantina
Colisabetta, la madre di Colette, sussultò di gioia nel vedere il ragazzo che lavorava insieme alla figlia -Ooooh! Mi desto, o son sognante?! Sei proprio tu, Edgar!-
-Si, sono io, signora...- Erano passati appena cinque secondi, ed Edgar si era già pentito della sua decisione -E si dice "Sogno, o son desto"-
-E' UGUALE! Piuttosto: a cosa dovessi l'onere di ricevere la visita del futuro marito di mia figlia?!-
-COS?!. Signora, io non so che idee vi siate fatti su di me, ma non c'è nulla di tenero tra me e vostra figlia!-
-Uhuhuhuhu! E' quello che dice sempre la dolce Colette! Ma io so che fate solo i preziosi e che, presto o tardi, vi sposerete e mi renderete nonna!-
Edgar alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa *Tale madre, tale figlia...* pensò, constatando da chi avesse preso la sua vena pazzoide Colette -Comunque, sono qui per chiedere un favore a vostra figlia: è in casa?-
A quella domanda, la signora Colisabetta fece un'espressione mortificata -Sono desolato, caro! Purtroppo, mia figlia è ancora alle prese con una missione di importanza intergalattica con il suo cane! Pare proprio che la loro astronave sia assediata dagli omosessualoidi!-
Edgar protese le braccia avanti, esasperato -ANCHE VOI CON STA' STRONZ...Ehm... Sul serio, signora...-
-Sono sempre seria, io!- esclamò la signora Coraline, drizzando la schiena indignata -Quello della mia piccina, è un lavoro a tempo pieno!-
*Che cosa c'è di laborioso in una pazza delirante che va a cazzeggiare chissà dove?!!* pensò Edgar, ben lungi dall'esprimere quelle parole ad alta voce
Nel frattempo, anche gli scudi di riserva della Osso Duro era stati danneggiati, e gli attacchi Laser delle astronavi nemiche cominciavano ad intaccare lo scafo
*Squittiii disperati di Squeak*
-Il mozzo Mariantoniettaldo ha ragione, Colonnello!- esclamò Colette, disperata -Dobbiamo abbandonare la nave!-
-Un Cane capitano non BAU! BAU!! Abbandona MAI la sua nave! Semmai GGGRRRRrrrraffonda con essa! Prendete le navette di salvataggio, tenente Colette! Ci vediamo nel pianeta più vicino!-
-No, Capitano! Piuttosto moriremo insieme!-
*Altri squittiii preoccupati di Squeak*
-Stà zitto, Martintonietto! Se io faccio la martire con il capitano, lo facciamo tutti!-
-Ben detto! BAU! Convergere tutta l'energia rimasta alle armi princiGRRRrrrrrrrrPali! Bau!-
-Sissignore, signor colonnello! Oh mio colonnello!-
*Squittiiii isterici di Squeak*
-SILENZIO, MOZZO SQUEAK! BAU!-
-Esatto: silenzio, Immanuele!-
Comunque, Edgar non voleva passare un'altra notte allo StarrPark -Senta, signora: è un problema se aspetto il ritorno di Colette in casa? Devo chiederle un favore...-
-Mi dispiace, caro! In una qualsiasi altra circostanza sarei stata felicissima di ospitare il futuro marito di mia figlia! Sfortunatamente, in questi giorni è tornato mio marito. E lui... Beh: è un tipo particolare...-
-Se è particolare come Colette, ci credo...-
-Come, scusa?-
-Niente! Niente...-
-MOGLIETTIIIIINAAAAAAAA!- Una voce rauca e maschile, dall'accento sottile che Edgar non riuscì ad identificare, chiamò dal lato opposto della villa la signora Coraline -Sbrigati a cacciare quel seccatore! Mi serve una mano per completare il mio diabolico telecomando psicotronico per il mio Mega-Crab da conquista del mondo!-
-ARRIVO, CAROOOOO!- La signora Colisabetta salutò cortesemente Edgar, augurandogli buon proseguimento di serata, prima di chiudere la porta. Pochi secondi dopo, seppur attutiti dalle pareti ben isolate della villa, si iniziò ad udire un frastuono di trapani, saldatrici, martelli pneumatici e risate malvage, oltre a inquietanti sfarfallii di luce che come raggi irradiavano tutti gli infissi della grande casa.
-Bah!- Edgar scosse la testa, tornando sui suoi passi -Io un'altra notte all'addiaccio non la passo!- esclamò, pur non avendo la minima idea di che soluzione prendere.
Poi si diede una pacca in fronte -Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?!- Forse, solo forse, aveva trovato una seppur temporanea soluzione. Sospirò -Prepara il culo, Edgar: si passa al Piano D...-
Nel frattempo, con una pazienza che non aveva mai sospettato di possedere, Lola stava cercando, coi disegnini, di far comprendere a Fang la gravità della situazione che verteva tra il suo fidanzato Buster e Maisie, la nuova Capomastro del BrawlCinema
-Allora, Fang...- esordì Lola, con tono accondiscendente e un sorriso che mascherava malamente la sua sempre più evidente perdita di pazienza -Riproviamo un'ultima volta... Li vedi questi pupazzetti?-
Fang annuì lentamente -Siii?.. Quindi?-
-Facciamo finta che questi due pupazzetti, visto che a materia grigia siamo lì, siate tu ed Edgar. Ci sei, fino a qui?-
-Andiamo, Lola! Smettila di trattarmi da stupido...-
-Voglio solo farti capire, Fang! Ora concentrati: se io faccio così...- Lola iniziò a "giocare" coi due pupazzetti di pezza, mimando varie situazioni che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione -Che cosa state facendo, Fang?-
-Ma è ovvio: facciamo sesso! Ma te lo devo dire, Lola: la posizione a mulinello la imiti proprio male! Si esegue mentre uno apre le gambe a spaccata, mentre l'altro infila l'a...-
-NON MI INTERESSA!- Lola si schiarì la gola, sforzandosi di mantenere la calma. Riprese a sorridere falsamente -Comunque bravissimo, Fang! Esatto: tu ed Edgar fate sesso...-
-Eheheh! Modestamente, sono uno che le cose le coglie al volo!-
-...Ceeeeeerto, Fang. Certo...- Lola fece un respiro profondo -Concentrati , che arriva la parte difficile! Adesso, fai finta che questi due pupazzi siano, invece, Maisie e Buster. Ripeto: NON, leggi le mie labbra: NON SIETE tu ed Edgar, ma sono Maisie e Buster!-
-Si si, ho capito!-
-Bene! Ora gli faccio fare le STESSE, IDENTICHE E PRECISE cose che ho fatto fare prima a te ed Edgar- Lola digrignò i denti da squalo, mentre ripeteva, in maniera più violenta, gli stessi movimenti mimati poco fa -Non ho cambiato nulla, Fang! Hanno fatto esattamente le stesse cose che ho fatto poco fa immaginando te ed Edgar. Compresa la posizione a mulinello! Che cosa significa questo, Fang?!!-
Fang non rispose subito. In realtà, non rispose affatto: fissava Lola inebetito, con un rivolo di bava alla bocca e del fumo che usciva dalle orecchie a causa del cervello surriscaldato dallo sforzo
In tutto questo, L'Ego si stava sentendo male per le troppe risate
-Andiamo, Fang!- esclamò alla fine, esasperata, Lola -Sesso! Stanno facendo sesso!-
-Ma perchè?!!- chiese Fang, frastornato -Buster riesce a fare il mulinello nonostante la pancia?!!-
Lola si fece scappare un urlo di disperazione, lanciando via le bambole e tirandosi i capelli, per poi tirare Fang per la maglia a sé e scuoterlo violentemente -FANG! La situazione è seria!!! Una rischia di rubarmi il fidanzato senza che io possa far niente! Possibile che tu non ci arrivi, idiota?!!-
Si fermarono: qualcuno bussò alla porta.
Fang si liberò dalla presa, tutto felice -UUuuuh! Questo deve essere Edgar!- Iniziò a saltellare e ad agitare le mani come un bambino -Vado ad aprirlo io!-
-Hey, aspetta! Non abbiamo ancora finito!- Ma figurati se Fang la ascoltava: era già corso all'entrata, aprendo il suo fidanzato. Lola lo seguì -Fang, io PRETENDO che tu mi aiuti a tenere a badAAAAAAAH!-
Incurante di Lola che li fissava indignata, Edgar e Fang si presero d'assalto l'un l'altro, baciandosi e toccandosi avidamente pure le parti intime.
Quando furono "sazi", Fang prese delicatamente Edgar per il mento, fissandolo con sguardo languido -Hey, hey... Quanto fervore! Dov'è l'Edgar restio e titubante che conosco?-
-Ho avuto una brutta giornata: lo vuoi fare o no?-
-Assolutamente!-
Lola falsò un colpo di tosse -Allora: prima di tutto "Buonasera" pure a te, Edgar! Secondo: non dimenticate QUALCOSA?!- Lola iniziò a tamburellare il pavimento con un piede, spazientita -Vi ricordo che ci sono ANCHE io, in questa casa!-
-Giusto, hai ragione, Lola!- annuì Fang -Bisogna rimediare!- E senza preavviso, lasciò andare Edgar, solo per avvicinarsi a Lola e... Spingerla contro la sua volontà fino all'uscita
-FANG! MA CHE CA...-
-Vai a chiarire quella cosa con Buster, mentre io ed Edgar "discutiamo" sul divano!-
-FANG NON TI AZZARDA...- Ma niente: mentre Lola si voltava verso l'entrata, Fang ed Edgar avevano già chiuso la porta a doppia mandata, erano corsi fino al divano, si erano spogliati e, dall'esterno, si iniziarono a udire gemiti di piacere di entrambi -E va bene! Esco! Ma se quando torno non avete smesso, giuro che vi castro entrambi! MI AVETE SENTITO?!!-
-Oh, si! Siiiiiiiiiiiii!-
-Si! Ti sento! Ti sento!-
-Anche io!-
-Qualcosa mi dice che non stanno rispondendo a te!- esclamò l'Ego ridendo, quando Lola prese lo specchietto a conchiglia dalla borsa per darsi una veloce sistemata.
-Bah, tanto peggio! Tanto vale seguire il consiglio di Fang...- esclamò Lola, che intanto si incamminò verso la macchina e, nel mentre, inviò un messaggio a Buster, dicendogli che lo aspettava al Bar dove son soliti uscire.
Comunque, una volta che la rabbia (sia per l'idiozia di Fang, sia per lo "sfratto") iniziò a svampare, Lola si soffermò a pensare ad un dettaglio al quale, sulle prime, non aveva fatto caso.
-Perché Edgar è venuto a casa con quell'enorme borsa sulle spalle?- si chiese, sospettosa
-Me lo stai chiedendo, o ti stai facendo una domanda retorica, cara?- chiese l'Ego dallo specchio retrovisore
-Probabilmente la seconda, tesoro...- Lola, infatti, si soffermò su un secondo dettaglio inusuale: Edgar entusiasta di far sesso con Fang -Ricordami di chiedere due o tre cosette a quell'Emo, quando torniamo a casa...-
l'Ego ridacchiò -Assolutamente! Non vedo l'ora di farmi altre grasse risate!-
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