II. Autoscontro
Dicembre 2007
⏯ Call you mine, The chainsmokers
Two kids with their hearts on fire
Don't let it burn us out
Think about what you believe in now
Am I someone you cannot live without?
'Cause I know I don't wanna live without you
Nell'emisfero Sud il Natale assume un accezione completamente diversa. Qualche anno fa Gabby passò le vacanze Natalizie in Inghilterra, insieme a Chloe e ai parenti di suo padre. Ricorda ancora le strade innevate, il freddo pungente, i giacconi pesanti, i guanti e tutto il necessario per ripararsi dal freddo, ma anche la bellezza del fiabesco paesaggio, costellato di lucine di ogni colore, abeti decorati altissimi e l'atmosfera incantata.
A Perth è tutto diverso, il natale cade d'estate, l'albero decorato cozza un po' con la spiaggia e i trenta gradi, ma agli australiani piace esattamente così. La famiglia Ricciardo e la famiglia Mitchell sono abituate a trascorrere le feste insieme, almeno la vigilia, con il loro barbecue sulla spiaggia, di fronte casa di Gabby, il surf e persino qualche pietanza Italiana.
Quest'anno, più che mai, Gabby non vede l'ora che arrivi Natale, così da potersi lasciarsi l'esame finale alle spalle, scartare i regali passare del buon tempo con Matt e soprattutto con Daniel, perché natale significa anche pausa da ogni tipo di gara.
Mentre Gabby è assorta nei suoi pensieri, con il foglio ancora bianco sulla scrivania e il libro aperto alla pagina sbagliata, un rumore di colpi sul vetro della finestra la fa sobbalzare. Daniel le sorride con un'espressione buffa e il viso poggiato sulle mani, per scrutare meglio l'interno della stanza. Lei scuote la testa con un ironico disappunto, fa scivolare la sedia sul pavimento e si alza per aprire la finestra. Fa cenno al ragazzo di spostarsi indietro e spalanca le due ante, appoggiandosi al davanzale.
«Se mia madre ti vede qui ammazza prima me e poi te, vuole che io studi.» lo rimprovera Gabby.
Daniel sembra non ascoltare ragioni e con un agile slancio scavalca la finestra e si intrufola nella camera della ragazza. Lei lo osserva con una finta espressione esasperata, che viene subito tradita da un piccolo sorriso trattenuto a stento.
Mentre Gabby se ne sta con le braccia incrociate a seguire ogni suo movimento, Daniel, che conosce quella camera a memoria, viene attratto da una delle foto appese alla bacheca sulla parete della porta. Ritrae lui, forse a Valencia, nell'unica gara della stagione a cui lei decise di presenziare, il giorno del diciottesimo compleanno di Daniel. Fu una giornata particolarmente felice per entrambi, ma lui non aveva mai visto quello scatto, né tanto meno se ne era accorto sul momento.
«Eri particolarmente felice quel giorno, la gara è andata molto bene.» gli spiega Gabby, avvicinandosi a lui, per abbracciarlo da dietro e lasciar andare la testa contro la sua schiena.
«Non ero felice solo per la gara» Daniel tenta di trovare un contatto visivo con lei, cosa che gli riesce piuttosto difficile. «Ero felice perché c'eri tu con me.»
Gabby rimane in silenzio, senza aggiungere altro. La conversazione potrebbe sfociare solo in un'inutile discussione e non vuole rovinare quel momento. Si risiede alla scrivania, dando le spalle al ragazzo e tentando, con scarso successo, di continuare a sistemare i suoi appunti.
«Dan, devo studiare, altrimenti l'esame non lo supero, mia madre andrà su tutte le furie e il Natale lo passo rinchiusa qua dentro.» ribadisce lei.
Daniel non si fa toccare minimamente dalla momentanea irritazione della ragazza, provocata dalle loro divergenze sul mondo del Motorsport. Vorrebbe che lei amasse il suo sport, tanto quanto lui, ma sa bene che quando a Gabby non piace qualcosa è difficile farle cambiare idea. Ci ha messo quasi quattordici anni per convincerla che la maionese è molto meglio del ketchup, di sicuro non mollerà proprio sulla sua più grande passione. Dunque ignora le lamentele e si butta sul letto, appoggiando la testa su un braccio e osservandola mentre studia.
«Che fai?» gli chiede lei voltandosi.
«Ti guardo» risponde lui con ovvietà.
Gabby rimane impalata per qualche secondo, poi sorride, già consapevole che il tempo per studiare si è esaurito nel momento in cui lui è entrato nella camera.
E infatti dopo pochi minuti e qualche parola buttata sul foglio a righe, Daniel si avvicina a lei, lasciandole dei teneri baci sul collo. Lei prova ad ignorarlo, ma il suo tentativo fallisce miseramente e subito si ritrovano con le labbra unite.
A rovinare la festa, però, ci pensa mamma Alice, che spalanca la porta, senza bussare e senza avere la minima idea della scena che si ritrova davanti. Gabby si stacca immediatamente da Daniel, spalancando gli occhi per l'imbarazzo e voltandosi per non incontrare lo sguardo scioccato di sua madre. Lui, invece, a stento trattiene una risata e va incontro alla donna, ancora ferma sulla porta, travolgendola letteralmente con un suo abbraccio.
«Alice! Come stai? Che bello vederti!» cerca di sdrammatizzare il ragazzo, approfittando della confidenza che da anni gli concede la signora Mitchell.
Gabby ride silenziosamente, portandosi una mano sulla bocca per soffocare la risata. Daniel è sempre Daniel. Il primo contratto, i primi soldi e quel briciolo di fama non lo hanno cambiato per niente e non accennano a farlo. Questo la rende orgogliosa di lui.
«Daniel Ricciardo, sai che con me queste cose non attaccano!» ribatte Alice, non appena si riprende, con un sopracciglio alzato come segno di rimprovero. Ma lui non sembra esserne toccato per nulla. Al contrario continua a mantenere quel suo sorriso, un po' da faccia da schiaffi, che alla fine in qualche modo trasporta anche l'algida mamma Mitchell.
«Ti prego Alice, fammela portare fuori» Daniel giunge le mani a mo' di preghiera per intenerire la donna che ha di fronte, che in realtà è stata un po' una madre anche per lui.
«Ha studiato per tutto il giorno, oramai è sera. Giuro che la riporto a casa a mezzanotte come Cenerentola.»
Alice scoppia a ridere, Gabby questa volta non riesce proprio a trattenersi. La donna alza le mani in segno di resa, rifilando al ragazzo un buffetto scherzoso.
«Io mi arrendo, non so più cosa fare con te.» dice con un piede già fuori alla porta. «Però a mezzanotte a casa.» ribadisce prima di sparire.
Daniel esulta, quasi come se avesse appena vinto una gara e Gabby gli corre incontro saltandogli addosso. In realtà sapeva benissimo che sua madre non avrebbe saputo proprio dire di no al ragazzo. Quasi nessuno ci riesce.
Afferra al volo la borsa, dandosi una sistemata veloce ai suoi capelli che arrivano un po' al di sotto delle spalle e trascina via Daniel. Questa volta escono dalla porta.
La macchina del ragazzo è già parcheggiata fuori al vialetto che, scendendo sulla spiaggia, porta a casa Mitchell.
«Dove si va?» chiede euforica Gabby, tirando verso di sé lo sportello. Daniel le rivolge un sorriso, inserendo la prima e sfrecciando tra le strade di Perth.
«Sorpresa» risponde poco dopo.
«Dai, Dan, sai che odio le sorprese!» protesta lei, mettendo su un finto broncio.
«Questa la odierai parecchio, fidati!» esclama lui, guadagnandosi un'occhiata quasi sconvolta della ragazza e una pacca scherzosa sul braccio, la seconda in dieci minuti.
Mentre Daniel è al volante sembra la persona più rilassata del mondo. Di certo non ha addosso le pressioni di una gara, né il rischio di andare a trecento all'ora, eppure sembra gasato come quando entra nella sua monoposto.
Mentre lui guida verso la destinazione, Gabby si incanta a guardare il paesaggio che scorre fuori dal finestrino e allo stesso tempo il suo mignolo cerca quello di Daniel, le loro dita si intrecciano e si lasciano, creando un gioco che quasi li diverte.
Il viaggio dura poco e si esaurisce a qualche chilometro da casa del pilota. Gabby conosce bene quella zona, oltre ad essere quella della sua scuola è anche il quartiere dove è cresciuta. Non distante c'è anche casa di Matt.
Ma non è verso un'abitazione che sono diretti.
Daniel la prende per mano e la conduce attraverso un'area che Gabby non ha mai visto. È un luna park provvisorio, costruito per il periodo natalizio. Non ci sono di certo le piste di ghiaccio e le case innevate, ma la magia sembra essere la stessa.
Ma il ragazzo non è qui per passare una serata a provare a vincere premi. Afferra la mano di Gabby, quasi trascinandola via e conducendolo con sicurezza verso un punto preciso del parco.
Quando i due raggiungono l'area dell'autoscontro, la ragazza gli lancia uno sguardo di traverso, un po' scocciato e un po' innervosito. Se c'è un'attività che Gabby non ha mai sopportato è proprio l'autoscontro.
«Fai sul serio, Dan?» gli chiede quasi spazientita.
«Certo che sì» annuisce lui con ovvietà. «Credo che distruggere auto possa essere terapeutico per te.» continua trascinandola verso la fila.
Gabby cede senza troppa fatica, alla fine le idee di Dan sono sempre divertenti.
Quando arriva il loro turno, lui sceglie una macchina blu e lei una gialla.
All'inizio la ragazza sembra quasi andare in tilt, ma quando entra nel vivo del gioco, travolta dallo spirito di Daniel, comincia a divertirsi davvero.
Il volante si muove quasi da solo tra le sue mani e il suo pilota avversario non fa altro che approfittare della sua bravura per urtarla senza pietà. Le loro risate si mescolano e riempiono l'aria, creando una bellissima sinfonia.
Alla fine Gabby ha solo accusato colpi, ma è felice. Felice di essersi scontrata con l'allegria contagiosa di Daniel e con la sua euforia. Forse lui aveva ragione, è stato terapeutico. Per un momento la ragazza è riuscita quasi ad immaginare l'adrenalina che lui prova l'attimo prima e durante la gara.
«Ammettilo, ti sei divertita come una pazza!» Daniel le cinge le spalle con il suo braccio, trascinandola via da quel posto, mentre lei addenta dei pop corn.
Non vorrebbe dargli questa soddisfazione, ma non è una brava bugiarda e non può far altro che annuire, nascondendo la testa sul petto di lui.
Senza aggiungere altro i due rientrano in auto, questa volta il viaggio è ancora più breve, la meta è la spiaggia vicino casa di Daniel, il loro chiosco.
Ci vanno da quando erano bambini, per le merende dopo scuola o per le cene con le loro famiglie e quella struttura di paglia e legno, arredata con qualche tavolo e un paio di divanetti un po' boho chic, è diventata il loro posto.
Mentre lui si ferma al bancone per ordinare la cena, lei occupa un tavolo, senza realmente riuscire a staccare lo sguardo dal suo modo di muoversi o di parlare.
Daniel arriva al tavolo con un club sandwich gigante, da dividere in due e una montagna di patatine.
«La tua alimentazione sana l'hai lasciata in pista?» lo schernisce lei, addentando la prima patatina.
«Per quest'anno sì!» ribatte lui, imitando il suo gesto.
Segue qualche minuto di silenzio, che però è riempito dal loro gioco di sguardi e dai loro sorrisi. La verità è che Gabby è ancora incredula che lui rimanga in Australia per più di una settimana ed è felice che finalmente potranno passare un po' di tempo insieme, tra un po' di surf e gli allenamenti che lui non può abbandonare.
Quando lo scorso Natale lo ha baciato per la prima volta, lei temeva che lui non ricambiasse i suoi sentimenti, ma in realtà Daniel non aspettava altro da tutta la vita, solo che non avrebbe mai preteso che lei lo aspettasse mentre era ad inseguire i suoi sogni in giro per il mondo. Gabby lo ha accettato, non senza difficoltà, ma si è sempre ripetuta che ne valesse la pena, che lei e Daniel sono fatti per stare insieme.
«Come ti vedi tra dieci anni?» esordisce improvvisamente lui, alzando la mano per scostarle una ciocca di capelli dal viso.
«Non mi piace pensare al futuro, sai che mi spaventa.» risponde lei poggiando il mento sulle mani, tenute in equilibrio dai gomiti sul tavolo.
«La solita Elle, non cambierai mai.» la schernisce lui, gettandole contro una pallina di carta.
Lei finge di essere offesa, ricambia il gesto ed entrambi ridono. Daniel deve trattenersi per non scatenare una guerra del lancio delle pallottole di carta.
D'improvviso però Gabby smette di ridere e si fa seria.
«Perché continui a chiamarmi Elle da quando eravamo bambini?» chiede addentando un'altra patatina.
«Che vuoi dire?» Daniel la osserva incuriosito, lasciandosi andare contro il divanetto.
«Tutti mi hanno sempre chiamato Gabby.» si spiega meglio la ragazza, con lo sguardo fisso nel suo.
«Ma io non sono gli altri.» risponde lui con tono quasi ovvio. «E tu per me non sei quello che sei per gli altri.»
Gabby rimane in silenzio e Daniel fa lo stesso, a parlare per loro ci pensano gli sguardi intensi, quelli di due ragazzi che hanno passato una vita insieme e si amano da sempre.
«Non voglio che tu pensi che io non supporti la tua carriera, sono fiera di quello che stai facendo.» Gabby giocherella con il tovagliolo davanti a sé, riducendolo in mille pezzi. Daniel rimane sorpreso dalla sua affermazione, ma non lo dà a vedere.
«Sì so che sono il migliore e che è difficile essere la mia ragazza.» la schernisce, dandosi delle finte arie.
«Ma che idiota che sei!» ribatte lei, slanciandosi verso di lui e dandogli uno spintone scherzoso.
Alla fine Daniel la tira a sé e le accarezza i capelli, mentre i loro sguardi si perdono nell'orizzonte. In questo momento Gabby sente tutta la paura delle sue affermazioni. Ha detto che è orgogliosa di Daniel e lo è veramente, ma questo le fa aprire gli occhi sul futuro. Significa che lui è destinato ad arrivare in alto, come è giusto che sia e questo, inevitabilmente, li farà allontanare sempre di più.
«A che pensi?» Daniel la riporta con la mente a terra, scuotendola leggermente.
«Al futuro» risponde lei in modo vago.
Daniel scoppia a ridere, ripensando al loro discorso di qualche minuto fa.
E la sua risata fa giungere al termine l'autoscontro di pensieri ed emozioni che Gabby sta provando in questo momento.
Loro sono destinati a stare insieme, lo sono sin da piccoli, eppure c'è qualcosa che le dice che il loro destino cambierà.
⭐️⭐️⭐️
Ehilà, salve gente, spero che la storia vi stia piacendo, anche perché, nonostante sia appena iniziata, siamo già quasi a metà.
Spero di aver rispecchiato al meglio l'idea che tutt* abbiamo di Daniel, non pensavo fosse così difficile scrivere di lui!
Non mi dilungo ancora. A sabato con il prossimo capitolo⭐️
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