acquietarsi
In un mare di pensieri risorgo, come se nelle onde la soluzione trovassi. Ma che soluzione può indurmi a smettere di rimuginare sul destino, che lento mi aspetta, mentre io aspettando lui annego? Forse è il bagliore di una notte, che come dolce incanto accarezza. Le onde placandosi smettono di gemere forzatamente. E io piango per il silenzio inaspettato dal ricordo emerso: me e il ragazzo, di sogni piangenti, sugli scogli di vita parlando, come se la vita stesse scorrendo via dalle mani. E forse solo il ricordo mi acquieta perché per la prima volta il rumore tace, la vita leggera.
È solo un'illusione, perché l'acqua continua ad infrangersi, bagnandomi. Il ricordo non sta acquietando le acque, acquieta i miei pensieri. E io, ridendo, continuo a pensarci, perché per la prima volta non urlano e io, piangendo, perché mi manca l'emozione della felicità perché sta sfuggendo, come le onde che ora vanno via, che mi abbandonano. E mi chiedo se anche il ricordo può farlo, se anche lui è destinato a lasciarmi. Ma come può lasciarmi il ricordo della felicità mai provata prima? È paura dell'abbandono o paura della solitudine? Non lo so, ma il rumore torna perché non voglio sprecare il ricordo, deformandolo e allontanandomi dalla vera realtà che vorrei rivivere.
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