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5: Caricare il telefono

Da quando la festa era iniziata Nate non aveva fatto altro che guardarsi intorno con aria terrorizzata. Quelle parole potevano significare solo una cosa: Ethan aveva sentito ciò che aveva detto quando era entrato.

Ma cosa pensava? Aveva capito che Nate era gay? Magari anche che gli piaceva suo fratello?

Dopo che Ethan ebbe finito di farsi la doccia e vestirsi, non era riuscito a rimanere solo con lui nemmeno per un secondo per potergli chiedere cosa intendesse con quella frase, poi erano arrivati gli invitati e il biondo era sparito con qualche suo amico che aveva invitato per fargli compagnia.

Quindi Nate era insieme ai suoi amici, già piuttosto brilli, e non diceva una parola da mezz'ora. Era così agitato che non aveva nemmeno ammirato il suo migliore amico con la camicia nera che gli stringeva perfettamente i muscoli delle braccia e i jeans che gli fasciavano le gambe.

No, ma chi voleva prendere in giro? Quando il moro era sceso lavato e cambiato Nate aveva solo un po' sbavato, ma solo più tardi si era reso conto di essersi incantato a fissarlo per un po' meno tempo del solito, quindi stava facendo grandi progressi verso lo scopo principale della sua vita: farsi passare questa maledetta cotta per il suo migliore amico.

"Maryyyy" sentì proprio il ragazzo in questione urlare, poi posare un braccio attorno alle spalle della ragazza e dare una gomitata nelle costole a Nate per attirare la sua attenzione.

Mary era abbastanza alta e aveva i capelli marrone chiaro leggermente mossi che le arrivavano poco sopra le spalle. Era sempre stata una bellissima ragazza, con i suoi occhi verdi e i lineamenti del viso perfetti e delicati, ma era anche dolce e gentile e, Nate lo apprezzava molto, non lo aveva mai preso in giro o diffamato per quello che lei credeva essere un problema di impotenza.

"Nate, hai visto chi c'è?" gli chiese poi Josh, facendogli un occhiolino che probabilmente doveva essere discreto ma che di sicuro avevano notato anche i ragazzi in giardino.

La ragazza rideva imbarazzata e guardava Nate come a pregarlo di far smettere i suoi amici di essere dei cretini. Era una missione impossibile quella, lui ci provava da sei anni.

"Sì, ciao Mary" la salutò, anche lui imbarazzato, cercando di far capire con lo sguardo ai due di smetterla.

Logan nel frattempo se ne stava in disparte e lo guardava in un modo che Nate reputò abbastanza strano, come se volesse studiare le sue reazioni. Avrebbe pagato per sapere cosa gli prendesse in quel periodo.

Comunque ora aveva cose più importanti a cui pensare, perché aveva appena visto ciò che aspettava da tutta la serata.

Ethan stava scendendo dalle scale proprio in quel momento e Nate non poteva perderlo di vista di nuovo.

Fu abbastanza arduo distogliere lo sguardo comunque. Era veramente bello.

Aveva anche lui una camicia chiara, che, anche se da laggiù Nate non riusciva a vederlo bene, era sicuro che gli risaltasse gli occhi azzurri, un paio di jeans neri - come cavolo aveva fatto a infilarsi dei pantaloni così stretti? - e i capelli tirati su in un ciuffo perfettamente spettinato.

Quando si rese conto che se fosse rimasto a fissarlo ancora un po' l'avrebbe perso, si liberò dalla presa del suo migliore amico, che nel frattempo gli aveva circondato le spalle per avvicinarlo di più alla ragazza, e si fece largo tra la folla, ignorando i richiami dei suoi amici.

Corse più velocemente che poté e quando giunse davanti al ragazzo, questo era già sull'ultimo scalino. Ethan lo guardò incuriosito e divertito allo stesso tempo dal suo viso sconvolto.

"Nate, che piacere rivederti" urlò per sovrastare il rumore della musica. Gli bastò quella frase per capire che anche lui avesse bevuto abbastanza.

Meditò un secondo se fosse una buona idea o meno quella di parlare con lui in quelle condizioni, ma poi notò che non poteva essere poi così ubriaco: aveva gli occhi un po' liquidi, ma non barcollava né parlava strascicato, quindi decise che si poteva fare.

"Possiamo parlare un secondo?" gli chiese, e quando lo vide annuire gli prese il polso e lo trascinò di nuovo al piano di sopra, sperando di non attirare troppo l'attenzione degli altri. L'ultima cosa che voleva era che qualcuno pensasse che tra loro due ci fosse qualcosa.

Ethan si lasciò portare da Nate senza obbiettare, e quest'ultimo lo lasciò solamente quando furono dentro la sua stanza.

L'ultima volta che era entrato nella camera di Ethan era stata tre anni prima, quando il biondo era ancora un ragazzino di tredici anni e aveva poster e modellini di auto da corsa sulle pareti e sulle mensole.

Ora invece i muri erano tappezzati da foto di boyband sconosciute a Nate, un enorme poster di un cantante famoso che Nate non conosceva, ma era sicuro di averlo visto anche in camera di sua sorella, e disegni. Ci saranno stati circa un centinaio di disegni tra quelli sulle pareti, sopra la scrivania e sparsi sul letto.

Adesso capiva come avesse fatto a decorare la torta di Mike così bene: era incredibilmente bravo a disegnare. C'erano ritratti di ragazzi e ragazze sconosciuti, paesaggi e anche qualche parodia.

"Quindi? Che devi dirmi?" gli chiese, interrompendo la sua ispezione della stanza.

Ora che si trovava di fronte a lui non aveva idea di cosa chiedere. Come avrebbe dovuto aprire il discorso? E se Nate avesse frainteso ed Ethan stesse solo scherzando prima? E se Ethan non gli avesse creduto?

Dopotutto i gay non giocano a football.

I bambini non giocano con le bambole.

Beh, ormai non poteva tornare indietro.

"Allora ehm..." iniziò a balbettare e a guardarsi nervosamente intorno.

L'espressione un po' scocciata di Ethan si tramutò in un sorriso malizioso che fece ammutolire il moro.

"Se volevi chiedermi se ho capito che sei gay, la risposta è sì, Nate" gli disse, avvicinandosi di qualche passo.

Nate deglutì rumorosamente. "S-sì?" balbettò, indietreggiando leggermente.

"Sì" confermò senza smettere di avanzare. "Devo ammettere che sono rimasto abbastanza sorpreso quando l'ho capito. Di solito il mio gaydar non sbaglia mai, ma tu l'hai mandato abbastanza in confusione" continuò, senza togliersi quel ghigno dalla faccia.

"Come l'hai capito? Credevo di nasconderlo bene" sussurrò Nate, preoccupato. E se l'avesse capito anche qualcun altro?

"Infatti, ne ho avuto la certezza dopo che ti ho sentito lamentarti su Mike che non ti aveva notato prima, poi ho visto il modo in cui lo guardavi. Ti piace mio fratello eh?" chiese retoricamente, ridacchiando.

Nate lo guardava con espressione sconvolta e terrorizzata al tempo stesso. Ma dentro di sé era anche un po' sollevato, alla fine non c'era stato bisogno di aprire nessun discorso, glielo aveva detto direttamente lui.

Ethan scoppiò a ridere per la sua espressione. " Non ti preoccupare, passerà. A tutti è capitato di innamorarsi di un etero. Certo, che sia proprio il migliore amico è una bella sfiga, ma può succedere"

Nate gli sorrise, per niente sollevato perché Ethan aveva di nuovo quel ghigno che non prometteva niente di buono e a forza di retrocedere si era ritrovato con le spalle alla parete mentre il biondo continuava ad avanzare lentamente.

"Sai quando ho iniziato a sospettarlo?" chiese maliziosamente quando fu a pochi passi dall'altro. "L'altro giorno, quando sono entrato con James".

"Credo si chiamasse Jamie" ribatté. Non aveva pensato nemmeno per un secondo che Ethan potesse essersi accorto che aveva trovato eccitante quella scena, e invece...

"Sì, l'ho visto come ci guardavi Nate. Ti sei eccitato vero?" chiese, poggiando una mano a destra della sua testa e l'altra sul suo fianco.

I loro visi erano tremendamente vicini, Nate sentiva il suo fiato caldo scontrarsi con la pelle del suo collo e poteva vedere i suoi liquidi occhi azzurri scrutarlo da pochi centimetri di distanza.

Si stava eccitando di nuovo. Sì, era innamorato del suo migliore amico, ma come poteva non provare niente quando, per la prima volta in vita sua, aveva un ragazzo - e che ragazzo poi - così vicino che gli sussurrava quelle cose all'orecchio e gli accarezzava lentamente il fianco?

Nate deglutì, ripensando a come avesse dovuto mettersi un cuscino in grembo per evitare che Mike si accorgesse della semierezione causata dal fratello.

"Scommetto che ti sarebbe piaciuto unirti a noi, vero?" gli sussurrò vicino all'orecchio e dannazione! Ethan sapeva leggere nella mente delle persone per caso?

All'improvviso Nate sentì qualcosa di umido e morbido poggiarsi sotto il suo orecchio solo per pochi secondi. Ethan lo stava baciando.

In realtà gli aveva dato solo un leggero bacio sotto al lobo, ma era il primo ragazzo con cui succedeva una cosa del genere e Nate si sentiva tremare.

"Potrei farti distrarre un po' se vuoi, ti aiuterebbe a dimenticarti di Mike" sussurrò di nuovo, e questa volta giurò di aver perso un battito.

Cosa gli stava proponendo esattamente il biondo? Di pomiciare? Toccarsi a vicenda? Voleva fare sesso con lui?

Ma la vera domanda era: lui avrebbe accettato?

Che gli sarebbe piaciuto non aveva dubbi. Dopo il famoso giorno dell'erezione in salotto aveva già pensato a loro due in quella situazione, ma era mentre si stava toccando ed era preso dal momento, inoltre c'era una certa differenza tra l'immaginare una cosa e farla veramente.

Mike come l'avrebbe presa poi se avesse scoperto che il suo migliore amico se la faceva con suo fratello minore? Il fratello di cui si preoccupava perché non rientrava la notte e si portava a letto sconosciuti?

Certo, lui non era uno sconosciuto, era il suo migliore amico. Se ci pensava avrebbe preferito che sua sorella si vedesse con qualcuno di cui si fidava, e chi meglio del proprio migliore amico? Non Mike ovviamente, perché vederlo insieme a sua sorella lo avrebbe fatto sicuramente vomitare, ma il concetto era quello.

Comunque Nate non credeva di avere la forza per respingerlo. Ethan era tremendamente bello ed eccitante e lo stava guardando con quegli occhi più azzurri del solito. E lucidi.

Lucidi.

All'improvviso si rese conto di ciò che stava per fare. Ethan era ubriaco. Probabilmente l'alcool aveva fatto effetto all'improvviso e Nate non poteva approfittarsi di lui in quel modo, non se lo sarebbe mai perdonato.

Così, dopo aver raccolto la forza di volontà da ogni singola fibra del suo corpo, poggiò una mano sul petto del biondo e lo spinse leggermente indietro. Quest'ultimo fece per protestare, ma non ebbe il tempo di aprire bocca perché la porta si aprì di scatto.

"Nate eccoti, Mike ti stava cer-" Logan fece il suo ingresso nella stanza e rivolse a entrambi uno sguardo sorpreso che poi si tramutò in un'occhiata maliziosa.

I due ragazzi avevano le tipiche espressioni di chi è appena stato colto sul fatto, Nate era ancora schiacciato contro il muro e Ethan era solo poco più lontano di prima.

"Cosa stavate facendo? Ho interrotto qualcosa?" chiese con un ghigno.

Nate si fece prendere dal panico. Logan aveva di sicuro notato la loro vicinanza e non sapeva in quale altro modo avrebbe potuto interpretare il fatto che fosse con le spalle contro il muro in quel modo.

Inoltre Ethan era troppo vicino al suo corpo e rendeva tutto così esplicito che solo un cieco avrebbe potuto fraintendere.

Rimase in silenzio per alcuni secondi, non riuscendo a fare altro che non fosse guardare il suo amico con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata.

Per fortuna Ethan capì la situazione e intervenne.

"Niente, Nate mi ha solo chiesto di prestargli il caricabatterie perché il suo telefono è morto" disse, e il moro fu ancora più scioccato. Ethan non era affatto ubriaco, parlava con chiarezza e anzi doveva essere molto più lucido di lui per essersi inventato quella scusa su due piedi. Non che fosse una grande scusa, ma sempre meglio di restare zitto e immobile come un idiota.

Quasi si pentì a quel punto di averlo rifiutato perché avrebbe finalmente saputo cosa si provava a dare un bacio a un ragazzo, ma poi si rese conto che se non si fosse tirato indietro Logan li avrebbe probabilmente beccati e pomiciare, e allora sarebbe stato piuttosto difficile inventarsi una scusa per quello.

"Ah capisco" annuì, con la faccia di chi non credeva a una sola parola di ciò che sentiva, ma non insistette. "Allora me ne vado eh" continuò senza togliersi dalla faccia quel sorriso malizioso.

"Voi ehm... caricate pure il telefono con calma... io non vi disturberò più" ammiccò, avviandosi verso l'uscio. "Mentre caricate i vostri telefoni intendo" concluse, per poi uscire e chiudersi la porta alle spalle.

Nate fissò il punto in cui era appena sparito con espressione accigliata e incredula, mentre Ethan scoppiò a ridere.

"Oddio, è stato fantastico!" esclamò, tenendosi la pancia con le mani e piegandosi dalle risate. "Senti, io ti ho coperto perché ti ho visto terrorizzato, ma il tuo amico ha già capito tutto, te lo dico" gli fece sapere quando si fu ripreso.

"C-cosa? No, è impossibile" balbettò. Logan sapeva che lui era gay? Era per questo che si comportava in modo così strano ultimamente? Tutto quel discorso sulla persona che gli piaceva e sul fatto che avrebbe dovuto lasciar perdere... sapeva anche della sua cotta per Mike?

Eppure Nate era convinto di essere piuttosto discreto. Però anche Ethan l'aveva capito, quindi probabilmente stava sopravvalutando la sua discrezione.

Cosa avrebbe dovuto fare ora? Parlarne con Logan oppure far finta di niente? Non ne aveva idea, era così confuso che riusciva a stento a pensare lucidamente.

"Comunque dovrei tornare dagli altri ora" gli fece sapere l'altro, facendolo riprendere dal suo stato di trance.

"La prossima volta riprendiamo da dove siamo stati interrotti" gli sussurrò facendogli un occhiolino prima di uscire anche lui dalla stanza, lasciandolo solo con un casino in testa e un rigonfiamento nei pantaloni, per l'ennesima volta, all'idea di ciò che avrebbero potuto fare quella fatidica prossima volta. 

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