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28: La rabbia rende stupidi

La mattina dopo Nate non aveva detto nemmeno una parola a Lana riguardo ciò che aveva sentito, ma principalmente perché era troppo stanco per affrontare una discussione appena sveglio.

Come previsto, aveva dormito poco quella notte, pensando e ripensando alle parole che i genitori avevano detto. In realtà aveva cominciato a pensarci veramente mezz'ora dopo averli sentiti e Ethan aveva visto immediatamente il suo sguardo cambiare, così si era avvicinato e lo aveva abbracciato un po', senza dire nemmeno una parola.

Nate amava il modo in cui riuscisse a capire cosa stesse provando senza che che lui dicesse niente e a farlo sentire meglio soltanto abbracciandolo.

Il verbo amare continuava a venir fuori continuamente quando pensava a Ethan e non sapeva per quanto tempo avrebbe continuato a sviare l'argomento per non dover affrontare i sentimenti che provava.

Non sapeva nemmeno perché non volesse ammetterlo, non era per la paura di non essere ricambiato, perché sapeva che Ethan provava qualcosa per lui, anche se magari non era proprio amore. Era più come se avesse paura che fosse troppo presto per innamorarsi di qualcuno.

A ogni modo, quella mattina il viaggio in macchina verso la scuola era passato in silenzio e, appena arrivato, il ragazzo era corso a prendersi un caffè al distributore automatico, nella speranza di svegliarsi un po' prima delle lezioni.

Proprio lì lo avevano raggiunto Logan e Josh, entrambi un po' assonnati, seppur non come lui.

"Buongiorno" li salutò, sbadigliando.

"Buongiorno a te".

"Dormito poco? Tu e Ethan avete passato la notte a fare porcate insieme?" gli chiese Logan, guardandolo maliziosamente.

"Non ha dormito da me, c'erano i miei genitori".

"Non c'è bisogno di essere insieme fisicamente per fare porcate" lo rimbeccò, facendogli alzare gli occhi al cielo.

Poi si voltò verso Josh e si ricordò improvvisamente di una cosa che gli fece passare il sonno in un secondo.

"A proposito, non c'è una cosa che dovresti dirmi?" gli chiese, alzando le sopracciglia.

Josh lo guardò con aria confusa e scrollò le spalle. "Cosa dovrei dirti?"

Nate incrociò le braccia al petto e gli lanciò un finto sguardo accusatorio.

"Quando pensavi di dirmi che stai con mia sorella?" gli chiese, alzando un sopracciglio.

Josh sgranò gli occhi e arrossì fin sopra la punta delle orecchie, mentre Logan, dietro di lui, scoppiò a ridere.

"Sì, gli piacerebbe stare con tua sorella" esclamò il riccio.

"Non sto con tua sorella" gli rispose, ridacchiando in imbarazzo.

"Oh andiamo! Vuoi farmi credere che la scusa di ripassare gli argomenti di Fisica del secondo anno sia vera?" chiese retoricamente, allargando le bracca con fare ovvio.

A quella frase Josh arrossì ancora e prese a grattarsi la testa, visibilmente a disagio.

"Oh Dio ragazzi, perché nessuno di voi capisce mai niente? Prima lui che pensa che noi due stiamo insieme, poi tu che pensi che lui e tua sorella stiano insieme... è proprio vero che i giocatori di football sono degli stupidi" esclamò Logan, esasperato.

"Guarda che anche tu giochi a football, idiota".

"Non cambiare argomento, Josh" lo riprese Nate.

"È così, non stiamo insieme... però effettivamente quella di Fisica era una scusa" ammise, con espressione colpevole.

"Per cosa?" gli chiese, nuovamente confuso. Se i due non stavano insieme, a cosa gli serviva una scusa del genere?

Josh ridacchiò, a disagio, e si guardò nervosamente intorno, cercando di non incrociare lo sguardo dell'amico.

"Beh, ecco... diciamo che potrei, oppure no, aveva una piccolissima cottarella per tua sorella" rispose, mordendosi il labbro e facendo sgranare gli occhi a Nate.

"Oh" rispose soltanto. "Quindi non sei tu il suo ragazzo" constatò, senza nemmeno pensare a ciò che stava per dire.

"Ah" sentì Josh rispondere.

"Ahia" commentò invece Logan.

"Ops, scusa amico" gli disse, rendendosi conto che sarebbe potuto essere più delicato.

"Ha un ragazzo quindi?" gli chiese, visibilmente dispiaciuto.

"Sembra di sì, ma non so chi sia".

"Capisco" rispose soltanto.

"Mi dispiace amico".

"Non importa, comunque a te non dà fastidio che a me piaccia tua sorella, vero?" gli chiese, stringendo i denti con aria leggermente preoccupata.

"Certo che no, anche perché mi era già preparato a l'idea che foste una coppia, quindi..."

Logan interruppe il momento di imbarazzante silenzio che seguì quella frase, cingendo le spalle a entrambi e iniziando a camminare verso gli armadietti. "Suvvia Josh, il mare è pieno di pescioline, non ci disperiamo..."

Poche ore più tardi, durante la ricreazione, Nate era nel cortile, pieno di studenti, che camminava per raggiungere Mary, seduta su un muretto, e farle compagnia, ma Ethan gli si affiancò.

"Buongiorno" lo salutò con voce particolarmente allegra.

Nate lo guardò divertito e intenerito allo stesso tempo. "Buongiorno, ci siamo svegliati di buonumore oggi?"

"Penso che Mike abbia deciso di fare pace, stamattina era più loquace del solito" gli fece sapere.

A quella notizia gli sembrò come se tutti i problemi dell'ultimo periodo si fossero risolti in un solo secondo. Sentì la gioia invaderlo dalla testa ai piedi e ci mancò poco che si mettesse a saltellare per il cortile.

"Dio finalmente!"

"Già. Hai intenzione di fare l'offeso per un po' oppure lo perdonerai subito?" gli chiese il biondo, guardandolo supplicante. Ovviamente Ethan voleva che il suo ragazzo e suo fratello si riappacificassero il prima possibile, soprattutto perché finalmente aveva chiarito con i suoi genitori e avrebbe potuto invitarlo a casa senza doverlo far entrare dalla finestra.

"No, voglio solo che torni tutto come prima" gli rispose, ed era vero. Non aveva intenzione di tenere il muso, voleva solo che Mike gli spiegasse il motivo per il quale se la fosse presa così tanto e che tornassero a essere migliori amici come una volta.

Dopo quella frase poté giurare di sentire il ragazzo al suo fianco tirare un sospiro di sollievo. Poco dopo lo sentì tirarlo leggermente per la manica della maglia, come un bambino, e, quando si voltò a guardarlo, questo gli stava sorridendo innocentemente.

"Quando farete pace" iniziò a dire, con uno sguardo che non prometteva niente di buono, "devi venire a pranzo da noi. I miei genitori continuano a insistere".

Nate sospirò e gli rivolse un'espressione disperata. "Devo proprio?" gli chiese, facendo il labbruccio.

"Sì, Nate" rispose, guardandolo severamente. "Che problema c'è? I miei genitori già ti conoscono benissimo, è una vita che vieni a pranzo da noi. E a cena, e a merenda e anche a dormire".

Ethan aveva ragione, eppure si sentiva comunque a disagio all'idea di fare un pranzo con i signori White come fidanzato del loro figlio.

"Sì, lo so, ma è comunque imbarazzante!" si lamentò.

"Dai, per favore. Ti giuro che i tuoi genitori non lo sapranno mai, gliel'ho già detto" insistette.

Nate sbuffò, sapendo che con Ethan era una battaglia persa perché, per qualche strano motivo che probabilmente era legato ai suoi enormi occhi azzurri e al suo sguardo da cucciolo bastonato, non riusciva mai a dirgli di no.

"Va bene, ma se la situazione diventa imbarazzante ce ne andiamo in camera tua" acconsentì.

Nate ridacchiò nel vederlo esultare non troppo discretamente, e stava di nuovo per dire qualcosa, quando qualcuno li interruppe.

"Hey Collins, dì un po', ti sei già fatto contaminare da questo frocetto?" si sentì chiedere da una voce tagliente e crudele.

Il suo cuore perse un battito nel sentire quelle parole tanto inaspettate quanto offensive.

Si girarono entrambi di scatto e davanti a loro si ritrovarono George Harris che li guardava con un ghigno impertinente e divertito.

Nate fece un profondo respiro prima di rispondere, perché Ethan gli aveva appena dato una bella notizia che gli aveva migliorato la mattina e non voleva rovinarsela per colpa di un idiota come quello. Inoltre il cortile era pieno di persone e l'ultima cosa che voleva era dare spettacolo, per la seconda volta in pochi giorni.

"Che cosa vuoi Harris?" gli chiese, con voce calma e contenuta.

"Ti ho solo fatto una domanda. Sai, ultimamente ho notato che tu e la tua protesi non vi parlate più molto e mi stavo chiedendo il perché" rispose, avvicinandosi a lui di qualche passo.

Intorno a loro alcune persone iniziarono a guardarli, confusi e curiosi. Davanti a loro c'era Mary, che li osservava preoccupata, probabilmente avendo sentito, come tutti gli altri ormai, quello che George aveva appena detto. Alla loro sinistra invece c'era Lana, che aveva in volto un'espressione terrorizzata.

"Non sono affari tuoi" ribatté, assottigliando gli occhi.

"Quindi ho pensato" continuò imperterrito "che magari ti ha scoperto con questo finocchio e ha capito che due intorno sono troppi".

Mentre parlava i suoi occhi verde scuro erano illuminati da una scintilla di pura cattiveria, o forse follia, e Nate si chiese cosa mai gli avesse fatto per farsi odiare così tanto da lui.

Strinse i pugni, cercando di non perdere il controllo, ma si sentiva già vicino al limite, perché dopo tutto quello che aveva passato quell'idiota non poteva spuntare dal nulla e prenderlo in giro, per di più offendendo anche Ethan.

"Levati dalle palle" ringhiò fronteggiandolo.

Nate si sentì tirare leggermente per un braccio, ma non distolse lo sguardo da quello divertito di George.

"Dai andiamo, Nate, lascialo stare".

La voce di Ethan era un bisbiglio supplicante, e fu abbastanza per farlo tornare in sé e allontanarsi dal bullo. Gli lanciò un ultimo sguardo di sfida e si girò, iniziando ad allontanarsi.

Però purtroppo George non sembrava intenzionato a finirla lì.

"Vai Collins, fai il bravo cagnolino e dagli retta, così ti dà il culo come ricompensa. Oppure sei tu quello che lo prende?" continuò a provocarlo.

Nate si prese solo un secondo per guardarsi intorno. Ethan aveva gli occhi sgranati e sembrava volesse sotterrarsi prorio in quel momento, mentre intorno a loro tutti li guardavano, chi a bocca aperta, chi vagamente disgustato dalle parole di George e chi persino divertito da ciò che stava succedendo.

Nate non poteva permettere che accadesse una cosa del genere, non dopo tutto quello che aveva fatto per mantenere quel segreto almeno fino alla visita del selezionatore.

A tutte quelle persone intorno a lui che si stavano chiedendo la stessa cosa, ovvero se Nate Collins fosse veramente gay, voleva solo rispondere di farsi gli affari propri e lasciarlo in pace. Era poi così importante? Cosa sarebbe cambiato per loro, una volta scoperto questo?

Ma il punto era che sarebbe dovuta essere sua la scelta, non era giusto che un idiota qualunque andasse in giro a spifferare una cosa del genere senza il suo permesso.

Era tutto così ingiusto che iniziarono a tremargli le mani dalla rabbia.

Che diritto avevano le persone di rivelare cose personali, cose che non avrebbero dovuto nemmeno sapere tra l'altro, come se fosse una specie di scherzo? Con tutta quella crudeltà poi.

George lo stava insultando, e non solo lui, lo stava facendo anche con Ethan, che fino a quel momento aveva sempre vissuto in pace all'interno della scuola e, per quanto lui ne sapesse, nessuno lo aveva mai preso in giro.

Ma lui era il capitano della squadra di football e questo evidentemente cambiava tutto.

E questo pensiero non fece che aumentare la sua rabbia ancora di più.

Era tutto un insieme di fattori, fino a pochi secondi prima aveva pensato che quella potesse essere una bella giornata e adesso qualcuno era venuto a rovinargliela. C'era poi il fatto di non aver ancora fatto pace con Mike, i suoi genitori, la squadra, il coach, la borsa di studio, la società... era tutto così ingiusto che fu sufficiente per fargli perdere il controllo.

In un secondo si ritrovò faccia a faccia con George Harris, e non gli diede nemmeno il tempo di dire mezza parola che gli colpì forte la mascella con il pugno serrato, come in un'imitazione di pochi giorni prima, ma molto più violentemente.

Il ragazzo spalancò gli occhi mentre il suo viso si girava verso destra, e per poco non perse l'equilibrio.

Si portò la mano sul punto in cui era stato colpito e si guardò intorno, vagamente stordito.

Un istante dopo Nate si accorse dell'errore madornale che aveva commesso. Se avesse fatto finta di niente, se lo avesse ignorato, forse le persone non avrebbero creduto a ciò che George aveva detto. Dopotutto il solo vederlo parlare con Ethan e le parole di una persona che, come tutti sapevano , lo odiava non erano prove sufficienti.

Ma Nate aveva reagito, e anche piuttosto male, quindi si era fregato da solo. E questo, invece di farlo desistere, non fece che aumentare la sua rabbia nei confronti del ragazzo che aveva difronte. Lui lo aveva spinto a quello, lo sapeva che avrebbe reagito, era tutta solo e unicamente colpa sua.

Nel tempo che Nate ci mise per realizzare tutto ciò, George si era già ripreso e lo colse di sorpresa. Era ancora sovrappensiero quando sentì una forte pressione sul volto, precisamente sulla bocca, talmente forte che lo fece barcollare all'indietro.

Non ebbe il tempo di reagire che ne ricevette un altro, e poi un altro ancora, finché non inciampò e cadde a terra. In un secondo George fu sopra di lui, con le gambe ai lati dei suoi fianchi per impedirgli di liberarsi. Vide chiaramente Ethan cercare di tirarlo indietro, di toglierlo da sopra di lui, ma non era abbastanza forte per uno come Harris, e un solo strattone riuscì a far cadere anche lui.

Fu a quel punto che Nate si riprese e lo colpì ancora un paio di volte, ma la posizione in cui si trovava il bullo era troppo vantaggiosa perché potesse avere la meglio.

Nate fu ripetutamente colpito sul viso e probabilmente il suo naso stava sanguinando, ma l'adrenalina e la rabbia non gli facevano sentire niente in quel momento, solo la la pelle di George a contatto con le sue nocche. Sentiva persone che gridavano, che gli dicevano di smetterla, che cercavano di separarli, ma erano solo rumori di sottofondo che doveva ignorare.

All'improvviso vide un'altra sagoma affiancare il compagno di squadra, e Nate pensò che fosse un disastro, perché se si fosse trattato di uno degli amici di George sarebbe stato finito.

Invece questa persona si scagliò contro il bullo, cercando di bloccargli le mani, per fargli smettere di tirare pugni e di toglierlo da sopra il corpo del ragazzo. Quando Nate riuscì a mettere a fuoco l'immagine che si trovava davanti, riconobbe il ragazzo che stava cercando di aiutarlo.

Mike.

Pur essendo due contro uno, George era molto più forte e molto più grosso di entrambi, quindi anche Mike si beccò un paio di colpi in viso, ma non demorse.

Alla fine riuscirono a bloccarlo, prendendogli un braccio ciascuno, e riuscirono a ribaltare la situazione, facendo in modo che Nate si trovasse sopra il corpo dell'altro.

Non smise di colpirlo, voleva che il ragazzo si pentisse di ciò che aveva fatto, voleva che imparasse una volta per tutte la lezione.

Voleva che la smettesse di prenderlo in giro e di dirgli che era meglio di lui.

Ma soprattutto voleva vendicarsi perché se quello che aveva appena detto gli avesse impedito di andare alla USC e realizzare il suo sogno fin da quando era bambino, sarebbe stato come rovinargli la vita.

A un certo punto si sentì tirare indietro da qualcuno, e gli sembrò un specie di déjà vu del giorno in cui lui e Mike si erano picchiati nel cortile, solo che ora Nate era ridotto molto peggio, e soprattutto era molto più arrabbiato.

Si ritrovò bloccato da due persone che non riusciva a vedere e che gli stavano tenendo le braccia, per impedirgli di buttarsi di nuovo addosso a George.

Anche lui era tenuto fermo per le braccia, ma Nate riusciva a vedere da chi: Mike e Josh. Gli lanciò solo una veloce occhiata, pensando solo per un momento al fatto che il suo migliore amico lo avesse aiutato a cavarsela, guadagnandosi anche un labbro spaccato, ma subito dopo tornò a guardare George con aria minacciosa, che ricambiava con lo stesso tipo di espressione.

Nate constatò con soddisfazione che il suo avversario era ridotto piuttosto male: aveva un occhio rosso e le labbra sanguinavano copiosamente.

Ma era sicuro che anche lui non fosse in condizioni molto migliori. Si sentiva le mani andare a fuoco, quindi probabilmente le nocche erano tutte spaccate. Inoltre, ora che la rissa era finita, iniziò a sentire un atroce dolore alla mascella, e sperò con tutto il cuore che l'idiota non gliel'avesse rotta.

A interrompere quello scambio di sguardi, fu l'interruzione improvvisa del vociare di tutti i ragazzi riuniti intorno a loro. Nate distolse lo sguardo e si guardò intorno, fino ad arrivare a identificare i due ragazzi che lo tenevano per le braccia come Logan e Jimmy Moore. Dopodiché lo puntò sul punto in cui il varco di studenti si apriva, e si ritrovò davanti il preside che li guardava severamente. Di nuovo.

"Collins!" tuonò. "Mi spieghi perché ultimamente sei sempre coinvolto in una rissa?"

Note

Ciaoo, che ne pensate del capitolo? Nate ha fatto un'altra rissa, anche se decisamente più violenta, secondo voi comprometterà le sue possibilità di andare nel college dei suoi sogni? Fatemelo sapere nei commenti, lasciatemi tante belle stelline e a mercoledì. 💫

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