25: Una rissa imbarazzante
Quando era piccolo, Nate aveva avuto la varicella e aveva passato una settimana con il corpo ricoperto da disgustose e dolorose bolle rosse. Passava le giornate a casa ad annoiarsi e a grattarsi fino a dove riusciva ad arrivare e, quando le vesciche avevano iniziato finalmente a seccarsi, aveva assicurato a sé stesso che quella sarebbe stata la settimana peggiore della sua vita.
Ovviamente, dopo ben dodici anni, si era dovuto ricredere. Quella settimana, passata nel totale silenzio sia da parte di Mike che da parte di Ethan, gli era sembrata la più lunga di sempre, e il bello era che, con l'avvento della nuova, non sarebbe probabilmente cambiato niente.
Aveva più volte provato a chiamare i due ragazzi, ma nessuno aveva mai risposto. Ogni volta che li incontrava a scuola sembravano trovare qualcosa di incredibilmente interessante da guardare nel lato opposto a quello in cui si trovava lui, oppure a mensa, o in classe nel caso di Mike, si sedevano il più lontano possibile da lui.
Come se ciò non bastasse, alla partita di domenica avevano giocato malissimo ed erano riusciti a vincere solo perché gli avversari erano di una scuola nuova e quello era probabilmente il loro primo campionato. Ovviamente la squadra non poteva giocare bene se i giocatori si ignoravano anche sul campo.
Non che fosse colpa di Nate, ma essendo il capitano la responsabilità gravava su di lui, ancora di più visto che era proprio lui che Mike cercava di evitare come la peste.
Le uniche cose positive di quella settimana erano che Logan e Josh sembravano dalla sua parte e passavano la maggior parte del tempo con lui, cosa che Mike sembrava non gradire molto, e la chiacchierata con Mary Millington.
Pensava che la ragazza sarebbe stata arrabbiata con lui per tutta la vita, ancor di più dopo aver scoperto che Nate fosse gay. E invece era stata gentile e comprensiva, e non sembrava serbare alcun tipo di rancore nei suoi confronti.
Da quel giorno quindi avevano iniziato a parlare e a vedersi, solo a scuola, di tanto in tanto, e ciò aveva fatto nascere delle voci su un presunto ritorno di fiamma trai due.
Ovviamente la ragazza smentiva tutto, e lo stesso faceva Nate, ma le persone sembravano così convinte che alla fine i due decisero di lasciar perdere a fargli credere ciò che volevano.
Per quanto riguardava Ethan, ogni volta che Nate lo vedeva anche solo da lontano o, molto raramente, incrociava il suo sguardo solo per un secondo, sentiva sempre il cuore perdere un battito.
Non riusciva a definire quanto i sentimenti che provava per lui fossero forti, perché troppo oscurati dal dolore di non averlo accanto, ma di sicuro lo erano molto, o non si sarebbe sentito così.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per poterlo di nuovo stringere e baciare. Gli sembrava di non riuscire più a respirare, come se fosse rimasto senza ossigeno.
O peggio ancora, era come se prima non avesse avuto bisogno di respirare, perché avevano vissuto in una bolla che galleggiava sopra tutti i problemi che li aspettavano nel mondo reale, e ora che Ethan non c'era più quella bolla era scoppiata, facendolo precipitare nel caos, con solo poche persone pronte ad aiutarlo.
Ora, tornando a quel lunedì mattina, Nate aveva di nuovo incontrato Mike e Ethan nel cortile, ma i due lo avevano, come sempre, ignorato, facendogli sentire la solita dolorosa fitta al petto.
Evitarlo in tutti i modi sembrava ormai il loro passatempo preferito, per questo quando questa fase sembrò concludersi all'improvviso, Nate ne fu decisamente sorpreso.
Anche se forse sarebbe stato meglio se avessero continuato a ignorarlo.
Durante la ricreazione stava tranquillamente camminando nel cortile, per raggiungere uno spazio libero su un muretto e poter ripassare in pace per il test di Chimica dell'ora successiva, quando si sentì spingere violentemente in avanti, perdendo di mano il libro che teneva sotto braccio e cadendo a faccia in giù.
Per fortuna riuscì a portare le mani davanti al corpo in tempo, in modo da evitare di sbattere il viso a terra, ma l'impatto fu talmente violento che si sentì i palmi bruciare, e, quando se li portò davanti agli occhi, vide del sangue uscire dalla pelle graffiata.
Era talmente sorpreso e scioccato che nemmeno si rimise in piedi, semplicemente si voltò per vedere cosa fosse successo e si ritrovò davanti Mike, con le mani strette in due pugni e lo sguardo di fuoco.
Nate non riusciva nemmeno a muoversi perché quello non poteva essere il suo migliore amico che lo aveva appena spinto a terra. E allora perché il suo cuore si stava frantumando in mille pezzettini?
"Sei veramente un pezzo di merda Nate" sibilò, con una voce e un'espressione che non gli aveva mai visto.
"Mike?" fu tutto ciò che riuscì a balbettare.
Non gli parlava da due settimane e aveva il coraggio di andare da lui, buttarlo a terra e dirgli che era un pezzo di merda? Nate sentì la rabbia montare dentro di lui, perché la sua nei suoi confronti non aveva alcun senso e non poteva comportarsi così senza nemmeno dare una spiegazione.
Così, dopo essersi ripreso dalla sorpresa iniziale, si alzò di scatto e gli si parò davanti, dandogli un spinta molto più leggera che a malapena lo smosse.
"Che cazzo di problemi hai, si può sapere?" ringhiò nel frattempo.
Cercò in tutti modi di controllare il tono della voce, perché c'erano altre persone nel cortile e tutti li stavano osservando, ma, per fortuna, sembravano non riuscire a sentire ciò che i due ragazzi stavano dicendo.
"Che cazzo di problemi hai tu! Prima ti metti con mio fratello alle mie spalle e poi lo fai soffrire così? Che gli hai fatto, lo hai tradito con quell'idiota della Millington?" gli disse, con aria minacciosa, ma sempre a bassa voce.
Ma Nate era troppo arrabbiato in quel momento per pensare al fatto che, nonostante tutto, Mike ancora facesse di tutto per non svelare il suo segreto al resto della scuola.
"Non dire cazzate. Tu non sai niente di me e Ethan".
Ma il moro continuava imperterrito. "Ti eri già stancato di lui? Magari dopo che lo eravamo venuti tutti a sapere aveva perso il fascino della storia segreta?"
Nate dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non saltargli addosso. Stava solo dicendo un mucchio di cavolate e si permetteva di parlare di una cosa della quale non sapeva un bel niente, accusandolo persino di aver tradito Ethan. Che gli era successo?
"Smettila Mike, tu non sai niente" gli intimò.
"No, tu non sai un niente! Non riesce a dormire, scende a malapena a cenare con noi e per il resto del tempo se ne sta sempre chiuso in camera sua" lo spinse di nuovo, ma stavolta con meno forza.
Quando Nate riprese l'equilibrio si sentì tremare dalla testa ai piedi. Non riusciva a tenere ferme le mani, tanta era la voglia di tirargli un pugno per farlo stare zitto, e aveva cominciato a respirare più rumorosamente del normale.
In quel momento non gli importava niente di chi aveva intorno, del fatto che fossero in una scuola e che stessero dando spettacolo, tutto ciò che provava era pura e semplice rabbia.
"E pensi che io sia stato meglio?" gli uscì come un urlo, incapace di abbassare il tono. "Pensi che non sia stato male anche io per questa situazione? Te lo ripeto Mike: tu non sai un cazzo, quindi fatti gli affari tuoi".
"Questi sono affari miei!"
"No, non lo sono. Non lo sono da quando hai smesso di parlarmi per non si sa quale motivo e hai fatto venir fuori l'amico di merda che non credevo tu fossi" lo spinse, stavolta più forte.
Si pentì un secondo dopo di quelle parole, perché non le pensava, perché, prima di allora, Mike era stato il migliore amico che avesse mai avuto e che potesse desiderare.
Ma lui non sembrò rendersene conto perché, un secondo dopo che quelle parole ebbero lasciato la bocca di Nate, quest'ultimo si ritrovò a vacillare pericolosamente all'indietro, non riuscendo per un secondo a mettere a fuoco ciò che aveva intorno a causa del pugno che l'altro gli aveva sferrato in viso.
A quel punto sentiva un lancinante dolore alla mascella e gli occhi di tutti puntati su di loro, e la rabbia tornò dieci volte più forte di prima.
Davanti a sé non vedeva più il suo migliore amico da quando aveva dodici anni, ma un idiota che aveva la presunzione di sapere cosa ci fosse tra lui e Ethan, che lo accusava di cose senza avere nessuna prova e che gli dava un pugno nel naso senza alcun motivo.
Così non gli diede nemmeno il tempo di allontanarsi, che le sue nocche sbatterono violentemente contro il suo zigomo, facendogli girare la testa di lato.
Ma, di nuovo, se ne pentì un secondo dopo. Si ricordò di chi aveva davanti, non poteva fare a botte con il suo migliore amico, non poteva e basta. Quello avrebbe azzerato ogni possibilità di tornare come prima, e Nate non voleva questo.
Il primo, istintivo pensiero che ebbe fu quello di scusarsi e sperare che quella lite sarebbe finita lì, ma un secondo dopo si rese conto che non potevi tirare un pugno a una persona e poi chiedergli scusa, sarebbe sembrato così stupido.
Mike sembrò pensare lo stesso, perché gli afferrò le braccia, in uno strano tentativo di spingerlo a terra, e Nate fece lo stesso.
C'era qualcosa di strano in quella specie di rissa, perché, se avessero voluto, entrambi avrebbero potuto liberarsi dalla stretta dell'altro e prendersi a pugni, ma non ci riuscivano.
O meglio, non volevano.
Nate non se ne rendeva conto, troppo preso dalla rabbia, ma, dopo i primi pugni che si erano scambiati, nessuno dei due aveva intenzione di fare del male all'altro, eppure entrambi erano troppo orgogliosi per smettere di litigare.
Quindi se ne stavano lì, a fare una rissa che era tutto fuorché violenta, ma, anzi, che tutti avrebbero giudicato abbastanza ridicola.
Passarono solo pochi minuti, che sembrarono ore, prima che qualcuno riuscisse a tirare indietro Mike, facendoli finalmente separare.
Quando la rabbia si dissipò, arrivò la tristezza. Aveva appena fatto una rissa con il suo migliore amico, erano davvero arrivati a quel punto? Come era possibile? E soprattutto, perché?
Dopo il dolore emotivo, all'improvviso arrivò quello fisico. Mike lo aveva colpito solo una volta, eppure doveva essere un pugno ben piazzato perché sentiva tutta la zona dall'occhio destro al naso andare a fuoco, e vide persino un po' di sangue scendere da quel punto, prima di chiudere gli occhi.
E poi doveva essere in uno stato davvero pietoso, a giudicare dalle imprecazioni delle persone intorno a lui.
"Oh cazzo!"
"Guarda il suo occhio!"
"Dio Nate" questo era Josh.
"Mike, che accidenti hai fatto?!" Logan.
"Perché tiene gli occhi chiusi?"
"Nate?" sentì una voce familiare, chiaramente confusa.
"Nate!" urlò la stessa voce, ora preoccupata.
"Nate, oh Dio, cosa è successo?" ora era davanti a lui, e quando aprì gli occhi, per quanto riusciva con il destro, fu invaso da una stupenda e brillante luce blu, e ne rimase confuso.
Poi mise a fuoco ciò che lo circondava e si rese conto che quella non era una luce, ma due occhi che lo guardavano preoccupati e mortificati. E infine li collegò alla sua voce.
"Ethan?"
Note
Ehilà, che ne pensate di questa lite e di Mike? Non siate troppo crudeli nei commenti ahah. Detto questo ci rileggiamo mercoledì lasciatemi tante belle stelline. 💫
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