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17: L'appuntamento

"Insomma mi vuoi dare una mano?" ripeté per la milionesima volta, lanciando un cuscino a Logan, sdraiato sul suo letto, per attirare la sua attenzione.

Mancavano solo venti minuti all'ora che aveva concordato con Ethan per il fatidico appuntamento, Nate era lavato e vestito e aveva già trovato una scusa credibile sia per i suoi genitori che per i suoi amici per uscire quella sera, ma c'era ancora un enorme problema: non sapeva dove portarlo.

O meglio, lo aveva trovato un posto, ma c'era stato un piccolo imprevisto. Giorni prima aveva prenotato in un piccolo e non troppo costoso o elegante ristorante un po' fuori città, sul mare, ma purtroppo, solo mezz'ora prima, avevano richiamato per dirgli che c'era stato un fraintendimento e non avevano un tavolo disponibile per loro, quindi Nate era andato nel panico.

Per fortuna era arrivato Logan, per aiutarlo a scegliere i vestiti e sapere dove l'avrebbe portato, e lo aveva calmato, ma ancora non aveva idea di come rimediare e l'amico non lo stava aiutando.

"Okay okay, calmati un attimo" gli disse, rilanciandogli il cuscino e ottenendo solo l'effetto contrario.

"Portalo da qualche altra parte, in una pizzeria, al Mc, che ne so..." gli disse, alzando le spalle.

Nate lo guardò male. "Non lo posso portare al McDonald's, che razza di appuntamento è?! Ora capisco perché non hai una ragazza".

Con questa frase si guadagnò un altro cuscino in faccia.

"Continua a prendermi in giro e me ne vado" lo minacciò.

"Non è che tu mi stia aiutando molto comunque, quindi vai pure".

"Che stronzo!" esclamò.
"Senti, spiegagli cos'è successo, portalo a mangiare una pizza, poi andate al mare a fare una passeggiata e fate sesso sulla spiaggia, come hai sempre sognato" consigliò, ridendo per la sua stessa battuta.

Nate avrebbe dovuto sentirsi indignato perché prenderlo in giro per una cosa che aveva detto da ubriaco era crudele e ingiusto. Insomma dopo che Logan, alla fine della sua festa di compleanno dell'anno scorso, aveva cercato di fare uno spogliarello sul tavolo e poi era rovinosamente caduto sopra la sua stessa torta Nate non aveva osato nemmeno per un momento non prenderlo in giro, ma quella era una situazione totalmente diversa e adesso Nate era in crisi, quindi non gli sembrava certo il momento.

Comunque, proprio perché era in crisi, ignorò quella presa in giro e decise che, alla fine, la totale sincerità non sarebbe stata poi così male, quindi annuì.

"Sì, farò così" concordò.

"Bene" sospirò Logan, sfinito.

"Ti lascio ai tuoi scleri, non fare tardi e ricordati di usare il preservativo. O ricorda a lui di usarlo. Cavolo, domani voglio sapere i ruoli" gli disse, ridacchiando e guadagnandosi un pugno sul braccio e una serie di spinte fuori dalla stanza.

"Non faremo sesso, ora vattene".

"Sì certo, divertitevi!" urlò, ormai fuori dalla porta, che gli venne subito dopo sbattuta in faccia.

Nate sospirò e si guardò allo specchio un'ultima volta.

Okay, sembrava pronto.

Circa mezz'ora dopo era appostato poco lontano da casa di Ethan, in modo che i suoi genitori o Mike non potessero vederlo.

Era un po' nervoso per quell'appuntamento, anche se era una cosa piuttosto stupida, visto che avevano passato le ultime settimane sempre insieme e avevano ormai raggiunto un sorprendente livello di confidenza.

Era strano per lui, perché era sempre stato molto timido e ci metteva sempre molto per aprirsi del tutto con qualcuno, invece con Ethan era stato decisamente troppo facile. Sentiva già che gli avrebbe rivelato tutti i suoi segreti più oscuri, non che ne avesse molti, se solo lui glielo avesse chiesto. E gli piaceva il fatto che per Ethan sembrava essere lo stesso, visto che gli aveva rivelato il suo problema con i genitori.

Mentre aspettava in auto pensò che un po' di musica non sarebbe stata male, così decise di cercare qualche CD decente, sempre che ce ne fosse uno. Aprì quindi lo sportello del cassetto dell'auto e iniziò a frugare.

Non trovò CD, ma al tatto sentì una bustina che non riconosceva. Fu quando la tirò fuori che capì di cosa si trattasse.

"Ma che cazzo?" borbottò, chiedendosi come ci fosse finita lì. Era sicuro che pochi giorni prima, quando aveva lavato l'auto da cima a fondo, non ci fosse. E di certo non ce l'aveva messa dopo.

Quindi cosa ci faceva un preservativo là dentro?

Se la rigirò un po' tra le mani, cercando di capire. Poi un'illuminazione lo colpì.

"Logan!" esclamò. "Che razza di idiota, mi ha messo un preservativo nella macchina".

"Ehi" lo sportello si aprì, e Nate lanciò la bustina dentro al cassetto alla velocità della luce, e allo stesso modo lo richiuse.

"Che stavi facendo?" chiese Ethan, confuso, mentre si sedeva sul sedile del passeggero.

Nate era consapevole di avere una faccia colpevole in quel momento, nonostante non fosse proprio colpa sua, ma cercò di non darlo troppo a vedere.

"Ehm... niente, cercavo un CD, ma non l'ho trovato" balbettò. "Stai bene stasera" cercò di cambiare argomento, anche se lo pensava veramente.

Non poteva vederlo per intero, ma aveva una camicia bianca e dei jeans neri attillati. Attillatissimi. Nate deglutì. Perché diavolo non metteva qualcosa della sua taglia ogni tanto?

Ethan comunque sorrise. "Grazie, anche tu" gli fece l'occhiolino, dopo averlo squadrato da capo a piedi. Nate arrossì leggermente e mise in moto l'auto.

"Senti..." iniziò, un po' incerto. "Mi dispiace perché ti sei vestito così bene, ma non stiamo andando in qualche posto elegante" gli fece sapere, mortificato.

"Cioè io... avevo prenotato in un ristorante in realtà, ma mi hanno avvisato solo cinque minuti fa che si sono confusi con le prenotazioni e non abbiamo più nessun tavolo adesso".

Gli lanciò un'occhiata dispiaciuta, ma Ethan stava sorridendo teneramente.

"Non importa Nate, non è colpa tua" gli disse, poggiandogli una mano sulla gamba con fare rassicurante.

"A me va bene anche mangiare un kebab sopra un muretto, davvero" continuò, ridacchiando, poi si sporse verso di lui e gli lasciò un veloce bacio sulla guancia per non distrarlo dalla guida.

Anche Nate rise. "Bene, ma pensavo a qualcosa di un po' meglio di un panino in mezzo alla strada sinceramente".

"Cosa?" chiede curioso.

"Sorpresa!" gli disse, facendolo sbuffare.

Poco dopo Nate aveva parcheggiato vicino alla spiaggia, dopo essersi fermato a prendere un cartone di pizza al taglio in una pizzeria fuori città.

"Oh, mi hai portato al mare!" esclamò Ethan, battendo le mani come un bambino.

Nate rise perché di sicuro Ethan era stato al mare centinaia di volte, eppure ancora si emozionava ogni volta che ci andava.

Entrambi scesero, poi Nate andò dietro l'auto per recuperare dal portabagagli un telo grande e una coperta, nel caso avessero avuto freddo, poi si diressero verso la spiaggia.

Non c'era nessuno, probabilmente perché era mercoledì sera e quello non era comunque un posto molto frequentato, essendo abbastanza lontano dal centro abitato.

Così stesero il telo da mare su uno spiazzo in mezzo a delle rocce alte, che li coprivano alla vista di coloro che passavano nella strada, e con un lampione dietro, in modo di non essere totalmente al buio, e iniziarono a mangiare.

"Vengo spesso qui" gli confessò Ethan. "C'è una bella vista ed è perfetto per disegnare, perché non c'è mai molta gente".

Nate sorrise, ricordandosi dei disegni che Ethan teneva attaccati in camera sua.

"Un giorno mi farai vedere tutti i tuoi disegni".

"Certo che no, alcuni mi vergogno a farteli vedere".

"Perché?" gli chiese, facendo il labbruccio. "Ci sono io?"

Ethan arrossì impercettibilmente, ma, come sempre, ebbe la risposta pronta.

"Nah, disegno solo cose belle".

E dopo questa frase si ritrovò una fettina di salame trai capelli.

Dopotutto la serata non stava andando poi così male, il cielo era sereno e la temperatura era perfetta, perciò non ebbero nemmeno bisogno della coperta.

Mangiarono la pizza, chiacchierando del più e del meno, e, quando ebbero finito, si sdraiarono, Nate con un braccio sotto la testa a mo' di cuscino e Ethan poggiato sulla sua spalla, con l'altro braccio del castano che gli circondava le spalle.

"Come va con i tuoi?" gli chiese Nate.

Ethan sbuffò. "Vuoi veramente parlarne adesso?"

Nate alzò le spalle, per quanto la posizione e Ethan glielo permettessero, e lo guardò con un sopracciglio alzato.

"Come prima, non è cambiato niente. A te con i tuoi?"

Stavolta fu il turno di Nate di sbuffare. Gli aveva raccontato di ciò che avevano detto i suoi genitori circa un mese prima e di quanto male lo avesse preso, e Ethan aveva espresso tutta la sua comprensione.

Gli piaceva parlare di queste cose con lui ogni tanto, perché lo capiva. Nate sapeva che Logan cercava sempre di mettersi nei suoi panni e consolarlo un po', ma non era la stessa cosa, perché quelle stesse cose, quelle stesse sensazioni, Ethan le aveva vissute in prima persona, quindi lo capiva meglio di chiunque altro.

"Non è successo niente di nuovo". Non avevano più fatto affermazioni del genere, ma Nate non osava credere che fosse perché avevano cambiato idea a riguardo, ma probabilmente era solo perché non ne avevano più avuto l'occasione.

"Bene, possiamo cambiare argomento? Non voglio farmi rovinare la serata dai nostri genitori" ribatté Ethan, sbuffando di nuovo.

"Okay okay, parliamo di altro" concordò Nate.

Ma rimasero per alcuni minuti in silenzio, a guardare il cielo e contemplare le stelle sopra di loro. Poi Ethan si inclinò un po' verso il corpo dell'altro e gli prese la mano. Nate lo guardò, curioso di vedere cosa stesse per fare, ma tutto ciò che fece fu alzare la testa a baciarlo.

Si baciarono a lungo e lentamente, prendendosi le mani e intrecciando le gambe.

Poi l'atmosfera cambiò all'improvviso, i baci si fecero più vogliosi, gli occhi si chiusero e la temperatura sembrò salire. Ethan si ritrovò a cavalcioni sul corpo dell'altro, a dondolare leggermente avanti e indietro, con le mani di Nate sui suoi fianchi e le labbra ancora incollate.

Avevano già avuto dei contatti un po' più intimi, a volte si erano infilati le mani sotto le magliette oppure avevano toccato più in basso del solito, ma quella volta sembrava diverso.

I tocchi erano delicati e allo stesso tempo vogliosi e passionali, erano in perfetta armonia e non sembravano essere in grado di fermarsi.

I movimenti di Ethan si fecero più decisi ed entrambi mugolarono quando le loro erezioni si sfiorarono da sopra il tessuto dei pantaloni. Continuarono così per un po', con le mani di Nate nel sedere dell'altro e quelle di Ethan sotto la sua maglietta, finché non si staccarono e si guardarono negli occhi.

Entrambi sapevano cosa volevano che succedesse, riuscivano a leggerlo dalle scintille nei loro occhi e dal modo in cui si stavano toccando. Ma Ethan decise comunque di mettere in chiaro la situazione.

"Ti voglio" gli sussurrò all'orecchio, e Nate si eccitò ancor più di quanto già non fosse nel sentire la sua voce roca sussurrargli quella frase.

E niente, nemmeno il crescente dolore in mezzo alle gambe e tanto meno il fatto che fossero all'aperto, in mezzo a una spiaggia deserta, gli impedì di rispondere "Ti voglio anche io".

Ripresero a baciarsi con sempre più foga, consapevoli di volere entrambi la stessa cosa, ma Ethan si staccò di nuovo.

"Cazzo aspetta" ansimò, con gli occhi lucidi e le labbra gonfie. "Non abbiamo un preservativo" sbuffò.

Nate si disperò per un secondo, poi si ricordò di quello che aveva trovato in macchina poco prima e sgranò gli occhi.

"Sì invece" esclamò, facendo alzare un confuso Ethan dal suo corpo e mettendosi in piedi di scatto. "Aspettami qui, torno subito" esclamò, poi iniziò a correre verso l'auto senza nemmeno dare a Ethan il tempo di ribattere.

Mentre raggiungeva il parcheggio sentiva il cuore battere a una velocità mai raggiunta, e non era di certo per la corsa. Aveva appena realizzato veramente che stava per fare sesso per la prima volta.

L'ultima volta che ci aveva provato, con Mary, era stato un fallimento totale, perché non era nemmeno riuscito a eccitarsi, ma stavolta non sarebbe andata così. Anche perché era già sulla buona strada. Poi era con un ragazzo, con Ethan, quindi non sarebbe mai potuto andare male.

Quando arrivò all'auto, l'aprì e prese la bustina quasi in maniera automatica; si stava muovendo ma la testa era da tutt'altra parte.

Poi, per la via di ritorno, i pensieri iniziarono a cambiare. Aveva un nodo nello stomaco e le mani leggermente tremanti, e aveva paura di non saper cosa fare e come comportarsi. Non sapeva nemmeno come avrebbero fatto.

Insomma, chi avrebbe fatto il passivo? Come si decidevano queste cose? E se Ethan non avesse voluto farlo, Nate era pronto? Quanto avrebbe fatto male?

E poi non aveva il lubrificante, avrebbe fatto più male senza quello. Cosa avrebbero dovuto usare al suo posto? La saliva sarebbe bastata?

E se fosse arrivato qualcuno? Si sarebbero beccati una denuncia per atti osceni in luogo pubblico, come minimo. Magari li avrebbero arrestati, e poi avrebbe dovuto spiegare tutto ai suoi genitori, e loro lo avrebbero ucciso, e lui era veramente troppo giovane per morire. Non poteva morire senza neppure aver giocato una partita in National Football League.

Tutti quei pensieri scomparvero non appena ritornò dove avevano steso il telo. Ethan era seduto, a gambe incrociate, e raccoglieva la sabbia nella sua mano, per poi lasciarla scivolare a mo' di clessidra. Aveva un piccolo e tenero sorriso stampato sulle labbra, un tratto angelico che contrastava con il rigonfiamento nei suoi jeans stretti.

Quell'immagine tanto dolce quanto eccitante bastò per fargli dimenticare tutti i dubbi. Non si trattava di un ragazzo qualsiasi, era Ethan.

Ethan di cui si fidava ciecamente e con il quale avrebbe fatto di tutto. Non poteva, non voleva, tirarsi indietro.

Il respiro si calmò e sorrise, poi si avvicinò a lui. Quando se ne accorse Ethan alzò gli occhi e lo guardò con confusione.

"Dove sei stato?" chiese, mentre Nate si sedeva affianco a lui sul telo.

Gli sventolò la bustina davanti agli occhi, ridacchiando. "Logan me l'ha messa in macchina a tradimento".

Anche Ethan rise. "Beh, allora direi che dobbiamo ringraziarlo" esclamò, divertito.

"Già" sospirò.

Poi Ethan si sporse di nuovo verso di lui e lo baciò, lo spinse per il petto fino a farlo stendere di nuovo e si mise sopra di lui, nella stessa posizione di prima.

"Sicuro di volerlo fare?" gli chiese, notando il suo, di nuovo crescente, nervosismo.

Annuì. "Sì, lo voglio davvero" sussurrò.

Così ripresero a toccarsi, si spogliarono a vicenda e scoppiando a ridere quando Nate, preso dalla foga e dall'ansia contemporaneamente, iniziò a scuotere la camicia dell'altro, non riuscendo a sbottonarla.

L'ansia sembrò svanire sotto il tocco delicato dell'altro, e fu certo che si fosse del tutto dissipata quando Ethan gli infilò il preservativo.

E poi tutto fu incredibilmente naturale. Il modo in cui Nate lo preparò, guidato dal biondo, e il modo in cui quest'ultimo si calò su di lui e iniziò a muoversi e a gemere.

Sembrava tutto perfetto. Era perfetto il modo in cui Ethan oscillava e gettava la testa indietro, il modo in cui le loro dita si intrecciavano e stringevano, il modo in cui entrambi scoppiarono a ridere quando Ethan, cercando di sistemarsi meglio sopra di lui, piantò il ginocchio su un sasso e per poco non cadde, per poi riprendere a muoversi.

Nemmeno le mani sudate dal nervosismo di Nate e il suo essere un po' impacciato sembravano fuori luogo.

Non credeva di essersi mai sentito bene come in quel momento, con il viso contratto dal piacere di Ethan davanti a lui e le mani che stringevano le sue, con il rumore delle onde davanti a loro e le stelle che li illuminavano dall'alto.

Era tutto perfetto, e quando finirono e si sdraiarono di nuovo, abbracciati e nudi sotto alla coperta che aveva portato, e ancora ansimanti, si ripromise una cosa: il giorno dopo avrebbe veramente dovuto ringraziare Logan. 

Note

Ciaooo, finalmente Nate e Ethan hanno avuto la loro prima volta! Siete contenti? Fatemelo sapere lasciando tante stelline e ci rileggiamo venerdì. 💫

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