Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

3.41

Hogwarts
Draco è da poco tornato a scuola, durante le prime luci del mattino per l'esattezza.
Il suo letto non gli è mai sembrato così vuoto, ha la testa che gli scoppia.
«Blaise.»Draco lo scuote, mentre il ragazzo è steso sul letto, nel mezzo del dormiveglia.
«Che diavolo vuoi?»domanda sbadigliando.
Draco si toglie la camicia piegandola sulla sedia della scrivania, e poi si siede sul letto di Blaise.
«Meg è tornata?»
Blaise alza gli occhi al cielo, e si gira su un lato biascicando un "Ci risiamo".
«Seriamente, idiota, tu sei qui da più tempo, io ho saltato un giorno di lezione, i miei mi hanno fatto tornare in ritardo a scuola.»spiega Draco osservando il proprio avambraccio sinistro. Più lo osserva più prova a convincersi che sia la cosa più giusta per la sua famiglia. Per se stesso. Si è convinto di essere egoista, e che anche se avesse una scelta non la coglierebbe. È certo di non averne il coraggio, per cui distoglie lo sguardo e si alza.
«Dovresti preoccuparti di Pansy, sai? È tornata con me ieri, non puoi capire in che condizioni era, stava tremando e a stento si reggeva in piedi, ha saltato anche lei le lezioni. Ma tanto che t'importa di lei, pensi sempre e solo a Cooper, cosa ci trovi di speciale? Sarà anche bella ma io per il resto sembra costantemente incazzata.»
Draco sorride leggermente, poi annuisce.
«Io la amo, può davvero arrabbiarsi quanto vuole con me, io ho visto qualcosa in lei-»
«Certo, lo so io che hai visto, Cooper è una un po' facile, ti ha sedotto, semplice.»Blaise si mette su a sedere, grattandosi la nuca.
«C'è di più di questo.»
«Amico, quella ti ha tradito, e non ti ascoltava mai, e quando lo faceva puntualmente era persa nei suoi pensieri, come se il suo cuore non fosse disponibile.»
Draco apre la valigia e tira fuori l'uniforme, scuotendo la testa.
«Io la aspetterò.»
«Devi sposarti. Sai benissimo che se dovesse scoprire del marchio, non ti parlerebbe più, sopratutto perché è così legata a Potter, gli fa quasi da madre, è inquietante. Che diavolo vuoi fare? Cambi strada nel caso in cui lei dovesse decidere di stare con te?»
«Le parlerò, e le farò capire che quella è la mia strada, magari così potrei tenerla anche al sicuro, senti Blaise non lo so, ma una cosa è certa: voglio sposare Meg, non Daphne.»
«Quindi il tuo piano è di presentarla ai tuoi? E credi davvero che lei non spiffererebbe tutto al vecchio?»sussurra Blaise riferendosi a Silente, «Non è la nipote? Come potrebbe prenderla sapendo del piano?»
Draco deglutisce, non ha pensato a questo, quasi si chiude il dito nel baule.
«Io... forse posso cambiare le cose, posso provare... Vedremo, Blaise.»
«Mentendole peggiorerai le cose.»
«Sono un Malfoy, siamo fatti così.»Draco si posiziona davanti allo specchio, per fare il nodo alla cravatta, poi fissa per poco il proprio riflesso.
«Sì, siamo fatti decisamente così. Comunque dopo vado da Pansy, si può sapere cosa le è successo?»
«Sua madre è un'arpia, credo non abbia mangiato, le sono stato vicino tutto il giorno tra una lezione e l'altra sai com'è fatta, voleva stare comunque al passo.»sorride Blaise allacciandosi le scarpe.
«Tu sei la stessa persona che le disse che rispetto a Meg è brutta? So che ve la siete spassata, ma non avrei mai immaginato ti stessi innamorando di lei. Un po' lento, considerando che ora ha perso la testa per Potter.»
«Beh un altro vittima delle vostre menzogne, e comunque mi rimangio quell'affermazione, Pansy è fantastica.»
I due si dirigono poi, verso la stanza di Pansy, ma quest'ultima li precede e apre la porta.
«Dray, Blaise, vi serve qualcosa?»domanda, mentre si sistema la borsa con i libri sulla spalla.
«Pansy? Stai bene? Blaise aveva detto-»
«Sto una favola.»afferma la ragazza, aggiustandosi la gonna della divisa.
«Sei sicura? Fino a poche ore fa-»
«Grazie Blaise, davvero, ma ora sto meglio, ho avuto solo delle vacanze un po'... infelici. Daphne è già uscita ti cercava, e sono solo le sette del mattino, abbiamo tempo la colazione, se non fosse per Murphy che ci vuole immediatamente all'esercitazione dobbiamo simulare delle amputazioni.»
Draco e Blaise restano sbigottiti.
Pansy è tornata a scuola sottopeso, sporca e barcollante, eppure dopo un solo giorno eccola qui, pronta e concentrata per studiare.
«Mi farete fare tardi.» la ragazza prende entrambi sottobraccio e tutti e tre si avviano verso l'uscita del dormitorio.
«Potter e Meg... sono tornati?»domanda nuovamente Draco.
«Sì, ieri però ho evitato Harry, oggi dovrò vederlo.»

Meg è rimasta tutta la notte sveglia nel letto di Ginny, a rimuginare su quanto successo durante le vacanze. Non si sarebbe mai aspettata di guidare con furia fino alla villa del suo assassino per poter vedere Draco. Harry, d'altro canto, avrebbe voluto fare lo stesso per vedere Pansy, ma per le varie circostanze (già la bravata di Meg li avrebbe messi nei guai), ha preferito lasciar perdere. «Ron, Harry, muovetevi, già devo sopportare quel tipo nel bel mezzo della crisi d'andropausa. Non mi va di fare tardi.» Meg si sta torturando i bordi della camicia, tutti sono sbigottiti perché finalmente sta indossando qualcosa che somiglia molto a una divisa, senza essere obbligata o essere in punizione. «Hermione si è già avviata» li informa Ron, lanciando un mezzo sorriso a Meg. «Ci siamo trattati proprio male io e te, vero?» gli domanda, ricambiando l'espressione. Lui sospira e le cinge le spalle con un braccio, mentre camminano per il corridoio.
«SIETE IN RITARDO, BRUTTE TESTE DI...»
Mentre Murphy sbraita, Meg si concentra sul leggero fastidio alla gamba destra, non ascoltando una parola di ciò che dice.
«PROCEDETE! L'AUROR TONKS VI SUPERVISIONERÀ!»
Dora ha le braccia conserte, e un'espressione che fa trasparire quanto stiano soffrendo i suoi timpani.
«Potter con Parkinson e Zabini, Cooper con Paciock e Malfoy, Granger  con Thomas e Greengrass...»
Meg deglutisce sonoramente, e subito si fionda verso Neville, sperando di aver sentito male.
«Solo noi due? Perfetto, Neville.»
Meg sorpassa velocemente Draco, avvicinandosi a Neville, che le passa gli strumenti per l'esercitazione.
«Cos'ha il nostro fantoccio?»domanda lei, con il nustero tra le dita.
«Amputazione delle gambe.»Draco anticipa Neville, troppo occupato a cercare il disinfettante.
Meg si blocca, stringendo forte l'arnese, Draco lo nota e avvolge la sua mano intorno.
«Meg, così rischi di tagliarti la mano, allenta la presa.»l'ultima frase gliela sussurra.
Neville si gira di scatto, e si avvicina a loro, con una caterva di boccette di disinfettante tra le mani.
«Meg, per favore, allenta la presa.»continua Draco.
Meg deglutisce, sa benissimo che quel fantoccio non è Regulus, eppure...
Guarda Draco negli occhi, poi lo spinge contro il muro, puntandogli contro il nustero.
«Non dirmi cosa fare.» ma proprio mentre esclama quelle parole Meg avverte nuovamente il forte dolore alla gamba destra.
«Come vuoi, così rischi di ammazzare qualcuno.»
Meg avverte un calore inaspettato al petto, come se stesse sudando freddo.
«Magari voglio ammazzare proprio te!»sputa lei avvicinando il nustero alla gola del ragazzo.
Draco resta immobile, a guardarla.
«Ti fa male la gamba? Vedo che con l'altra mano te la massaggi, sei madida di sudore.»
Draco avvolge delicatamente la mano attorno al polso di lei.
«Non riesco a sentire il battito, sei sotto shock, respira.»
Megan lascia cadere lo strumento, contorcendosi. Si stupisce della calma di Draco, è così tranquillo nella voce.
«STAI ZITTO!»urla ed emette un gemito di dolore, per poi voltarsi verso il fantoccio.
«ORA MUOVITI E GUAI A TE SE PERDE LA GAMBA!»
Draco alza le sopracciglia, e poi la guarda dritto negli occhi.
«È solo un fantoccio. Dobbiamo tagliarlo, ricordi?»
«NON PUÒ PERDERLA DI NUOVO! NEVILLE, CHE CAZZO GUARDI?!»
Meg è in preda a una crisi isterica, sotto il controllo di un dolore così familiare: una vocina dentro la sua testa le ripete che è irrazionale.
Regulus è morto. È morto.
«Va tutto bene, non sente niente.»ma le parole di Draco servono a poco.
«CHE NE SAI CHE NON SENTE NULLA? LUI PIANGE! PIANGE E SI LAMENTA!»
Meg si sbottona violentemente i bottoni della camicia, ormai zuppa.
«Chi? Chi si lamenta?»prova a chiedere Draco.
È morto. Non è lì. Sento il suo dolore.
I pensieri di Meg vagano inarrestabili, tutto diventa confuso. Il dolore, il ricordo del dolore di una persona cara diventa il suo. Sente ciò che ha sentito lui.
Tra urla e gemiti, Megan si tiene sempre di più la gamba destra, conficcando le unghie nella carne.
Finché il suo sguardo non si posa sul nustero a terra.
Prima che i ragazzi possano accorgersene, Meg lo afferra, e con un'espressione vuota si trafigge appena sotto il ginocchio destro.
In quel preciso istante il dolore svanisce.
«M-Meglio...»biascica lei, guardando il soffitto.
Draco e Neville sono sconcertati.
Il primo la osserva dispiaciuto, l'altro sviene alla vista del sangue che fuoriesce dal taglio.
Megan cammina con ancora il nustero conficcato in quel punto, in silenzio.
«Cosa succede?!»
Remus entra di botto, e appena la vede, si precipita da lei.
«Cosa hai combinato...?»sussurra.
«Io... l'ho sentito. A lui servivano entrambe le gambe.»sussurra Meg a sua volta, tentando di non farsi sentire. Cosa che riesce visto che Draco è impegnato a rianimare Neville a forza di incantesimi.
«Meg...»Remus sospira, appena capisce di chi sta parlando. «Vieni qui»
Meg scuote la testa e l'abbraccia, ancora sotto shock.
«Sto impazzendo, ma io davvero l'ho sentito.»
«Ti credo, ma ora devi farti medicare, non guarisci più tanto velocemente o sbaglio?»
«Giusto... ma tu cosa ci fai qui?»
«Mi ha chiamato Silente e ne ho approfittato per salutare Nymphadora.»
Megan lo stringe più forte, quasi sorsa alle sue parole, tant'è che non gli chiede nemmeno perché Silente l'abbia fatto venire a scuola.
«Ho rischiato per il ballo e mi sta facendo rischiare anche ora, ma non posso dirti-»continua lui.
«Mi manca... forse una parte di me per sentirlo vicino mi ha fatto provare il suo dolore. Mi manca troppo.»bisbiglia.
Remus deglutisce, e le accarezza i capelli.
«Devi lasciarlo andare, devi lasciarli andare entrambi...»
Meg scuote la testa.
«Meg, fa vedere il taglio!»Draco si avvicina, costringendo i due a sciogliere l'abbraccio.
«Ho portato Neville nella stanza accanto, avrei dovuto occuparmi prima di te. Lupin, permette?»Draco guarda con leggero disprezzo Remus, che ricambia lo sguardo.
«Io sono ancora a scuola se serve.»Remus si stacca definitivamente da Megan, e poi fa un cenno al ragazzo, prima di uscire.
«Ragazzino viziato. È un professore.»
«Non ho mai visto un insegnante abbracciare così un'alunna.»sottolinea Draco prendendo delle bende.
«Risparmiatelo, tu non sai nulla. E comunque è solo un graffio.»senza aspettare oltre si toglie da sola il nustero, e la ferita brucia.
«Brucia vero? Guarda come ti trattieni per non dare soddisfazione!»ghigna Malfoy.
«Vaffanculo. Mi medico da sola.»Meg gli strappa le bende da mano, e prende a tamponare sulla ferita.
Draco sorride leggermente, poi incrocia le braccia al petto.
«Vuoi uscire con me?»le domanda, schiarendosi la voce.
Megan alza la testa e lo guarda male, lanciandogli la benda sporca di sangue.
«Forza, Cooper, dammi una possibilità.»
«No! Non dopo che baci un'altra.»
Draco le lancia un'occhiata confusa.
«Cosa?»
Meg deglutisce rendendosi conto di aver fatto un passo falso.
«Niente.»
«Mi hai spiato o cosa?»Draco le prede il viso, tra le mani, per farsi guardare in faccia.
«E va bene.»Meg si libera dalla presa, spingendolo di nuovo al muro.«Sono talmente patetica che ho preso un vecchio catorcio e sono arrivata nella tua villa, ed ero pronta ad arrampicarmi verso il tuo balcone-»
«Tu sei gelosa.»ridacchia Draco, scoppiando a ridere.
«Brutto stronzo.»risponde Meg guardandolo in cagnesco.
«Oh, ma dai. Daphne non mi ha baciato, è stato sulla guancia. E comunque non mi aspettavo sapessi guidare.»
Meg indietreggia, quasi sollevata per quella risposta.
«Non so se crederti.»
«Beh è la verità. Come è vero che sei gelosa.»
«Non sono gelosa, tu sei irritante.»sbuffa lei, continuando a guardarlo.
«Quindi esci con me?»sussurra lui trattenendo un sorriso.
«E dove andiamo? Non salteresti mai un giorno di scuola.»
«Per te questo ed altro. Avevo pensato a Londra.»
«Solo se è Londra babbana.»ribatte Meg sedendosi su un lettino.
«Andata. Solo che non conosco praticamente nulla.»
«Hai accettato senza problemi.»
Draco si siede accanto a lei, sospirando.
«Eri sotto shock prima.»
«Vuoi fare la buona azione portandomi in giro?»
«No. Stavo solo dicendo che eri davvero fuori di te prima.»
«Già...»Meg gioca nervosamente con il lembo della gonna, senza alzare lo sguardo.
«Qualcuno a cui tieni ha subito un'amputazione?»
«Sì.»risponde lei con un filo di voce.
«Devi volergli molto bene. Ora come sta?»
Meg si morde il labbro e si volta verso Malfoy, non vuole rispondergli male, lui si sta semplicemente interessando in modo innocente.
«Morto. E sì, ero molto legata a lui.»
«Era un parente?»
Non mio.
«Non proprio.»

Pansy ha un groppo in gola appena rivede Harry.
«Hey!»lui si avvicina per baciarla, e lei per un momento ricambia.
«Hey...»
«Oh fate piano piccioncini.»sghignazza Blaise.
Harry lo guarda male e poi passa a Pansy il nustero.
«Harry, dobbiamo parlare.»
La ragazza si mette davanti a lui, prendendogli le mani, senza pensare che il nustero fosse con la parte tagliente contro il proprio palmo.
«Vi lascio soli?»
«Harry io ti ho tradito, più volte, con Blaise. E oltretutto questa cosa tra noi non può funzionare.»
Harry la guarda confuso. Di punto in bianco lo sta mollando. E poi... il tradimento.
«Non l'ho fatto ultimamente. Perché mi sono resa conto di... di amarti. Ma non può funzionare comunque. Siamo troppo diversi.»
Pansy vorrebbe urlargli che ha dovuto
prendere questa decisione per via della sua famiglia, e per come potrebbe essere rischioso per Harry frequentarla. E sopratutto perché io loro amore è troppo immaturo. Ma non può dirlo, non può confessare i propri soprusi. La guarderebbe in modo diverso, e preferisce di gran lunga essere vista come una stronza che come una vittima.
Gli stringe più forte la mano, tagliandosi con la lama, ma il dolore non lo avverte nemmeno più, non è lontanamente paragonabile a ciò che prova nel suo cuore. Harry è l'unica rosa bianca della sua vita.
«N-No...»balbetta Harry, senza badare al fatto che anche lui si sta sporcando di sangue.
«Pansy...»
«Zitto Blaise. Harry mi dispiace. Non sono la persona che pensavi. Non lo sono mai stata. E spesso l'amore non è così forte come pensiamo.»la ragazza si trattiene dal pianto. È abituata a farlo.
Gli occhi verdi di Harry si riempiono di lacrime e di rabbia, per poi perdersi in quelli color verde petrolio di lei.
«È finita quindi.»
Pansy annuisce, «Cosa ti aspettavi da me? Io sono così.»
Harry respira a fatica, guarda Blaise e poi la ragazza a cui ha aperto il suo cuore.
«Per questo mi hai evitato?»
«Non riuscivo a tenermelo dentro. Ringrazia che te lo sto dicendo appena l'ho capito.»
Harry lascia le mani a Pansy, mentre il sangue scorre ancora dal palmo della ragazza e il tonfo del nustero a terra spezza quei secondi interminabili di silenzio.
«Chiedo di fare cambio con qualcuno.»dice lui prima di uscire e solo in quel momento si guarda le mani accorgendosi del sangue di lei.
Ma ormai cosa importa? L'ha lasciato.
«Pansy... stai bene?»domanda Blaise avvolgendole la mano in una benda.
«Lavoriamo.»
Non può piangere ancora, non è il momento, è ciò che si sta ripetendo dall'inizio della giornata.
«Non ti nascondo che me l'aspettavo.»commenta Blaise.
«Per favore, mi serve un nustero pulito e poi misura il diametro per l'amputazione.»
Le mani le tremano, e deglutisce più volte.
«Adesso.»incita Blaise, lui fa come dice, abbassando lo sguardo.
«Come desideri. Lui non sa niente di tua madre?»
«No.»
Pansy cerca di concentrarsi, e in effetti riesce a completare l'operazione, senza permettere a Blaise di aiutarla.
Ha in mente solo la bambola che le ha regalato Harry, l'unica cosa che le resterà di lui probabilmente, dovrà accontentarsi di incrociarlo nei corridoi e fingere che non le importi nulla di lui. Torneranno sconosciuti, invisibili l'uno all'altra come negli anni passati.
«Ti dispiace avvertire tu Murphy? Io devo andare in bagno.»è detto questo corre verso il bagno delle ragazze, evitando studenti e professori.
Il bagno delle ragazze al secondo piano fa al caso suo, non c'è nessuno lì e nessuno può sentirla piangere.
Si guarda allo specchio e si lascia andare, scoppiando in un pianto disperato, da sola.
Prova ad aprire il rubinetto, e con un po' d'acqua fa scorrere via il sangue dalla ferita della mano, togliendo le bende.
«Spero che lui possa perdonarmi in cuor suo.»biascica tra le lacrime, consapevole che se ne sarebbe pentita per sempre. Ma conscia del fatto che questa storia le ha mostrato quanto possa essere bello il suo lato migliore, se lo mostrasse un po' di più.

Flashback
Meg restò a fissare il camino spento, perplessa, come se avesse perso qualcosa, ma non riusciva a capire che cosa, aveva una sensazione di spossatezza, si sentiva la testa pesante, non ricordava perché fosse lì, forse aveva sete? «Reg, che ci fai qui?»di scatto si girò, Regulus era accovacciato a terra, e le goccioline di sudore gli incorniciavano il viso, era in agonia ma tentava a tutti i costi di nasconderlo. Meg era in panico, gli prese un braccio cercando di tirarlo su, ma non si reggeva in piedi. La ragazza notò del sangue sul tappeto, lo stesso sangue che aveva intriso i pantaloni di lui. «Non chiamare nessuno...» Regulus non aveva la forza di parlare, aveva aspettato troppo tempo e l'infezione stava peggiorando. Megan capì che se avesse chiamato aiuto avrebbe peggiorato la situazione, e oltretutto lo stava già aiutando. Si mise un braccio di lui intorno alla sua spalla, e lo trascinò fino alle scale. «Maledizione!»esclamò la ragazza con un filo di voce, tenendo stretto Regulus, il ragazzo cercava di non farle sentire tutto il peso ma aveva la vista appannata, lei, invece, lo sollevava più che poteva, dovevano superare quella rampa insieme, senza svegliare nessuno. «Un piede e poi l'altro, un piede e poi l'altro»si ripeteva Meg, col cuore in gola, non poteva assolutamente farlo cadere, o cadere lei, o fare un passo falso, erano loro due da soli. La scia di sangue dal divano alle scale non sarebbe passata inosservata, e Megan si ripromise di pulire tutto dopo, non sapeva cosa avrebbe inventato, non le importava. «Ce l'abbiamo quasi fatta.»gli sussurrò poco prima dell'ultimo scalino, ormai anche lei in un bagno di sudore. Era convinta di non sentirsi più la schiena dopo lo sforzo, avrebbe potuto usare la materializzazione, ma presa dall'adrenalina, e con una buona dose di impulsività, non aveva tenuto in considerazione questa opzione: grifondoro, tipico. La camera di Regulus aveva già la porta spalancata, Meg finalmente poté farlo stendere, sporcandosi di sangue. Scoppiò a piangere, portandosi i capelli all'indietro, non sapeva come aiutarlo chiuse solamente la porta, e si avvicinò a lui. «Devo chiamare qualcuno, stai letteralmente morendo dissanguato.» «NO! Non chiamarli, Meg ti prego non chiamare mia madre, nessuno, ti prego, sto bene, sto molto bene, devi solo tamponarmi il moncone.»Regulus piangeva, disperato, sembrava un bambino. Meg afferrò una maglia sulla sedia, almeno pensava che lo fosse, poiché erano al buio, gli tolse i pantaloni velocemente, tentò perfino di strapparli, per poi tamponare il sangue. Accanto al letto sul comodino vide una candela, non poteva accenderla con la magia, quindi si guadò intorno e cercò alla cieca qualcosa, finché non afferrò una scatolina con un solo fiammifero rimasto. Non era mai stata brava ad usarli quindi pregò di non sbagliare. Regulus manteneva la maglia premuta sul moncone, e vide Meg riuscire nel suo intento, così fece luce sul corpo del ragazzo. «Prendi quella boccetta verde, è un antidolorifico... quella gialla versala tutta sulla ferita.» La ragazza seguì le sue istruzioni, alzandogli leggermente la testa per fargli bere il liquido verde: doveva essere disgustoso, perché Regulus gliene sputò un po' sui capelli. «Scusa...»si afrettò a dire, ancora più imbarazzato. Meg si toccò la ciocca sporca, e scosse la testa«Tranquillo» e senza perdere altro tempo gli versò tutta la seconda boccetta sulla carne infetta del moncone, il ragazzo prese il cuscino al suo fianco e lo morse per non urlare. «Mi dispiace! Mi dispiace!»ripeteva Meg senza smettere di piangere. Quando si accorse dell'enorme chiazza di sudore sulla camicia, subito gliela sbottonò, ma subito Regulus le prese il polso. «C-Cosa vedi?»domandò con il volto arrossato. Meg, fissava il petto del ragazzo che aveva qualcosa di... diverso. O meglio, non c'era niente di strano in una fascia, ma come mai la portava? Non c'era un pelo sulla sua pelle, e la luce della candela li avrebbe sicuramente messi in risalto. «Cosa vedi?»Regulus le diede un mezzo scossone al braccio, tentando di restare calmo, ma a giudicare dall'esitazione di Meg aveva già avuto una risposta. D'istinto gli accarezzò il volto, non era per niente ruvido, non ci aveva mai fatto caso, guardò di nuovo la fascia, e fece per strapparla, non sapeva nemmeno lei perché, ma Regulus glielo stava lasciando fare. Strato per strato, fino all'ultimo, quasi come una tortura per entrambi, lui era ormai completamente scoperto, e d'istinto si coprì con la camicia. Meg aveva appena visto ciò che Regulus aveva da sempre considerato una gabbia, una prigione di tessuto talmente stretto che gli impediva di respirare, proprio come quella fascia che portava. Per quanto da tutta la vita avesse provato a scappare, a negare il corpo in cui era nato, non riusciva. Quella carne non era la sua, non lo sarebbe mai stata, la gamba che aveva perso era stata una piccola vittoria e al tempo stesso una grande sconfitta, aveva eliminato una parte di sé, anche se non era la parte giusta e non l'aveva fatto di proposito. Odiava il fatto di odiare se stesso, di rinnegare quella suddetta femminilità che gli era stata conferita dalla natura, maledetta matrigna, come una condanna troppo immensa da scontare a vita. Per quanto si sforzasse di accettare la validità del suo essere comunque non si sentiva mai davvero se stesso, e anche cambiando il suo corpo avrebbe avuto sempre un vuoto, anche se le persone intorno a lui l'avessero o no riconosciuto per quel che era, non avrebbe mai colmato la sensazione di inadeguatezza radicata dalla società. Era complicato per lui, non voleva o semplicemente pensava di non meritare di capire che l'unico sguardo d'assenso di cui aveva bisogno quando si guardava allo specchio era solo ed unicamente il proprio. Meg non disse nulla, aveva deciso che per quella sera non voleva indagare oltre, si sentiva in colpa, ma voleva capire cosa gli fosse successo, e da un lato per lui era stato meglio così.

Hogwarts (Meg)

«Quindi? A che ora sarebbe l'appuntamento?»domando dopo la fine della simulazione di Murphy. Draco sfodera un sorriso compiaciuto, e mi avvolge un braccio intorno alle spalle. «Quindi è un appuntamento?»sbuffo pesantemente, e raccolgo la mia borsa dal corridoio, prendendo una sigaretta, fumare non mi salverà dalla sua domanda.«Sai che fumare danneggia i denti? I polmoni?», mi avvicino a Draco, lentamente e tiro fuori il fumo sulle sue labbra, mettendomi sulle punte. Gli sorrido soddisfatta, ma senza preavviso Draco mi prende per i fianchi, facendomi avvolgere le gambe intorno alla sua vita. Resto sconvolta da questo gesto, ma decido di rimanere in silenzio. D'altro canto lui ricambia il sorrisetto soddisfatto, e anzi si sposta verso un'aula vuota inchiodandomi al muro. «Lo vuoi capire o no che ucciderei per uscire con te? Scappare non ti serve, prova a rilassarti.»sussurra. Deglutisco rumorosamente, mi sento così strana, dopo la chiacchierata di prima avverto di essere più in sintonia con lui. Ma comunque il suo comportamento è irritante. Ancora più irritante è il suo profumo, mi sento le guance così calde, potrei sudare quasi quanto prima. Non capisco cosa mi stia succedendo, con lui passo dall'essere tremendamente nostalgica a tremendamente in balia delle sue labbra. Più gli sto vicino, più mi dimentico il passato, e questo mi fa male. Se solo riuscissi a trovare un equilibrio e se solo lui non fosse un Malfoy...«Non scappo.»sussurro a mia volta tenendo gli occhi fissi su di lui, la voce mi trema, è tutto così nuovo, Draco mi accarezza le labbra con il pollice. «Sei fortunata che Murphy ti abbia permesso di cambiarti, questo vestito ti dona.» Ho un tubino nero, corto, ovviamente. «Mettimi giù.»mi schiarisco la voce, cercando di nascondere che sto arrossendo. «Lo faccio solo perché altrimenti perdiamo l'Hogwarts Express.»alza un sopracciglio e mi rimette a terra. Mi aggiusto il vestito e raccolgo il mozzicone di sigaretta, facendolo dissolvere con la magia, usando ovviamente la bacchetta. La ripongo nella borsa e me la metto in spalla. «Andiamo.» «Aspetta, prima puoi fare qualcosa per me?»domanda Draco prima di uscire. «Potresti parlare con Pansy?»

Spazio me!

uooooooooo allora sono imperdonabile ma spero ne sia valsa la pena insomma-

Fatemi sapere cosa ne pensate, vi amo tanto

PS: chiunque abbia strane fobie può anche smetterla di seguire la storia, o il profilo, non mi interessa chi non rispetta l'essere umano.

-grafomane <3

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro