3.38
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Hogwarts
Sono le cinque del mattino e Draco Malfoy si sveglia accanto a Meg.
C'è un profumo nuovo nella stanza, una fragranza di cannella e fiori di ciliegio, addirittura la pelle di entrambi appare più liscia, più candida e delicata.
La ragazza ha le labbra a cuoricino schiuse e una ciocca di capelli che le ricade lungo il viso pallido.
Draco gliela scosta dandole un tenero bacio sulla fronte, poi decide di alzarsi.
Si rimette le scarpe e si guarda intorno: la tenda che Meg ha cercato di staccare la sera prima è ancora inchiodata.
Lei cercava solo un po' di luce, anche lunare, uno spiraglio nel dormitorio sotterraneo Serpeverde.
Draco afferra la bacchetta e fa scomparire la tenda, al suo posto, sulla vetrata resta la rappresentazione di un giardino fiorito con tanto di sole splendente che illumina il paesaggio e la stessa stanza.
«Sei la mia luce.»sussurra poi guardando Meg ancora dormiente.
Il ragazzo sorride dolcemente per poi uscire dalla camera.
Meg invece poco dopo apre gli occhi beandosi dell'ambiente circostante.
Una luce calda e rilassante la avvolge e si rende subito conto del paesaggio soleggiato sulla vetrata.
Il sole la colpisce in pieno volto ma a lei non dà fastidio, anzi le trasmette serenità.
In passato lo odiava, odiava tutto quel calore, non lo sopportava, e invece adesso prova l'opposto.
«B-Buongiorno.»bofonchia assonnata e mentre si strofina l'occhio destro si ritrova il dorso della mano macchiato di mascara.
«Ops»bisbiglia per poi mettersi seduta.
Si accorge che Draco non c'è e sospira ancora assonnata.
Ginny Weasley, contemporaneamente, ha impacchettato le sue cose già da un'ora, riponendo tutti i suoi vestiti e libri nel proprio baule, pronta per partire per la Tana, così da trascorrere le vacanze pasquali.
Si precipita giù per le scale e mentre attraversa il passaggio del dormitorio si imbatte in Harry anche lui già pronto, pestandogli i piedi involontariamente.
«SCUSA!»
«STAVO ANDANDO A CHIAMARE RON!» risponde Harry in preda al dolore.
«Andiamo non ti ho fatto così male»ride Ginny «E comunque Ron è ancora in infermeria, io stavo andando a chiamare Meg.»
«Beh andiamo a chiamare Meg allora.»
Harry fa strada a Ginny verso il dormitorio Serpeverde.
«Fammi indovinare, Pansy ti ha detto la parola d'ordine?»sorride Ginny un po' divertita.
«Oh no, è stato Malfoy.»Harry mantiene un tono serio e alza un sopracciglio.
Ginny ride e lo guarda confusa.
«Sai io e lui ce la spassiamo a volte.»continua Harry fingendosi serio.
«Io... Ma davvero?»la ragazza cambia espressione per poi accorgersi del guizzo di ironia nello sguardo di lui «E io che ci stavo per credere.»
Entrambi scoppiano a ridere, e arrivano finalmente di fronte alla stanza di Meg, la porta si apre rivelando Draco che esce aggiustandosi la camicia.
«Potter, Weasley.»si schiarisce la voce, visibilmente imbarazzato e li sorpassa velocemente.
I due si guardano immaginando ciò che può essere successo.
«Prevedo l'ira di mio fratello.»
«Già anche io, aspettiamo qualche minuto o entriamo?»
«Sai cosa? Io non l'aspetto, sta illudendo Ron e continua a farlo.»
«Ginny, è più complicato di così...»
Ginny sbuffa e si scosta due ciocche di capelli dal viso.
Poco dopo, la porta si spalanca nuovamente.
Meg è appoggiata allo stipite, avvolta nella sua stola nera, con gli occhiali da sole.
«Beh, buongiorno Meggie, serata movimentata?»domanda Ginny infastidita.
«Io... non è come sembra... non abbiamo fatto niente... lui era già via quando mi sono svegliata.»
«Mh.»
«Dobbiamo partire ricordi?»Harry rompe il ghiaccio.
«P-Partire? Cosa? Ma è l'alba.»
«Perché hai gli occhiali da sole?» Harry la guarda stranito poi sospira e continua«Senti non importa, dobbiamo andare alla Tana, ricordi?»
Meg deglutisce rumorosamente.
«Non hai fatto i bagagli? Meg! Te l'ho detto che la partenza sarebbe stata di mattina presto!»
«Harry, ieri ero palesemente ubriaca!»Meg apre l'armadio e prende il suo baule, ammassando la roba in un disordine da far arricciare i capelli perfino a Ron.
Harry e Ginny si trovano ad entrare nella camera contemporaneamente.
«C'è un sole che spacca le pietre!»constata Ginny coprendosi un po' gli occhi.
«È stato...è stato Draco»si schiarisce la voce meg mentre chiude a fatica il baule.
Harry aiuta Meg con il baule e Ginny li segue masticando una gomma.
«Chissà perché ma sento che sarà una Pasqua turbolenta.»
Harry e Meg restano in un silenzio complice, facendo finta di nulla.
All'uscita della scuola, qualcuno ferma Meg, con un po' troppa arroganza.
«Cooper.»
Meg si gira, senza togliere gli occhiali da sole, e squadra Daphne come se fosse un pezzo di carta straccia.
«Greengrass.»
«Invece di rubare il ragazzo alle altre, pensa a farti i fratelli delle tue amiche.»Daphne alza la voce richiamando l'attenzione di alcuni studenti serpeverde, e al suo fianco Millicent incrocia le braccia al petto, in segno di sfida.
Meg deglutisce e prima che possa scagliarsi contro la ragazza, Harry la afferra per un braccio.
«Voglio solo romperle gli incisivi, poi la lascio stare.»
«Non ne vale la pena.»sospira Harry aggiustandosi gli occhiali sul naso.
Villa Erida
Pansy è in camera sua, con l'orologio al muro, seduta sullo stesso letto su cui è stata abusata ripetutamente dal fratello, Rodrigo, anni prima.
«La formula dell'energia cinetica per i gas monoatomici è Ec=3/2kT quindi...» la mano della ragazza tiene stretta la piuma con la quale scrive gli appunti per medimagia.
Pansy è concentrata sui suoi libri, assorta nell'immagine del suo futuro, lontano da Villa Erida, lontano dalla sua famiglia e con Harry al suo fianco.
La porta della stanza scura cigola leggermente, segno che qualcuno sta entrando.
Rodrigo si fa strada nella camera della sorella, osservandola con disprezzo.
«Mi sei tanto mandata, Lolita.»
Pansy resta immobile senza alcuna espressione, come se fosse passato un moscerino fastidioso a cui non dare conto.
«Non hai mangiato, la nonna potrebbe offendersi.»
«Si sarà già offesa abbastanza guardandoti.»ribatte Pansy monocorde non staccando gli occhi dalla pagina.
Rodrigo aggrotta le sopracciglia folte e avanza bruscamente contro Pansy afferrandola per il collo.
«Chiedimi scusa, Lolita.»
La ragazza resta calma, schiude le labbra e gli sputa dritto in faccia.
«Esci dalla mia camera, stronzo.»deglutisce Pansy, e con le unghie costringe il fratello a lasciare la presa.
«La pagherai.» Rodrigo si massaggia il polso, fumante di rabbia.«Ti farò pagare tutta questa sfacciataggine.»
Le pareti della camera paiono restringersi non appena il ragazzo lascia la stanza.
Pansy poggia i polpastrelli delle dita sul collo, nei punti in cui l'ha stretta.
«Non sa nemmeno come si strangola una persona.»sussurra per poi riprendere il libro.
Purtroppo, Pansuela viene disturbata nuovamente, stavolta dalla madre.
Patricia Parkinson, una donna alquanto sinistra, fa il suo ingresso nella stanza, sfoggiando un sorriso poco incoraggiante.
«Hai mancato di rispetto a tuo fratello maggiore»la donna gira tra le mani un mazzo di chiavi e si mette davanti alla figlia«...mi chiedo... il digiuno per almeno tre giorni vale abbastanza come punizione?»
«Mi ha preso dal collo, madre.»spiega Pansy alzandosi in piedi, con la frangetta spostata su un lato.
«La terapia dovrebbe ricominciare a breve, Dolores, e a mio parere dovresti riprendere gli appuntamenti in modo più frequente. Fare la sgualdrinella a scuola non ti farà diventare un medico.»sibila la madre, strappando una pagina ingiallita del libro di medimagia«Che dico... tu non lo diventeresti a prescindere, sei insulsa.»conclude enfatizzando l'ultima parola, come per trafiggere Pansy.
Quest'ultima deglutisce, gli occhi iniziano decisamente a pizzicare eppure non piange.
«Resterai qui.»
«Papà che ne pensa?»
«Non credo gli importi di te.»sospira Patricia arricciando le labbra.
«Bene, io voglio parlare con lui.»
A grandi passi, un uomo molto alto, dai capelli corvini e gli occhi molto scuri giunge da loro: Patrick Parkinson.
«Padre...»Pansy si lascia sfuggire una lacrima, quasi come una richiesta d'aiuto.
Patrick guarda la moglie, e poi la figlia, stringendo in mano un bicchiere di whisky.
«Tre giorni vanno più che bene.»
Pansy vorrebbe far sparire le lacrime, ma ormai è troppo tardi.
Prima che la vista le si annebbia per il pianto, intravede i genitori uscire e chiuderla a chiave lì dentro.
Indietreggia finendo seduta nuovamente sul letto, si volta verso la scrivania e guarda il viso di porcellana di Sophie, la bambola appartenuta a Lily Potter.
Harry gliel'ha lasciata portare, come ricordo, fino al suo ritorno a Hogwarts.
Quegli occhi verdi sono la sua unica compagnia, insieme allo scoppiettio delle fiamme delle candele.
Pansy afferra la bacchetta per aggiustare la pagina e come un'automa riprende a studiare, quelle pagine, quelle formule, sono la sua unica via d'uscita.
«Io sarò un medico, io devo essere un medico.»
La Tana
L'arrivo alla Tana è traumatico per Megan, poiché l'atteggiamento di Ginny non ha fatto altro che innervosirla, e Ron ha captato la cosa.
Fortunatamente il più delle volte l'attenzione si è spostata sul piercing al naso di Ron.
Hermione nel frattempo è troppo impegnata a frugare nel suo zaino, in cerca di alcuni fascicoli, che non trova più: proprio quelli per la ricerca sulla identità di Meg. Già aveva perso una parte di essi, chissà dove nel dormitorio, e aveva provveduto a cercarli senza successo.
«Mi hanno aiutato Fred e George, volevo cambiare un po'.»
Meg ha sorriso e poi ha ricominciato a sparire nei propri pensieri.
«Meg, ti vedo distante...» sussurra Ron.
«Sì, Meg. Sei così distante, hai avuto un bel risveglio?»interviene Ginny.
Il divano di casa Weasley a Meg sembra diventare così piccolo e ristretto: in mezzo a Ron e Ginny, in trappola.
Finalmente si decide a togliere gli occhiali da sole, si volta verso Ginny e le prende la mano.
«Possiamo parlare? In privato.»
Ginny ritrae la mano e fa strada a Meg al piano di sopra, mantenendo lo sguardo sprezzante.
«Si può sapere che hai?»
«È mio fratello, e tu lo stai trattando come un idiota.»
«Ho intenzione di parlargli... ma non merito questo trattamento.»
«E Ron merita di essere tradito e illuso? Ma come ragioni, Meg?»Ginny ride in modo sarcastico camminando avanti e indietro per la camera.
«Mi dispiace, okay? Mi dispiace da morire che ci sia finito Ron di mezzo, ma è davvero tutto più complicato di quel che pensi, Draco non è un capriccio... Non puoi capire.»
«No, tu non puoi capire, tu non hai fratelli o sorelle... anzi non lo so... visto che di te non parli per nulla!»
Meg si siede sul letto di Ginny, e abbassa lo sguardo.
«Sì... io non ho una famiglia, è chiaro il concetto.»
«Meg, non è questo il punto!»
«ALLORA QUAL È IL PUNTO? MI DISPIACE PER TUO FRATELLO! GLI VOGLIO BENE! MA NON SONO INNAMORATA DI LUI! CONTENTA?»Meg ritorna in piedi mentre urla queste parole e poi si gira di scatto.
Ron è lì, con gli occhi lucidi.
«Ron...»
«Fuori.»dice freddo.
«Non esagerare Ronald-»interviene Ginny deglutendo.
«Me ne vado io.»rettifica lui.
Meg si avvicina a Ron e prova a prendergli la mano, ma lui esce dalla stanza, per poi entrare in camera propria e sbattere la porta talmente forte da ritrovarsi il pomello in mano.
«Possiamo parlare?» Meg si smaterializza nella camera.
«Sai almeno cosa vuol dire amare qualcuno Megan?!»
Il ragazzo è rosso dalla rabbia e lancia il pomello contro la finestra, spaccandola.
«Ron io... Non ti merito, io non ti amo come dovresti essere amato, e...»
«Perché io? Mi hai usato. E non dirmi che è complicato, perché ne ho piene le tasche di questa scusa!»
Megan sospira e poi tira fuori l'aria, è di fronte a un vicolo cieco, non può più mentire, ma può omettere i dettagli.
«Ho amato un... ragazzo anni fa, sai lui ti somigliava tanto... e io credevo che tu potessi darmi la stessa felicità ma... ho sbagliato, non siamo fatti per stare insieme...»
«Malfoy è un bastardo, un bullo, lui ti rende felice invece?!»
«Draco non è un capriccio, e Draco è una persona diversa dal ragazzo che ho amato...»
«Lo ami?»
«Non so se sia amore, ma mi fa stare bene, mi sento bene... con lui. Ron io ti voglio bene, davvero, sei un ragazzo d'oro ma non...»le trema la voce al pensiero che ancora una volta sta lasciando andare un pezzo di quello che somiglia a Sirius.
«Vattene ti prego, lasciami da solo.»
«So che non ha alcun senso ciò che dico ma ti assicuro che c'è un motivo valido.»
«Non credo tu possa amare di nuovo se hai ancora gli spettri del passato, adesso fuori.»
Meg resta congelata sul posto, ma comunque trova il coraggio di uscire da quella stanza.
Vaga per la casa come un robot, come qualcuno che ha appena ricevuto una notizia sconvolgente.
È così, lei è ancora legata a Sirius, ma è sola.
Forse Harry si sbaglia, forse nessuno salterà giù dal treno per lei, resterà sempre o troppo indietro o troppo avanti rispetto agli altri.
Queste persone non sanno nulla di lei, sanno poco e niente.
«Devo lasciarlo andare...»
Flashback
Meg era finita per farsi indicate dove si trovasse la biblioteca della casa, così era rimasta lì dopo pranzo, insieme a James.
Il ragazzo si era rifugiato tra i vecchi scaffali della stanza, e appena vide Meg le fece un cenno.
«Vuoi venire un attimo fuori?»gli chiese aggiustandosi i lembi della gonna.
«Per fare cosa?»
«Andiamo e basta.»Meg lo trascinò fuori, e James non oppose resistenza.
Meg gli mise una benda sugli occhi, e il ragazzo tastò il tessuto confuso.
«Piccola Gold, che significa?»
«Tu sta zitto e lasciati guidare da me.»Meg gli prese la mano e lo accompagnò fuori, nel giardino color lampone di casa Tonks.
Lily aveva i capelli raccolti in due crocchie ai lati ed era al centro del giardino, con un mazzo di gigli in mano.
Erano fiori immortali, e cambiavano colore in base alla vicinanza della persona amata, da bianchi a rosa pastello.
James arrivò quasi a un passo dalla ragazza e Meg gli tolse la benda.
Tutti lì erano presenti, e avevano i loro patroni che illuminavano la sera, come candele, quasi a sostituzione del chiaro di luna.
«James Charlus Potter.»Lily iniziò, emozionata e con un sorriso tremante.
James deglutì guardandosi intorno, mentre Meg indietreggiò, finendo con la schiena contro il petto di Sirius.
Arrossì immediatamente, ed si aspettava che il ragazzo si allontanasse, invece no.
Rimase immobile, dietro di lei, portandole dietro l'orecchio una ciocca di capelli.
La ragazza decise di concentrarsi sui suoi amici, nonostante i brividi lungo la schiena.
«Sono spaventata... Insomma, quest'anno è successo di tutto, il mondo ci sta letteralmente cadendo addosso, ma noi siamo qui. E io voglio fare tutte quelle cose che servono per organizzare un matrimonio, anche se sono noiose e se non avrò i miei genitori al mio fianco. Sei tu la mia famiglia, quindi...»Lily gli porse i fiori e lasciò cadere una lacrima sulla gota«James, vuoi sposarmi?»
James aveva ormai raggiunto l'apice della commozione, prese i fiori dalle mani morbide della ragazza e poi la baciò.
Tutti applaudirono felici, inclusa la piccola Nymphadora che saltellò finendo in braccio a Regulus.
Meg si ricordò di essere appoggiata a Sirius, e il ragazzo le accarezzò il dorso della mano.
«Facciamo un giro?»Sirius le sussurra all'orecchio e Meg lo seguì, non riuscendo più ad essere arrabbiata.
«Sei ancora ubriaco?» domandò quando lui le porse il casco per la moto.
«No.»
Meg salì dietro di lui, avvolgendogli le braccia attorno alla vita, per reggersi.
«Posso sapere dove mi porti?»
Sirius accelerò di proposito, prima che la moto si alzasse di più in volo Meg si strinse maggiormente a lui, e questo lo fece arrossire.
Nessuno parlò, Meg non chiese più nulla, voleva fidarsi e basta, e in cuor suo gli stava dando un'altra possibilità.
I due atterrarono sul prato, e il luogo risultò familiare a Meg, non appena vide l'albero sotto cui si sedeva a disegnare, lo stesso albero del primo incontro con Felpato, d'estate.
«Che significa?»
Sirius scese subito dopo di lei dalla moto togliendosi il casco per poi portarsi i capelli all'indietro.
«Questo è il posto in cui ti ho conosciuto davvero Megan Gold.»
Meg lo guardò e deglutì, poi tornò ad osservare l'albero.
«Ti ho incontrata per la prima volta ad Hogwarts, anni fa ma... sotto questo albero io ti ho conosciuta davvero. Disegnavi, eri così concentrata, ma sembravi triste, ho sempre pensato fossi una persona grigia. Quanto mi sbagliavo, cazzo se mi sbagliavo... tu sei la persona più luminosa del mondo, hai solo paura di dimostrarlo.»il ragazzo si avvicinò prendendole il viso tra le mani e facendola arrossire.
«Mi sono innamorato di te sentendo la tua risata, e ti chiederai come sia possibile, ma lo è stato. C'è una guerra fuori, potrebbero ucciderci anche ora, il mondo ci crolla addosso, come ha detto Evans, probabilmente questi sono i nostri ultimi momenti, perciò io non voglio sprecarli.
Sei stata il mio più grande atto di ribellione, e ne ho fatti tanti»ridacchiò leggermente per poi tornare serio «Innamorarmi di te, è stata una ribellione, contro me stesso, contro la mia parte più infima. Voglio darti una cosa, che avevo preparato già da un po' ma volevo fosse speciale...»Sirius le lascia il viso e fruga nella tasca, tirando fuori una scatolina nera, che aprì, rivelando un anello con un albero della vita inciso sopra.
Meg perse un battito e si portò le mani alla bocca.
«Megan Clover Gold, vuoi vivere ogni istante al mio fianco per sempre?»
Meg era sconvolta e felice che non se lo fece ripetere due volte, accettando la proposta.
Spazio autrice:
Allora mi scuso per l'attesa, ma ho iniziato l'università e ho già tanto da studiare. A voi come va lo studio? Parliamo un po', dunque siamo arrivati alla proposta di Sirius quindi possiamo aprire i rubinetti e piangere 💔👄💔
Raccontatemi qualcosa, vorrei essere più attiva su Instagram, quindi se volete seguitemi (clairdirection). Io sono stanchissima, conto di aggiornare più spesso ma non voglio fare promesse o altro, proprio perché ho da studiare. Comunque fatemi sapere cosa ne pensate ecc, se avete domande o altro fate pure qui sotto oppure su insta dove metterò un box.
E nulla siamo anche a più di 30K sooo grazie a tutti💖
-Chiara ☀️
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