.2.
Quella mattina, Josh non andò direttamente a scuola senza guardare nessuno in faccia e pensando tra sé e sé come faceva di solito. Quella mattina, aspettò un po' di tempo davanti a casa, osservando con attenzione chiunque uscisse di casa. Voleva vedere che faccia aveva Tyler. Non sapeva com'era fatto, ovvio, ma aveva origini libanesi, quindi doveva essere più scuro di pelle di tutte le altre persone. Uscirono diverse persone in quella via, ma nessuna di quelle sembrava essere Tyler.
Stava per andarsene, sconfitto, ma un ragazzo in particolare attirò la sua attenzione. Aveva i capelli mori, gli occhi marroni (da quello che poteva vedere, visto che era piuttosto lontano) e indossava una felpa nera, jeans attillati dello stesso colore e degli scarponcini di una tinta grigio-nero. Aveva uno zaino, quindi stava andando a scuola. Visto che nei paraggi c'era solo una scuola, Josh si sentì confidente nell'azzardare che quello fosse Tyler.
Corse fino a raggiungerlo, e lo salutò con un movimento della mano e un sorriso. L'altro sembrò confuso. «Josh?» chiese infine, per poi ricevere un cenno positivo da parte del ragazzo. Tyler sorrise, visibilmente contento, poi alzò un sopracciglio. «Non parli?»
Josh rise, mettendosi una mano dietro la testa imbarazzato. Bella mossa Josh, ora come gli dici che sei praticamente muto perché quando parli balbetti e tutti ti prendono in giro? pensò lui, prima di tirare fuori il cellulare. Tyler aspettò un momento, continuando a fissare l'amico, tanto da dimenticarsi che stava per attraversare la strada. Josh lo tirò per la manica della felpa, riconducendolo sul marciapiede.
Non appena alzò lo sguardo dal telefono, indicò le tasche dei pantaloni dell'amico, che subito capì cosa voleva comunicare e prese fuori il cellulare. Aveva un nuovo messaggio.
Jish: Scusa, non posso parlare per il momento
Rialzò lo sguardo, corrucciato, e guardò Josh, prima di rispondere.
tyjo: puoi dirmi perché?
tyjo: non sei costretto a farlo.
Jish: Ho paura.
A quella risposta, Tyler non disse più nulla per tutta la camminata verso scuola. A circa metà strada, però, offrì un auricolare a Josh, mentre ascoltava la musica in riproduzione casuale sul suo cellulare. L'altro accettò. Sembrava che avessero gusti simili, a Josh piaceva la musica di Tyler.
Arrivarono a scuola, e Josh pose a Tyler il suo auricolare, che venne riposto nella tasca posteriore dello zaino del ragazzo. «Mi è piaciuto venire a scuola con te.» disse il moro, osservando bene i capelli azzurri dell'altro. Gli piaceva quel colore, e stava molto bene a Josh.
L'altro sorrise, prima di salutarlo e andare verso Brendon, che lo stava aspettando da dieci minuti. Appena lo vide, gli corse incontro, ma non sembrava arrabbiato. «Allora, com'è andata?» disse, prendendo fuori il cellulare. Josh fece lo stesso.
Jish: Ha un bel viso
Jish: è gentile
Jish: Mi piacciono i suoi capelli
Brendon lesse i tre messaggi, per poi guardare l'amico e cominciare a gridare. «Te l'avevo detto, amico!» disse, mettendo via il cellulare. «Gli hai già raccontato del mutismo?» Josh scosse la testa. «Amico, devi dirglielo! Andiamo, se devi stare con lui per tutta la vita, è bene che sappia, no?»
A metà dell'ultima frase di Brendon, Josh aveva già tirato fuori il telefono.
Jish: Non mi devo sposare con lui, Bren
Jish: Siamo solo amici
«Per adesso!» gridò l'altro, dopo aver letto i messaggi. «Vi amerete, farete sesso come due conigli, adotterete uno zoo di gatti e bambini e poi vi sposerete!»
Jish: Non è quello l'ordine, Bren
Jish: E non mi occuperò di uno zoo di bambini.
«Lo sarà!» urlò Brendon, dopo aver visto il primo messaggio. «E tu li adotterai per amore di Tyler!» gridò, dopo aver letto il secondo. Stare intorno a Brendon era sempre così, venivi creduto pazzo. Se poi eri il suo migliore amico... Beh, eri ritenuto pazzo quanto lui. O incredibilmente paziente e che la tua anima sarà benedetta da Dio, Gesù e tutti i Santi. Josh non si era mai arrabbiato con nessuno da quando era nato, perciò lui era visto come il secondo tipo di persona.
Il ragazzo dai capelli azzurri guardò il cielo, per poi sospirare e allontanarsi dall'amico che, ormai, era in preda a una crisi ormonale. «Giosuè aspetta!» gridò l'altro, raggiungendolo di corsa e cominciando a raccontargli com'era andata la serata dopo le quattro. Non aveva fatto molto, ma abbastanza per farli arrivare in classe.
Alla prima ora avevano matematica, con il signor Sykes (a/n: non ha un fottuto senso, lo so MA LA MIA FANTASIA FA SCHIFO). I due si misero ai loro soliti posti e, mentre Brendon andava a flirtare con il professore, che era tra i più giovani e più attraenti della scuola, Josh iniziò a riguardare bene gli esercizi sull'ellisse che non gli erano venuti a casa. Non che fossero molti, visto che lui era uno dei più bravi della classe.
Si immerse in quel mondo di numeri e lettere, che non sentì che la persona di fianco a lui non era più Brendon, e che quest'ultimo si era seduto vicino a Dallon Weekes, un'altra delle sue "vittime" da un po' di tempo. «Mi piace la tua scrittura.» commentò l'altro, facendo alzare di scatto la testa di Josh. Di fronte a lui vide Tyler, che sorrideva e lo guardava con i suoi occhi color cioccolata.
Josh si impanicò per un momento, prima che Tyler gli potesse passare un foglio su cui poteva scrivere. Il ragazzo prese la penna e usò quel pezzo di carta per comunicare con l'amico.
Grazie mille.
Non sapevo che fossimo nello stesso corso di matematica.
Scrisse, per ricevere subito la risposta da parte dell'altro.
Nemmeno io. Forse perché non mi è mai interessata molto. Mi piace di più il corso del signor Armstrong.
Josh piegò un momento la testa mentre leggeva, e sfiorò il braccio dell'altro con i capelli blu.
Insegna inglese, giusto? Non sono mai stato bravo in quella materia.
Tyler sbirciava sempre mentre Josh scriveva, era curioso. E ce la faceva piuttosto bene, visto che l'altro era mancino.
Io adoro scrivere. E il professore mi da molti compiti extra per allenarmi, mi aiuta molto.
Josh sorrise mentre leggeva. Gli piaceva il fatto che fosse così in simpatia con il professor Armstrong, era difficile da capire quell'uomo. Rigido e severo, ma sempre molto altruista e disponibile, se ti prendeva bene ed eri bravo.
«Joseph! Dun!» gridò il professore, attirando l'attenzione dei due ragazzi. Entrambi alzarono lo sguardo, con gli occhi pieni di terrore. A nessuno dei due piaceva essere rimproverato, anche se Tyler ci aveva fatto l'abitudine, ormai. L'unico che lo lasciava scrivere in pace durante la lezione era il professor Armstrong. Forse perché si capivano, forse perché gli stava simpatico, o forse perché non aveva voglia di alzare la voce su di lui.
All'improvviso, come se lo stesse ascoltando, il professor Armstrong si materializzò nella stanza. Nessuno l'aveva sentito arrivare, come sempre. Era un fantasma. Tutti lo chiamavano così. Il Professore Fantasma. E quasi tutti avevano paura di lui, pochi lo vedevano come Tyler: un uomo fantastico, pieno di inventiva, moderno e un bravissimo insegnante, pronto a farsi in quattro per i suoi studenti.
L'adulto lo guardò negli occhi per un minuto buono, causando un silenzio così lungo che Josh si chiese se non fossero effettivamente tutti morti di paura alla vista dell'uomo. Alla fine, colui che causò il silenzio, lo ruppe. «Joseph, muovi il culo.» ordinò al ragazzo, che subito si alzò e lo seguì.
I due lasciarono la classe, e tutti si guardarono negli occhi, prima di realizzare quello che era davvero successo. Il professor Sykes lasciò qualche momento di libertà agli studenti come sempre dopo un'interruzione, per poi richiamare la loro attenzione battendo le mani. «Mikey, vuoi provare a risolvere quest'esercizio?» chiese con dolcezza, quasi come se stesse parlando con un bambino.
Il ragazzo interpellato si alzò e cominciò a fare come ordinato, mentre Josh guardava e riguardava il foglio su cui stava parlando con Tyler. Decise che gliel'avrebbe ridato. Dopotutto, era suo. E l'avrebbe rivisto in ogni modo, giusto?
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«Non c'era bisogno di trascinarmi via così, professore.» si lamentò Tyler, per poi sbuffare. Alzò lo sguardo verso il soffitto, aspettando che l'altro gli risponda. Di solito faceva così quando aveva scritto una metafora sbagliata, o non aveva fatto rima. O ancora peggio, era andato fuori traccia. L'ultima volta che l'aveva fatto, non lo fece scrivere per una settimana. Fu una cosa terribile.
L'uomo lo prese per il braccio e lo trascinò nella sua aula, vuota. «Stai relazionando i tuoi lavori.» rispose lui, senza dargli il tempo di capire quello che stesse dicendo. «I conigli li avevi scritti per la prima volta nel lavoro di tre settimane fa, li hai menzionati di nuovo in questo. La caduta è un tema ricorrente, come le fiamme e il gelo, l'anima e il sangue.» spiegò, mentre tirava fuori i diversi lavori dalla cartella del ragazzo. Li cercava tutti, ogni singolo pezzo che stava citando, come se da questo dipendesse la sua vita.
Tyler lo guardò con uno sguardo quasi preoccupato, non l'aveva visto così agitato riguardo i compiti extra che gli dava da fare a casa. «Ho... Ho sbagliato qualcosa, professore?» si azzardò a chiedere, senza sapere davvero cos'altro dire. Era veramente agitato a riguardo.
Lui alzò lo sguardo, gli occhi azzurri scrutavano l'anima del ragazzo. «Tyler, no di certo.» disse infine, con una voce dolce. Dolce. Il signor Armstrong. Sembrava quasi una presa in giro. Non era mai stato nemmeno vicino al "gentile". Nonostante ciò, lui continuò. «Stai iniziando a prendere dei punti saldi per la tua poesia e scrittura in generale. È solo un bene, stai migliorando.» spiegò, abbozzando a un sorriso. Tyler sorrise di rimando, piegando la testa di lato e lasciando che i riccioli mori si muovessero con essa.
«Grazie per tutto, professore.» rispose lui, catturando l'attenzione dell'uomo che, intento a sfogliare ancora tutti quei fogli, alzò lo sguardo, quasi sorpreso. Che nessuno gli avesse mai detto "grazie"? Sembrava strano, era uno dei migliori insegnanti della scuola.
Alla fine, però, parlò. «Hai ancora tre anni con me, Tyler. Ringraziami in quinta.» rispose, riordinando tutti i lavori del ragazzo e rimettendoli dentro la cartellina che, ormai, stava per scoppiare. «E non sprecarli.» aggiunse, mettendo via tutto dentro l'armadio e rivolgendosi di nuovo a Tyler. «E adesso sciò, ho delle cose da fare. Su, il professor Sykes ti starà aspettando. E sappiamo entrambi i tuoi voti in matematica.»
«Sì, grazie professore.» lo ringraziò ancora lui, prima di lasciare l'aula. «Abbia una buona giornata.» lo salutò infine, avviandosi verso la sua classe, sentendo la porta sbattere dietro di sé.
Era davvero fortunato, ad avere un professore come Billie Joe Armstrong.
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La lezione del professor Sykes era sempre più noiosa per Brendon, non ne poteva più. E di certo il suo compagno di banco non voleva parlare con lui per farlo divertire di più, era un secchione in tutte le materie scientifiche. Così, sfruttò ancora il fatto di avere un gruppo di gente random sul cellulare.
Satan: Noiaaaaaa
Satan: CHE QUALCUNO MI PARLI
Pattycakes: Sei tu il fondatore del gruppo?
Satan: Sì Pattycakes, ora fammi divertire.
Pattycakes: No.
Satan: Siete tutti così antipatici, uff
Pepe: demente
Pepe: cosa minchia parli adesso
Pepe: se la Williams mi becca, mi fa il culo ._.
Satan: Lo proteggerò io.
Satan: Perché tu, Pepe
Satan: Hai un culo meraviglioso
Satan: E solo io posso toccarlo >:3
Pepe: no, non ti ho mai dato il permesso.
Satan: Ti sembra che io abbia bisogno del permesso per palpare un bel culo?
Pepe: ...
Pepe: no ma
Satan: Ma?
Pepe: non mi piace, sappilo
Satan: A nessuno piace farsi palpare il culo da uno straniero
Satan: Ma io, caro Pepe
Satan: Sono la tua puttanella :3
Pepe: basta che tu non faccia sesso con me e siamo a posto
Satan: Ma no, l'abbiamo già fatto
Pepe: appunto
Pepe: e poi hai fatto girare una foto del mio pene sul web
Satan: Perché è un bel pene
Pepe: .-.
Gee~: Grazie al cazzo qualcuno che parla
Gee~: Oh, parlate dell'amico di Wentz?
Pepe: way, non aiuti.
Gee~: Volevo dirti che non era male comunque
Gee~: Ne ho visti di peggio
tyjo: cristo santo, perché state parlando di peni a destra e a manca.
Satan: TYJO CIAO
Satan: COM'È ANDATA CON ARMSTRONG?
Satan: AVETE FATTO UNA BELLA SCOPATA?
tyjo: se continui a parlare di peni e sesso, ti castro con un calcio.
tyjo: il professore mi ha solo esposto i problemi della mia scrittura, tutto qui
Satan: E perché sembrava così incazzato?
Satan: Sembrava volesse romperti in tanti pezzettini per poi fare mangiare il tuo cazzo al cane a casa sua
tyjo: non ce l'ha nemmeno un cane.
tyjo: e poi, fa sempre così quando sbaglio qualcosa nei miei lavori.
Pepe: sembrate amici di vecchia data
Gee~: Quoto Wentz
tyjo: lo conosco da un paio d'anni, forse tre.
tyjo: ci parliamo sempre per la mia scrittura, non per parlare piacevolmente tra di noi.
Gee~: Oh
Gee~: Come Sykes e Josh quindi
tyjo: immagino di sì.
Gee~: Figo
Satan: WOOOOOO È FINITA LA PRIMA ORA
Satan: RAGAZZI, HO BIESARK
Satan: LA PUTTANELLA SE NE VA
tyjo: Dio, aiutami tu.
tyjo: vado anche io, ho un'ora con il signor Armstrong.
Gee~: Urine, ti raggiungo
Pepe: uh, Joseph abbiamo una classe insieme
tyjo: Armstrong pure tu?
Pepe: già
tyjo: oh bene, raggiungimi, ti tengo un posto.
Pepe: grazie mille, arrivo subito u.u
tyjo: figurati, non c'è di che.
Satan: ...
Satan: Perché ti comporti gentilmente con tutti e non con me?
Satan: ;-;
tyjo: te l'ho già spiegato ieri.
Satan: Stamattina*
tyjo: sì.
tyjo: l'ultima volta insomma.
tyjo: ciao, devo andare.
Satan: ;-;
Gee~: Rip Urine
Satan: Muovi il culo Way, dobbiamo arrivare in classe, su
Gee~: Io ci sono già, sei tu che non ti muovi
Satan: ... Fanculo.
Gee~: :3
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NON C'È ETÀ CHE REGGA STA ROBA OKOK FACCIAMO FINTA CHE SIA COSÌ MH
+ PERCHÉ CASPIO HO MESSO BILLIE JOE NON LO SO MANCO IO, VISTO CHE NON ASCOLTO I GREEN DAY MA OKAY, FACCIAMO FINTA MH
MANCA SOLO MELANIE MARTINEZ COME PROF DI SPAGNOLO E MI SARÒ FATTA DI DROGHE PESANTI UFFICIALMENTE.
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