Losing You [Rin & Kitay, La Guerra dei Papaveri]
Personaggi: Rin & Kitay, Nezha.
Fandom/libri: La Guerra Dei Papaveri, La Repubblica del Drago, La Dea in Fiamme.
! Spoilers per l'intera trilogia della Guerra dei Papaveri !
Because once you have an anchor, they become a part of your soul. Your very existence. They know your thoughts. They feel what you feel. They are the only ones who completely and fully understands you."
[ fanart di Treelore su Ig ]
*****
Ti ho perso.
Ti ho perso per sempre.
Kitay aveva gli occhi ancora aperti, il corpo tremante, mentre il pensiero faceva vibrare la sua testa. Il suo respiro era debole e la bocca tirata in una smorfia di dolore, le mani macchiate di sangue fresco che si muovevano lentamente in cerca di un appiglio inesistente. Sentì un tuono squarciare il cielo.
Non provava dolore per via della ferita che si era procurato. La cosa più dolorosa che avesse potuto mai capitargli era lo squarcio che Rin gli aveva appena inflitto dritto nel cuore. I loro corpi era così vicini, come due estensioni dello stesso, eppure adesso estranei tra di loro. Era così che ci si sentiva quando si diventava nemici?
Kitay aveva tentavo di bloccare la connessione della Fenice che Rin aveva- ma il punto era che non ci era mai riuscito. Non dimostrava resistenza, non si opponeva. Per questa sua debolezza, non aveva mai realmente tentato di fermarla, non curandosi della devastante agonia che la sua mente passava ogni singola volta che lei usava il potere della Fenice. Un codardo, si, ma le avrebbe lasciato fare in ogni occasione quello che desiderava. Perchè le voleva bene, l'amava in un modo incondizionato, avrebbe fatto di tutto per lei. Era questo il suo punto debole.
Adesso, però...sembrava quasi che lui potesse scegliere, almeno in parte. Alleggerire il dolore, suo, di Rin e di Nikara- anche per Nezha, con la sua limitata forza di volontà. Magari un suo minimo gesto avrebbe potuto cambiare la sorte. O almeno così sperava.
Lanciò uno sguardo a Rin, la sua mente immersa nei pensieri. Pensò a tutte le esperienze che avevano passato insieme ed un brivido lo percorse per la schiena- tutte le volte che l'aveva confortata, abbracciata, che l'aveva baciata sulla fronte e che le aveva detto di tornare da lui sana e salva. Aveva sempre avuto una scelta, alla fine. Ed essa era sempre legata a Rin. Kitay maledì il modo in cui la storia si muoveva e trasferiva in circoli viziosi e spietati, la maniera in cui le braccia del fato li costringevano ad arrendersi, circondati oramai dalla miseria, e a cedere sotto le speranze che si erano costruiti. Quanto ancora sarebbe stato necessario per la pace? Quanti uomini ancora avrebbero dovuto morire davanti ai loro occhi? Kitay aveva visto quanto la guerra potesse spingersi ai suoi più orridi confini. Quanto le persone potessero spingersi ai loro orridi confini, lasciando da parte la loro coscienza ed il loro senno. Pensò a come in quel momento avrebbe potuto trovarsi alle montagne di Yuelu, ad approfondire la sua conoscenza e a studiare insieme a sua sorella, lontano dal caos. Non era mai voluto diventare un soldato- anche Rin lo sapeva. Ma adesso era oramai quello che era; la strada a cui era destinato, realizzò, era la stessa alla quale era destinata anche Rin, perchè il loro legame era più forte di qualsiasi altra cosa, e perchè l'amore che nutrivano l'uno nei confronti dell'altro aveva legato insieme i loro fati, come cuciti ed intrecciati con cura su un telaio.
Ma il suo cuore non apparteneva più alla sua migliore amica. Entrambi stavano lentamente diventando resti di cenere- Rin non gli aveva dato scelta. Non gli dava mai scelta. E anche se non voleva ammetterlo a se stesso, era lei che li stava rovinando, era lei li aveva sempre spinti sul lastrico e che non vedeva mai dei chiari morali. E nonostante voleva urlarle in preda alla disperazione che avrebbe dovuto smetterla di consumarlo e di usare la testa una volta per tante, non riusciva a pensare altro oltre ad un semplice "Ti voglio bene". Perchè nonostante tutto, era sempre così. Cazzo. La sua volontà non gli avrebbe mai realmente permesso di odiarla.
Era forse una cosa patetica. Non le stava parlando, ma osservando con occhi bagnati da lacrime amare, la forza del corpo che lentamente lo lasciava andare. Rin sembrava spaventata, il suo sguardo vitreo e rotto come un vetro in mille pezzi. Sentì le sue mani accarezzarlo gentilmente, il suo respiro spezzato dai singhiozzi, la bocca socchiusa che cercava le parole ma non riusciva a formularle.
Ancora, altri pensieri attraversarono la sua mente. Si ricordò di quando erano a Sinegard, quando la guerra sembrava ancora un gioco, il tempo in cui erano degli ingenui ragazzini che non sapevano niente riguardo a quello che avrebbero dovuto affrontare in futuro. Il giorno in cui si erano incontrati, le giornate che passavano a studiare insieme, tutte quelle volte che avevano riso e scherzato o si erano allenati fianco a fianco. Quando cercava sempre delle scuse per non affrontarsi con lei, perchè non avrebbero mai potuto farsi del male a vicenda nemmeno per scherzo. Che ironia..
Si ricordò di una delle recenti notti ad Arlong. Rin era entrata all'interno della loro tenda più tardi del solito con uno sguardo assente e pensieroso, passandosi l'unica mano funzionante sopra il suo viso e tirando un sospiro esasperato.
"Cosa ti ha fatto restare così tanto?" La voce di Kitay era appena udibile.
"C'è stata una disputa. Lo sai com'è." Stava ovviamente alludendo ai loro generali, anche se Rin non andava mai nel dettaglio a spiegare situazioni del genere.
Kitay non disse niente, ma fece scorrere invece il suo sguardo sulla mappa che era posta di fronte a lui per un'ultima volta, tracciando una linea con il dito lungo i principali canali di Arlong. Il ragazzo era più nervoso del solito e cattivi presentimenti non facevano che assalirlo in modo constante.
Rin si sedette per terra e si toccò per poco i capelli scuri e leggermente mossi, che adesso le sfioravano il mento. Era vicina a Kitay, gli occhi bassi e persi davanti a sé. Stettero in silenzio per momenti che sembrarono infiniti, poi d'un tratto la Sperliana prese nel modo più delicato possibile la mano destra di Kitay nella sua unica disponibile, e strinse saldamente la prese, strofinando il pollice sulla sue pelle chiara.
"Cosa facciamo se il piano non funziona?"
"Kitay. Funzionerà."
"Ne sei così sicura?"
Rin chiuse i suoi occhi e deglutì, il suo petto che si abbassava e rialzava in un modo irregolare.
"Non lo so. Vorrei saperlo, ma non ne ho idea."
Kitay la osservò ancora per un po' e poi intrecciò le loro dita.
"Pensi che sarai in grado di sconfiggere Nezha?"
La ragazza rimase quieta. Il suo volto appariva molto giovane adesso, anche se la sua faccia era chiaramente segnata dalla stanchezza. La sua mandibola era tesa in avanti, ma il mento era stato scosso da un lungo tremito. Sembrava quasi vulnerabile. Davanti gli occhi di Kitay, adesso, non si trovava né una potente e distruttiva Dea o una spietata guerriera, semplicemente Rin. La sua Rin. Sembrava così piccola ora, così fragile.
"Sopravviveremo la battaglia. Faremo in modo che il mondo non possa più toccarci. Resteremo insieme."
Kitay soffermò i suoi occhi sulle loro mani intrecciate, sospirando in modo leggero. La voce della sperliana era tremante.
Rin collassò sul grembo di Kitay e chiuse e chiuse gli occhi, la mandibola leggermente tesa all'insù. Poteva percepire la sua tensione.
Kitay non sapeva realmente cosa pensare- l'esito della battaglia era incerto, la possibilità di morire era altissima. Sapeva però anche che la resilienza di Rin era da sempre stata immensa, e che rispetto agli altri uomini lei era una divina arma letale.
Nonostante questo, era spaventato dalla morte.
"Ho paura."
Rin lo stava scrutando ed il suo tono di voce era adesso quasi inudibile.
Kitay non rispose.
Passarono altri secondi di silenzio, mentre il giovane cercava di evitare gli occhi della ragazza.
"Parla, cazzo. Perfavore. Ho bisogno di sentire la tua voce."
Rin allungò le mani al livello del viso di Kitay e le sue dita divennero subito umide, bagnate dalle lacrime che adesso scorrevano sul suo viso.
Sapeva quanto lei odiava vederlo piangere, ma non poteva farci niente.
"Ehy, idiota. Non piangere per me."
Il tocco gentile di Rin era l'unica cosa che al momento lo stava facendo rimanere stabile. La ragazza lo circondò con le sue braccia, premendo la faccia nel suo incavo del collo.
"Forse è meglio dirsi addio. Almeno, se non-"
"Non ti azzardare a dire una parola. Non ti lascerò morire. Ti proteggerò, come ho sempre giurato."
Kitay guardò finalmente Rin dritto negli occhi e fu in grado di fare un sorriso rotto.
"D'accordo." La voce del ragazzo adesso era stranamente calma.
Quella notte i due dormirono abbracciati, sperando che il mondo, come aveva detto Rin, non li avesse più toccati.
Il dolore di accettare che quella non sarebbe mai stata una realtà possibile era estenuante.
La sua mente passò al massacro di Golyn Niis e di come era riuscito a sopravvivere ad esso, poi il momento in cui aveva scoperto che la sua famiglia era morta per gli Dei sanno quali orribili motivi. E l'unica cosa che l'aveva sempre portato avanti era Rin. La sua migliore amica e anima gemella. Perchè se lei avesse visto Kitay arrendersi, non avrebbe potuto farcela da sola. Il loro legame era sempre stato troppo forte.
Adesso, tuttavia, il suo petto batteva ad un ritmo sregolato ed il suo cuore era intriso di disperazione e miserabile tristezza. Sentiva il dolore di Rin. La osservava. Non aveva bisogno del loro legame tra anime per capire quello. I suoi occhi si persero sulla figura della sperliana che ora parlava a Nezha, sulla sagoma del pugnale che teneva stretto tra le sue dita.
La sua mente rallentò per un attimo. Era sdraiato completamente adesso e non osava azzardare nemmeno un singolo movimento.
Vide la disperazione e la genuina paura negli occhi di Nezha. Non potè fare a meno che provare pena nei suoi confronti. Capì che anche lui stava comprendendo cosa doveva fare.
Kitay non poteva vivere senza di lei, e l'idea che loro due non avrebbero potuto più essere dallo stesso lato, a sostenersi e a combattere di fianco all'altro- era semplicemente atroce. Viveva per lei, e sarebbe morto per lei.
Gli occhi di Kitay puntarono sulle mani adesso congiunte di Nezha e Rin. Non riusciva bene ad identificare la sua voce, ma Nezha stava sicuramente contestando qualunque cosa Rin avesse proposto. Non lo biasimò. I suoi occhi blu erano spalancati e immersi in un totale terrore. Abbassò lo sguardo sul pugnale che entrambi stringevano solidamente tra le dita.
Rin stava tentando di controllare le proprie emozioni. Il suo viso era contratto in una smorfia di dolore puro, la fronte iperlata di sudore ed i suoi occhi castani che risplendevano- non illuminati da una luce rossa, ma chiara e dorata. Erano tristi.
Kitay tentò di non singhiozzare e di resistere l'impulso di andare a stringerla tra le sue braccia per tenerla al sicuro, ma il suo corpo era oramai bloccato in modo permanente.
Continuò a guardare in silenzio. Nezha aveva cessato di contestare, e la osservava in preda al nervosismo. Kitay scorse un tremolio che attraversava le sue mani chiare.
Prima di procedere, Rin guardò Kitay. Lui non disse niente, non pensò niente, ma si limitò a darle un cenno che le avesse dato il permesso che aspettava.
Quandò Nezha calò il pugnale dritto sul cuore della ragazza, il dolore iniziò a propagarsi anche nel petto di Kitay senza lasciargli un secondo di respiro. Era una sensazione atroce.
Non si era accorto che le lacrime ormai gli bagnavano il viso. L'unica cosa che attraversò la mente di Kitay nei suoi ultimi attimi morenti fu Rin. Rin, Rin, Rin. Cercò con lo sguardo la sua sagoma, ma riuscì solo a scorgerla per un momento prima che Nezha la prendesse a terra tra le sue braccia tremanti. Sentì pronunciare delle parole ma non riuscì a capire bene cosa stesse dicendo. Non gli importava. L'unica cosa che gli importava adesso era lei.
Con un debole e doloroso sorriso sulle sue labbra, sussurrò un quasi inudibile "Ti voglio bene, mia coraggiosa guerriera." Sperò che Rin potesse sentirlo, anche se era tecnicamente impossibile. Nessuno lo stava ascoltando.
Eppure, era felice che quello fu il suo ultimo pensiero. Che fosse lei la cosa alla quale aveva rivolto il suo sguardo prima di morire.
Un'ultima lacrima scorse sulla guancia di Kitay, isolata da tutte le altre. Il cielo aveva smesso di tuonare.
Dopo quello, buio totale.
***
Rin fu colta da un brivido gelido mentre si risvegliava. Spalancò gli occhi, con i muscoli tesi ed il respiro affannoso. L'ambiente che la circondava era totalmente differente da quello in cui si trovava prima, l'erba che le solleticava i piedi ora nudi, il cielo buio, la luna che risplendeva nel cielo come unica fonte di luce disponibile. Si guardò intorno in cerca di minacce, muovendosi in modo silenzioso. E- oh. Ovvio che nessun pericolo era imminente.
Era morta. Questa che le si presentava davanti era una nuova vita. Non c'era più nessuno da combattere, nessuna Fenice che le sussurrava all'interno della testa.
Chiudendo per un secondo le palpebre, Rin si ricordò della faccia terrorizzata e ringiovanita di Nezha, del pugnale, delle sue braccia tremanti e stanche- e della ferita sanguinante sul suo cuore che ormai era inesistente.
Non riesciva a pensare a lui come un codardo. Anche se avrebbero potuto vincere contro gli Esperiani insieme, non era quello il modo in cui dovevano andare i fatti- come la storia si doveva concludere una volta per tutte. Nezha aveva assunto il peso che lei non avrebbe mai potuto reggere, sacrificando il suo corpo ed il suo onore per la salvezza di Nikan.
Con un sospiro debole, Rin congiunse le sue mani insieme. Un attimo dopo, però, sbattendo gli occhi, realizzò che la sua mano destra era effettivamente lì, non più inesistente come una volta.
Fece qualche passo in avanti, toccandosi ogni tanto la tunica che aveva addosso. Era di un rosso scuro, stretta in vita da un laccio nero e lucente.
Non era più insanguinata e non sentita alcun tipo di dolore, eppure il suo petto continuava a stringersi in continuazione. La testa le batteva.
Kitay.
I suoi occhi vagarono sul paesaggio che la circondava per alcuni secondi- e poi finalmente lo vide.
Era seduto per terra, con la schiena appoggiata ad un tronco di un imponente albero. I suoi capelli ricci e scuri erano più lunghi del solito ed erano scompigliati dal vento, lo sguardo rivolto in alto ad ammirare la luna. Indossava la sua stessa tunica, e teneva in mano un pugnale. Oh. Quel pugnale.
Con le gambe tremanti e cercando di trattenere le lacrime, Rin si avvicinò a lui e si accorse che anche la sua ferita era svanita.
La ragazza lo osservò per qualche momento. Il suo corpo era rimasto lo stesso, fragile e ricoperto da chiare lentiggini, così come il suo viso, che adesso sembrava non trasmettere alcuna reale emozione. Quando Rin gli fu completamente accanto, Kitay non la guardò. I suoi occhi rimasero fissi sulla luna.
Il cuore della sperliana ebbe un'altra stretta, più forte di quelle precedenti, ma che lei cercò di ignorare. Non voleva risultare troppo debole, adesso, davanti ai suoi occhi, doveva trovare le giuste parole da dirgli.. Da un lato, però- importava davvero, oramai? Kitay era la persona che la conosceva meglio al mondo, l'unico che le era sempre stato accanto e che l'aveva stretta tra le sue braccia quando il mondo sembrava troppo crudele anche per lei, la paura di morire sempre costante.
C'erano tante, troppe cose che gli voleva dire.
Prendendo un esile respiro, Rin trovò finalmente il coraggio di parlare.
"Non ti meritavi questo."
La sua voce era pateticamente fragile, e risultò come un sussurro portato dal vento della notte.
Kitay mosse una mano vicino alla fronte per scostarsi i capelli.
"Si. Lo so. Sono preoccupato per Nezha. Avrei potuto aiutarlo."
Per quanto potesse darle fastidio che Kitay avesse già spostato la conversazione su Nezha- aveva ragione. La mente del suo migliore amico era brillante, lo era sempre stata, ed il lavoro di Nezha a Nikara sarebbe stato evidentemente molto meno complicato se avesse avuto Kitay al suo fianco.
Rin non sapeva cosa dire. Non sapeva quanto sarebbe contato dirgli un "mi dispiace" o scusarsi. In fondo, lui già lo sapeva. Lo osservò ancora.
"Non volevo che morissi. Eri troppo buono per tutto questo casino. Anche se siamo legati, le nostre anime sono così differenti...e il mio spirito non merita il tuo. Eri meglio di me e di tutti noi, Kitay."
Gli occhi di Rin stavano cominciando a diventare bagnati. La ragazza si morse la lingua.
"No."
Rin sussultò, mentre lui aveva adesso spostato gli occhi castani dritti nei suoi. Non riusciva bene ad identificare le sue emozioni- non riusciva a capire il perchè, dato che ne era sempre stata in grado- forse tristezza, forse malinconia, forse amaro rimpianto.
"Se fossi stato meglio di te o di qualunque altro, ti avrei fermata prima. Ma ho sempre, sempre fatto cosa tu volevi. Non ho mai tradito la tua volontà, anche se questo sarebbe stato per il bene."
Dalla gola di Rin salì un suono rotto. Cercò di fare del suo meglio per non scoppiare in lacrime.
Continuò a guardarlo in silenzio.
"Mi odio. E ti odio per quello che hai fatto. Ma non potrei mai vivere in un mondo dove tu non esisti, Rin. Penso tu- penso tu lo sappia già."
La ragazza singhiozzò e si lasciò cadere sulle ginocchia. Si spostò accanto a Kitay, la bocca incrinata e gli occhi socchiusi ed umidi.
Lo cinse tra le sue braccia in modo protettivo, stringendolo e assicurandosi che in quel momento nessuno potesse separarlo da lei. Kitay si lasciò andare nell'abbraccio e sospirò nell'incavo del collo di Rin, chiudendo gli occhi. Proprio come lei aveva fatto quella sera nella loro tenda. Le passò una mano tra i capelli, pian piano, in modo delicato, come se avesse avuto paura di farle del male.
Stettero così per infiniti minuti. Una volta che Rin lo lasciò andare, gli sorrise. Un sorriso sincero, leale.
Guardarono la luna assieme, ed in quel momento, c'erano solo Rin e Kitay.
***
Nota autore:
No non so se qualcuno conosce questa trilogia in Italia. Si ho scritto ugualmente la one shot perchè questi due mi fanno soffrire molto e voglio condividere il mio dolore lmao. Consideravo di scrivere altre one shot sulla Guerra Dei Papaveri ma non so..(in realtà ho già altre idee in mente per future oneshot)
Comunque, spero vi sia piaciuta.
piaciuta-
- Liz
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