Credevo che vederla venire verso di me, verso l'altare, mi avrebbe reso l'uomo più felice del mondo. Avevo immaginato questo momento tutta la vita. Avevo sognato il momento in cui, prendendola tra le braccia, l'avrei portata nella nuova casa solo nostra. Avevo pensato al momento in cui l'avrei baciata tutta la notte e tutto il giorno successivo, e alle feste e ai bagordi della luna di miele. Invece, ora, ho solo una donna in mente. E non è quella che sta ormai di fronte a me, con il velo bianco a celarle il viso. Scopro che colei che dovrebbe essere in poche ore la mia futura moglie non è più la donna che amo. Mi sorride, ingenuamente. Mi sento un mostro per ciò che sto per fare, ma un flash mi abbaglia. Un paio di occhi verdi come la giada, malinconici e profondi, due gote rosse per il freddo, capelli scuri, forse neri, e un sorriso, scarlatto, infuocato, aggressivo, in contrasto con tutto il resto. Torno alla realtà quando il parroco comincia a parlare. Voglio scappare.