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EPILOGO

- Yachi, ho altri pazienti per oggi?- chiese Koutaro, affacciandosi alla porta del suo ufficio.

Yachi controllò il foglio davanti a lei, dove segnava tutti gli appuntamenti.

- Nessuno- affermò - puoi andare al tuo impegno-.

Il ragazzo sorrise.

- Perfetto! A presto allora!- esclamò, uscendo dall'ufficio.

- A domani- lo salutò Yachi, ricevendo in cambio un sorriso dal maggiore.

Bokuto si affrettò a salire per andare nel suo appartamento a cambiarsi; aveva già preparato tutti i vestiti necessari, visto che doveva andare in un posto leggermente lontano, per cui non aveva molto tempo.

Si fece la doccia e si cambiò velocemente: era da tempo che non usciva per andare a farsi una bella serata in compagnia, visto che aveva un gruppo di amici molto impegnato, per cui aveva optato per vestirsi semi-elegante e di godersi al massimo la serata.

Si sistemò i capelli, mandò un po' di foto a Tsukki giusto per farlo irritare un po', in cui gli chiedeva se stesse bene, e ovviamente fece lo stesso anche con Oikawa e Suga, giusto per ricevere un po' di complimenti.

Dopodiché, prese le chiavi, il portafogli e il telefono e uscì di casa; salì in macchina e mise il navigatore.

Aveva lasciato al suo compagno di bevute di quella sera il compito di scegliere il locale, e sperava che fosse un bel posto, anche se avevano gusti piuttosto simili per cui si fidava di lui; lo conosceva bene in fondo.

Accese la radio e partí, un sorriso in volto, deciso a godersi quella serata di tranquillità.

Era un po' che non se ne prendeva: dopo aver concluso quella storia, si era dato parecchio da fare con dei nuovi pazienti, e tra una cosa e l'altra alla fine non aveva avuto molto riposo.

Quasi quattro anni ormai... Faceva quasi fatica a credere che fossero passati così in fretta.

Quando aveva un obiettivo gli pareva quasi che le giornate fossero infinite, aveva solo quello in mente, e aveva vissuto ogni giornata appieno.

Da quando invece non aveva più quell'obiettivo fisso in mente, gli pareva che le giornate volassero, a malapena si accorgeva dello scorrere del tempo e dell'arrivo di eventi importanti, come compleanni o anche Natale.

Si, una volta si era quasi dimenticato Natale... Fortuna che c'era Yachi a ricordargli tutto, e anche Suga lo chiamava spesso, per cui era coperto.

Tsukishima ancora si ostinava a ignorarlo metà delle volte, ma sapeva che gli voleva bene, per cui andava bene così.

La sua fama come psichiatra stava crescendo, ma lui continuava a cercare di non esagerare con i pazienti: le persone in fondo erano tutte uniche e speciali, tutte loro avevano bisogno che le si dedicasse il giusto tempo, ed era ciò che lui cercava sempre di fare con chiunque.

Forse per questo era così amato.

- Bè, in fondo sono fantastico- affermò, mentre fermava l'auto nel parcheggio del bar.

Scese e si diresse verso l'entrata, iniziando a guardarsi intorno per cercare il suo compagno per quella serata.

- Hey Koutaro!-. Si voltò e sorrise.

- Hey Hey Hey Tendou!- esclamò, avvicinandosi al bancone, dov'era seduto il ragazzo.

- Sei arrivato in fretta!- commentò Satori con un sorriso.

- Non potevo certo mancare all'appuntamento con il mio paziente preferito- Koutaro gli fece l'occhiolino mentre si sedeva di fianco a lui.

- Non sono più tuo paziente da tre anni- rise Satori.

- Si, ma rimani il mio preferito- Koutaro si voltò verso il barista - può portarmi una birra?-.

- Certo- rispose l'uomo, e Bokuto tornò a guardare l'amico.

- Tornando a noi...- fece un sorriso malizioso - com'è andato il tuo viaggio a Parigi?- chiese.

Anche Tendou sorrise e alzò la mano, mostrando l'anello all'anulare.

- Sono ufficialmente fidanzato!- esclamò.

Dopo ciò che era successo, avevano rimandato un pochino il loro viaggio, e tra Tendou e le sue nuove idee per la pasticceria e gli allenamenti di Ushijima erano riusciti a partire solo di recente; ma finalmente, la grande proposta era arrivata.

Gli occhi di Bokuto si illuminarono ancora di più.

- Come sono felice per te Tendou! Te lo meriti tanto!- esclamò, sporgendosi dallo sgabello per abbracciare il ragazzo - fai gli auguri anche a Ushijima!-.

- Lo farò!- dichiarò il rosso, stringendolo a sua volta - a proposito, vuoi farmi da testimone insieme a Semi-Semi?-.

Bokuto lo fissò negli occhi, la bocca spalancata.

- Dici davvero?!- esclamò.

- Ma certo! Sei uno dei miei più grandi amici in fondo!- dichiarò Satori - e so che sei ancora offeso perché non potrai farlo al matrimonio dei tuoi amici-.

Bokuto mise su un'espressione triste; Daichi l'aveva chiesto ad Asahi e Tanaka, mentre Suga a Yaku e Oikawa, e Bokuto sapeva bene che erano le scelte migliori, ma fingersi un cucciolo offeso era comunque divertente.

- Da questo momento, sei molto più mio amico tu di loro!- dichiarò, abbracciando nuovamente il ragazzo, che scoppiò a ridere.

- Ne sono onorato! Ma sia per il loro che per il mio... Dovresti trovare qualcuno che ti accompagni- commentò Satori.

Prima che Bokuto potesse ricordargli che c'era solo una persona che gli fosse mai interessata nella sua vita, Tendou gli indicò alle sue spalle con un cenno del capo.

Bokuto si voltò e sbarró gli occhi: seduto a un tavolo del locale, c'era Akashi, da solo, intento a sorseggiare un drink.

Tendou avvicinò le labbra al suo orecchio.

- Non ho scelto questo locale a caso- sussurró, e Bokuto si voltò nuovamente verso il ragazzo, che gli rivolse un sorriso.

- Hai aiutato tutti noi a ottenere la nostra felicità... E adesso, noi ti aiuteremo con la tua!- scese dallo sgabello - Ushi mi aspetta in macchina; fammi sapere come va!- esclamò, prima di allontanarsi.

Bokuto sorrise: aveva veramente degli amici fantastici.

Afferrò la birra che il barista gli aveva appena passato e gli lasciò i soldi; ne bevve un sorso per darsi la carica e si alzò, dirigendosi verso il tavolo del minore.

Lo osservò, e adesso che non era più il suo psichiatra poteva ufficialmente dirlo: era davvero un bel ragazzo.

Per qualche motivo, i suoi capelli gli facevano venire voglia di passarci le mani in mezzo; per non parlare di quegli occhi quasi glaciali, che si guardavano intorno ispezionando sempre tutto, ed espandevano il loro bellissimo colore in tutto il mondo; il suo volto era delicato, ma allo stesso tempo aveva sempre un portamento e un'espressione tranquilli ma decisi, come se gli interessasse solo ciò che voleva fare e non intendesse farsi prendere da altro.

Bè, al suo corpo ci avrebbe pensato in un altro momento, adesso era meglio andare da lui.

- Scusami, è libero questo posto?- chiese.

Akashi alzò di scatto la testa e il suo cuore perse un battito: Bokuto era come lo ricordava, con i capelli sempre sparati in aria, gli occhi dorati che insieme al suo sorriso parevano illuminare il mondo che aveva intorno... E sicuramente, vestito così risultava ancora più sexy.

Deglutì appena: si era ritrovato in quelle zone quasi per caso per un'intervista, e quando Suga gli aveva detto che Bokuto quella sera sarebbe dovuto andare a fare un giro con Tendou, non aveva resistito al pensiero di poterlo finalmente rincontrare.

Si schiarì leggermente la voce.

- Si. Ma a meno che tu sia qui per un'intervista, ti pregherei di sedersi di fianco a me; se ti sedessi di fronte mi sembrerebbe qualcosa di troppo formale, e non penso sia la tua intenzione- commentò.

- Vedo che sei bravo a comprendere gli altri- affermò Koutaro, mentre si sedeva di fianco a lui - che lavoro fai?-.

- Ho iniziato quest'anno a fare ufficialmente il giornalista... Nel tempo libero sono uno scrittore- dichiarò Keiji.

- Un lavoro veramente interessante! Ti è mai capitato di intervistare il miglior psichiatra di tutta Tokyo?- chiese Koutaro, facendogli l'occhiolino.

- Non penso di averne avuto l'onore- affermò Keiji - ma se hai un po' di tempo libero, potremmo organizzare un appuntamento-.

Bokuto assunse un'espressione maliziosa.

- Un appuntamento eh? Non mi dispiacerebbe per niente- si avvicinò leggermente a lui - potremmo avere questa intervista in un ristorante che conosco, che ne dici?-.

Akashi finse di pensarci per un attimo.

- Non penso di avere problemi; tranne un matrimonio di amici, non avrò molti impegni nelle prossime settimane- dichiarò.

- Un matrimonio eh? Ci vai con qualcuno?- chiese Koutaro, un lieve sorriso in volto.

- Non ho ancora trovato un cavaliere che mi accompagni- dichiarò Keiji, allungando la mano e afferrando il suo drink; girò leggermente con la cannuccia, prima di portarsela alle labbra, continuando a fissare il ragazzo negli occhi.

- Bè, io devo andare a due matrimoni, e sarebbe brutto andarci con due persone diverse...- commentò Koutaro.

- Hai già qualche candidato?- chiese Keiji.

- Non ancora. Ma se ci penso, mi immagino di andarci insieme a un ragazzo moro, dai bellissimi occhi azzurri, magari un intellettuale, in grado di tenermi a bada e allo stesso tempo di comprendere tutte le mie sfaccettature...-.

- Bè, non è una persona semplice da trovare- commentò il moro.

- Per niente- affermò Koutaro, portandosi la birra alle labbra e bevendone un sorso - ma tu hai già alcune di queste qualità... Potresti possedere anche il grande dono di sopportarmi-.

- Chissà? Non ti conosco, quindi non penso di poterlo dire con certezza- fece notare Keiji.

- Cavolo, è davvero un peccato... Dovremmo rimediare a questa mancanza, non credi?- commentò il maggiore.

- Non sarebbe una cattiva idea- dichiarò il moro.

Si fissarono per un attimo, poi Bokuto allungò la mano verso di lui.

- Sono Bokuto Koutaro- affermò con un sorriso; anche Akashi sorrise e allungò la mano a sua volta, stringendo quella del ragazzo.

- Akashi Keiji-.

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