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Chapter 17


Vagamente, il suono di una campanella era stata segnalata dal corridoio, informando studenti e docenti che era arrivata la fine della giornata. Da quando avevo conversato con Harry questa mattina, non ero stata in grado di concentrarmi. Era quasi come se lui misteriosamente avesse scavato la sua strada nella mia mente, esplorando ogni pollice di essa. Il tempo passava in fretta ogni volta che pensavo a lui, avevo anche iniziato a fare scenari nella mia testa.

Il mio corpo si stava trascinando verso l'ufficio di Mr Styles, volentieri naturalmente. "Mr Styles?" Chiamai, aprendo la porta.

La sua presenza non era evidente in un primo momento, "Merda!" Sentivo la sua voce imprecare mentre la scrivania si scosse. "Ouch."

"Mr Styles, tutto bene?" Chiesi stancamente. Rapidamente apparve da sotto la scrivania, tenendosi la testa con dolore.

"Che diavolo stai facendo?" Ridacchiai.

"Ho lasciato cadere qualcosa." ricambiava la mia risata. "Non credi che potresti essere un tesoro assoluto facendolo per me; io sono troppo grande." Sorrisi dolcemente, camminando verso di lui. "Ci dovrebbe essere una chiare da qualche parte." Puntava il dito sotto la scrivania.

A malincuore, mi chinai per le mani e le ginocchia, strisciando sotto la sua scrivania. Notai la piccola chiave immediatamente, cogliendola nelle mie mani impetuose. "Vedi," mi alzai in piedi, raddrizzando la gonna, "Non è stato così difficile."

"Lo so." Sorrise, "Volevo solo vederti il culo, mentre ti tenevi sulle mani e sulle ginocchia."

"Mr Styles." Rimasi senza fiato, tenendo le mani sul mio cuore. "Non posso credere che l'hai fatto sul serio con me!" Feci un broncio con le labbra sarcastica.

La sua espressione era calata, le sopracciglia si solcavano in uno sguardo severo, "c'è molto di più che vorrei piuttosto fare con te."

Ero certo di sapere che cosa stava implicando; voleva fare delle attività sessuali con me. Non ero veramente sicura se ci fosse molto di più che potevamo fare, dopo tutto, avevo già fatto cose orali a lui e viceversa. Mr Styles mi faceva sentire tranquilla, ma non volevo chiedergli di questo proposito, basta pronunciare quelle parole a farmi rabbrividire.

Per il mio bene, feci finta di non capire. "Hmm." Canticchiai. "Allora, Mr Styles, c'è qualcosa di cui volevo parlarti."

"Harry." mi corresse dolcemente.

"Mi dispiace, sono ormai abituata." Mi scusai. Credo che chiamandolo Mr Styles stavo cercando di negare il fatto che era in effetti più che un mio insegnante. "Comunque, ieri ero sotto la doccia.." Tenne uno sguardo attento al mio viso, le sue labbra erano una linea retta e i suoi occhi mi guardavano in profondità, in attesa che continuasi, ma dovevo produrre le parole giuste. Non avevo pensato a come dirglielo, le parole erano già uscite fuori da sole. "Qualcuno sa di noi!"

"Aspetta, rallenta, bambina," Mi guardava perplesso. "ricomincia."

Espirai un profondo respiro, ripetendo le mie parole. "Ero sotto la doccia di ieri, e una ragazza é entrata. Nessun altro era lì a testimoniare, ma lei mi ha detto che conosceva il mio segreto e non aveva intenzione di lasciarmi farla franca."

Un boato di risate affettate attraversarono la stanza, "è così?"

"Harry!" Piagnucolai, usando il suo nome preferito.

La sua mano raggiunse il suo petto, contenendo la sua risata. "Così é entrata nella doccia con te?"

"Questo non è divertente, ho paura." Mi fece arrabbiare come aveva trovato umorismo nella mia angoscia; questo potrebbe potenzialmente rovinare la nostra vita.

Passandosi le mani tra i capelli, sospirava. "Va bene, non hai niente di cui preoccuparti, bambola."

"Come fai a essere così sicuro?"

Si protese in avanti, mettendo le mani sulle mie ginocchia mentre stavo appollaiata sulla sua scrivania, "bambina, ascoltami, non c'è niente di cui preoccuparsi, inoltre, non avrebbe alcuna prova, per farla in modo diverso..forse voleva dire qualcos'altro?"

"Per esempio che sono un libro aperto? Sei l'unica cosa che mi nasconde."

Il suo dito leggermente viaggiava sulla mia coscia, "forse pensa che sei quella che ha vandalizzato la chiesa, dopo tutto, si sente in colpa per questo."

Guardai giù al mio grembo; non avrei dovuto essere così veloce a saltare alle conclusioni. "Immagino che potresti avere ragione."

"Ho sempre ragione."

Derisi la sua osservazione di parte. Potevo essere un libro aperto, ma certamente non con Harry. Eppure, anche se non sapevo nulla di questo uomo, stava crescendo interesse su di me. Mi ricordai la mia prima settimana in questa scuola, pensavo che Harry non era meglio di qualsiasi altro insegnante, anzi peggio. Tuttavia, era come se avesse un improvviso cambiamento di persona, nonostante le sue esigenze di controllo, era un uomo buono.

Mi sedetti al centro della scrivania di Mr Styles, dondolando le gambe avanti e indietro, toccandomi una ciocca di capelli sciolti tra le dita. "Allora, dimmi qualcosa di te; quanti anni hai?"

Le sue dita si collegarono con le sue labbra, strofinandole leggermente. "Ho ventitré anni." La mia gola si seccava, supponevo fosse più grande, ma in realtà l'udito per la prima volta mi fece rivoltare lo stomaco. "Per favore non prenderti dal panico, più ci pensi, più ci si sente accettabile."

La mia mente pulsava forte, non poter nemmeno pensare di risolvere la differenza di età era troppo doloroso. Allungai il palmo della mano, che rappresentava cinque dita e con l'altra mano ne contrai tre.

"C'è una differenza di otto anni." Mr Styles rispose per me "ma ascolta, come ho detto; più ci pensi, più tollerabile diventa." Mi ero detta di pensare, penso. La mia mente stava discutendo con se stessa, non importava quanto cercavo di convincermi che era un bene, non lo era. Non sarebbe mai stato giusto...ma questo non mi avrebbe fermata.

'No, non è così. Non sarà mai accettabile." Scossi la testa.

"Se non ti dispiace ti vorrei chiedere, quanti anni di differenza c'erano tra i tuoi genitori? Capisco se non vuoi parlarne."

Ci pensai per un secondo, non mi aveva dato fastidio così cominciai a contare con le dita, "cinque."

"Vedi!" Escalamava. "Solo tre anni meno di noi."

Non importava quanto cercavo di convincermi, non ci stavo riuscendo. Volevo solo cambiare argomento. "cosa fai per divertirti?" Chiesi.

Rise, percependo le mie intenzioni. "Mi piace andare a cavallo, giocare a golf e a volte disegnare."

Rimasi colpita da quanto qualcuno potrebbe essere così poliedrico. Non riuscivo nemmeno a saltare la corda, per non parlare di avere tre talenti. "Wow." Ridacchiai, procedendo dicendo a Mr Styles come mi piacerebbe andare a cavallo un giorno, ero cresciuta in campagna ma non avevo mai visto un cavallo.

"Ho due cavalli, uno era di mia sorella, ma lei si é allontanata per lavorare e quindi l'ha dato a me ma non ci giro più molto, anche se gioco molto a golf." Continuava a vantarsi, senza volerlo, naturalmente. Doveva avere uno stile di vita abbastanza ricco per avere gli hobby che aveva. La mia famiglia era ricca, ma non facevano mai qualcosa di divertente con i loro soldi.

"Al mio papino piaceva giocava a golf." Dissi, guardandomi le unghie. "Non era nulla di buono, però. Il mio papino non faceva altro che lamentarsi, seduto nel suo ufficio tutto il giorno."

Aspettai per un qualche tipo di risposta da Mr Styles, anche solo un ronzio, ma non sentivo nulla. Guardai attraverso le mie ciglia per vedere quale fosse il problema. Mr Styles teneva in mano il suo rigonfiamento vestito, toccando se stesso. "Dillo ancora una volta, principessa."

"Al mio papino piaceva giocare a golf-" Cercai di ripetere le mie parole, ma Harry mi aveva tagliato fuori.

"non quello." Ringhiò. Non era intimidatorio, però, era più di un motivo per svincolare.

Ero confusa, che cosa poteva desiderare che ripetessi? Recitai le mie parole di pochi momenti fa, quando stavo parlando del mio papino. Mi bloccai in esitazione. "Cosa..papino?"

TATAAN! Amatemi ceh, ho aggiornato quasi subito da quando aveva pubblicato l'autrice. Comunque, come ho detto nel 'capitolo' precedente, vi va di passare da 'Rude'? É una bella storia, se vi piace Harry versione cattivo ragazzo, quella storia fa proprio per voi gnaw.:)

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