Chapter 14
Precedentemente.
"Sei stata brava, principessa."
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Obbligai le mie ginocchia tremanti ad alzarsi da terra.
"Non lo sta dicendo tanto per?" Chiesi.
"No.Tengo a mente che è la prima volta che fai qualcosa del genere." Mi elogiò.
Annuii rigidamente, parlare di ciò mi faceva sentire a disagio.
"Perché è stata la prima volta per te,giusto?" Mr Styles dubitò di me.
"Si" Risposi velocemente,non volevo che pensasse di me come una facile "Si, è stata la prima volta signore."
"Il mio nome è Harry" un rauco sospiro lasciò la sua gola. Dopo essere venuta a conoscenza del suo nome,mi accorsi che non sapevo niente di questo uomo, e già gli stavo offrendo di controllare il mio corpo.
"Ora devo andare, Mr Styles."
"Domani alla stessa ora?"
"Si!" Gli gridai indietro mentre lasciavo rapidamente la stanza.
Ero una sciocca, una stupida.
È come un cerchio infinito, quando sono da sola i miei pensieri mi consumano, dicendomi che sono un'ingenua, ma appena sto con Mr Styles la mia moralità svanisce.
Mi diressi verso il bagno delle ragazze; avevo bisogno di una doccia. Il tè era tra mezz'ora, perciò dovevo sbrigarmi, ma fortunatamente il bagno era vuoto.
Nella mia vecchia scuola, avevamo i bagni nelle nostre stanze, ma ovviamente questa scuola non credeva nella privacy.
Dovevo dare a Bridgewood il suo merito, non era terribile come credevo.
Levai la mia uniforme, che cadde con grazia sul pavimento. Girai la manopola della doccia e l'acqua fredda mi colpì di dietro. Era abbastanza tardi perciò la maggior parte dell'acqua calda era stata usata. Mio padre mi aveva comprato il minimo indispensabile per il mio soggiorno qui: sapone,shampoo e balsamo.
Chiusi l'acqua corrente, uscendo nel caldo.
Il silenzio risuonava per le docce; fortunatamente non era troppo tardi per la cena. Circondai il mio corpo con l'asciugamano, che mi copriva a malapena.
"Conosco il tuo segreto." Saltai, voltandomi verso un'identità sconosciuta.
"Come scusa?" Di fronte a me stava una ragazza, aveva più o meno la mia età.
"So cosa stai facendo. Faresti meglio a guardarti le spalle, Dio ti guarda. Lui guarda tutti noi." La ragazza dai capelli biondi mi controllava. "Se pensi di venire in questa scuola e offenderci con le tue infedeli convinzioni, allora faresti meglio a guardarti le spalle."
Non capivo come facesse a sapere, ma non era una cosa positiva.
"Non so di cosa tu stia parlando." Le mie mani strette a pugno stringevano l' asciugamano, avevo il cuore in gola.
"Non fare la sciocca con me,so che non sei una delle ragazze più intelligenti,ma non sei una completa imbecille. Conosco il tuo gioco."
Sicuramente non poteva provare le sue ipotesi su me e Mr Styles, non ne aveva modo.
"Scusa potresti lasciarmi sola, devo cambiarmi." Evitai l'argomento come si evita la peste. In queste situazioni bisogna solo negare,negare,negare.
"Non finisce qui." Sputò lei, come se fossi del fango sulla suola delle sue scarpe; delle sue orrende scarpe.
Mi lasciò da sola, finalmente. Avrei avuto molto di cui parlare con Mr Styles domani.
Una volta messi gli abiti puliti, scesi velocemente le scale verso la sala da pranzo.
"Hey" Cinguettò Matilda.
"Ciao."
"Mi incontrerò con Thomas e Jack questo weekend. Jack ha detto che non vede l'ora di rivederti."
"Non vede l'ora di rivedere me?" Domandai indicandomi.
"Si,te."
"Matilda io-"
Lei posò lei sue dita sulle mie labbra per azzittirmi.
"Tu verrai. Mr Styles non lo verrà a sapere stavolta, né gli altri professori."
Alzai gli occhi. Non ero totalmente contraria all'idea di incontrarci con Thomas e Jack, ma l'ultima volta ero finita nei guai. Ero passata dall'essere una ragazza che non aveva mai incontrato lo sguardo dei ragazzi all'attirarmi tutte le attenzioni addosso.
"Va bene,ma finché parleremo niente fumo." Le dissi con atteggiamento severo.
Fumare non era qualcosa che mi piaceva particolarmente. L'odore delle sigarette mi ricordava mio padre, e ciò non era una buona cosa.
"Niente fumo, afferrato."
Sorrisi debolmente e iniziai a mangiare il mio pasto. Mr Styles non c'era, doveva aver saltato la cena. L'avevo disgustato così tanto? Forse sarei andata a vedere più tardi.
Il suono fastidioso di un cucchiaio che colpiva il vetro fece eco per la stanza. "Ho un annuncio da fare." La voce stanca del professore Bridgewood inondò la sala. "Abbiamo trovato il responsabile della chiesa, dei provvedimenti saranno presi. Credo che sarete lieti di sapere che il coprifuoco è stato alzato di nuovo."
"Merda." Imprecò Matilda a bassa voce.
"Che c'è?" Chiesi corrugando le mie sopracciglia.
"Cosa intendi con 'che c'è'?" Spalancò i suoi occhi mentre mi guardava come se fossi pazza.
"Hanno 'trovato' il colpevole,ma sono io."
Mi ero totalmente dimenticata che Matilda fosse la vera responsabile. Avevo veramente creduto per un secondo che fossi io.
"Devo confessare!" Matilda disse in preda al panico.
"No." Tagliai corto energicamente. "Non puoi."
Mi guardò con gli occhi pieni di sospetto. "Perché no?"
"Perché--perché finirai nei guai."
"E quindi?" Affermò "qualche persona innocente si sta prendendo la colpa per una cosa che ho fatto io."
La mia bocca parlò,senza che me ne accorgessi "Che ne sai che magari se non è una puttana."
"Victoria!" La bocca di Matilda era spalancata "cosa ti è preso?"
"Mi dispiace." Scossi la mia testa in segno di disappunto.
Non sapevo veramente cosa mi fosse preso. Non avevo mai offeso qualcuno intenzionalmente se sapevo che poi l'avrei ferito.
Prima Mr Styles, e ora il mio linguaggio scostumato.
"Per favore scusami." Lasciai il tavolo, sbalordita tanto quanto lo era Matilda.
Forse ero preoccupata della ragazza che sapeva di me e Mr Styles, forse era solo perché stavo cambiando, stavo maturando.
Spinsi la sedia via e rapidamente uscii dalla sala.
Lasciai che l'aria fredda colpisse le mie gambe, che quasi mi faceva cadere mentre camminavo verso la chiesa.
Non ero brava a chiedere il perdono. Non l'avevo mai dovuto fare appropriatamente.
Una volta in terza elementare quando avevo offeso un'altra ragazza in cortile perché non mi lasciava fare la sorella più grande mentre giocavamo a mamma e papà, non mi ero sentita veramente in colpa.
Che mi sentissi in colpa per Mr Styles o che mi sentissi in colpa per essere una bugiarda, dovevo comunque confessare.
Guardai da dietro la torreggiante porta della chiesa; il prete non era lì,perciò ero da sola.
Le mie scarpe risuonavano contro il pavimento di marmo. Avevano fatto un lavoro abbastanza buono a rimettere in sesto questo posto.
Mi sedetti nella terza fila di dietro; non mi andava di sedermi proprio davanti.
Fissai la scena di fronte a me, stavo involontariamente rimandando il mio perdono.
Chiusi gli occhi, l'oscurità mi offuscò la vista.
"Caro Dio, sto venendo a te per chiedere aiuto e per il perdono. Ho fatto qualco-"
"Posso unirmi?" Sobbalzai alla voce improvvisa.
Era Mr.Styles
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Un grazie enorme alla ragazza che ha tradotto questo capitolo ; EnglandsMyHome C:
[sto correggendo i capitoli, dovrebbero essere corretti fino al sette perciò se volete rileggere fate pure.]
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